A cura di Yuko Hasegawa e Vicente Todolí / 30 settembre 2016 – 29 gennaio 2017
“Situations” è la prima retrospettiva dedicata da un’istituzione europea a Kishio Suga (Morioka, Giappone, 1944), figura chiave dell’arte contemporanea giapponese. La mostra, a cura di Yuko Hasegawa e Vicente Todolí, raccoglie nello spazio delle Navate di Pirelli HangarBicocca oltre venti installazioni realizzate da Suga dal 1969 fino a oggi e da lui riadattate per l’occasione.
Personalità di spicco di Mono-ha, gruppo artistico nato alla fine degli anni Sessanta, Kishio Suga inizia a esporre le sue opere in un contesto di grande fermento culturale per il Giappone, così come a livello internazionale, con la nascita di movimenti come la Post-Minimal Art e la Land Art negli Stati Uniti e l’Arte Povera in Italia.
Nel 1978 l’artista viene invitato a rappresentare il suo paese alla Biennale di Venezia, mostrando in Occidente il suo linguaggio che unisce una relazione profonda con la natura a una ricerca sui materiali e sullo spazio.
La mostra riunisce un insieme di opere ripensate e riadattate dall’artista in funzione dell’architettura industriale di Pirelli HangarBicocca, creando un intenso legame con i vasti spazi delle Navate e dando vita a un unico percorso dove convivono leggerezza e incombenza, linearità e tensione, solidità e immaterialità. I lavori di Suga si configurano come interventi temporanei che hanno la durata della mostra, site-specific nello spazio e nel tempo. “Situations”, si presenta come un paesaggio costituito da elementi organici e industriali – come ferro, zinco, legno, pietre e paraffina – spesso ricercati in loco. Le opere installate in Pirelli HangarBicocca acquisiscono, dunque, nuove qualità e caratteristiche che le rendono diverse da qualsiasi precedente installazione.
«Realizzo installazioni all’interno di spazi espositivi, una forma d’arte piuttosto comune oggi. Uso una varietà di materiali, accostandoli e creando una struttura che si adatta a tutto lo spazio. Le installazioni non sono mai permanenti e possono essere facilmente rimosse e distrutte. Si potrebbe dire che creo mondi temporanei»(Kishio Suga, The Conditions Surrounding an Act, 2009)
Kishio Suga, dopo aver conseguito una laurea in pittura alla Tama Art University di Tokyo nel 1968 e aver lavorato come assistente di studio dell’artista americano Sam Francis, inizia a realizzare ed esporre le sue opere in un contesto di grande fermento artistico per il Giappone. Tra il 1969 e il 1972 si forma e sviluppa il gruppo Mono-ha, di cui fa parte Suga, oltre agli artisti Kōji Enokura, Noriyuki Haraguchi, Shingo Honda, Susumu Koshimizu, Lee Ufan, Katsushiko Narita, Nobuo Sekine, Noburu Takayama e Katsuro Yoshida. L’utilizzo di materiali semplici, sia naturali sia provenienti dalla produzione industriale, l’indagine sulle relazioni tra uomo e materia, oggetti e spazio circostante, l’intervento diretto sulle opere, attraverso azioni che le alterano, accomunano la pratica individuale e personale di questi artisti. Mono-ha, che letteralmente significa “scuola delle cose”, si presenta quindi come un movimento legato a una dimensione oggettuale e perfomativa dell’opera d’arte. Aspetti tematici e formali che possono creare una vicinanza tra questo gruppo e quello italiano dell’Arte Povera, che negli stessi anni prende vita a Torino.Continue Reading..