Tag: amalia di Lanno

29
Apr

Ibidem by Giovanni del Brenna

Planar presenta venerdi 8 maggio ore 18,30

Ibidem is a project about globalization, about the lack and the loss of roots, about the mutation of cities.

I started this project in New York in 2002 after realizing that the pictures I took at the time could have been shot in some of the other cities I had lived in. Back to Milan I confirmed my first intuitions and decided to continue shooting other “global” cities. The project, published as book in July 2014, includes the following cities: Los Angeles, New York, London, Paris, Milan, Berlin, Singapore, Hong Kong, Shanghai, and Tokyo.

The idea is to create a virtual city, mixing of all the photographed metropoles, that depicts the transition cities are going through today.

I am Italian, I was born in Genova (Italy) but I never lived there. I grew up in Rio de Janeiro, Brazil, where I attended the French school. I graduated in Milan and I lived in Lisbon, Lille, Paris, Naples, London, Rome and New York. There I obtained the Documentary and Photojournalism certificate of the International Center of Photography; it followed my master degree in Mechanical Engineering (Politecnico of Milan).

This project aims at being a subjective point of view on the evolution of great cities. These are converging towards each other while distancing themselves from their countries of origin. It is my point of view, the point of view of a member of the so-called “international community” : a “displaced” person.

Giovanni del Brenna Ibidem
Presentazione e book signing

Planar presenta per la prima volta a Bari il libro Ibidem di Giovanni del Brenna.
Il progetto Ibidem: una ricognizione, sulla metamorfosi delle grandi città, che tendono sempre più a somigliare l’una all’altra, a diventare lo “stesso posto” (in latino: ibidem). Da questa ricerca, realizzata utilizzando una Leica tradizionale con pellicola a colori e durata sette anni, ha preso poi forma un libro, con i testi dell’antropologo Marc Augé e della storica della fotografia Carole Naggar.

Nato a Genova ma cresciuto a Rio de Janeiro, italiano di cultura francese, Giovanni Del Brenna ha poi vissuto tra Lisbona, Lille, Parigi, Londra, Milano, Napoli, Roma e New York, nutrendo il proprio lavoro di questo continuo transito fra luoghi diversi.
Proprio a New York (dove studia all’International Center of Photography) capisce che molti degli scenari che percorre e che sceglie di fotografare, avrebbero potuto essere messi a fuoco altrove.

Nasce così l’idea di abbinare le immagini di alcune metropoli attraversate nel corso del tempo (fra cui anche Los Angeles, Londra, Berlino, Singapore, Hong Kong, Shanghai e Tokyo), per comporre il ritratto di un’unica città virtuale: Ibidem.

Il progetto è stato prodotto ed esposto per la prima volta in Francia nel 2011, nell’ambito della mostra “Nos Vi[ll]es” all’Arsenal di Metz.
Il libro, edito in Olanda dal fotografo stesso, rende ancor più esplicito il suo obiettivo di “perdersi in una città immaginaria non sapendo più dove si è: si pensa di essere da qualche parte, si percepisce questo mondo come familiare, ma si è altrove”.

http://vimeo.com/101744029

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29
Apr

Beppe Gernone. Nei luoghi del silenzio

Nei luoghi del silenzio di Beppe Gernone

“Fotografo da più di trent’anni arte ed architettura. Nello svolgimento del mio lavoro capita spesso di percorrere luoghi che trasmettono sensazioni di vissuto, che emanano un qualche fascino, trasudano storia. Il progresso e la organizzazione della società moderna col suo sistema spettacolare stanno distruggendo il concetto di luogo così come lo si è conosciuto sinora. È incredibile come un restauro, un ammodernamento o messa in sicurezza possano sterilizzare i luoghi cancellare l’aura le li avvolge. Perdono le caratteristiche identitarie, relazionali e storiche che li distinguevano nel passato. La nostra vita ormai è un continuo transito per i “non luoghi”.

Castello Caracciolo
Sammichele di Bari
Inaugurazione giovedì 30 aprile 2015 ore 18.00

La mostra è visitabile fino al 28 giugno 2015

 

28
Apr

Ettore Spalletti. Interpretazione degli spazi

Dal 25 aprile al 23 agosto 2015, in occasione della riapertura stagionale di Palazzo Cini a San Vio a Venezia – la casa – museo di Vittorio Cini che conserva i capolavori del rinascimento toscano e ferrarese appartenuti al collezionista – Ettore Spalletti interverrà con un progetto espositivo ad hoc al secondo piano nobile del Palazzo, inaugurando la restituzione di questo spazio recentemente restaurato – grazie al sostegno di Assicurazioni Generali – e destinato ad ospitare mostre temporanee. L’artista abruzzese presenterà una sua personale interpretazione degli spazi caratterizzati dalla dimensione domestica delle sale ragionando sul luogo, ascoltandolo, osservandone le variazioni di luce, attraverso un percorso che offrirà agli sguardi opere già note, accanto a opere mai esposte prima e collocate nella “casa Cini” come un omaggio al gusto del collezionista.

Ettore Spalletti (1940) – artista che ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia nel 1997, celebrato recentemente da grandi antologiche e le cui opere sono esposte nei più prestigiosi musei italiani e stranieri – ha lavorato ad un progetto articolato ne lle stanze del Palazzo nel solco di una continuità ideale con il passato, quando questo spazio era quotidianamente vissuto dal grande collezionista Vittorio Cini. Già durante la visita alla collezione permanente della Galleria e nel corso del primo sopralluogo al secondo piano del palazzo – ancora nel vivo fermento del restauro – il Maestro ha potuto cogliere i primi elementi ispiratori che hanno determinato la scelta delle opere da collocare negli spazi domestici della dimora sul Canal Grande. Le stanze accoglieranno infatti una mostra espressione di una relazione profonda con uno spazio che era, e tale rimane nell’intento dell’artista, domestico; allo stesso tempo i capolavori d’arte antica esposti nella Galleria – che conserva, tra gli altri, dipinti di Pontormo, Botticelli, Giotto e Cosmè Tura – saranno una presenza importante per l’artista.Continue Reading..

28
Apr

Massimo Pasca. Over the Pop

Massimo Pasca. Over the Pop – solo show

Nero Gallery ospita, dal 2 al 23 maggio 2015, Over The Pop prima personale capitolina di Massimo Pasca.

Over the Pop, curata da Giuseppe Amedeo Arnesano, è un’idea che racconta l’interessante ricerca condotta dal pittore pugliese per oltre venti anni di attività artistica.

La pittura di Massimo Pasca, che vive anche nel rinnovamento colto del segno di Keith Haring, si esprime attraverso una singolare rappresentazione iconica fortemente Pop e impegnata. Nel 2012 per le edizioni EST viene pubblicato il libro “Keith Haring a Pisa”, Cronaca di un murales (introduzione di Omar Calabrese e intervista di Carlo Venturini) nel quale, dopo una lunga intervista dedicata a Massimo Pasca, il pittore salentino è considerato uno dei prosecutori stilistici del segno dell’artista americano.

Over the Pop raccoglie una ragionata ed aggiornata selezione delle opere pittoriche e illustrative riunite nello spazio della giovane e intraprendente galleria di Pigneto.
Le sperimentazioni di Pasca, vissute in maniera totale dalla musica alla pittura,con l’esperienza decennale dei Working Vibes, le numerose collaborazioni con i Negrità, (per i quali illustra l’album Helldorado) e fino alle centinaia di live painting in tutta Italia,(dal Macro di Roma al Festival della Creatività di Firenze, passando per i maggiori club italiani), lo caratterizzano come uno dei protagonista più attivi della scena live nazionale.

Proprio in occasione Over the Pop Massimo Pasca, come un maestro di cerimonie, si esibirà in uno “Spoken word”, una performance ritmica che coniuga il dub, la parola e la poesia.

Massimo Pasca (classe 1974) è pittore, illustratore, live painter tra i più attivi in Italia. Negli anni si è dotato di uno stile in bilico tra pop art e fumetto, dal forte sapore surrealista che lo ha portato ad esporre in Italia e all’estero realizzando numerose performance di pittura dal vivo durante i concerti di gruppi come, Negrita, Marta sui Tubi, Le luci della centrale elettrica, Joy Cut, Esquelito, Andrea Mi, Finaz (Bandabardò).
Tra i luoghi nei quali ha performato ci sono Il Macro di Roma, Mandela forum di Firenze ,Piper Club, Il Circolo degli artisti, il MAT, Link di Bologna, il Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo. Ha collaborato con i Negrita, realizzando le illustrazioni del cd ”Helldorado” ed illustra per riviste come Il Mucchio, Collettivo Mensa, Todo Magazine, Lungarno, e l’etichetta discografica Alfa Romero e la marca d’abbigliamento Merry Autumn.
Nel maggio 2011 la marca di borse di dischi Proel gli commissiona la decorazione di dieci borse per i migliori Dj’s europei di musica da club. Tra le ultime esposizioni di rilievo nel 2011 espone a Otranto nella mostra di Salvator Dali’dove in una area del Castello Aragonese espone più di venti lavori di grandi dimensioni. Nel mese di Ottobre 2012 esce il libro “ Keith Haring a Pisa” Cronaca di un murales, per le edizioni ETS, nel libro ci sono quattro pagine di intervista a Massimo Pasca considerato uno degli eredi del segno del pittore americano.

www.massimopasca.it

NERO GALLERY
via Castruccio Castracane 9
00176 ROMA (Pigneto)

Vernissage sabato 2 maggio ore 19.00
Finissage sabato 23 maggio ore 19.00

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28
Apr

It’s all about paper

It’s all about paper

“Diciassette artisti italiani e stranieri, tra nomi storici attivi nel contesto internazionale e giovani consolidati, si confrontano con un supporto sorprendente, insieme antico e contemporaneo, la carta”

a cura di Lorenzo Madaro

2 maggio-30 settembre 2015

Opere di Carla Accardi, Kengiro Azuma, Giuseppe Capitano, Eva Caridi, Nicola Carrino, Giacinto Cerone, Daniele D’Acquisto, Fernando De Filippi, Michele Guido, Alina Kalczyńska, Bogumil Ksiazek, Giancarlo Moscara, Hidetoshi Nagasawa, Giuseppe Negro, Christos Pallantzas, Guido Strazza e Costas Varotsos

A100 Gallery, piazza Alighieri 100, 73013 Galatina (Lecce)
2 maggio – 30 settembre 2015
Inaugurazione: 2 maggio alle ore 19.00.
(La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal martedì al venerdì dalle 18 alle 21 e su appuntamento).

Il progetto It’s all about paper propone un focus dedicato a opere realizzate su carta, o con l’ausilio della carta, da una serie di artisti italiani e stranieri di respiro internazionale. Supporto apparentemente secondario, proprio per via delle sue caratteristiche intrinseche, è da sempre il materiale con cui gli artisti hanno saputo esprimere idee e progetti, studi e riflessioni, instaurando un contatto diretto tra concetto riflessivo e opera compiuta. Le opere degli artisti in mostra appartengono a generi decisamente differenti tra loro: si va dal concettuale al minimalismo, dal rigore assoluto del disegno al calore mediterraneo della pittura; dalla tenue leggerezza dell’acquerello alla forza espressiva di materiali eterocliti come rame e ferro, carbone e legno. All’interno di sezioni specifiche il pubblico potrà orientarsi su fronti diversi, che includono anche l’installazione site-specific e il libro d’artista, la scultura e il video: linguaggi eterogenei che consentiranno al visitatore di scoprire un mondo sfaccettato, ampio e denso di piacevoli sorprese. Opere ormai storiche – concepite negli anni Sessanta – saranno affiancate a progetti inediti, concepiti appositamente per questo progetto ideato e coordinato da A100 Gallery che ha deciso di puntare su maestri consolidati e giovani proposte. A100 Gallery pubblicherà prossimamente un libro di Lorenzo Madaro, con testi di Nunzia Perrone e Andrea Zizzari, dedicato agli artisti protagonisti della mostra.

A100 Gallery, piazza Alighieri 100, 73013 Galatina (Lecce)

Te. +39 0836.56.74.91
www.a100gallery.it

Immagine: opera di Nicola CarrinoContinue Reading..

28
Apr

Et Cetera

In esposizione circa 34 opere tra dipinti, sculture, fotografie ed installazioni di varie dimensioni di 18 artisti provenienti dalla Repubblica Ceca, tutti sotto i 40 anni: Haas Asot, Hana Babak, Martin Matousek, Veronika Psotkova, Tereza Tara…

a cura di Genny Di Bert e Ottaviano Maria Razetto

Inaugura martedì 28 aprile 2015 a Roma presso lo Spazio D del MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, la mostra Et Cetera collettiva di 18 artisti provenienti dalla Repubblica Ceca, selezionati tra i migliori talenti del paese. In esposizione circa 34 opere tra dipinti, sculture, fotografie ed installazioni di varie dimensioni.
Organizzata e promossa dalla Fondazione Eleutheria di Praga, presieduta da Francesco Augusto Razetto, curata da Genny Di Bert e da Ottaviano Maria Razetto, la mostra, realizzata in collaborazione con il MAXXI di Roma, si avvale dei patrocini di: Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo, Ministero della cultura della Repubblica Ceca, Assessorato alla cultura, creatività e promozione artistica e turismo di Roma Capitale, Ambasciata della Repubblica Ceca, Ambasciata di Italia a Praga, Istituto italiano di cultura a Praga, Camera di Commercio e dell’Industria Italo Ceca, Praga Capitale e Centro Ceco.

Come sottolinea Francesco Augusto Razetto “La Fondazione Eleutheria torna con la mostra Et Cetera a proporsi nel ruolo di promotrice dei giovani artisti cechi: l´esposizione al Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, MAXXI, rappresenta il felice tentativo di scoprire il mondo artistico della Repubblica Ceca degli ultimi venticinque anni”. La mostra nasce da un percorso che la Fondazione Eleutheria ha intrapreso solo negli ultimi anni; nei primi anni della sua attività, infatti, la Fondazione ha rivolto particolare attenzione al periodo del Realismo Socialista, cercando di restituirgli quel valore artistico a lungo negato. Con la mostra Et Cetera, lo sguardo è rivolto al presente, in particolare alla produzione degli artisti cechi negli ultimi 25 anni, dopo la caduta del regime comunista e la fine delle costrizioni alla libertà di espressione.Continue Reading..

28
Apr

David LaChapelle. Dopo il diluvio

Sono esposte circa 150 fotografie di cui alcune totalmente inedite, ma la mostra e’ concentrata sui lavori realizzati a partire dal 2006, quando si e’ dedicato alla carriera artistica, abbandonando il mondo della moda.

a cura di Gianni Mercurio

Al Palazzo delle Esposizioni torna dopo oltre quindici anni il grande artista fotografo americano David LaChapelle con una delle più importanti e vaste retrospettive a lui dedicate. Saranno infatti esposte circa 150 opere di cui alcune totalmente inedite, altre presentate per la prima volta in un museo e molte di grande formato.
Roma è stata una città fondamentale nella carriera artistica di LaChapelle. Nel 2006 infatti, durante un soggiorno nella Capitale, David LaChapelle ha occasione di visitare privatamente la Cappella Sistina; la sua sensibilità artistica è scossa dalla bellezza e dalla potenza dell’arte romana che danno il definitivo impulso alla necessità di imprimere una svolta alla sua produzione. Fino ad allora LaChapelle ha preferito che le sue foto viaggiassero sulle pagine di riviste di moda e di cataloghi senza testi. L’obiettivo non è mai stato fermarsi alla mera illustrazione, ma raggiungere un pubblico quanto più vasto possibile – è questo il suo modo di essere un artista pop – e portare la lettura dell’opera sul piano dello shock emotivo.
LaChapelle ha spinto la sua estetica fino al limite, ma nel 2006 se n’è andato di scena. Ha voltato le spalle alla mondanità per ritirarsi a vivere in un’isola selvaggia, nel mezzo del Pacifico: “Avevo detto quello che volevo dire”.

La mostra è concentrata perciò sui lavori realizzati dall’artista a partire dal 2006, anno di produzione della monumentale serie intitolata “The Deluge”, che segna un punto di svolta profonda nel lavoro di David LaChapelle. Con la realizzazione di “The Deluge”, ispirato al grande affresco michelangiolesco della Cappella Sistina, LaChapelle torna a concepire un lavoro con l’unico scopo di esporlo in una galleria d’arte o in un museo, opere non commissionate e non destinate alle pagine di una rivista di moda o a una campagna pubblicitaria.Continue Reading..

27
Apr

Habiller le nu. Opere di Marco Lombardo

HABILLER LE NU
OPERE di MARCO LOMBARDO

A cura di Gabriella Damiani

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

Piazzetta Cattedrale
Centro Storico
Ostuni

1 – 15 MAGGIO 2015

INAUGURAZIONE VENERDI’ 1 MAGGIO 2015
ORE 19:00
Il primo evento con cui la Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni apre nuovamente la stagione, è rappresentato dalla mostra “Habiller le nu” di Marco Lombardo.

Il fotografo bolognese, già da qualche anno inserito nel panorama artistico nazionale e vincitore di diversi premi e concorsi, è per la prima volta con una sua personale in Puglia. L’artista incentra il suo sguardo intorno al fascino velato del nudo femminile e di tutto quello che può nascondere la sua misteriosa bellezza.

Ecco come Alessandro Baito ci parla del mondo dell’artista:

“Il lavoro di Marco Lombardo si presenta come una tela su cui dipingere, un velo che nasconde ma fa intuire le forme, si può dire una garza medica per proteggere una realtà ferita dalla freddezza di occhi che non sanno più penetrare il senso delle cose, fermandosi ad una superficie patinata che soddisfa solo criteri di un’estetica effimera.
La fotografia avviene prima della fotografia, si sviluppa nella fotografia e ne supera poi i limiti. Prima perché utilizza la tela e un evidente gusto per la rappresentazione pittorica della realtà, con una certa predilezione per inquadrature classiche; vive nella fotografia perché tale è l’immagine di partenza da cui prende il via il suo lavoro; supera i confini della macchina fotografica perché, grazie al ricorso ad una tecnica semplicissima e pertanto estremamente efficace, concentra l’attenzione, indica un percorso di sguardo, sottolinea il nucleo dell’evento raccontato”.

Marco Lombardo fa vivere le sue donne in un mondo bianco e raffinato; le guarda, ne coglie la profonda intimità e le attraversa con quel giusto distacco e rispetto di chi le donne le conosce bene, le comprende, le ama e le protegge.

HABILLER LE NU
Opere di Marco Lombardo

Inaugurazione: venerdì 1 maggio, ore 19.00
Dal 1 al 15 maggio 2015

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)

Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
E-mail: info@orizzontiarte.it
Web: www.orizzontiarte.it
F: Orizzontiartecontemporanea

27
Apr

Jean-Luc Moulène. Il était une fois

Jean-Luc Moulène. Il était une fois

30 aprile > 13 settembre 2015
Grandes Galeries

L’Accademia di Francia a Roma presenta dal 30 aprile al 13 settembre 2015 (inaugurazione mercoledì 29 aprile ore 18.30-20.30) la mostra Jean-Luc Moulène. Il était une fois, dedicata a uno degli artisti più rilevanti della scena contemporanea internazionale. L’opera di Jean-Luc Moulène – oggetti, fotografie, film – esprime al contempo una riflessione permanente sulla condizione sociale dell’artista, una critica radicale verso le manipolazioni e le seduzioni della rappresentazione e una ricerca formale che spesso si tinge di umorismo e di scherno.

La mostra, curata da Éric de Chassey, mette l’accento su opere recenti, create dall’artista per l’occasione, ma propone anche una messa in prospettiva del suo lavoro presentando alcuni dei progetti più vecchi. Jean-Luc Moulène. Il était une fois costituisce la terza e ultima tappa di un percorso iniziato con l’esposizione Disjonctions, organizzata nell’estate 2014 al Centro di arte contemporanea Transpalette di Bourges e curata da Damien Sausset, e proseguito con Documents & Opus (1985-2014), al Kunstverein Hannover, sotto la direzione di Kathleen Rahn. Ognuna di queste tre mostre è dedicata ad aspetti diversi della produzione di Jean-Luc Moulène, che spazia dalla fotografia alla scultura, dal disegno alla pittura, senza dimenticare i manifesti, le brochure e le altre pubblicazioni.

Jean-Luc Moulène. Il était une fois nasce da una lunga frequentazione di Villa Medici, che ha permesso all’artista di immergersi nello spirito di questo luogo e di dialogare con esso. L’idea di un’esposizione monografica nasce nel 2010. Da allora Jean-Luc Moulène ha soggiornato spesso a Villa Medici, che già conosceva bene per aver partecipato a due collettive: La Mémoire, nel 1999, e La Fabrique de l’image, nel 2004.

Questa mostra presenta più di trenta opere, una selezione apparentemente eterogenea che permette di cogliere alcuni dei principi caratteristici della pratica dell’artista: l’uso de l’objet trouvé o della “situazione trovata”, semplicemente colti seguendo il principio della fotografia (quelli che Jean-Luc Moulène chiama “documents”, documenti) o trasformati ed elaborati secondo il principio del disegno (che lui chiama “opus”, opera); un approccio alla realtà che non riduce l’arte alla comunicazione o alla narrazione ma che propone una presentazione di immagini; un modo di concepire le proprie opere, al di là dell’apparente diversità formale, sia come esperienze del pensiero che come esperienze sensibili.Continue Reading..

27
Apr

Francesco Ardini. Stige

FRANCESCO ARDINI
STIGE

28 APRILE – 4 LUGLIO 2015
INAUGURAZIONE MARTEDÌ 28 APRILE, ORE 19:00 – 21:30

FEDERICA SCHIAVO GALLERY
PIAZZA DI MONTEVECCHIO 16 ROMA

Federica Schiavo Gallery è lieta di presentare Stige, la prima mostra personale di Francesco Ardini in galleria.

“Ho guardato il suo manto bianco scorrere sulle rive di piana e l’ho plasmato.
Ho avvertito la sua voce, una melodia lenta, eterna. Silenziosa, come il tempo.
Il suo canto, mi ha incantato”.

Una copiosa questione metamorfica e mitologica ha da sempre accompagnato l’opera di Francesco Ardini che, per la sua prima personale romana, assume i connotati di una riconsiderazione sull’origine del proprio fare. Decisamente più asciutto e sintetico rispetto ai primi progetti, Stige si elabora nell’immaginario dell’artista come un situazionismo prima topografico e poi formale, sviscerato da una lunga meditazione intorno al proprio luogo di lavoro. Nove e Bassano del Grappa sorgono in una piccola regione del nord est, attraversate dal corso del fiume Medoacus, chiamato così dagli antichi – oggi Brenta – sulle cui rive, verso i primi del Seicento, si riunì una comunità con lo scopo di lavorare l’argilla per la Repubblica veneziana. Il linguaggio dell’artista è caratterizzato dal forte legame con quella tradizione, memoria di una cultura antica, universo imponente rimasto fermo, immobile, a cui l’artista volge il proprio inchino per erigere i suoi monumenti funerei.

I Manufatti Fossili che occupano la prima sala espositiva, sono masse piene, corpi in gesso agglomerati in forme, impilate e poi sezionate. Il gesto necroscopico svela, oltreché la sagoma interna degli stampi, la volontà di Ardini di trasformare ciò che rimane di un manufatto archeologico, come rilievi portati alla deriva, dalla corrente. Questa progressione registra un approccio entropico verso la materia, la ceramica ora resta un lontanissimo ricordo, abbandonata quasi completamente, per accogliere la forma scultorea come solo svago alla complessità creativa. La mutazione insorge, portando a condividere nella volumetria, aspetti del figurato quanto del suo stesso confine.Continue Reading..