Tag: amalia di Lanno

22
Giu

Giardino Intimo. Jara Marzulli – Margherita Ragno

Progetto: mostra d’arte contemporanea
“giardino intimo”
Jara Marzulli – Margherita Ragno

a cura di
Massimo Nardi

promosso dall’Associazione No More – Difesa Donna
con
il patrocinio del Comune Di Cassano delle Murge

L’associazione No More – Difesa Donna di Cassano delle Murge, è impegnata nella lotta alla violenza di genere che affonda le proprie radici in un modello culturale non ancora superato, che si alimenta e si riconduce a una disparità di ruoli dettati dal genere, a stereotipi anacronistici, di difficile sradicamento.
Il lavoro svolto nei centri di primo ascolto per donne vittime di violenza come il nostro, cosi come nei centri antiviolenza, inevitabilmente porta le operatrici ad interrogarsi su temi come la sessualità, gli stereotipi sessuali che influenzano l’acquisizione dell’identità di genere, la maternità, i pregiudizi che impregnano le relazioni uomo-donna.
Temi su cui lo spettatore sarà inevitabilmente, tras-portato ad interrogarsi attraverso l’esposizione d’arte contemporanea “giardino intimo” curata da Massimo Nardi, promossa dall’Associazione No More – Difesa Donna e patrocinata dal Comune di Cassano delle Murge, che ha come obiettivo la condivisione di tali tematiche.
E lo farà attraverso le due diverse forme di arte “al femminile”, quella di Jara Marzulli e quella di Margherita Ragno. Con la loro espressività, le artiste, infatti, vogliono esprimere il concetto semplice, e allo stesso tempo astratto, della femminilità inteso percorso di costruzione dell’identità femminile.
Importante il contributo del curatore della mostra Massimo Nardi che ha sposato in pieno il progetto e della sociologa e mediatrice familiare dott.ssa Angela Lacitignola, Presidente Sud Est Donne e coordinatrice del Centro Antiviolenza Li.A, con il suo intervento dal titolo “Lui e lei: relazioni del genere” accompagnerà lo spettatore nel meraviglioso viaggio del “giardino intimo”.

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19
Giu

FRANCESCA WOODMAN & BIRGIT JÜRGENSSEN

A MERANO ARTE
DAL 27 GIUGNO AL 20 SETTEMBRE 2015

Una doppia personale celebra due tra le più importanti esponenti femminili dell’arte contemporanea

FRANCESCA WOODMAN
& BIRGIT JÜRGENSSEN
Opere dalla COLLEZIONE VERBUND, Vienna

Conferenza stampa: venerdì 26 Giugno 2015, ore 11.00
Inaugurazione: venerdì 26 giugno 2015, ore 19.00

A cura di Gabriele Schor
Direttrice della COLLEZIONE VERBUND, Vienna

Dal 27 giugno al 20 settembre 2015, Merano Arte presenta una doppia personale dedicata a Francesca Woodman (1958–1981) e a Birgit Jürgenssen (1949-2003), due tra le più importanti esponenti dell’arte contemporanea. La collaborazione con COLLEZIONE VERBUND è la seconda dopo la mostra personale dedicata all’opera giovanile dell’artista Cindy Sherman.

In collaborazione con la prestigiosa COLLEZIONE VERBUND di Vienna e a cura di Gabriele Schor, le due mostre confermano la vocazione di Merano Arte quale centro espositivo attivo sul fronte della valorizzazione della fotografia del Novecento. Dopo le rassegne di maestri internazionali quali Man Ray, Boris Mikhailov, Urs Lüthi, Eliott Erwitt, Ugo Mulas e Cindy Sherman, lo spazio meranese accoglie l’opera di due grandi artiste venute a mancare repentinamente, a soli 22 anni nel caso della Woodman, a 54 anni in quello della Jürgenssen.
I loro lavori, oltre che a livello estetico e concettuale, dialogano felicemente anche in senso storico, in quanto rappresentano due degli esempi più alti del “femminismo poetico-performativo” degli anni Settanta.

Nonostante Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen non si siano mai incontrate, numerosi sono i parallelismi possibili tra le loro opere: la messa in scena del soggetto, la fragilità dell’esistenza umana e soprattutto il confronto critico con la tematica del corpo femminile nell’espressione artistica.
Le fotografie performative realizzate dalle due artiste sono state scattate nella sfera protetta dell’atelier, solitamente utilizzando l’autoscatto. Entrambe si sono avvalse di pratiche di matrice surrealista per emancipare il loro linguaggio espressivo e hanno utilizzato il corpo come strumento formale per interrogare e mettere in discussione il proprio essere e la propria identità, ma anche per delineare una nuova immagine della donna. Il corpo, infatti, è concepito tutt’altro che come ‘natura’ o ‘oggetto sessuale’, è ‘opera d’arte’ in sé.Continue Reading..

18
Giu

XXX edizione del Concorso Fotografico “Mario Carafòli”

Città di Corinaldo
XXX edizione del Concorso Fotografico (2015)
“Mario Carafòli” Il Paese più bello del mondo

Regione Marche – Giunta Regionale
Assessorato al Turismo
“Vivere l’Italia in una Regione”

in collaborazione con:

CITTÀ DI SENIGALLIA
MUSINF – Museo Civico d’Arte Moderna
Centrale Fotografia di Fano (PU)

1) Il Comune di Corinaldo e la famiglia Carafòli, in collaborazione con il Comune di Senigallia- Assessorato alla cultura, nonché le Associazioni “Pro Loco Corinaldo” “Pozzo della Polenta”, e l’associazione “Centrale Fotografia” di Fano (PU), bandiscono la XXX edizione del CONCORSO FOTOGRAFICO A PREMI

“IL PAESE PIÙ BELLO DEL MONDO”

ispirato a un libro dedicato dallo scrittore e fotoamatore
Mario Carafòli (1902-1985) a Corinaldo, suo paese natale.
Il concorso intende selezionare le fotografi e che meglio possano esprimere il rapporto naturale, affettivo o culturale che lega l’uomo all’ambiente in cui vive, lavora, soffre, si diverte.
Abbinate al concorso sono inoltre tre sezioni speciali dedicate rispettivamente alle foto riguardanti “La città di Corinaldo”, “La contesa del pozzo della polenta” (rievocazione storica in costume che si svolgerà a Corinaldo nei giorni 17, 18, 19 luglio 2015) e “La città di Senigallia – Spiaggia di velluto”, quest’ultima sezione ideata in memoria del legame esistente tra la città e lo stesso Carafòli che negli anni ’30 creò questo fortunato slogan per l’Azienda di Soggiorno.
Le foto riguardanti la III sezione, ovvero “La contesa del
pozzo della polenta”, dovranno essere in formato digitale.Continue Reading..

17
Giu

Fluidità del Mediale

progetto Art Web Gallery
a cura di Paola Zucchello

Sala Dogana, 19 giugno – 5 luglio 2015

A R T WEB GALLERY @ SALA DOGANA | PALAZZO DUCALE
opening 19.06.2015, ore 18
fino al 05.07.2015
ingresso libero
dal martedì alla domenica ore 15.00 | 20.00

La Direzione dell’Art Web Gallery comunica che venerdì 19 Giugno alle ore 18, verrà inaugurata presso la Sala Dogana a Palazzo Ducale di Genova, la mostra “Fluidità del Mediale” con opere in Videoperformance e Arte Fotografica.
Le opere presentate in video, sono state realizzate utilizzando un multilinguaggio che si estende dall’azione del Performer alla sua progettazione della ripresa video, un’opera complessa e “immateriale” che non di rado, per queste sue caratteristiche tecnologiche, viene inserita nelle Reti Internet in rassegne organizzate da Centri d’arte specializzati come l’Art Web Gallery. Questa pionieristica Galleria on line, che da diversi anni divulga l’arte mediale facendola conoscere con scritti e teorie appropriate in Italia ed in molti altri Paesi Internazionali, è formata da un gruppo dirigente che sarà presente all’inaugurazione della mostra alla Sala Dogana, con l’Art Director Paola Zucchello, l’artista Giuliano Sturli e Gilda Da Pozzo che, nell’occasione espositiva, ha scritto un breve testo critico sull’arte mediale e sulle opere degli artisti presentati. Con le trasformazioni in corso delle nuove tecnologie di comunicazione, e una attuale generazione artistica ormai abituata a creare arte con i mezzi digitali divulgando l’opera via Internet, oggi sollecitati e incuriositi culturalmente dal luogo espositivo, ritornano a presentare le loro opere d’arte dentro uno Spazio non virtuale, come la Sala Dogana di Palazzo Ducale del Comune di Genova. Per questa particolare mostra gli artisti selezionati dai curatori dell’Art Web Gallery sono: Biljana Bosnjakovic, Giuseppe Di Cianni, Erique LaCorbeille, Sonja Lasić, Francesca Leoni, Francesca Lolli e Chiara Mazzocchi.

Art Director A-W-G
Paola Zucchello
visualgallery@ymail.com

Info
Comune di Genova Assessorato Cultura e Turismo progetto Sala Dogana
www.genovacreativa.it
saladogana@comune.genova.it
010 5573975 | 74806
FB Sala Dogana Genova

Immagine: Chiara Mazzocchi frame video Human Alienation – Self-Portrait, 2011

 

17
Giu

Carlos Casas: Extreme Land. Performance audio-video

Ramdom, GAP e Planar presentano
Carlos Casas: Extreme Land. Performance audio-video

Martedì 7 Luglio 2015, Carlos Casas, rinomato filmaker e artista visivo, realizzerà a Bari, presso Planar una performance audio-video live, a partire dalle 19.00.
L’evento è promosso dall’associazione RAMDOM all’interno del progetto di Indagine sulle Terre Estreme e GAP (Galleria d’Arte Partecipata), in collaborazione con Planar.

Al tramonto, sul terrazzo dell’Hotel Imago in cui Planar ha sede, l’artista spagnolo realizzerà un intervento sonoro con field recording estratti dalle innumerevoli mappature audio da lui realizzate durante i suoi viaggi di documentazione nelle estremità del mondo. A seguire, sui muri ciechi degli edifici adiacenti saranno proiettate alcune parti della sua trilogia End, con una sonorizzazione live.
End è una trilogia dedicata alle condizioni più estreme del pianeta, in particolare Patagonia, Mare di Aral e Siberia. Il lavoro è stato premiato da prestigiosi festival internazionali come Torino, Madrid, Buenos Aires e Città del Messico e nel 2010 è stato esposto presso l’Hangar Bicocca, in una mostra curata da Andrea Lissoni.

Indagine sulle Terre estreme, è un progetto lanciato da Ramdom nel 2014, all’interno del progetto GAP. A partire dalla fine delle terre di Puglia, artisti, studiosi, curatori, operatori culturali e cittadini stanno prendendo parte ad un processo di indagine e produzione artistica sul concetto delle Terre Estreme. Dopo il ricco programma di workshop, residenze, ed eventi del 2014 una nuova edizione si è ufficialmente aperta con il lancio della call per la selezione di artisti e ricercatori che prenderanno parte al workshop Default15 e con il progetto di residenza di Carlos Casas.Continue Reading..

16
Giu

Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933

Dipinti, fotografie, disegni e incisioni di artisti come Otto Dix, George Grosz, Christian Schad, August Sander e Max Beckmann, insieme a nomi meno noti tra cui Hans Finsler, Georg Schrimpf, Heinrich Maria Davringhausen, Carl Grossberg e Aenne Biermann.
a cura di Stephanie Barron
Con Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933 s’inaugura per la prima volta in Italia e negli Stati Uniti una mostra di grande respiro dedicata ai temi più rappresentativi delle tendenze artistiche dominanti della Repubblica di Weimar. Organizzata dal Los Angeles County Museum of Art (LACMA) in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e con il supporto di 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, la mostra è composta da circa centoquaranta opere tra dipinti, fotografie, disegni e incisioni di oltre quaranta artisti, molte delle quali poco conosciute sia in Italia che negli Stati Uniti.Accanto a figure di primo piano come Otto Dix, George Grosz, Christian Schad, August Sander e Max Beckmann, i cui percorsi eterogenei sono essenziali per comprendere la modernità dell’arte tedesca, l’esposizione consente di scoprire nomi meno noti al grande pubblico, tra cui Hans Finsler, Georg Schrimpf, Heinrich Maria Davringhausen, Carl Grossberg e Aenne Biermann. L’allestimento riserva una particolare attenzione al confronto tra pittura e fotografia, offrendo la rara opportunità di esaminare le analogie e le differenze tra i diversi ambiti espressivi del movimento.

Nei quattordici anni della Repubblica di Weimar (1919-1933), gli artisti tedeschi si confrontano con le devastanti conseguenze della Prima Guerra Mondiale; con gli effetti sociali, culturali ed economici del rapido processo di modernizzazione e urbanizzazione che muta il volto della Germania; con la piaga della disoccupazione dilagante e la disperazione di vasti strati della società; con i mutamenti delle identità di genere e gli sviluppi della tecnologia e dell’industria. Negli anni che vanno dalla fine della guerra all’avvento del nazismo, la prima democrazia tedesca è un fertile laboratorio di esperienze culturali che vede il tramonto dell’espressionismo, le esuberanti attività antiartistiche dei dadaisti, la fondazione del Bauhaus e l’emergere di un nuovo realismo.

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15
Giu

Lartigue, la vie en couleurs

The exhibit “La vie en couleurs” (life in color) offers viewers a unique opportunity to delve into an unrevealed period of Jacques Henri Lartigue’s work: his colour snapshots. Until now a scant few have only rarely been displayed and for the greater part they remain unknown. In the past century Lartigue was considered as a genius of black and white. He is nevertheless a true artist when it comes to colour. Thus, our former perception of his work is shaken, yet in the end, broadened.

Life and colour, to Lartigue the two are inseparable. His early autochromes (1912-1927) and the ektachrome process he took up in the 50’s were a means to express the passionate joy he exuded, and as he said himself, “best suited to portray that which is charming and poetic”. The colour in the photographs taken during the final and long period of Lartigue’s life reflects a sense of unhindered leisure and delight and an increasingly carefree man.

Exhibtion presented from June, 24th 2015 to August, 30th 2015
Maison Européenne de la Photographie
5-7 rue de Fourcy
75004 Paris – France

Image: Florette. Vence, mai 1954. Photographie J. H. Lartigue © Ministère de la Culture – France / AAJHL

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15
Giu

Other Places. Mario Daniele e Marco Maria Zanin

VisonQuesT Contemporary photography presenta, come ultimo progetto di fine stagione, “Other Places” di Mario Daniele e Marco Maria Zanin. I due artisti sono legati al tema del paesaggio ed entrambi, con mezzi differenti sia per tecnica sia per contenuto, affrontano questo tema “storico” della Fotografia in modo particolare e innovativo, staccandosi dagli schemi, scavando oltre quello che vediamo e facendoci entrare in luoghi dove i paesaggi continuano oltre i margini della fotografia.

Mario Daniele con “Quel sentiero per il lago” ci conduce subito a uno spazio aperto, a una vastità non precisamente misurabile, dove l’uomo sente il potenziale eterno della natura. È un sentiero quasi non visibile, più esistenziale che fisico, che porta in un posto connotato soggettivamente e non in un luogo. Osserviamo delle piccole porzioni di terra bagnata da grandi laghi, dove anche noi spettatori ci confrontiamo con il nostro sguardo, dove il soggetto non è il singolo: il lago, la persona o la terra, ma la loro relazione.

Marco Maria Zanin sviluppa la sua ricerca progetto “Sicilia” nell’analisi e confronto tra due poli : da una parte ciò che appartiene al mondo dalle radici e dall’altra i fenomeni delle sovrastrutture dell’epoca contemporanea.
Come un vecchio emigrante, alla ricerca delle sensazioni provate da generazioni che lasciavano il Veneto in cerca di fortuna, Zanin prima parte per il Brasile, poi decide, accettando una proposta, al tempo stesso una sfida, di spostare il suo interesse verso sud. Attraversa il mare e parte per la Sicilia dove realizza questo lavoro, ancora una volta affrontando la storia di una terra dura, contadina, dove ritrova gli stessi temi e gli stessi elementi che hanno caratterizzato la sua ricerca.

Entrambi gli artisti ci suggeriscono che non ha importanza sapere dove siano questi posti, perché essi sono dappertutto, dentro e fuori, archetipi di un possibile paesaggio spirituale, tappe di un “atlante delle emozioni”, sono appunto “altri luoghi”.Continue Reading..

14
Giu

FORCELLA. Jean-Marc Caimi – Valentina Piccinni

“Nell’osservare le foto di ‘Forcella’, sembra esserci un’equazione geometrica che connette il caos di quel quartiere, al modo di fotografare di Caimi e Piccinni. Il primo sguardo è un pugno nello stomaco, richiede un approccio puro, autentico, non filtrato. ‘Forcella’ è un invito ad accettare questa sfida e guardare al di là”. Maria Teresa Salvati

In occasione della settima edizione di “Cascina Farsetti”, il CSF Adams presenta la mostra di Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni: “Forcella”. L’esposizione si compone di una selezione di quaranta fotografie analogiche in b&w, realizzate dal duo a Napoli, che racconta il quotidiano vivere dei suoi abitanti tra l’ordinario e lo straordinario, attraverso un’immediata prossimità ai soggetti fotografati che si offrono alla camera scevri da inibizioni.

Gli autori raccontano: “Forcella è conficcata nelle viscere di Napoli. E’ il rione più vecchio e ristretto della città. Forcella è nota per essere la roccaforte delle gang camorristiche più violente e sanguinarie, che hanno imposto le loro leggi per decenni. A Forcella il tempo è sospeso in un’epoca indefinita, che ha trattenuto il fiato dal dopoguerra agli Anni Ottanta; modernizzazione e globalizzazione non sono riuscite a mutare il quotidiano vivere della gente comune. Un luogo dimenticato dalle istituzioni, abbandonato all’incurie ma dove i rapporti e le amicizie fra le persone passano per ritualità antiche. Forcella è l’archetipo della citta di Napoli. Cominciando da questi luoghi, abbiamo esplorato altri rioni dall’atmosfera simile, i Quartieri Spagnoli, Sanità e le spiagge cittadine adiacenti al lungomare Caracciolo. Luoghi dove la povertà è la regina. La camorra il re.“Continue Reading..

13
Giu

At first light

Un progetto che prende avvio da una precisa volontà critica che vuole analizzare come tre significativi artisti si sono confrontati con una problematica originaria che si interroga sul rapporto fra luce e materia.

Luca Tommasi è lieto di annunciare il progetto espositivo “At first light”, progetto che prende avvio da una precisa volontà critica che vuole analizzare come tre significativi artisti, che iniziarono ad operare tra gli anni ottanta e gli anni novanta, si sono confrontati con una problematica originaria che, dalle riflessioni dell’Abate Sugerio a Saint-Denis, si interroga sul rapporto fra luce e materia e su come quest’ultima influenzi la nostra “percezione”. Ian Davenport, un giovane terribile alla ricerca del e sul colore, Anne Blanchet, candida incantatrice di luminosi grafemi diafani e Domenico Bianchi, eterno viaggiatore alla scoperta dell’eleganza del ritorno alla materia-pittura, ci accompagneranno verso una riscoperta di ciò che sta all’inizio, at first, della fruizione delle Arti Visive, Light.

Nella sede espositiva di Milano sarà presente un selezionato gruppo di opere realizzate a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso, che ben illustrano come in un periodo complesso quale quello degli anni novanta, dove si intraprese una lenta metabolizzazione dello stravolgimento ontologico e percettivo che gli anni ottanta portarono con sé, artisti provenienti da ambiti culturali ed anagrafici diversi abbiano trattato una stessa tematica, quella della percezione dei fenomeni luminosi, con esiti differenti e complementari dati dalla diversità delle tecniche e dei materiali utilizzati.
La luce viene compresa da Domenico Bianchi come mezzo attraverso il quale far si che la materia (cera) trascenda sé stessa regalando morbide e avvolgenti sensazioni; Anne Blanchet parte da un’analisi più algida e scientifica degli indici di rifrazione del materiale (plexiglas) per giungere a ritrovare l’irriducibile varietà del genere umano quale centro di tutto il suo operare; Ian Davenport versa con consapevole leggerezza colore puro e caramelloso su superfici in MDF, lasciando che si espanda sino a creare delle superfici molto brillanti in cui lo spettatore ci si può specchiare.Continue Reading..