Tag: amalia di Lanno

10
Lug

Maurizio Nannucci. Where to start from

Oltre 30 opere per esplorare l’universo fatto di luce, colore, forma e scrittura di uno dei protagonisti dell’arte contemporanea italiana dagli anni ’60 a oggi. Inaugura Young Architects Program 2015 l’installazione che ospita gli eventi estivi.

Maurizio Nannucci
Where to start from

a cura di Bartolomeo Pietromarchi

La mostra, con oltre trenta opere, esplora il percorso artistico di uno tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea italiana dagli anni Sessanta a oggi.
Un universo fatto di luce, colore, forma e scrittura.

In mostra lavori di matrice storica e quelli più recenti che interagiscono tra loro attraverso un percorso di luci, colori, forme, scrittura e suoni.
Dagli anni Sessanta, Maurizio Nannucci esamina il rapporto tra arte, linguaggio e immagine. La sua ricerca, caratterizzata dal dialogo tra discipline diverse, diventa particolarmente evidente nelle sue grandi scritte al neon. Parte integrante della mostra è la presentazione dei multipli che l’artista ha prodotto dagli anni Sessanta ad oggi: oltre cento edizioni tra libri e dischi d’artista, foto, riviste, ephemera, che restituiscono un’altra pratica fondamentale del suo lavoro. Tre nuove installazioni sono state realizzate per questa esposizione tra cui More than meets the eye, una grande opera per la facciata del museo che, grazie agli Amici del MAXXI, entrerà a far parte della sua collezione.

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09
Lug

Jing Shen. L’atto della pittura nella Cina contemporanea

La mostra analizza l’emergere di temi e modi tipici dell’arte classica cinese nel lavoro di 20 artisti di 3 diverse generazioni. Un’esposizione sull’essenzialità della pittura all’interno di un universo culturale.

La mostra, ideata e curata dal Comitato Scientifico del PAC, è parte di Expo in Città, il palinsesto culturale del Comune di Milano per il semestre dell’Esposizione Universale.

Nella cultura cinese la pittura ha un ruolo eccezionale. Basti pensare che in Cina scrivere è dipingere. E viceversa. Per artisti, critici, curatori, collezionisti e pubblico, la pittura è ed è sempre stata un dispositivo privilegiato per riflettere e comprendere il mondo e l’arte. È un mezzo che produce ancora riflessioni e risultati di largo e profondo significato. Ha un’influenza tanto pervasiva da affiorare e informare di sé non solo tele o carta, ma anche installazioni, performances, scultura, video e opere digitali.

Jing Shen. L’atto della pittura nella Cina contemporanea analizza – attraverso un punto di vista completamente inedito – l’emergere di temi e modi tipici dell’arte classica cinese nel lavoro di venti artisti di tre diverse generazioni. Non una mostra di quadri – o non solo – ma una mostra sul rapporto che la pittura intrattiene con altri linguaggi; sulla sua essenzialità all’interno di un universo culturale.

Con una prospettiva curatoriale del tutto originale, la mostra va oltre l’interpretazione che vorrebbe l’arte contemporanea cinese come riflesso della sua controparte – e origine – occidentale. Jing Shen argomenta che l’arte classica cinese contiene già gli ingredienti e i nutrienti di pensieri, attitudini e forme che costituiscono la ricchezza dell’arte cinese contemporanea. Il dialogo con l’occidente e con altri mondi (non dobbiamo dimenticare la nostra marginalità all’interno della geografia culturale cinese), arricchisce questa osmosi tra passato e presente, questa continuità – a volte problematica – ma non la sostituisce.Continue Reading..

08
Lug

Paolo Loschi. Angel of the earth

L’ultimo appuntamento estivo previsto nel calendario della galleria Orizzonti Arte Contemporanea presso lo Spazio Purgatorio è affidato alla mostra “Angel of the earth” dell’artista trevigiano Paolo Loschi.
La mostra prevede l’esposizione di una decina di opere che esplicano il salto dell’artista da un ciclo pittorico più istintivo e passionale, ad un altro ciclo più maturo e consapevole. Infatti parliamo di una salto mentale, quasi quantico, che racconta una sorta di maturazione, non solo pittorica dell’artista e della sintesi che egli stesso mette in atto negli anni che intercorrono fra i due stessi cicli: Angel de Tierra e Telline.

Ecco come Marco Stoppa articola la sintesi:
“La consapevolezza che ogni piccolo evento può cambiare la nostra vita è maturata nella mente di Paolo Loschi fin dai suoi esordi. Momenti o persone in apparenza insignificanti possono inconsapevolmente indicarci la strada da percorrere. Questo è quello che è accaduto all’artista durante il suo soggiorno a Cadice, in Spagna, dal quale hanno preso vita nel 2006 la serie Angel de Tierra, un angelo che non può volare perché ha una missione da compiere sulla terra: elevare il comune sentire”.
Passando per i vari cicli che caratterizzano i sette lunghi anni che dividono gli Angel de Tierra da Telline, “la pittura di Loschi passa da un fare che potremmo definire “espressionista”, composta da violenza gestuale e cromatica che a tratti oltrepassa l’immagine figurale, ad un linguaggio maggiormente descrittivo concentrato sulla figura umana, attorno alla quale si sviluppa la poetica del rinnovamento inteso come rinascita mentale e fisica, che rianima il corpo di nuova energia.
Una metamorfosi interiore irreversibile, raccontata con uno stile grafico incisivo e tagliente.Continue Reading..

07
Lug

Vivian Maier. Street Photographer

Vivian Maier
Street Photographer

10.07 – 18.10.2015
Inaugurazione: 10 Luglio 2015

Dopo gli Stati Uniti il fascino di Vivian Maier sta incantando l’Europa.

Bambinaia per le famiglie benestanti di New York e Chicago sino dai primi anni Cinquanta del secolo scorso, per oltre cinque decadi ha fotografato la vita nelle strade delle città in cui ha vissuto senza mai far conoscere il proprio lavoro. Mai una mostra, neppure marginale, mai una pubblicazione.

Ciò che ha lasciato è un archivio sterminato, con più di 150.000 negativi, una miriade di pellicole non sviluppate, stampe, film in super 8 o 16 millimetri, registrazioni, appunti e altri documenti di vario genere che la tata “francese” (la madre era originaria delle Alpi provenzali) accumulava nelle stanze in cui si trovava a vivere, custodendo tutto con grande gelosia.

Confinato infine in un magazzino, il materiale è stato confiscato nel 2007, per il mancato pagamento dell’affitto, e quindi scoperto dal giovane John Maloof in una casa d’aste di Chicago.

La mostra al MAN di Nuoro, a cura di Anne Morin, realizzata in collaborazione con diChroma Photography, sarà la prima di Vivian Maier ospitata da un’Istituzione pubblica italiana.

Partendo dai materiali raccolti da John Maloof, il progetto espositivo fornisce una visione d’insieme dell’attività di Vivian Maier ponendo l’accento su elementi chiave della sua poetica, come l’ossessione per la documentazione e l’accumulo, fondamentali per la costruzione di un corretto profilo artistico, oltre che biografico.Continue Reading..

06
Lug

Nunzio. Diluvio

Nunzio – Diluvio
A cura di Luciano Massari
Testo critico di Matteo Innocenti
Dal 4 luglio al 13 settembre 2015
Carrara, Chiesa delle Lacrime
Via Carriona
Orari da giovedì a domenica 19-23.30

Inaugura sabato 4 luglio alle ore 18.30, all’interno della Chiesa delle Lacrime di Carrara, l’installazione “Diluvio” dell’artista Nunzio, a cura di Luciano Massari con testo critico di Matteo Innocenti, prodotta e organizzata dal Comune di Carrara, con il patrocinio della Regione Toscana, nell’ambito di Carrara Marble Weeks 2015.
Per questa occasione il suggestivo edificio, una chiesa sconsacrata di epoca barocca, ospiterà una riflessione sulla percezione dello spazio, secondo un modus operandi dell’artista ,che nella sua ricerca ha sempre posto in primo piano il tema della spazialità , svincolata dall’aspetto funzionale e perciò territorio di sperimentazioni e soluzioni inaspettate.
“Diluvio”, da cui il titolo dell’installazione, è una grande scultura in legni combusti e pigmenti ( 377x275x120 cm) dalla forma semi-circolare che dialogherà con l’architettura della Chiesa delle Lacrime, costituendo una seconda abside e mettendo in relazione e in opposizione, al tempo stesso, linee curve e materiali in un gioco di trasparenza, attraversamento e cambiamenti percettivi.
Nunzio, artista raffinato e coltissimo che ha avuto importanti frequentazioni letterarie e artistiche nel periodo d’oro delle gallerie romane, da sempre lavora sul tema dello spazio, in particolare sulla soglia, un elemento architettonico che è anche una «figura» ricorrente nella cultura del ’900, realizzando sculture e disegni incentrati sulle possibilità di superamento dei confini, attraverso la fedeltà ad un linguaggio aniconico che è innanzitutto di ordine “etico”. Ha dichiarato l’artista, in una recente intervista al Giornale dell’Arte: “Quando non c’è l’icona, è come se l’idea fosse «ingiustificata» e a me piace lavorare sull’ingiustificato, su qualcosa di arbitrario. È un punto interrogativo che fa i conti con il mondo [ … ] Di sicuro posso dire che non amo la piacevolezza e che cerco di spostare il mio lavoro su un altro livello, che io trovo più scomodo, più misterioso, più profondo.”Continue Reading..

06
Lug

Sturtevant Sturtevant

La prima mostra personale in un’istituzione pubblica italiana dedicata a una delle più influenti artiste del XX secolo.
a cura di Stéphanie Moisdon
01.05 — 21.09.15

Sturtevant Sturtevant è la prima mostra personale in un’istituzione pubblica italiana dedicata a  Sturtevant (1924-2014), una delle più influenti artiste del XX secolo. Fin dal suo titolo, in cui il nome dell’artista è ripetuto due volte, la mostra si articola intorno al concetto e alla pratica della ripetizione, intesa come dispositivo collettivo, in cui l’unicità del soggetto si confronta con altre possibili personalità. In questo senso Sturtevant è forse la prima vera artista del XXI secolo, che nella ripetizione di opere di altri artisti ha pionieristicamente esplorato – negli ultimi cinquant’anni, che hanno visto anche l’affermazione delle estetiche post-moderne e il definirsi della rivoluzione digitale – una possibile modalità di superare elementi quali la giurisdizione del diritto d’autore, o copyright, l’idea di proprietà intellettuale e la supposta unicità del soggetto creatore (ironicamente la mostra si apre con una carta da parati dove campeggia la scritta Wanted – “Ricercata”).

A partire dal 1964 Sturtevant iniziò a “ripetere” le opere degli artisti a lei contemporanei, riferendosi ad alcune delle personalità più iconiche a lei contemporanee (da Marcel Duchamp a Joseph Beuys, da Andy Warhol, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Frank Stella fino a Paul McCarthy, Mike Kelley, Robert Gober, Anselm Kiefer, Félix González-Torres, per citare solo alcuni esempi), analizzando con straordinario anticipo concetti quali “autorialità” e “originalità” in relazione ai meccanismi di produzione, circolazione, ricezione e canonizzazione dell’immagine e dell’immaginario artistici contemporanei.

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03
Lug

DAN GRAHAM. A new work with curves

DAN GRAHAM

a new work with curves
project room: dan graham by mieko meguro

From 9 May – Until 5 September

Ancora una mostra con Dan Graham, e anche per lui sono quarant’anni dalla prima, nel 1976. È vero che manca un anno ai quaranta esatti, ma insomma, non vedevo l’ora di festeggiare anche per lui, come già fatto con Giulio Paolini e Daniel Buren il rotondo anniversario. Ci sarà un nuovo padiglione, vecchie e nuove fotografie, modelli di padiglioni e una novità: Mieko Meguro.
Chi è Mieko? Un’artista giapponese che vive a New York, da poco diventata moglie di Dan. Questi potrebbero essere loro fatti privati, ma Mieko, da qualche tempo, ha preso a ritrarre Dan nei suoi momenti più quotidianamente domestici: un mito dell’arte d’oggi si lava i denti, si fa la barba, beve il caffè, legge un libro sdraiato sul letto con calzini a strisce colorate… Insomma, il Mito viene ricondotto alla sua dimensione umana. Donna Rachele a chi gli parlava in termini esagerati di suo marito, Benito Mussolini rispondeva: «Mò chi? C’la màcia?» Traduzione: ma chi? Quella macchietta?  E cosi Mieko “smonta” Dan, lo riporta giù dai piani alti dove dimora il Mito e ce lo porge negli atteggiamenti intimi, dove lei lo ha fotografato senza farsi vedere (ancora Dan che dorme in aereo con un salvacollo a forma di Panda…). Insomma, anche per me che lo conosco bene da quarant’anni, un Dan dal volto umano, sceso da un piedestallo sul quale, per la verità, non è mai salito.
Massimo MininiContinue Reading..

02
Lug

Yayoi Kusama: Infinity Theory

GARAGE MUSEUM OF CONTEMPORARY ART

presents
Yayoi Kusama: Infinity Theory

June 12–August 9, 2015

Garage Museum of Contemporary Art presents the first solo exhibition of Japanese artist Yayoi Kusama in Moscow. Plunging the spectator into a series of extraordinary, immersive environments, the exhibition will offer Garage visitors a unique sensory and psychological experience that will extend from the West Gallery into the Auditorium and out into Gorky Park.

Yayoi Kusama: Infinity Theory features two of the artist’s groundbreaking installations: Infinity Mirrored Room–The Souls of Millions of Light Years Away (2013), consists of a room with mirrored walls filled with thousands of small lights, which appear as pulsating dots. These are infinitely reflected in the mirrors to create an illusory cosmos, which is experienced by a lone viewer, enabling each visitor to momentarily get lost in Kusama’s mesmerizing world. Conversely, the installation Guidepost to the Eternal Space (2015) invites audiences to gather amidst an environment in which white polka dots on a red background cover walls and structures, forming an outlandish landscape, confusing viewers’ perception and spatial orientation.

Complimenting the installations, Walking Piece (1966), which is one of Kusama’s earliest works, is a slide film, which shows the artist walking the streets of New York in a traditional Japanese kimono with a parasol. In Garage Auditorium, a film of the performance Kusama’s Self-Obliteration (1967) will be presented weekly. One of Kusama’s best known works, it shows how the artist covers the objects, animals, and people around her with endless colored dots. Beyond the Museum, an urge to extend her artistic gesture into the world outside the gallery is what inspired Ascension of Polkadots on the Trees, a project that Kusama has taken to various public spaces around the world. In Gorky Park, trees in avenue will be wrapped in red cloth decorated with white polka dots.Continue Reading..

02
Lug

Marco Milia. L’Ottavo giorno

Inaugura il 4 luglio 2015, a partire dalle 18.30, l’installazione di Marco Milia L’Ottavo giorno, collocata nell’Aula Magna dell’Ex-Convitto Vittorino da Feltre a Carrara.
L’evento espositivo, a cura di Luciano Massari e con testo critico di Carlotta Monteverde, è prodotto e realizzato dal Comune di Carrara, con il patrocinio della Regione Toscana: per questa occasione l’artista realizzerà un intervento site-specific all’interno della suggestiva aula ottagonale dell’Ex-Convitto Vittorino da Feltre (oggi Liceo Artistico).

Nell’ambito di Carrara Marble Weeks 2015
Con il patrocinio della Regione Toscana

L’Ottavo giorno è un ottagono in policarbonato alveolare sospeso a mezz’aria che segue il perimetro dalla sala che lo accoglie, un’opera site-specific da attraversare e in cui entrare; una linea di confine che suddivide l’ambiente in un dentro ed un fuori, una barriera che nasconde e rende impermeabili l’uno all’altro i “due locali” facendone diventare i “confini” opachi ed indecifrabili.
Tutto il lavoro è costruito su un incastro di spinte contrastanti: una direttrice ascensionale ed una orizzontale, una forza centripeta ed una centrifuga, che si attivano solo in base al posizionamento dello spettatore. E sulla sintesi di più figure geometriche, dal quadrato al cerchio, elementi investigati dall’artista nelle serie precedenti dedicate alle città e all’aria, che trovano la propria soluzione e continuità nel poligono che ne organizza la struttura.

Il numero 8, l’ottagono, rappresentano simboli e forme comuni a molte culture e religioni. Nella tradizione cinese a tanto ammontano i trigrammi dell’I Ching, come della stessa quantità sono i sentieri per giungere all’illuminazione nel buddismo. È ottagonale la figura di congiunzione tra il terreno (quadrato) e il divino (cupola, sfera) nelle architetture islamiche, presente anche in molti edifici cristiani, come i battisteri, dove allude a resurrezione ed eternità. L’Ottavo giorno è il nuovo giorno, in cui tutto ricomincia, il perpetuo ciclo delle cose si spezza per azzerarsi; è l’infinito, se lo si guarda rovesciato.Continue Reading..

02
Lug

Galleria 33. Pietrasanta

Inaugura il 4 luglio 2015 alle ore 18.30 in vicolo San Biagio 17 a Pietrasanta (Lucca) la nuova sede di Galleria 33 di Tiziana Tommei.
Il cubo bianco della sede aretina si sdoppia in uno spazio temporaneo con un progetto inedito, curato da Tiziana Tommei in collaborazione con il critico d’arte Francesco Mutti. La Trentatré cambia location, ma resta fedele al concept originario. La selezione degli artisti presentati, infatti, non contempla alcun maestro storicizzato, ma solo artisti affermati o emergenti. Si conferma inoltre la partnership con Luciferi, laboratorio sperimentale di arti visive, che ha realizzato la grafica dell’evento.
Galleria 33 guarda avanti e propone opere scelte di quindici artisti: Daniela Alfarano, Guglielmo Alfarone, Luca Cacioli, Elio Rosolino Cassarà, Luca Andrea De Pasquale, Roberta Diazzi, Roberto Ghezzi, Pamela Grigiante, Hemmes, Massimiliano Luchetti, Carla Mura, Francesco Paglia, Luca Palatresi, Donatella Izzo, Stefano Zagaglia.
In linea con quanto rappresenta la galleria, anche in questa nuova importante occasione, il fine non è stupire. Nessun grido, solo una consapevole e ponderata affermazione, quasi sussurrata, ma con decisione e coerenza. Nessun grande nome, ma personalità artistiche di forte interesse. Personalità appunto. In ossequio all’iter già intrapreso, la galleria espone pittura, fotografia e tecnica mista, con lavori di sicura eterogeneità. Minimo comune denominatore il segno. Tutti gli artisti presentati e rappresantati si contraddistinguono e s’impongono in ragione di un connubio di forma, contenuto e tecnica estremamente personale. Ciascuno di essi è riconoscibile e riconducibile al credo e allo stile Trentatré. In riferimento al progetto, ciascuno di essi rappresenta una componente ineludibile, una cellula autonoma in grado di funzionare da sola, ma anche di relazionarsi ad altre, costituendo in tal modo un tessuto e un organo vitale. Oltre la metafora, riprendendo quanto già affermato, si vuole esprimere un’idea precisa: la contemporaneità vive di opere ed immagini, oltre che di parole e nomi.

Inaugurazione
sabato 4 luglio 2015
dalle ore 18.30 alle ore 01.00

Anteprima stampa
venerdì 3 luglio 2015, ore 12.00

In mostra dal 4 luglio al 30 settembre 2015
tutti i giorni, 18.30 – 01.00
o su appuntamento
Galleria 33
vicolo San Biagio 17 – 55045 Pietrasanta, Lucca
tel. +39 339 8438565 | +39 349 8342187
mail@galleria33.it
www.galleria33.it

immagine: Luca de Pasquale, KAMI, 2015