Tag: Galleria Vistamare

05
Apr

Tom Friedman. Ghosts and UFOs; Projections for Well-Lit Spaces

Con Ghosts and UFOs; Projections for Well-Lit Spaces, personale dell’artista Tom Friedman, ha aperto a Milano Vistamarestudio da un’idea di Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri Vici. L’artista americano presenta una serie di lavori che segnano un nuovo inizio nella sua ricerca sulla smaterializzazione dell’oggetto tangibile in relazione a spazio e luce. In mostra tredici proiezioni video installate in uno spazio illuminato a giorno che svelano vuoto e pieno, micro e macro invitando lo spettatore ad un approccio sensoriale nuovo. Il progetto nasce dall’osservazione della luce del sole attraverso le finestre in momenti diversi della giornata. Ogni lavoro è in loop con una diversa durata: si passa dal silenzio statico, dall’immobilità all’apparizione di oggetti, colori e figure che, come allucinazioni, confondono chi osserva e si fondono con l’ambiente.
Tom Friedman espande così il suo vocabolario visivo e continua l’indagine sui fenomeni dell’esperienza che capovolge la consapevolezza del visibile.

Tom Friedman (nato nel 1965) è uno scultore concettuale americano. Friedman è nato a St. Louis , nel Missouri. Ha ricevuto il suo BFA in illustrazione grafica presso la Washington University di St. Louis nel 1988 e un MFA in scultura presso l’ Università dell’Illinois a Chicago nel 1990. Come artista concettuale, lavora in una varietà di mezzi tra cui, scultura, pittura , disegno , video e installazione. Per oltre vent’anni Friedman ha indagato sulla relazione tra visualizzatore / oggetto e “lo spazio intermedio”. Friedman ha tenuto mostre personali al Museum of Modern Art di New York, al Yerba Buena Museum of Art di San Francisco, al Magasin 3 di Stoccolma, in Svezia, al New Museum di New York, al Tel Aviv Art Museum e altri. Le sue opere si trovano nelle collezioni museali del MoMA, del Los Angeles Contemporary Art Museum, del Broad Art Museum, del Solomon Guggenheim Museum, del Metropolitan Museum of Art, del Museum of Contemporary Art di Chicago e del Museum of Contemporary Art di Tokyo. Attualmente è rappresentato da Luhring Augustine Gallery e Stephen Friedman Gallery. Vive e lavora a Northampton, nel Massachusetts.

TOM FRIEDMAN
Ghosts and UFOs; Projections for Well-Lit Spaces

Opening 24 marzo 2018 ore 19.00
24 marzo – 26 maggio 2018

Vistamarestudio 
Viale Vittorio Veneto 30, Milano

Image: Tom Friedman, Ghosts and UFOs; Projections for Well-Lit Spaces

05
Dic

Joseph Kosuth. Maxima Proposito (Ovidio)

La nuova mostra di Joseph Kosuth alla galleria Vistamare di Pescara è basata sul lavoro di Ovidio. Questa è la prima volta che l’artista si confronta con il poeta romano, nato a Sulmona vicino Pescara, e contemporaneo di Orazio e Virgilio. Kosuth si appropria di una serie di testi di Ovidio scritti durante il regno d’Augusto, apogeo della civiltà romana, un’epoca colta, cosmopolita e sofisticata.

L’artista presenta una selezione di scritti in inglese e in latino che costituiscono assieme un’istallazione site-specific che percorre le quattro stanze della galleria. Ciascun frammento di testo è anche da considerarsi un’opera a se stante, egualmente autorevole e indipendente. Le frasi e parole scelte dall’artista hanno profonde valenze storiche. Il progetto si pone come una struttura concettuale totalizzante che si estende all’interno del contesto architettonico della galleria e, simultaneamente, come una costellazione di opere indipendenti. Le istallazioni svolgono una funzione importante nel lavoro di Kosuth, ma anche le opere più piccole, non istallative, gli permettono di confrontarsi con idee che toccano problematiche diverse da quelle affrontate nelle opere site-specific.

Questi significati frammentati sono indipendenti dal significato generato da Kosuth, allo stesso tempo l’artista li deputa alla produzione del suo proprio ‘significato’. Come spesso avviene nella sua ricerca, è il significato a essere determinato dal contesto. Il fruitore è incoraggiato a pensare e partecipare anch’esso alla costruzione del significato dell’opera; per Kosuth è l’osservatore a completare l’opera. In questo modo il fruitore condivide il concettualizzante processo creativo dell’artista, invece di percepire l’opera d’arte come un frammento della storia o forma di intrattenimento visivo. Il contesto invita lo spettatore/lettore ad avvicinarsi alle parole di Ovidio attraverso un’ottica diversa e, infine, a esplorare il “nuovo” significato generato sia dall’artista che dai suoi stessi fruitori.

Joseph Kosuth si è servito di testi “readymade” sin dall’inizio della sua carriera negli anni sessanta. Infatti, c’è un ristretto gruppo di citazioni tratte da altri artisti all’interno di The First Investigation. Per Kosuth ogni opera d’arte nasce da materiale “preso in prestito”, anche se questo è solitamente celato da una maschera di apparente naturalezza derivante dall’abitudine e dall’autorevolezza della tradizione. Lo scrittore utilizza parole coniate da altri, rivendicando individualità espressiva e responsabilità soggettiva della propria creazione: allo stesso modo Kosuth prende in prestito non solo parole ma anche frasi e paragrafi, talvolta libri e persino biblioteche intere, scritte da altri. Il significato generato da questa operazione viene reclamato per sé, svelato all’interno del proprio lavoro. Tale modus operandi, secondo Kosuth, rivela il carattere vero dell’arte. L’uso e la selezione che l’artista fa di citazioni di autori e filosofi, rappresentativi di un certo corpus teorico e letterario, che hanno contribuito in modo significativo alla cultura contemporanea, si fonda sulla parola scritta ed è inseparabile dal suo contesto.

Maxima Proposito (Ovidio)
Joseph Kosuth
27 novembre 2017 – 2 marzo 2018
Orari lun: 10.00 – 13.00 | mar-ven: 10:00 – 13:00 | 16:30 – 19:30

Galleria Vistamare
Largo dei Frentani, 13 – 65127 Pescara
T / F (+39) 085 694570 info@vistamare.com

12
Mag

Ettore Spalletti

“Quando fai una passeggiata sul mare, vedi l’azzurro che diventa sempre più profondo, e, verso sera, diventa tutto d’argento, la linea dell’orizzonte si perde e il mare si congiunge con il cielo”
Ettore Spalletti

A partire dalla metà degli anni Settanta, Ettore Spalletti si è dedicato ad una ricerca tesa a valorizzare il risalto emotivo del tono cromatico, indagato sia in pittura che in scultura. La pratica artistica si identifica in Spalletti con un processo interamente manuale di elaborazione della superficie (il supporto ligneo del dipinto, ma anche il marmo o l’alabastro della scultura), trattata con molteplici stesure di pigmenti. Dalla apparente monocromia delle sue opere, traspare un colore intriso di materia e di luce, in armonica interrelazione con lo spazio circostante. La superficie pittorica infatti si pone in rapporto con l’ambiente espositivo in senso fisico, fino al punto di rinunciare alla propria integrità tramite la rastrematura dei bordi o l’aggetto del piano di supporto, travalicando il confine tra pittura e scultura. L’opera scultorea si presenta come forma fortemente sintetizzata in senso geometrico e spesso si fa allusiva ad immagini riconoscibili (colonna, vaso, coppa, che valgono come archetipi del linguaggio della scultura). Nella galleria Vistamare, Spalletti espone alcune delle ultime opere realizzate – Muro, azzurro 2016, Come l’acqua 2016, Grigio oro, orizzonte 2016 – insieme ad altre meno recenti – Scatola di colore 1991, Così com’è 2006. Le pareti della sala più grande della galleria saranno scompaginate dall’opera Carte, sottili fogli di legno di grande formato, dipinti sul fronte e sul retro, che si muovono liberamente; un lavoro che si pone in continuità con le prime carte di colore realizzate nel 1974.Continue Reading..