Tag: amalia di Lanno

06
Mag

Photissima 2015

This is contemporary art. Una panoramica dello stato della fotografia attuale. La manifestazione è articolata in una pluralità di mostre, proposte fotografiche istituzionali e indipendenti, per ribadire la volonta’ di una contaminazione di linguaggi e tematiche.

Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l’analfabeta del futuro.
László Moholy-Nagy

Photissima si fa in tre e, con il motto This is contemporary art conquista Venezia, Milano e Torino nel 2015. A Venezia inaugura insieme alla Biennale Internazionale d’Arte il 6 maggio presso una location d’eccezione: il chiostro dell’ex convento francescano di Santa Maria dei Frari, sede dell’Archivio di Stato; a Milano, in concomitanza con l’EXPO, Photissima sarà al SUPERSTUDIO PIÙ dal 28 al 31 maggio e chiuderà in bellezza a Torino dal 4 al 30 novembre presso la Manifattura Tabacchi, nel mese dell’arte contemporanea in città.

Photissima triplica dunque, sotto la consueta direzione di Telemaco Rendine e con un comitato artistico composto dalla direttrice della rivista colombiana Arteria Nelly Peñaranda, da Maria Flora Giubileo, direttrice del Museo di Arte moderna di Genova Nervi, da Roberto Rosso, docente di Fotografia all’Accademia delle Belle Arti di Brera e dal giornalista e critico Fortunato D’Amico, e mantiene la sua impostazione di Art Fair & Festival in ognuna delle location: i primi quattro giorni di apertura saranno dedicati all’aspetto più commerciale con la presenza delle gallerie selezionate dal comitato scientifico, successivamente rimarranno in esposizione i progetti scelti da ogni galleria fruibili per tutto il periodo di apertura. Nel caso di Venezia poi, dato che Photissima rimarrà aperta per quasi 6 mesi, ci sarà un riallestimento da parte delle gallerie in modo da offrire uno spaccato sulla fotografia contemporanea ancora più esteso ed esaustivo.

La novità e la forza di Photissima sono da sempre la commistione tra Art Fair e Festival e infatti sotto un unico tetto, continuano a battere due cuori:

il Festival, articolato in una pluralità di mostre, definisce la propria identità con proposte fotografiche sia istituzionali che indipendenti, ribadendo la volontà di una contaminazione di linguaggi e tematiche.

La sezione Art Fair, dedicata alle gallerie nazionali e internazionali ha visto il coinvolgimento e la partecipazione dei maggiori esperti del settore. Per dare una visione completa del settore della fotografia artistica, anche dal punto di vista del mercato, anello imprescindibile del sistema, con il lavoro di ricerca, di documentazione, di selezione di artisti e di opere svolto quotidianamente dai galleristi che guidano e formano il gusto e le scelte degli amanti della fotografia. Continue Reading..

05
Mag

Comunicare l’Arte contemporanea

COMUNICARE L’ARTE CONTEMPORANEA

Il 15 maggio dalle 9,30 la Fondazione Pino Pascali promuove presso il Castello Svevo di Bari un convegno, per raccontare il “modello” arTVision e la progettazione culturale attraverso la comunicazione. Per registrarsi; snastro@gmail.com

Un convegno, promosso dalla Fondazione Pino Pascali, per raccontare come diffondere e comunicare l’arte contemporanea: venerdì 15 maggio dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18 si tiene al Castello Svevo di Bari “Comunicare l’arte contemporanea – il modello arTVision e la progettazione culturale attraverso la comunicazione”.
A conclusione del progetto arTVision – a live art channel, realizzato nell’ambito del programma europeo IPA Adriatico 2007-2013, la Fondazione Pino Pascali lancia l’idea di un confronto tematico su cultura e comunicazione. Il meeting introdotto da Silvia Godelli, Assessore, Mediterraneo, Cultura, Turismo, Regione Puglia e da Francesco Palumbo, direttore di Area, Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti, Regione Puglia, sarà coordinato dallo storico dell’arte e curatore, Christian Caliandro.

Tema centrale sarà la ‘comunicazione dell’arte contemporanea’ in un contesto attuale dove non esistono più barriere linguistiche e confini, in un sistema di scambio di informazioni sempre più virale e costante come un flusso continuo in cui emerge però, con sempre maggior forza, la tematica dell’identità del territorio nel dialogo con altre realtà extraterritoriali in ascesa.
Con l’obiettivo di riflettere su questi argomenti, la Fondazione Pino Pascali, partner tecnico del progetto europeo giunto a conclusione, invita non solo i protagonisti di arTVsion, ma anche importanti esponenti del mondo della comunicazione dell’arte e della cultura contemporanea, quali Silvio Maselli, Assessore alla Cultura del Comune di Bari, Nicolai Ciannamea, direttore editoriale arTVision, Pippo Ciorra, Senior Curator MAXXI Architettura, Roma, Alessandra Galletta, curatrice e autore televisivo, Alessandra Mammì, giornalista de l’Espresso, Pietro Marino, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Gabi Scardi curatore del Padiglione Greco alla Biennale di Venezia., Peter Benson Miller, direttore artistico American Academy in Rome.Continue Reading..

05
Mag

Alec Soth. Songbook

Known for his haunting portraits of solitary Americans in ‘Sleeping by the Mississippi’ and ‘Broken Manual’, Alec Soth has recently turned his lens toward community life in the United States.
“Songbook”, an exhibition of the new black and white photographs by internationally celebrated photographer Alec Soth.

Known for his haunting portraits of solitary Americans in “Sleeping by the Mississippi” and “Broken Manual”, Alec Soth has recently turned his lens toward community life in the United States. Over the course of three years, Soth, accompanied by writer Brad Zellar, set out from Minneapolis, Minnesota as a pretend small-town reporter for the self-published newspaper “LBM Dispatch”. In the spirit of W. Eugene Smith and other Life Magazine photojournalists from the 1940 s and 1950 s, he traveled to specific areas across the United States for weeks at a time, photographing the people, topography, and local history. With Songbook, Soth has stripped these pictures of their news context in order to highlight the longing for connection at their root. Fragmentary, funny, and sad, Songbook is a lyrical depiction of the tension between American individualism and the ongoing desire to be united.

Ale c S ot h ( b. 1 9 6 9 ) i s a p h oto g ra p h e r b o r n a n d b a s e d i n M i n n e a p o l i s, M i n n e s ot a . H i s photographs have been featured in many solo and group exhibitions, including the 2004 Whitney and Sao Paulo Biennials. In 2008, a large survey of Soth’s work was exhibited at Jeu de Paume in Paris and Fotomuseum Winterthur in Switzerland. In 2010, the Walker Art Center produced a comprehensive exhibition of Soth’s work entitled From Here to There. His first monograph, “Sleeping by the Mississippi”, and his numerous subsequent publications have received critical acclaim and book awards. Soth has been the recipient of multiple fellowships a n d awa rd s, i n c l u d i n g t h e G u g ge n h e i m Fe l lows h i p ( 2 0 1 3 ). H i s wo r k i s i n c l u d e d i n t h e permanent collections of distinguished museums, including the Museum of Modern Art, New York; Brooklyn Museum of Art; Los Angeles County Museum of Art; Museum of Contemporary Art, Chicago; Minneapolis Institute of Arts; Museum of Fine Arts, Houston; San Francisco Museum of Modern Art; and the Whitney Museum of American Art, New York

Image: Alec Soth, Brian. Williston, North Dakota, 2013, archival pigment print, 112cm x 137cm, Copyright Alec Soth / MagnumPhotos / Agentur Focus, Courtesy Loock Galerie

Opening: Thursday, April 30, 7pm-9pm

Loock Galerie
Potsdamer Strasse 63
Tue – Sat 11am to 6pm

ALEC SOTH
dal 30 aprile al 6 giugno 2015

05
Mag

Jimmie Durham. Venice: Objects, Work and Tourism

Pezzi di vetro e antichi mattoni accanto a elementi tratti dall’industria turistica. Un’opera che vuol cogliere la complessa mescolanza di immaginario sociale di Venezia, turismo, lavoro e oggetto artigianale.

a cura di Chiara Bertola

Sembra che al mondo non ci sia città senza un teatro “Rialto” e altrettanto frequenti sono i locali notturni o i cabaret denominati “Lido”. È come se Venezia simboleggiasse qualcosa di importante che ha a che fare con la bella vita. Da trecento anni questo porto italiano è un indiscusso polo di attrazione nel circuito turistico europeo, l’apice del cosiddetto Grand Tour. Oggi questo si traduce in un flusso quotidiano di migliaia di croceristi, a cui si aggiungono i tantissimi che arrivano in aereo – turisti che magari arrivano per mezza giornata – per i quali Venezia è solo un pit-stop nella loro versione moderna del Grand Tour.

Per far spazio a navi sempre più enormi si scavano canali sempre più grandi e profondi e da trentacinque anni si sente ripetere lo stesso discorso: l’aumento costante del flusso dei turisti sta distruggendo Venezia. Passano gli anni, ma questa lamentela non perde il suo accento di verità malgrado i turisti siano anche uno dei principali motori per l’economia cittadina.

L’esperienza del turista stereotipato resta un bersaglio facile per la satira. I turisti sono considerati un fenomeno strano e il modo in cui vengono sminuiti e presi in giro non riconosce il vero oggetto del loro desiderio: cogliere una parte intrinseca del sapere e dell’esperienza culturale. Allo stesso tempo, anche il mondo culturale e intellettuale europeo converge sempre più sulla travagliata Venezia. Secondo Jimmie Durham “curatori, architetti, registi e artisti vanno in pellegrinaggio a vedere le Biennali. Questo significa che il pensiero intellettuale europeo non può essere separato dal turismo europeo, né dall’oggetto creato dall’uomo.”Continue Reading..

05
Mag

Jenny Holzer. War Paintings

Le opere esposte sono selezionate tra i dipinti di guerra realizzati dall’artista nel corso di dieci anni, con un significativo mutamento di approccio rispetto ai LED luminosi per i quali Jenny Holzer è più conosciuta.

a cura di Thomas Kellein

In collaborazione con la Written Art Foundation di Francoforte, la Fondazione Musei Civici di Venezia promuove una mostra di dipinti dell’artista concettuale americana Jenny Holzer, evento collaterale della 56. Biennale di Venezia. Le opere esposte al Museo Correr sono selezionate tra i dipinti di guerra realizzati dall’artista nel corso di dieci anni, con un significativo mutamento di approccio rispetto ai LED luminosi per i quali Jenny Holzer è più conosciuta. La mostra, curata da Thomas Kellein, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, è accompagnata da un catalogo prodotto in collaborazione con l’artista.

Come punto di partenza l’esposizione si basa su documenti desecretati e altro materiale riservato del governo degli Stati Uniti riguardante la guerra globale al terrorismo seguita all’11 settembre 2001, come pure le operazioni militari USA in Afghanistan e in Iraq. I lavori della Holzer sono ricavati da appunti, mappe, comunicati, registrazioni di interrogatori, referti di autopsie e scritti autografi dei detenuti, pesantemente censurati prima di essere resi pubblici.

La trasformazione dei documenti in disarmanti quadri serigrafati e dipinti a olio su lino (in dimensioni moltiplicate rispetto agli originali) invita il visitatore sia a leggere che a guardare. Alcuni critici hanno paragonato i dipinti di Jenny Holzer alle prime opere di Andy Warhol della serie Death and Disaster (1960), come pure a quelle del suprematista russo Kazimir Malevich, all’espressionismo astratto, alla “scrittura di polvere” della calligrafia araba, e anche ai manifesti stradali anonimi con i quali ha iniziato la sua carriera, nella speranza che possano provocare una discussione attenta e un vivace dibattito pubblico.

Holzer ha spiegato così la sua decisione di iniziare a dipingere queste opere dieci anni fa, in un’intervista rilasciata a Stuart Jeffries del “Guardian”: “Ho voluto metterci tempo e cura. Volevo che questo lavoro fosse un indicatore di sincerità e attenzione. Volevo che fosse umano”. Aggiungendo che, anche se lei sente che “il materiale parla da sé… avere una situazione nella quale la tortura appare una cosa normale non è, credo, una cosa positiva”.Continue Reading..

05
Mag

WALLY NEUZIL. Her Life with Egon Schiele

WALLY NEUZIL
Her Life with Egon Schiele

27th February 2015 to 7th September 2015

extendet to 7th September 2015

The painting “Portrait of Wally Neuzil”, housed by the Vienna Leopold Museum, is among the most well-known works by Egon Schiele. The upcoming exhibition at the Leopold Museum curated by Diethard Leopold, Stephan Pumberger, and Birgit Summerauer seeks to uncover the person behind the portrait, Walburga “Wally” Neuzil (1894-1917), approaching her through artworks, autographs, photographs and documents. Featured in the presentation will be eminent paintings by Schiele, such as “Death and the Maiden”, an important loan from the Belvedere, as well as drawings and watercolors by Schiele for which Wally acted as a model. The exhibition comprises works from the Leopold Museum, the Leopold Private Collection as well as loans from Austrian and international collections.

The exhibition examines the stages of Wally’s life, her professions, from model to nurse, and tells the tale of a woman’s fate in fin-de-siècle Vienna, between self-sacrifice and self-fulfillment, between a life without taboos and profound humanity.

Walburga/Wally Neuzil was not only Egon Schiele’s model from early 1911 but also his girlfriend and faithful companion until the spring of 1915. Having started out as one of many models, she soon played a key role in Schiele’s life and works. Schiele created himself, his vision of an artist, through his works, while Wally revealed to him a world that was indispensable for this development – an open sexuality that had progressed from the constraints and dangers encountered by adolescents towards an emotionality enjoyed on an equal footing, an ability to have relationships and with it a more stable, reliable self.Continue Reading..

04
Mag

Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole

Vigevano omaggia Cartier-Bresson,
una mostra per raccontare con Immagini e Parole
la grande fotografia d’autore
Dal 24 aprile al 5 luglio nella Seconda Scuderia del Castello Sforzesco di Vigevano

Vigevano, – “Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole”: un’occasione imperdibile per ammirare alcuni tra i capolavori più toccanti e realistici del famoso fotografo francese, considerato un pioniere del foto-giornalismo. Suoi sono alcuni dei reportage più famosi del secondo dopo guerra. La mostra, promossa dal Comune di Vigevano, sarà inaugurata il 24 aprile e resterà aperta fino al prossimo 5 luglio nella II Scuderia del Castello Sforzesco di Vigevano.
Basata su una suggestiva commistione tra immagini e parole, la mostra ospita 44 fotografie tra le più coinvolgenti dell’artista, accompagnate dal commento di molti autori importanti. Intellettuali, scrittori, critici, fotografi e amici dell’artista come Kundera, Baricco, Sciascia, Steinberg, Miller e molti altri hanno scelto e commentato le sue più belle immagini. Questa originale sperimentazione rappresenta uno dei punti di forza della mostra, poiché permette al visitatore di penetrare a fondo il pensiero del fotografo attraverso una selezione di suoi scatti unici: immagini del mondo che solo lui riusciva a cogliere e ad immortalare nell’attimo decisivo.
Il progetto è nato qualche anno fa, quando un gruppo di amici ha pensato di festeggiare il compleanno del maestro della fotografia in bianco e nero chiedendo a personaggi significativi del mondo della cultura e dell’arte di scegliere e chiosare ognuno, affettuosamente, la sua fotografia preferita tra le tante scattate da Bresson. L’esposizione è organizzata da Contrasto, Magnum Photos e Fondation Henri Cartier-Bresson.Continue Reading..

04
Mag

Kossuth 1981 – 2009. Mostra antologica

Nasce a Città delle Pieve lo Spazio Kossuth, in omaggio al maestro
Ad inaugurarlo sarà Vittorio Sgarbi

Rimesse del Palazzo Vescovile, Città della Pieve (Pg)
Inaugurazione sabato 30 maggio 2015, ore 18

Mostra antologica “Kossuth 1981 – 2009”
30 maggio – 30 ottobre 2015

Ricavato al piano terreno del Palazzo Vescovile, questo nuovo Spazio dedicato all’arte contemporanea sarà inaugurato con l’antologica “Kossuth 1981 – 2009”, visitabile dal 30 maggio al 30 ottobre 2015. A presiedere l’evento sarà il critico d’arte Vittorio Sgarbi, estimatore del maestro Kossuth

Dopo 30 anni di chiusura, le rimesse dello storico Palazzo Vescovile di Città della Pieve tornano in vita completamente restaurate e diventano sede del nuovo Spazio Kossuth.
Sabato 30 maggio 2015 sarà inaugurato al pubblico alle ore 18, nella principale via Vannucci, accanto all’oratorio che ospita il famoso affresco l’Adorazione dei Magi del Perugino, uno spazio dedicato all’arte contemporanea, omaggio al maestro Wolfgang Alexander Kossuth. A presiedere l’evento sarà il critico d’arte Vittorio Sgarbi, estimatore da sempre del maestro e che di lui ha scritto: “La scultura di Kossuth fa continuo riferimento all’astrazione della materia, in particolare della terracotta e del bronzo, alludendo alla purezza assoluta dell’idea che si fa forma. Tutta la scultura greca, romanica, rinascimentale puntava sul colore, sulla policromia. Il tempo in molti casi ha eliminato il colore, come nelle sculture antiche. Kossuth parte già senza colore, acromatico. Ciò presuppone una sintesi mentale e non si dà come conseguenza di un degrado, di una consunzione, ma come perfezione senza colore”.Continue Reading..

04
Mag

Mariana Vassileva. Balance

Many of the artist’s works reflect the two stages of her life related to living in two different countries, as well as to the acquisition of a foreign language and the adjustment to new cultural and social environment.

“Balance” is Mariana Vassileva’s first solo exhibition in Bulgaria. The artist has been living and working in Berlin for more than 20 years. This retrospective exhibition presents some of her most prominent works that have been specially selected for the space of the Sofia City Art Gallery.

Many of Mariana Vassileva’s art works reflect the two stages of her life related to living in two different countries, as well as to the acquisition of a foreign language and the adjustment to new cultural and social environment. The artist never severed her from her native country. This state of parallel existence provokesthe creation of unusual images and strong emotions. Childhood flashbacks come back to the artist’s new surroundings. Mariana’s rigorous observation of life is accompanied by a romantic nostalgia for the past, resulting in artworks full of poetic sensitivity. Her art not only mirrors her own experiences and inner conflicts, but is also tied to social & political issues, as well as to philosophical questions.
She uses common tools of expression in an inimitable way. Vassileva is a poet and a fighter at the same time. It is this idiosyncratic combination of the two clashing approaches that configures the final shape of her art.
Mariana Vassileva uses various means of expression to present her ideas. In this exhibition many sculptures, objects, installations, and videos, which were created over the past ten year, are being presented.Continue Reading..

04
Mag

Anna Maria Maiolino. Cioè

Traendo ispirazione dall’immaginario quotidiano femminile e dall’esperienza di una dittatura oppressiva e censoria, quella del Brasile negli anni ’70-’80, l’artista realizza opere che abbracciando differenti linguaggi e media, dalla performance alla scultura, dal video alla fotografia, al disegno.

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In occasione dei suoi vent’anni di attività, Raffaella Cortese è lieta di presentare Cioè, seconda personale dell’artista Anna Maria Maiolino, riconosciuta a livello internazionale come una delle figure più influenti dell’arte sudamericana oggi.

Traendo ispirazione dall’immaginario quotidiano femminile e dall’esperienza di una dittatura oppressiva e censoria – quella del Brasile negli anni ’70-’80 – Anna Maria Maiolino, italiana d’origine e brasiliana di adozione, realizza lungo il suo percorso opere ricche di energia vitale, abbracciando differenti linguaggi e media, dalla performance alla scultura, dal video alla fotografia, al disegno.

La mostra Cioè, presenta opere inedite recentemente realizzate dall’artista, che sceglie come titolo una congiunzione discorsiva per rappresentare il suo desiderio di incuriosire il pubblico senza esplicitare le proprie intenzioni. Solamente nell’esperienza diretta con l’opera e attraverso la diversità di un alfabeto di segni il pubblico troverà risposte e significati.

Secondo Maiolino nell’idea di scultura è insito il concetto di processo: l’artista è interessata a ciò che accade prima che il lavoro sia concluso e a una soluzione formale che sia testimone dell’azione creativa.

In mostra opere realizzate con diversi media. Alcune sculture della serie Cobrinhas in ceramica raku e della serie Entre o Dentro e o Fora riflettono sulla contrapposizione di pieno e vuoto, sull’assenza o presenza di materia: tutti temi cui alludono anche i titoli delle opere. I disegni sono realizzati con tecniche differenti: dalle Interações agli Hierárquicos, in cui l’inchiostro, mosso dalla forza di gravità e dalla casualità del movimento apportato dall’artista, scorre sulla carta e diviene agente trasformante della superficie; ai Filogenéticos realizzati a pennello, che ricordano degli organismi cellulari in continua metamorfosi; infine ai Pré-indefinidos e De Volta, che presentano un uso più tradizionale del vocabolario del disegno. Saranno infine in mostra un video di recente produzione João & Maria [Hansel and Gretel], 2009/2015 e un video storico degli anni ‘70 rieditato recentemente Um dia [One Day], 1976/2015. Continue Reading..