Che si tratti di dipinti su grande formato o minuziosi collage su carta, l’attività dell’artista è un continuo prelevare, dislocare, decontestualizzare immagini.
È un ostinato sabotaggio creativo, quello messo in atto da Pasquale de Sensi (Lamezia Terme, 1983). Che si tratti di dipinti su grande formato o minuziosi collage su carta, l’attività dell’artista è un continuo prelevare, dislocare, decontestualizzare immagini altrui, ricomponendole in soluzioni nuove e dalla lettura sempre incerta.
Abile assemblatore di figure -ma ancor prima saccheggiatore di significati- de Sensi attinge in maniera cleptomane dal grande contenitore visivo del reale, sottraendone e rimescolandone ogni frammento fino a formare composizioni in cui gli opposti si incontrano, coabitano e si scambiano di ruolo.
A caratterizzare la ricerca dell’artista è soprattutto una decisa attitudine al collage, inteso come accostamento straniante di elementi visivi diversi. Su di essi de Sensi talvolta interviene con inquieti segni pittorici, conferendo tensione e instabilità alla lettura. Altre volte, invece, il collage si palesa attraverso composizioni minimali, in cui lo spazio delimitato del supporto diviene luogo di sintesi, campo neutro in cui i significati si rincorrono senza alcune soluzione.
Le opere, per lo più su carta, si presentano come paesaggi immaginari inquieti e dalla forte carica lirica, combinazioni visive apparentemente prive di senso eppure inspiegabilmente complete. L’osservatore, sedotto da queste enigmatiche allusioni estetiche, è invitato a cercare corrispondenze ed appigli interpretativi, registrando le possibili combinazioni in un processo di lettura sempre aperto e -per propria natura- fallimentare. Ciò che prevale è piuttosto l’ambiguità completa dell’immagine dominante, con le sue stratificazioni di significati difettosi, incerti ma allo stesso tempo perfetti perché compiuti nell’insieme. Continue Reading..