A MERANO ARTE
DAL 27 GIUGNO AL 20 SETTEMBRE 2015
Una doppia personale celebra due tra le più importanti esponenti femminili dell’arte contemporanea
FRANCESCA WOODMAN
& BIRGIT JÜRGENSSEN
Opere dalla COLLEZIONE VERBUND, Vienna
Conferenza stampa: venerdì 26 Giugno 2015, ore 11.00
Inaugurazione: venerdì 26 giugno 2015, ore 19.00
A cura di Gabriele Schor
Direttrice della COLLEZIONE VERBUND, Vienna
Dal 27 giugno al 20 settembre 2015, Merano Arte presenta una doppia personale dedicata a Francesca Woodman (1958–1981) e a Birgit Jürgenssen (1949-2003), due tra le più importanti esponenti dell’arte contemporanea. La collaborazione con COLLEZIONE VERBUND è la seconda dopo la mostra personale dedicata all’opera giovanile dell’artista Cindy Sherman.
In collaborazione con la prestigiosa COLLEZIONE VERBUND di Vienna e a cura di Gabriele Schor, le due mostre confermano la vocazione di Merano Arte quale centro espositivo attivo sul fronte della valorizzazione della fotografia del Novecento. Dopo le rassegne di maestri internazionali quali Man Ray, Boris Mikhailov, Urs Lüthi, Eliott Erwitt, Ugo Mulas e Cindy Sherman, lo spazio meranese accoglie l’opera di due grandi artiste venute a mancare repentinamente, a soli 22 anni nel caso della Woodman, a 54 anni in quello della Jürgenssen.
I loro lavori, oltre che a livello estetico e concettuale, dialogano felicemente anche in senso storico, in quanto rappresentano due degli esempi più alti del “femminismo poetico-performativo” degli anni Settanta.
Nonostante Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen non si siano mai incontrate, numerosi sono i parallelismi possibili tra le loro opere: la messa in scena del soggetto, la fragilità dell’esistenza umana e soprattutto il confronto critico con la tematica del corpo femminile nell’espressione artistica.
Le fotografie performative realizzate dalle due artiste sono state scattate nella sfera protetta dell’atelier, solitamente utilizzando l’autoscatto. Entrambe si sono avvalse di pratiche di matrice surrealista per emancipare il loro linguaggio espressivo e hanno utilizzato il corpo come strumento formale per interrogare e mettere in discussione il proprio essere e la propria identità, ma anche per delineare una nuova immagine della donna. Il corpo, infatti, è concepito tutt’altro che come ‘natura’ o ‘oggetto sessuale’, è ‘opera d’arte’ in sé.Continue Reading..