Tag: amalia di Lanno

12
Mar

Otto Piene

Le sue ceramiche rimandano alle prime opere cinetiche definite ‘immagini pesanti’: “sono meno illusionistiche dei dipinti e hanno una qualita’ tattile intrinseca, lasciando lo spettatore ‘sentire’ e non solo ‘vedere’ gli oggetti”.
a cura di Chiara Guidi
La mostra celebra il lavoro e la ricerca di Otto Piene (1928-2014) pittore e scultore tedesco, membro fondatore del Gruppo ZERO (1957-1966) una delle avanguardie artistiche più importanti del dopoguerra, cui hanno aderito tra gli altri Lucio Fontana, Yves Klein, Piero Manzoni, Heinz Mack, Gunther Uecker, accomunati dalla volontà di ridefinire e trasformare l’arte. Otto Piene ha spinto l’arte oltre il linguaggio della pittura tradizionale, adottando nuovi supporti, materiali e tecnologie: famoso per le sue opere di luce-cinetica, gli spettacolari dipinti di fuoco e fumo e per aver indagato in modo totalmente nuovo la connessione tra arte, natura e tecnologia. Il suo vasto e innovativo opus artistico comprende l’uso di laser e l’olografia. Il suo “Arcobaleno Olimpico”, opera ambientale di 700 metri, realizzata in occasione dei Giochi Olimpici di Monaco di Baviera nel 1972 è diventato uno dei più potenti messaggi visivi di pace del secolo. Dal 1999, Otto Piene ha adottato come mezzo espressivo la ceramica. Le sue ceramiche rimandano alle prime opere cinetiche e Piene stesso le definisce “immagini pesanti”: “sono meno illusionistiche dei dipinti e hanno una qualità tattile intrinseca, lasciando lo spettatore “sentire” e non solo “vedere” gli oggetti”. Come tutte le opere di Otto Piene, le ceramiche sono caratterizzate dalla ricerca sulle forze primarie della natura: luce, fuoco, aria e terra.

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11
Mar

Escher

Una grande mostra antologica dell’artista, incisore e grafico olandese che racconta l’annodarsi di universi culturali apparentemente inconciliabili. Il percorso espositivo si articola in 6 sezioni con oltre 150 opere, tra cui i suoi capolavori più noti.

Escher, dopo il grande successo della tappa romana con i suoi oltre 200.000 visitatori, arriva a Bologna portando costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie interconnesse, ovvero il meraviglioso mondo di fantasia sbrigliata dell’artista che più di ogni altro trasforma l’ambiguità visiva in ambiguità di significato, che incanta con disegni e litografie che col passare del tempo hanno visto gli impieghi più disparati – come copertine di famosi long playing, (i 33 giri), scatole da regalo, francobolli, biglietti d’auguri e piastrelle -, per poi diventare vere e proprie opere d’arte.

Il percorso espositivo si articola in 6 sezioni che raccontano la sua passione per l’Italia – in La formazione: Escher, l’Italia e l’ispirazione Art Noveau -, l’ironia e il gioco – in Superfici riflettenti e metamorfiche -, la quotidianità – in Economia escheriana ed Eschermania -, le leggi scientifiche indagate e rappresentate da Escher – come nella sezione intitolata Metamorfosi -, le vicende e le passioni personali – in Dall’Alhambra alle tassellatura – e i diversi nodi tematici delle suo opere in Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio.Continue Reading..