Tag: Ostuni

22
Mar

FRANGIBILE di Ezia Mitolo

La Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni inizia la stagione espositiva presentando al pubblico un nuovo e inedito progetto. Nasce la project room, un ambiente interno alla galleria in cui ospitare differenti progettualità artistiche che andranno ad arricchire il già nutrito programma di mostre proposte dal 2006 ad oggi.
Ad aprire questa nuovo concept di spazio espositivo la galleria sceglie una personale di Ezia Mitolo, affermata artista pugliese capace di esprimersi trasversalmente in una modalità multidisciplinare mediante differenti tecniche e linguaggi.
Frangibile, è il titolo della mostra a cura di Ilaria Caravaglio, la prima di una serie di esposizioni che si susseguiranno con un calendario parallelo a quello dell’attività della sede storica della galleria -accanto alla Concattedrale della città bianca- rendendo finalmente concreto un intenso desiderio dell’art director Maria Gabriella Damiani.
L’artista propone una serie di opere che conducono il visitatore attraverso un percorso di riflessione e introspezione, un invito a soffermarsi sulle emozioni, dalla dimensione più intima a una lettura d’insieme, fino alla fragilità delle stesse. Disegno su carta e su stoffa, installazione, fotografia, scultura e video si alternano negli spazi della project room, a sottolineare una solida continuità nella ricerca di Ezia Mitolo, seppur espressa con differenti medium; un’esposizione che integra opere rappresentative dell’artista a opere più recenti, realizzate tra il 2021 ed il 2023, presentate al pubblico per la prima volta.

L’inaugurazione, alla presenza dell’artista e della curatrice, si terrà sabato 1 aprile alle ore 18.00 e la mostra sarà visitabile fino al 23 aprile 2023.

FRANGIBILE
EZIA MITOLO
a cura di Ilaria Caravaglio
Vernissage 1 aprile ore 18,00
1 – 23 aprile 2023

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
info@orizzontiarte.it
www.orizzontiarte.it

Communication Manager
Amalia Di Lanno
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16
Giu

KIMERE | Vania Elettra Tam

Per aprire la stagione degli eventi 2021 la galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni propone Kimere, la mostra di una delle artiste che meglio rappresentano le scelte culturali della galleria stessa: Vania Elettra Tam.

Sono tanti anni che contribuisco alla diffusione del suo lavoro e ne sono orgogliosa, specie quando sono testimone di tante evoluzioni, sia personali che pittoriche. Gli ultimi lavori di Vania, infatti, parlano di una nuova consapevolezza interiore, una Verità che esplode nelle forme e nei colori delle sue opere, una maturità della donna prima ancora che dell’artista. Questo periodo di lunghe chiusure ha prodotto tanti disastri ma anche tanti gioielli: il cambiamento vero, lì dove possibile, delle nostre menti e delle nostre coscienze verso un futuro migliore, possibile e sostenibile, se solo recuperassimo la nostra consapevolezza sociale… dovremmo imparare dagli animali, e riprendere il nostro posto di uomini integrati nel ciclo della Natura, al fine di collaborare al bene della collettività. È un concetto che Vania esprime in pieno con tutta la sua cifra pittorica e personale, pur senza perdere, anche se espresso in modo più delicato ed elegante, il suo puro umorismo”. Maria Gabriella Damiani

Ecco come Carlo Micheli presenta quest’ultimo ciclo pittorico di Vania Elettra Tam:
Vi sono animali che vivono in società organizzate, dove ogni individuo ha un ruolo prestabilito e lavora per il bene comune: le termiti, le formiche, le api… no, inutile cercare l’uomo nell’elenco, l’uomo non sa ragionare in termini di sacrificio personale, bene comune, crescita collettiva… Tanto meno lo sanno fare i politicanti di mestiere. Vania Elettra Tam ha un dono raro: sa vedere oltre la barriera dei comunicati ufficiali, sa cogliere la realtà del momento, spesso volutamente offuscata e, ancor più, sa intuire ciò che sarà, attraverso l’infallibile sfera di cristallo della sua arte. Così, fluttuando tra lo stato onirico, la razionalità e la creatività, Vania ha immaginato una società matriarcale, sull’esempio del sistema organizzativo proposto dagli insetti sociali, (contrapposti alla dannosità degli inutili parassiti) e in sostituzione del fallimentare modello maschile. Nel ciclo “Kimere”, donne-regine dirigono società ispirate a formiche, termiti, api, a delineare mondi perfetti, vere e proprie utopie sostenibili.Sintesi profonde, espresse con chiarezza e ironia, come nel caso del castoro, costruttore e riutilizzatore, capace di “fare diga” contro le difficoltà. L’ autoritaria figura femminile (coi capelli raccolti a coda di castoro) incarna l’alternativa per una ricostruzione sostenibile, espressa dall’accostamento tra gli igloo di Merz e le tane dei Castori, in una sorta di ribaltamento logico, a suggerire come la realtà debba rifarsi all’arte e non viceversa. Il messaggio si fa più sorridente e giocoso allorché la “cacciatrice di utopie” si trova al cospetto degli uccelli tessitori, mimetizzata con un copricapo a forma di nido, in perfetta armonia con la natura e nel rispetto delle diversità. Un richiamo alla responsabilità di ognuno, alla necessità di ricostruire al meglio, di ripartire nella consapevolezza che “l’arte lo dice prima, l’arte lo dice meglio…”.

KIMERE | Vania Elettra Tam
a cura di Gabriella Damiani
presentazione Carlo Micheli
26 giugno – 10 luglio 2021

Inaugurazione sabato 26 giugno 2021
Orario Visita: tutti i giorni 10-13 e 17-21

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
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25
Giu

Arianna Matta – Romanticismo digitale

L’artista romana Arianna Matta è la protagonista della terza mostra nel calendario degli eventi della galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni. Con la personale Romanticismo digitale l’artista propone una selezione di dipinti di grandi dimensioni puntando l’attenzione sul flusso del tempo, liquido, interrotto e sospeso che attraversa luoghi fermi ma vibranti, proiezione di immagini interiori.

L’artista stessa ci parla del suo lavoro, raccontandoci quanto il trascorrere del tempo, il passato inteso come radici, siano elementi fondamentali nel suo lavoro.

“Il tempo è per me un fattore determinate, difficile se non impossibile fissarne la memoria. Noi siamo la nostra memoria, noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti – scriveva Borges – autore che amo molto e, in un certo senso, la mia pittura traduce in immagini tali parole. Anche se l’incertezza di un tempo o di uno spazio credo sia connaturata all’esistenza stessa, ogni azione umana si nutre dell’illusoria volontà del superamento della stessa. Infatti la pittura è la mia illusione, il mio prendere tempo, una specie di pacificata rassegnazione. Forse è un modo per fissare sulla tela la nostalgia attraverso una sorta di archeologia della memoria, non per testimoniare quello che è stato, ma per vivere, per andare avanti. Ricostruiamo noi stessi attraverso un puzzle di ricordi, che plasmiamo di volta in volta, per come ci fa più comodo, per come dobbiamo o riusciamo a essere in un preciso momento. Pertanto, una certa tensione nostalgica e malinconica è presente nel mio fare pittura e non potrebbe essere altrimenti.

In riferimento a un onirismo liquido cosi definito e ravvisato nelle mie opere, alcuni amici mi fecero notare certe analogie tra il pensiero di Bauman, in merito appunto alla liquidità e il mio modo di dipingere. In realtà, non c’è un riferimento conscio e diretto, ma vivendo in questo tempo non posso che essere il frutto, oserei dire, l’anello debole, di questa vita liquida. Anello debole in quanto non mi ritengo una pittrice contemporanea, mi definirei ‘neoromantica digitale’, destinata in un certo senso a soccombere, se proprio vogliamo riferirci a Bauman. In questa vita liquida, o cambiamo pelle di continuo o siamo destinati a essere sopraffatti. Io ho deciso di tenere la mia pelle, di essere aderente a me stessa.

Ed è per questo che la mia ricerca pittorica si sviluppa intorno all’esigenza di una pittura intimista. Il gesto tecnico, nella mia visione dell’arte, è fortemente legato a quello concettuale; di conseguenza la mia, è una pittura gestuale, che si nutre dell’immediatezza delle emozioni. Non realizzo disegni preparatori o bozzetti, lascio che il movimento sia naturale e svincolato dalla forma, Il mio è un ’romanticismo digitale’, vale a dire un romanticismo che si nutre delle nuove tecnologie, sviluppandole in ‘analogico’. Tendo ad evocare spazi vissuti ed emozioni strizzando l’occhio alla glitch art, come se il richiamo al ’disturbo digitale’ fosse, ad oggi, il modo più naturale per raccontare le inquietudini quotidiane”.

Romanticismo Digitale
Opere di Arianna Matta

INAUGURAZIONE in galleria DOMENICA 30 GIUGNO 2019 dalle ore 11.00 in poi
dal 30 giugno al 14 luglio 2019

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
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08
Mag

Mirta Vignatti. Nessun posto da chiamare casa

Il secondo evento previsto nel calendario delle mostre della galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni per questo inizio estate è affidato all’artista italo argentina Mirta Vignatti che con la sua mostra Nessun posto da chiamare casa indaga sul senso di appartenenza a un luogo, a un posto, a unsogno.

Ecco come la stessa artista descrive la mostra:

Cosa succede quando ciò che chiamiamo casa non ci appartiene più?

Sono partita da questa domanda per sviluppare una personale ricerca fra abbandoni, sradicamenti e nuovi orizzonti. Da queste inquietudini nasce l’intimo bisogno di prendere le distanze necessarie per capire. Mentre i nostri occhi si socchiudono, il confine conosciuto lentamente comincia a svanire sciogliendosi in un bianco luce che ridisegna un nuovo territorio possibile. L’anima di quello che si chiamava casa se n’è andata da qualche parte, dove il tempo e lo spazio hanno sbaragliato le coordinate che ci donavano un certo equilibrio instabile. Quel contenitore di tutte le nostre sicurezze e fragilità diventa nella mia pittura un simbolico cubo color avorio, avvolto di luce e vento. Una casa sola con l’anima altrove. Uno spazio con una duplice missione: contenere o espellere, offrire un rifugio ovattato o trasformarsi in gabbia di un’identità soffocata. Un luogo d’arrivo e di abbandono, una sorta di ombra domestica che ci obbliga a cercare il vero posto nel mondo. Ma è proprio in quella fuga che si impara a non affezionarsi a niente e a nessuno, si osserva solo una natura che cambia. Un paesaggio che resterà sempre lì ad osservare il nostro tentativo maldestro di sentirci parte di qualcosa.
Siamo isole nelle isole.
Il verde smeraldo delle foglie, il grigio olivastro degli alberi, il blu intrappolato nel ghiaccio, la luce cangiante di un cielo d’inverno, il vento pungente che odora di suoni lontani ci sussurrano che questa non è una fuga. Il nostro passaggio è un semplice andare, un osservare la vita così com’è, contemplata e mai capita.
Lo scenario che le mie tele tentano di svelare è tutto in questo abbandonarsi allo sguardo nello stato più puro. Una panoramica costruita con l’intuizione di un volo di uccelli, custodi naturali di nuovi confini, maestri del viaggiare, del migrare, dell’abbandono di ogni radice.

Durante l’inaugurazione della mostra ci sarà l’intervento di Monica Giovene con una sua personale visione raccontata per immagini del mondo onirico dell’artista e dei suoi maestri ispiratori.

NESSUN POSTO DA CHIAMARE CASA
MOSTRA PERSONALE
di MIRTA VIGNATTI
a cura di Gabriella Damiani

Inaugurazione in galleria giovedì 10 maggio 2018 ore 19,00

con la partecipazione di Monica Giovene
con le sue Passeggiate nell’Arte

Dal 10 al 27 maggio 2018

GALLERIA ORIZZONTI ARTECONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
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