Tag: amalia di Lanno

03
Mag

Martial Raysse

Martial Raysse
a cura di Caroline Bourgeois in collaborazione con l’artista

Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio.” Giorgio Agamben

“Il ruolo sociale del pittore? Mostrare la bellezza del mondo per incitare gli uomini a proteggerlo, ed evitare che si dissolva.” Martial Raysse

“Si è detto, a proposito del mio cambio di rotta: ‘Martial torna alla pittura’. È falso. Ci arrivo appena. Di fronte c’è una pagina bianca, la situazione è esattamente la stessa che nel Medioevo. Non è cambiato nulla.” Martial Raysse

2015-1958 / 1958-20145: affrontare la storia a ritroso, non per riavvolgere il filo del tempo e tornare all’inizio, ma piuttosto per mettere a confronto epoche diverse: ecco l’intenzione della mostra che Palazzo Grassi-François Pinault Foundation dedica oggi a Martial Raysse.

L’obiettivo è quello di offrire allo stesso tempo alcune prospettive e una retrospettiva, avvicinandosi al lavoro di Martial Raysse non secondo una scansione cronologica, ma da un punto di vista contemporaneo – a partire cioè dalle sue opere più recenti. È nostra convinzione, in effetti, che i lavori a noi più vicini modifichino il modo in cui osserviamo i precedenti, assicurando una maggiore profondità dello sguardo e rilanciando la questione del ruolo della pittura e di quello dell’artista.
Come afferma acutamente Giorgio Agamben, “Appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace piú degli altri di percepire e afferrare il suo tempo”.

Martial Raysse fa parte di quel ristretto novero di artisti per i quali la vera posta in gioco è il confronto con la “grande” storia dell’arte, e questo fin dall’inizio del suo percorso. Tale confronto può avvenire attraverso la presa di distanza, lo humour o la riproduzione delle opere dei maestri, in virtù del principio enunciato da Eugenio Garin in base al quale “imitare […] è assumere coscienza di sé, […] ritrovare la propria natura”. È così che, nel corso di tutta la vita, Raysse compie il proprio apprendistato, rendendo visibili – sullo sfondo, per così dire – non soltanto la storia dell’arte e i capolavori del Rinascimento, ma anche la banalità del quotidiano, dall’estetica dei Monoprix al tedio delle piccole cose.Continue Reading..

03
Mag

Michelangelo Pistoletto. Terzo Paradiso – La mela reintegrata

Un pomo di circa 8 metri di altezza per 8 di diametro. Intorno ad essa su una superficie di oltre 1000 mq, il simbolo del ‘Terzo Paradiso’, realizzato con oltre 100 balle di paglia, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito che per Pistoletto rappresenta la fusione tra il ‘paradiso naturale’ e il paradiso artificiale’.

Domenica 3 maggio, ore 11, in occasione della festa di inaugurazione di “Via Lattea”, l’opera verrà svelata alla cittadinanza alla presenza del Maestro Pistoletto accompagnata da una suggestiva performance

Dal 3 al 20 maggio 2015 Piazza Duomo a Milano cambierà volto grazie al “Terzo Paradiso – La mela reintegrata”, una nuova opera di Michelangelo Pistoletto dal potente impatto visivo ed emotivo, a cura di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e realizzata da un’idea e in collaborazione con il FAI – Fondo Ambiente Italiano, con il Patrocinio del Comune di Milano.

Una mela di straordinarie dimensioni, di circa otto metri di altezza per otto di diametro, costituita da una struttura metallica rivestita da un tappeto di erba naturale e con un “morso” sulla sommità, reintegrato grazie a una cucitura metallica, verrà costruita passo dopo passo nei giorni precedenti il 3 maggio. Intorno a essa e al centro della piazza, su una superficie di oltre 1000 mq, sarà realizzato con oltre 100 balle di paglia il simbolo del “Terzo Paradiso”, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito che per Pistoletto rappresenta la fusione tra il “paradiso naturale” e il “paradiso artificiale”.

L’opera si sposa perfettamente con il progetto del FAI Via Lattea che, attraverso un fitto programma di itinerari lungo i sentieri del latte e della produzione agricola locale d’eccellenza, punta a connettere Milano con la sua campagna, l’uomo con la natura. “La mela reintegrata” – che nella concezione dell’artista è il frutto primordiale, l’emblema centrale della conciliazione tra natura e artificio nel Terzo Paradiso – dopo l’esposizione in Piazza Duomo, verrà poi donata da Cittadellarte – Fondazione Pistoletto alla città di Milano e sarà collocata definitivamente in Piazza Duca D’Aosta.

Così spiega Michelangelo Pistoletto: “Il simbolo della mela attraversa tutta la storia che abbiamo alle spalle, partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l’origine del mondo artificiale che si è sviluppato fino a raggiungere le dimensioni totalizzanti di oggi. La mela reintegrata rappresenta l’entrata in una nuova era nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono producendo un nuovo equilibrio planetario.”Continue Reading..

03
Mag

Anselmo – Laib – Spalletti

Tre grandi opere “site specific” di Giovanni Anselmo, Wolfgang Laib ed Ettore Spalletti occupano tutti i piani della galleria. Tra materiali organici, parole di colore ed energia luminosa.

Con tre grandi installazioni di Giovanni Anselmo, Wolfgang Laib e Ettore Spalletti, la Galleria Lia Rumma di Milano celebra l’inizio di EXPO Milano 2015.
I tre artisti sono stati invitati da Lia Rumma a realizzare progetti “site specific” che occuperanno tutti i piani della galleria milanese e verranno presentati al pubblico domenica 3 maggio 2015.

È dalla metà degli anni settanta che l’artista tedesco Wolfgang Laib crea installazioni di solenne semplicità ricomponendo in chiave estetica materiali organici che hanno in sé il seme della vita e la forza del nutrimento: latte, polline, cera d’api e riso. The Rice Meals for Another Body, presentata al piano terra dello spazio di Via Stilicone, condensa uno dei nodi principali della sua pratica artistica intensamente spirituale, l’idea che l’arte abbia una funzione salvifica che considera il corpo come un tutto inscindibile, tale da colmare ciò di cui la medicina tradizionale non si occupa più.

“Parole di colore. Ho dipinto le tavole una dopo l’altra. Il colore si muove dall’azzurro al grigio, tocca il blu, si accende nel rosso porpora e si ammorbidisce nel rosa, che riverbera sulla pelle gli umori. Ho immaginato il colore muoversi su un’unica parete che corre lontano”, una sorta di armonia “religiosa” pervade anche l’opera di Ettore Spalletti, presente al primo piano della galleria con il gruppo di tavole di grande formato dal titolo Parole di colore. In esse il colore, non più delimitato dalla cornice, steso secondo un esercizio compositivo lento, assume un’importanza decisiva e una sua dolce e inglobante spazialità.

Al secondo piano della galleria Giovanni Anselmo presenterà invece un progetto che mette in relazione due lavori storici: Oltremare mentre appare verso nord est. “Ho utilizzato questo colore come se fosse una materia, come un lembo o un punto di terra, come una bussola, più che come un colore in senso stretto. Il colore oltremare nell’antichità fu portato in Europa da lontano, da oltremare appunto… ed è per questa ragione che ha assunto questo nome. E’ una indicazione di un altrove che, intorno a noi, si trova in tutte le direzioni. Sulla Terra, infatti, qualunque direzione si scelga di percorrere, prima o poi comparirà sempre un oltremare. Collocare questo colore su una parete significa per me scegliere ed indicare quella direzione, verso l’oltremare sulla parete e verso l’oltremare nello spazio esterno…” e La luce mentre focalizza “…si tratta di un’energia luminosa, del continuo pulsare di una luce su un corpo che io voglio far notare, ma in maniera in qualche modo impalpabile”.Continue Reading..

02
Mag

Mitoraj Mito e Musica

Mitoraj Mito e Musica
Pietrasanta, piazza del Duomo e Complesso di Sant’Agostino

18 aprile | 30 agosto 2015

Pietrasanta (LU), 2 aprile 2015_La città di Pietrasanta dedica una grande mostra a Igor Mitoraj, il celebre scultore recentemente scomparso. L’iniziativa, a suo tempo proposta all’artista dal sindaco Domenico Lombardi, intende celebrare l’intenso legame che, nel corso degli ultimi trent’anni, si è stabilito fra il Maestro e la città, della quale dal 2001 era cittadino onorario.
Dal 18 aprile al 30 agosto la piazza del Duomo, il complesso di Sant’Agostino e piazza Matteotti saranno gli scenari nei quali l’evento, nelle sue molteplici forme, si svolgerà.
Nella piazza del Duomo saranno installate opere monumentali in bronzo, alle quali si affiancheranno, per la prima volta, due gigantesche opere in argilla, matrici originali di successive fusioni. Le opere in bronzo vivranno in autonomo rapporto con le architetture della piazza, mentre per l’installazione delle grandi opere in argilla, in accordo con quanto stabilito dall’artista, sarà realizzata una vera e propria “scena teatrale”. Le opere saranno inserite in una sorta di “giardino incantato”, realizzato e curato da Gruppo Giardini e da Vannucci Piante, coinvolti nell’evento dalla Fondazione Carlo Linneo di Pistoia.
Il lento degrado dell’argilla, esposta all’irreversibile azione del Tempo, trasformerà la mostra in un “evento in divenire”, una sorta di rito collettivo del quale i visitatori saranno testimoni. Nell’esporre volontariamente opere destinate a sicuro deterioramento, Mitoraj propone una profonda riflessione sull’interazione fra il Tempo e la Materia e, per estensione, fra il Tempo e tutto ciò che inerisce l’esistenza umana. Un modo affascinante e senza dubbio originale di affrontare l’eterno tema della Decadenza.Continue Reading..

01
Mag

Roberto Kusterle. Riti del corpo

L’esposizione di “Riti del corpo” presso la galleria studiofaganel si presenta come un’occasione di scoperta sia di opere recenti inedite sia dei primi lavori fotografici di Roberto Kusterle.
La mostra mette insieme due ben precise fasi del più ampio ciclo di opere già noto al pubblico col titolo “Riti del corpo” e realizzate dai primi anni ’90.
Uno è il momento dell’“attualità”- 10 opere realizzate nel 2014 che intendono chiudere la serie- e uno è la “genesi” dei riti del corpo- una selezione del materiale di sperimentazione degli anni ’80, mai esposto, da cui è scaturita l’idea per il ciclo.
I nuovi riti presentano sia fattori di continuità che di rottura con il passato. Si conservano la centralità del corpo e la vocazione intimista delle immagini. Contrariamente si perde la vena ironica, provocatoria e spesso teatrale che connotava i primi anni. Inoltre, l’artista si concentra esclusivamente sulla figura femminile e sulle tradizioni legate alla vita agricola, predilige un tono sobrio e mite e introduce gli insetti con sistematicità: questi animali vivono come silenziosi compagni del lavoro e del destino degli umani.

La mostra si inaugurerà il 9 maggio alle 18:00 con la presentazione a cura del prof. Giuseppe O.Longo.
Presso la galleria sarà disponibile la pubblicazione “Riti del corpo” (Punto Marte Editore, 2015) che raccoglie in 144 pagine 73 opere del periodo 1991-2014.

Roberto Kusterle
Riti del corpo

9 > 30 maggio 2015

a cura di Sara Occhipinti e Marco Faganel

inaugurazione sabato 9 maggio alle ore 18.00
presso studiofaganel

presentazione e testo critico a cura di Giuseppe O.Longo

grafica: Maggot Brain

orari:
dal martedì al venerdì: 9.30 > 13.00 | 16.00 > 19.30
sabato: 10.00 > 13.00 | 16.00 > 19.30

studiofaganel, viale XXIV maggio 15/c, 34170 Gorizia
info@studiofaganel.com; tel. 0481.81186

www.studiofaganel.com

01
Mag

LEE MILLER

Lee Miller (1907-1977) is considered one of the most fascinating artists of the 20th century. In over five decades, she produced a body of photographic work of a range that remains unparalleled, and that unites the most divergent genres. Miller’s oeuvre extends from surrealistic images to photography in the fields of fashion, travelling, portraiture and even war correspondence; the Albertina presents a survey of the work in its breadth and depth, with the aid of 90 selected pieces.
Lee Miller began her artistic career as a surrealist photographer in the Paris of 1929. She alienated motifs by using narrow image frames and applying experimental techniques like solarisation, so that it would be possible to see paradox reality.

Travel photography, in which she translated the landscape into modernistic and ambiguous shapes, originated in Egypt in 1934. As one of just a handful of female photojournalists, she began to photograph the disastrous consequences of the Second World War back in 1939. Lee Miller photographed the attack on London by the German Luftwaffe (“the Blitz”), as well as the eventual liberation of Paris. Her reporting led her to Vienna via Salzburg in 1945 where she photographed a cityscape destroyed by war, as well as the hardships in the children’s hospitals, and artists – including dancers like Nijinsky. In this exhibit, the focus is specifically placed on the vast bulk of this unpublished group of works.

The Lee Miller Exhibition will be shown at NSU Art Museum Fort Lauderdale afterwards.

Albertina Museum
Albertinaplatz 1, 1010 Vienna

Lee Miller
Curator: Walter Moser
8 May 2015 – 16 August 2015

Image: MAN RAY. PORTRAIT OF LEE MILLER, PARIS, FRANCE, 1929

 

 

30
Apr

Emanuele Giannelli – To Lie or Not to Lie

Emanuele Giannelli – To Lie or Not to Lie

LA PRIMA MOSTRA PERSONALE A ROMA
a cura di Gianluca Marziani e Anna Lo Presti
PROROGATA fino all’8 maggio 2015

Palazzo Taverna – GALLERIA EMMEOTTO, Palazzo Taverna – Via di Monte Giordano, 36 Roma

TO LIE OR NOT TO LIE è la prima mostra personale a Roma di Emanuele Giannelli, artista che da anni dedica la sua ricerca al mondo plastico della scultura figurativa.
TO LIE OR NOT TO LIE, che presenta circa 25 opere realizzate negli ultimi tre anni, è stata pensata e disegnata come un viaggio narrativo e sensoriale, una discesa emotiva tra installazioni che sono storie autonome, momenti biodinamici della sua avventura visionaria tra corpi scultorei.
L’artista concepisce la scultura come una mappa multiforme del corpo umano. Le sue opere, ormai già da diversi anni, si interrogano sui temi della coscienza etica come la mutazione genetica, gli studi sul Genoma, la moltiplicazione identitaria, le clonazioni, la chirurgia plastica.
Come spiega il curatore della mostra Gianluca Marziani: “Giannelli ha scelto la linea del corpo e la intraprende con mimetismo formale, dando peso al perfezionismo ma con il codice della veggenza, dell’intuizione che interroga, del bello mai troppo bello. Una strategia che comunica su piani differenti, così da rendere il corpo storico un registratore sensibile di eventi, in grado di mescolare e ricodificare Natura e Cultura (…) TO LIE OR NOT TO LIE mescola la frase shakespeariana con il titolo di una famosa serie televisiva, “Lie to me”, dove il protagonista risolve indagini criminali attraverso l’analisi mimica del viso e dei gesti corporali. Anche qui è il volto scultoreo che prende il centro della scena: ci osserva e scruta, guarda da varie parti, capta i nostri spostamenti (…) Vero e falso giocano una partita a scacchi sul filo tra due montagne: eccoci nel boato della caduta, tra positivo e negativo, nel luogo mentale in cui le teste di Giannelli attraversano la fisiognomica e la prossemica, diventando più vere del vero e più false del falso: come deve accadere quando a guardarci non è un altro umano ma un corpo scultoreo”.Continue Reading..

30
Apr

Mario Merz – Città irreale

Mario Merz – Città irreale

Venezia – Gallerie dell’Accademia

8 maggio – 20 settembre 2015

“ogni nostra città è irreale e sospesa nel vuoto”.
Mario Merz

Il Segretario Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il Veneto, Erilde Terenzoni, e il Direttore del Polo Museale del Veneto, Daniele Ferrara, presentano la mostra “Mario Merz – Città irreale”, che inaugura e apre al pubblico i nuovi spazi destinati ad accogliere le esposizioni temporanee delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Dopo un imponente lavoro di restauro durato circa dieci anni, le nuove grandi Gallerie dell’Accademia raddoppiano ora la superficie espositiva, arricchendo l’offerta culturale con un significativo aumento del numero di opere esposte dalla collezione permanente – a breve il percorso si svilupperà infatti attraverso una selezione di oltre 500 opere – e con la possibilità di ospitare mostre ed eventi di arte antica e contemporanea.

Mario Merz – Città Irreale si svolge dall’8 maggio fino al 20 settembre 2015, in concomitanza con la 56. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e con Expo 2015 Milano. La mostra, promossa dal già Soprintendente per il Patrimonio storico, artistico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, Giovanna Damiani durante il suo mandato a Venezia, e curata da Bartolomeo Pietromarchi, in collaborazione con la Fondazione Merz e organizzata da MondoMostre, è la prima realizzata in un’istituzione pubblica italiana dalla scomparsa dell’artista e dalla grande retrospettiva che gli è stata dedicata nel 2005 da Castello di Rivoli, GAM e Fondazione Merz (Torino) e porta per la prima volta l’arte contemporanea all’interno dei nuovi spazi delle grandi Gallerie dell’Accademia.

Città irreale rende omaggio all’opera di Mario Merz, una delle personalità più rilevanti della scena artistica internazionale del secondo Novecento, come dimostrano le numerose partecipazioni alle Biennali di Venezia, alle edizioni di Documenta e alla grande mostra al Guggenheim Museum di New York (1989) – primo artista italiano ad avere una personale in quella sede. L’esposizione, che sin dal titolo si presenta anche come omaggio ideale del maestro a Venezia, città irreale per eccellenza — luogo metafisico e surreale dove natura e cultura trovano una sintesi perfetta — ripercorre una carriera che si è distinta sin dagli esordi nell’ambito del movimento dell’Arte Povera per la profondità critica e la straordinaria portata poetica.

La mostra intende esplorare in particolare il tema dello spazio in relazione alla sua ricerca artistica, così come di volta in volta è stato declinato: dal singolo oggetto quotidiano alla dimensione abitativa e all’idea di habitat, dallo spazio collettivo e urbano fino a quello cosmico e cosmologico. La prospettiva individuale si allarga così nella sua pratica a quella collettiva, quella naturale e a quella artificiale, mentre le opere si fanno simbolo della negoziazione tra il vivere dell’uomo e il suo contesto naturale e architettonico. I lavori in mostra evidenziano una tensione etica e poetica che suggerisce un’idea di società condivisa e partecipata, nella quale l’equilibrio tra natura e cultura, tradizione e innovazione, trova una sintesi nell’energia e nel confronto costante tra gli elementi.Continue Reading..

30
Apr

Lara Favaretto. Good Luck

Un’opera dedicata al tema degli “scomparsi”, persone che hanno fatto perdere le proprie tracce. Il progetto è alimentato da una vasta ricerca, cominciata nel 2005, che ha portato l’artista a costruire un vero e proprio archivio di immagini, documenti, lettere, fotografie, testimonianze, articoli di giornale.

Il viaggiatore misterioso Jean – Albert Dadas, la pioniera dell’aviazione americana Amelia Earhart, lo scacc hista Bobby Fisher, il fisico Ettore Majorana, il grande scrittore J.D. Salinger e il poeta pugile Arthur Cravan, sono alcuni dei personaggi protagonisti di Good Luck , il progetto che dal 30 aprile l’artista Lara Favaretto presenta al MAXXI.

Good Luck , co mmissionato dal MAXXI Arte diretto d a Anna Mattirolo, è la prosecuzione di Momentary Monument (The Swamp), installazione realizz ata nel 2009 in occasione della 53a Biennale di Venezia, prima opera dedicata al tema degli “scomparsi” – persone che, volontari amente o no, si sono ritirate dalla vita pubblica, facendo perdere le proprie tracce.
L’intero progetto è alimentato da una vastissima ricerca, cominciata nel 2005, che ha portato l’artista a costruire un vero e proprio archivio di immagini, documenti, let tere, fotografie, testimonianze, articoli di giornale.

Una selezione di questa raccolta eterogenea è confluita in I Momentary Monument (Archive Books, Berlino, 2010), libro d’artista che lascia emergere le personalità degli scomparsi e la loro storia, at traverso la giustapposizione del materiale d’archivio.

Ai protagonisti del volume, resi celebri anche dalla modalità della loro scomparsa, Lara Favaretto dedica i suoi cenotafi, sculture innalzate in loro memoria e realizzate in legno, ottone e terra.
Rim arcandone il significato e la funzione, i cenotafi di Good Luck intendono accogliere e tramandare il ricordo degli scomparsi, per offrire loro una degna memoria.

Ogni cenotafio è un volume scultoreo con caratteristiche variabili nella forma e nella dimen sione, ed è dedicato a uno degli scomparsi, senza presentare sulla superficie elementi che ne permettano l’identificazione. Ogni volume è accompagnato da una scatola di metallo chiusa ermeticamente, visibile o custodita al suo interno, che contiene oggetti appartenuti o dedicati agli scomparsi.Continue Reading..

29
Apr

CORPICRUDI & MUSTAFA SABBAGH

TRAFFIC GALLERY
in collaborazione con
ARTDATE 2015

presenta
Terzo movimento in scala di Nero
di

CORPICRUDI
&
MUSTAFA SABBAGH

a cura di
Roberto Ratti

| 15 Maggio – 30 Giugno 2015 |
Opening Venerdì 15 Maggio 2015 orario 18:00-21:30

Traffic Gallery è felice di annunciare Terzo movimento in scala di Nero, doppia personale del duo Corpicrudi e dell’artista Mustafa Sabbagh. Al rientro dall’importante esperienza americana a Los Angeles di Corpicrudi e al rientro dalla Masterclass presso il MAXXI di Roma da parte di Mustafa Sabbagh, gli artisti metteranno in scena negli spazi di Traffic Gallery un confronto-incontro incentrato sull’uso fotografico, installativo, performativo e musicale del concetto del Nero, vero e proprio denominatore comune tra le ricerche degli artisti. Si tratta di un viaggio simbolico tra passato e presente dove scultura, fotografia, musica e performance affrontano il perenne conflitto tra caducità e immortalità, sviluppando una dialettica ricca di citazioni, consce o inconsce, affrontate secondo i personali stili che caratterizzano la poetica e l’immaginario degli artisti.

CORPICRUDI, Sinfonia in Nero, scultura in gesso e cera su base in legno, marmo, serie fotografica, 2014
Courtesy Traffic Gallery

CORPICRUDI | Sinfonia in Nero
L’installazione Sinfonia in Nero si basa concettualmente su due citazioni e ai relativi rimandi: la scultura neoclassica di Bertel Thorvaldsen nell’eternità concessa dalla giovane dea greca Hebe che serviva il nettare dell’immortalità agli dei dell’Olimpo (1815), e la performance pianistica del 1962 di Arturo Benedetti Michelangeli che propone l’opera del noto compositore Fryderyk Chopin, con particolare omaggio alla caducità espressa nella Marcia Funebre del 1839. Le suggestioni musicali e visive si fondono negli scatti fotografici in piccole dimensioni realizzati in bianco e nero dove bianchi fiori, sebbene fotografati nel loro contesto naturale di vita, ricordano l’immaginario di una natura morta, suggestione ampliata dall’immagine capovolta proposta dagli artisti, a compiere un simbolico ribaltamento tra vita e morte. Le note della Sinfonia in Nero abitano un luogo di rimandi visivi e sonori dove eternità e caducità si incontrano quasi a compenetrarsi l’una nell’altra. I confini si fanno labili, il tempo si contrae e dilata in un unico respiro. La stessa divinità simbolo di immortalità sembra iniziare a sfaldare i suoi contorni. Il progetto comprende anche una sezione live in collaborazione con il coreografo Matteo Levaggi intitolata Preludio per una Sinfonia in Nero, dove lo stesso Levaggi, Samantha Stella e Sergio Frazzingaro di Corpicrudi sono in scena, con debutti nel 2014 al Teatro Elfo Puccini di Milano insieme alla band noise-rock The Death of Anna Karina (con estratti inseriti nel nuovo film Sexxx del regista Davide Ferrario), e all’Ace Museum di Los Angeles insieme alla band post-punk Von Haze (in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e Concept Shows) in occasione della Los Angeles Fashion Week. Il video di Corpicrudi con l’intera pièce performata al Teatro Elfo Puccini nell’aprile 2014 viene presentato in anteprima a Bergamo in occasione di Terzo movimento in scala di Nero.

” Un viaggio del lato oscuro nel mistero della vista e della morte che nell’installazione è maggiormente legato a stilemi rappresentativi presi dalla classicità (…), mentre nella declinazione performativa si impregna anche di suggestioni prese dalla cultura dark e postpunk, che hanno raccolto ed espresso in chiave attuale quell’attitudine”.
Rossella Moratto, ATP Diary

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