Tre grandi opere “site specific” di Giovanni Anselmo, Wolfgang Laib ed Ettore Spalletti occupano tutti i piani della galleria. Tra materiali organici, parole di colore ed energia luminosa.
Con tre grandi installazioni di Giovanni Anselmo, Wolfgang Laib e Ettore Spalletti, la Galleria Lia Rumma di Milano celebra l’inizio di EXPO Milano 2015.
I tre artisti sono stati invitati da Lia Rumma a realizzare progetti “site specific” che occuperanno tutti i piani della galleria milanese e verranno presentati al pubblico domenica 3 maggio 2015.
È dalla metà degli anni settanta che l’artista tedesco Wolfgang Laib crea installazioni di solenne semplicità ricomponendo in chiave estetica materiali organici che hanno in sé il seme della vita e la forza del nutrimento: latte, polline, cera d’api e riso. The Rice Meals for Another Body, presentata al piano terra dello spazio di Via Stilicone, condensa uno dei nodi principali della sua pratica artistica intensamente spirituale, l’idea che l’arte abbia una funzione salvifica che considera il corpo come un tutto inscindibile, tale da colmare ciò di cui la medicina tradizionale non si occupa più.
“Parole di colore. Ho dipinto le tavole una dopo l’altra. Il colore si muove dall’azzurro al grigio, tocca il blu, si accende nel rosso porpora e si ammorbidisce nel rosa, che riverbera sulla pelle gli umori. Ho immaginato il colore muoversi su un’unica parete che corre lontano”, una sorta di armonia “religiosa” pervade anche l’opera di Ettore Spalletti, presente al primo piano della galleria con il gruppo di tavole di grande formato dal titolo Parole di colore. In esse il colore, non più delimitato dalla cornice, steso secondo un esercizio compositivo lento, assume un’importanza decisiva e una sua dolce e inglobante spazialità.
Al secondo piano della galleria Giovanni Anselmo presenterà invece un progetto che mette in relazione due lavori storici: Oltremare mentre appare verso nord est. “Ho utilizzato questo colore come se fosse una materia, come un lembo o un punto di terra, come una bussola, più che come un colore in senso stretto. Il colore oltremare nell’antichità fu portato in Europa da lontano, da oltremare appunto… ed è per questa ragione che ha assunto questo nome. E’ una indicazione di un altrove che, intorno a noi, si trova in tutte le direzioni. Sulla Terra, infatti, qualunque direzione si scelga di percorrere, prima o poi comparirà sempre un oltremare. Collocare questo colore su una parete significa per me scegliere ed indicare quella direzione, verso l’oltremare sulla parete e verso l’oltremare nello spazio esterno…” e La luce mentre focalizza “…si tratta di un’energia luminosa, del continuo pulsare di una luce su un corpo che io voglio far notare, ma in maniera in qualche modo impalpabile”.Continue Reading..