Tag: amalia di Lanno

30
Lug

Luigi Ghirri / Aleana Egan. Shapes from life

The Douglas Hyde Gallery

July 31 – September 30, 2015
Opening Thursday July 30, 6-7.30pm

LUIGI GHIRRI
Gallery 1

ALEANA EGAN
‘shapes from life’
Gallery 2


LUIGI GHIRRI

Luigi Ghirri’s photographs can seem nostalgic, but they woudn’t have come across that way in the 1970s, when most of them were taken. He liked unremarkable places such as seaside resorts, amusement parks, farmhouses, tourist attractions, and nondescript city streets; he wasn’t drawn to anything particularly dramatic, nor did he invest them with strong feeling. Ghirri’s was an enigmatic vision of the everyday; he chose to make strange the ordinary, revealing life as a little empty and alienated but never especially unhappy or disturbing.

Although his deadpan images are apparently effortless, they are possessed of understated and puzzling complexity; beneath their calm surfaces there is a peculiar ambiguity that can be associated with the passing of time, and with doubt, humour, and mystery. Operating in a liminal space between realism and metaphysics – not unlike his Italian compatriots Giorgio de Chirico and Giorgio Morandi – Ghirri quietly draws our attention to things, relationships, and ideas that most people don’t notice.

Luigi Ghirri (1943 – 1992) has received much acclaim for his photographs in the past decade. In 2008, the Aperture Foundation produced the first book on his work in English, and his work was featured in the 2011 and 2013 Venice Biennales.

The Douglas Hyde Gallery warmly thanks Adele Ghirri and Matthew Marks Gallery for their support of the exhibition.Continue Reading..

28
Lug

Uccidendo il chiaro di luna

Uccidendo il chiaro di luna

1 agosto 2015
GALLERIA 33
Pietrasanta

Galleria 33 presenta Uccidendo il chiaro di luna, mostra a cura di Tiziana Tommei e Francesco Mutti.
In galleria opere di Daniela Alfarano, Guglielmo Alfarone, Luca Cacioli, Luca Andrea De Pasquale, Roberta Diazzi, Roberto Ghezzi, Pamela Grigiante, Hemmes, Donatella Izzo, Massimiliano Luchetti, Carla Mura, Francesco Paglia, Luca Palatresi e Stefano Zagaglia.

Nulla di sovversivo e tanto meno intriso di qualsivoglia retaggio futurista.
Semplicemente un nuovo concept set-up di Galleria 33 Pietrasanta, omaggio a tutti coloro che amano l’arte. Il prosieguo di un iter intrapreso lo scorso 4 luglio, un progetto propositivo che si fonda su eterogeneità ed accessibilità. Artisti affermati, non storicizzati: una scelta precisa, voluta e perseguita con crescente convinzione. Pittura, fotografia e sculto–installazione, arte figurativa, informale e concettuale: una selezione di lavori studiata e unita sotto il segno di una ricerca che fonde istinto e conoscenza, passione e costanza.

Inaugurazione sabato 1 agosto dalle ore 19 in Vicolo San Biagio 17 a Pietrasanta.
Cocktail di apertura in partnership con Leuta wine, azienda agricola di Denis Zeni e di Enzo Berlanda operatori finanziati trentini, che nel 1999 scelgono di ritornare alla terra acquistando nel 2000 il podere di Leuta nella zona di Cortona, vicino al Lago Trasimeno e a Montepulciano.
In mostra fino al 30 agosto 2015, aperto tutti i giorni dalle oer 18.30 alle 01.00.

Galleria 33
vicolo San Biagio 17 – 55045 Pietrasanta, Lucca
tel. +39 339 8438565 | +39 349 8342187
mail@galleria33.it
www.galleria33.it

Immagine: Pamela Grigiante, this is not kind of love, 2014

24
Lug

Burri e i Cretti

Una importante mostra monografica sul tema in concomitanza con il restauro e il completamento del Grande Cretto di Gibellina. Le fessure sagomate dal cemento dell’opera di Burri ripercorrono le strade e le piazze della città.

a cura di Bruno Corà

Il Museo Riso di Palermo e la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri propongono una importante mostra monografica sul tema “Burri e i Cretti”, in coincidenza con il completamento del Grande Cretto a Gibellina. Il tutto nell’ambito delle Celebrazioni del Centenario della nascita del grande maestro umbro.

L’esposizione, curata dal professor Bruno Corà, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, resterà allestita nelle sale del Museo Regionale palermitano dal 25 luglio al 15 settembre. In occasione di questo eccezionale appuntamento il Museo riaprirà il primo piano, che è stato oggetto di un attento progetto di riqualificazione realizzato con fondi europei.

Burri si applica ai Cretti a partire dai primi anni Settanta e sino al 1976. Sono superfici che ricordano le fessurazioni delle terre argillose, quando la siccità raggiunge il suo apice. Su superfici di cellotex, quadrate o rettangolari, distende un impiastro di bianco, di zinco e colle viniliche, aggiungendo terre colorate nel caso l’opera dovesse presentare sfumature o colori diversi. Il resto lo affida al processo di essiccamento.

Con l’aumentare delle dimensioni dei Cretti, gli impasti si arricchiscono anche di caolino, oltre che di bianco, di zinco e terre. A garantire la stabilità delle superfici Burri interviene, dopo l’essiccatura, con più mani di vinavil. Giunge a realizzare opere decisamente monumentali come i Cretti di 5 metri di altezza e 15 metri di base per i musei di Capodimonte e di Los Angeles.

L’apice lo raggiunge allorchè decide di creare un enorme sudario sul vecchio abitato di Gibellina, distrutto dal terremoto nel 1968. Il Grande Cretto di Gibellina, diviene una delle più grandi, ma anche simboliche opere, di Land Art mai realizzate.

I lavori per il Grande Cretto furono avviati nel 1985 e interrotti nel 1989. Si era giunti alla copertura di circa 65.000 mq. a fronte degli 85.000 mq. previsti. Il progetto di Burri nelle sue forme riporta la dimensione, le strade, i rilievi della città. Esattamente come un sudario riporta le forme del corpo che avvolge. Le fessure sagomate dal cemento dell’opera ripercorrono le strade e le piazze della vecchia Gibellina, congelandone per sempre non solo la forma ma anche la memoria.

In occasione del Centenario della nascita di Alberto Burri, la Regione Siciliana, il Comune di Gibellina in collaborazione con la Fondazione Palaz­zo Albizzini Collezione Burri ha deciso di completare questa grande opera, senza eguali nel panorama artistico internazionale e di ridare dignità alla parte già realizzata dall’artista.

“La coincidenza del progetto di completamento del Cretto e l’avvio del progetto di restauro curato dal Museo Riso, che accoglie la mostra, afferma il Direttore del Riso Valeria Li Vigni, sono segnali di una nuova attenzione per il Contemporaneo in Sicilia. Sono testimonianza delle attività legate alla valorizzazione della Rete del Contemporaneo che è attivamente promossa dal nostro Museo e sono anche occasioni di approfondimento in un settore di grande interesse qual è quello del restauro del Contemporaneo”.Continue Reading..

24
Lug

Guido Guidi. Guardando a Est

Fotografie sui nonluoghi, prodotto della società contemporanea, divenuta incapace di integrare i luoghi storici, confinati e circoscritti alla stregua di curiosità o di oggetti interessanti.
Promossa dal Comune di San Vito al Tagliamento in collaborazione con il CRAF e la Regione Friuli Venezia Giulia, la mostra presenta una vasta selezione dei lavori realizzati nel corso degli anni dal Maestro di Cesena “guardando a Est”. I nonluoghi sono il prodotto della società contemporanea, divenuta incapace di integrare in sé i luoghi storici, ma invece confinati e circoscritti alla stregua di curiosità o di oggetti interessanti.

Guidi ha anticipato tutte le problematiche legate all’apparire dei non luoghi, e lo ha fatto poiché ha sempre inteso fotografare spazi ed oggetti da sempre esclusi da ogni attribuzione di significato e in genere dagli stessi sguardi coscienti delle persone che li incrociavano, ampliando così nello stesso tempo il terreno del fotografabile, mentre per altri aspetti, Guidi ha fatto parte di quella serie di fotografi attenti alla tradizione della sociologia critica di Baudrillard e alla definizione di iperrealismo economico – sociale quale risultato dell’ “…opposizione tra realtà e apparenza, tra verità e ingenuo, tra vita quotidiana e spettacolo..” (Mario Perniola, Scambio simbolico, iperrealismo, simulacro, in Aut aut, n. 170 – 171, La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1979, pag.69) ed anche diversi fotografi americani, come i partecipanti nel 1975 alla mostra New Topographics: Photographs of a Man-Altered Landscape, intesero dimostrare che l’affermarsi della cultura dei centri commerciali, dei motels e dei parchi industriali non doveva essere vista come un istanza di progresso: anzi la loro critica li indicava come segni estremi di un vero e proprio fallimento.
Le piccole città, che costituivano storicamente la struttura urbanistica del Friuli Venezia Giulia per come si era sviluppata nel corso dei secoli, oggi sono anch’esse svuotate dei loro abitanti e della loro storia, divenendo dei nonluoghi dove vi si transita ma non vi si abita, con evidenti quei dettagli che Guidi dal 1991 ha fotografato per conto del CRAF, dell’ATER di Trieste, a Gorizia sulle tracce del confine scomparso e infine dei Comuni di Lignano Sabbiadoro e San Vito al Tagliamento.Continue Reading..

20
Lug

VINCENZO AGNETTI. Testimonianza

VINCENZO AGNETTI. Testimonianza
Milano | Studio Giangaleazzo Visconti, dal 19 maggio al 15 novembre 2015
UNA MOSTRA PER VINCENZO AGNETTI, GENIO DELL’ARTE CONCETTUALE
Titola “Testimonianza” la retrospettiva curata da Bruno Corà: 32 opere, dalla fine degli Anni Sessanta al 1980, per raccontare uno degli artisti più importanti del Novecento.

Una parabola che si apre con un capolavoro del 1967, data della sua prima personale, e si chiude con creazioni del 1980, un anno prima dell’improvvisa e prematura scomparsa. In mezzo la storia, straordinaria, di una delle figure capitali per l’arte concettuale. Lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano dedica a Vincenzo Agnetti (1926-1981) una completa mostra antologica, in scena dal 19 maggio al 15 novembre sotto il titolo di Testimonianza, per la curatela di Bruno Corà, con il patrocinio dell’Archivio Agnetti e in collaborazione con la Galleria Il Ponte di Firenze. Ad essere esposte sono 32 opere fondamentali per entrare nell’immaginario creativo di un protagonista assoluto del secondo Novecento.

L’esposizione si apre con Permutabile, tavola modulare realizzata proprio nel 1967, in occasione del ritorno di Agnetti dopo il lungo soggiorno in Argentina che divide in modo marcato la sua attività di artista: da un lato la produzione figurativa maturata negli ambiti accademici, presto ripudiata e quasi del tutto scomparsa dai radar della critica e del collezionismo; dall’altro l’illuminata adesione al concettuale, nel solco della recente tradizione inaugurata da Piero Manzoni e dal gruppo Azimut, con il quale ebbe modo di collaborare attivamente. Un processo documentato in mostra dal cruciale Libro dimenticato a memoria (1969), volume di grandi dimensioni da cui Agnetti ritaglia il testo, riducendo l’oggetto a pura cornice di carta, negandone la funzione primaria di veicolo di trasmissione del sapere.Continue Reading..

17
Lug

STRANGE WORLDS. Opere dalla collezione

STRANGE WORLDS
Opere dalla collezione

Fondazione Fotografia è lieta di annunciare l’apertura al pubblico del Foro Boario di Modena per tutta la stagione estiva: dal 9 luglio al 6 settembre 2015 gli spazi espositivi ospiteranno infatti Strange Worlds, una nuova mostra tratta dalle collezioni permanenti della Fondazione Cassa di risparmio di Modena e organizzata in collaborazione con il Comune di Modena nell’ambito del programma di iniziative estive collegate ad Expo 2015.

Il percorso, a cura del direttore di Fondazione Fotografia Filippo Maggia, comprende circa 70 opere, tra fotografie, video e installazioni, di 25 artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Tema declinato dalla mostra è il racconto di altri mondi, vicini e lontani, dove le dinamiche sociali, culturali, religiose in atto si intrecciano dando vita a storie inedite: “un susseguirsi emozionante di volti e costumi”, “un mosaico interattivo”, come spiega il curatore Maggia, in grado di comporre una “fotografia reale e tangibile della nostra contemporaneità”Continue Reading..

14
Lug

Bill Viola

Bill Viola
Friday 12th June 10am – Monday 26th October 4pm
Auckland Castle plays host to a major arts installation that evocatively responds to its context, and challenges all your senses and preconceptions about faith.

Earth Martyr, Air Martyr, Fire Martyr, and Water Martyr are four individual works by Bill Viola derived from his large-scale video installation Martyrs (Earth, Air, Fire, Water), unveiled at St Paul’s Cathedral, London, in May 2014. Unsettling yet beautiful, these works offer a profound contemplation on the nature of faith, suffering, sacrifice, and death.

Through the medium of video, Viola reflects on the fundamental meaning of martyrdom.
He writes, ‘The Greek word for martyr originally meant “witness.” In today’s world, the mass media turns us all into witnesses to the suffering of others. The martyrs’ past lives of action can help illuminate our modern lives of inaction. They also exemplify the human capacity to bear pain, hardship and even death in order to remain faithful to their values, beliefs and principles.’

Each silent video shows a man or woman being overcome by one of the four elements, immovable in the face of their physical agony.

Viola continues, ‘As the works open, four individuals are shown in stasis, a pause from their suffering. Gradually there is movement in each scene as an element of nature begins to disturb their stillness. Flames rain down, winds begin to lash, water cascades, and earth flies up. As the elements rage, each martyr’s resolve remains unchanged. In their most violent assault, the elements represent the darkest hour of the martyr’s passage through death into the light.’

This summer marks the 350th anniversary of the consecration of St Peter’s Chapel at Auckland Castle in 1665. A testament to the faith and vision of one man, Bishop John Cosin (1660–1672), this sacred space provides a contemplative setting for Bill Viola’s arresting artworks.

Open 10am – last admission 4pm, every day except Tuesdays.

Normal admission applies.

Auckland Castle
Bishop Auckland
County Durham
DL14 7NR

Phone: 01388 743 750

louise.alderson@aucklandcastle .org
www.aucklandcastle.org

 

14
Lug

Pasquale de Sensi. Male Limbo

Che si tratti di dipinti su grande formato o minuziosi collage su carta, l’attività dell’artista è un continuo prelevare, dislocare, decontestualizzare immagini.

È un ostinato sabotaggio creativo, quello messo in atto da Pasquale de Sensi (Lamezia Terme, 1983). Che si tratti di dipinti su grande formato o minuziosi collage su carta, l’attività dell’artista è un continuo prelevare, dislocare, decontestualizzare immagini altrui, ricomponendole in soluzioni nuove e dalla lettura sempre incerta.

Abile assemblatore di figure -ma ancor prima saccheggiatore di significati- de Sensi attinge in maniera cleptomane dal grande contenitore visivo del reale, sottraendone e rimescolandone ogni frammento fino a formare composizioni in cui gli opposti si incontrano, coabitano e si scambiano di ruolo.

A caratterizzare la ricerca dell’artista è soprattutto una decisa attitudine al collage, inteso come accostamento straniante di elementi visivi diversi. Su di essi de Sensi talvolta interviene con inquieti segni pittorici, conferendo tensione e instabilità alla lettura. Altre volte, invece, il collage si palesa attraverso composizioni minimali, in cui lo spazio delimitato del supporto diviene luogo di sintesi, campo neutro in cui i significati si rincorrono senza alcune soluzione.

Le opere, per lo più su carta, si presentano come paesaggi immaginari inquieti e dalla forte carica lirica, combinazioni visive apparentemente prive di senso eppure inspiegabilmente complete. L’osservatore, sedotto da queste enigmatiche allusioni estetiche, è invitato a cercare corrispondenze ed appigli interpretativi, registrando le possibili combinazioni in un processo di lettura sempre aperto e -per propria natura- fallimentare. Ciò che prevale è piuttosto l’ambiguità completa dell’immagine dominante, con le sue stratificazioni di significati difettosi, incerti ma allo stesso tempo perfetti perché compiuti nell’insieme. Continue Reading..

13
Lug

Nan Goldin – Polvere di stelle

Nan Goldin – Polvere di stelle
Guido Costa Projects – Via Mazzini 24, Torino

La mostra, di grande importanza storica e documentaria, suggella un lungo rapporto di collaborazione con la galleria, sedimentato in numerosi progetti espositivi, editoriali e di vita in Italia e nel mondo. Una relazione così importante ed intensa meritava perciò una mostra speciale, capace di raccogliere opere speciali e assolutamente inedite.
La mostra, inoltre, si propone come primo passo di un progetto più complesso e ambizioso dedicato a Nan Goldin, articolato in una serie di appuntamenti espositivi diluiti nel tempo ed indirizzato ad una ricognizione puntuale di alcune tra le componenti più segrete ed intime della sua storia d’artista.
Le opere raccolte in galleria, tratte dai suoi archivi di New York, risalgono ai suoi anni bostoniani (1970-1974), assolutamente cruciali nella sua storia personale e creativa. L’intero progetto parte proprio da lì, dai suoi primi passi in arte poco più che adolescente: sono fotografie che precedono di quasi un decennio la sua celebre “Ballad of Sexual Dependency”, ma già caratterizzate da una forza ed una disinvoltura creativa d’eccezione, sorrette da una passione vera e da un’urgenza rara e potente. Non a caso, proprio questo decennio avrebbe fatto di questa timida ragazza della middle class della provincia americana una delle voci artistiche più radicali e innovative della scena artistica internazionale.
Questa mostra torinese raccoglie circa quaranta fotografie scattate tra il 1970 e il 1974, proponendosi come una sorta di backstage dei suoi primi cicli organici di lavori, poi confluiti parzialmente in alcuni suoi volumi degli anni ’90, da “The Other Side”, a “A Double Life”, libro, quest’ultimo, realizzato in collaborazione con il suo amico di sempre David Armstrong. Sono scatti in bianco e nero e a colori, spesso di piccolo formato, sviluppati e stampati dall’artista in un numero limitatissimo di copie, talvolta addirittura in un unico esemplare. Da questo corpus, che conta poche decine di opere, nella seconda metà degli anni ’90 vennero poi selezionati alcuni scatti ritenuti esemplari, ristampati in un’edizione a diciotto esemplari di medio formato. Ma a parte queste poche fotografie (alcune, del resto, molto note), tutto il resto del materiale è restato fino ad oggi inedito, ad esclusione degli scatti contenuti nella “Dazzle Bag”, esposta al Whitney Museum nel 1996, in occasione della sua prima grande retrospettiva, e delle immagini utilizzate per lo slide show, pressochè coevo, “The Other Side”.Continue Reading..

13
Lug

Omar Galliani … a Oriente

CAMeC
Centro Arte Moderna e Contemporanea
Piazza Cesare Battisti, 1 – La Spezia

Omar Galliani
… a Oriente

a cura di Marzia Ratti
27 giugno – 15 novembre 2015
PROROGATA al 10 gennaio 2016

Con l’importante evento espositivo dedicato a Omar Galliani, il CAMeC affianca alla mostra tratta dalle collezioni permanenti, “Dal disegno al segno”, l’approfondimento del lavoro di un artista che appunto nel disegno ha individuato un territorio preferenziale di indagine, con esiti spiccatamente innovatori e distintivi, nell’impianto concettuale e nella modalità di esecuzione.

A proposito del disegno quale elemento cardinale della sua ricerca, lo stesso Galliani così efficacemente precisa: “ Il disegno è sempre in viaggio con me e nei tanti aeroporti d’Oriente e Occidente su diversi taccuini ho tracciato linee, consumato matite, polverizzato carboncini o sanguigne. Il mio è un disegno impertinente ed esagerato, ha dilatato il segno preparatorio in opera “finita/infinita”. Ha abbandonato il tavolo preferendogli la parete o il pavimento”.

Si tratta di “una mostra incentrata sui lavori scaturiti dalle suggestioni provate nei molti viaggi fatti in Cina e in Oriente, dove l’artista in quest’ultimo lustro si è fatto apprezzare e conoscere esportando il suo linguaggio che, nel segno della contemporaneità più incisiva, veicola anche il retaggio della tradizione classica italiana, filtrato e interpretato ad altissima elaborazione individuale. Continue Reading..