Tag: amalia di Lanno

27
Ago

Klee & Kandinsky

EXHIBITIONS
19/06—27/09/15
Klee & Kandinsky

Never before has such an outstanding selection of works from these two masters ever been united in one exhibition.

Paul Klee and Wassily Kandinsky – they are considered to be the “founding fathers” of “classical modernism” and their artists’ friendship to be one of the most fascinating of the twentieth century. Their relationship was shaped by mutual inspiration and support, but also by rivalry and competition – a combination that spurred both of them on in their artistic work. The exhibition “Klee & Kandinsky” traces the eventful history of this artistic relationship over the long period from 1900 to 1940 for the very first time. It draws attention to parallels and similarities as well as differences and distinctions, with an emphasis on their personal and artistic dialogue at the time of the “Blue Rider” and the Bauhaus. The exhibition was created in cooperation with the Städtische Galerie im Lenbachhaus und Kunstbau Munich, where it will be presented from 21 October 2015 to 24 January 2016.

Around 1900
“I can dimly recollect Kandinsky and Weisgerber, who were fellow students of mine. […]. Kandinsky was quiet and mixed the colours on his palette with the greatest diligence and, so it seemed to me, with a kind of studiousness, peering very closely at what he was doing.”
Paul Klee, Autobiographical text for Wilhelm Hausenstein, 1919

“[…] I served Beauty by drawing her enemies (caricature, satire).”
Paul Klee, Diaries I, 1901

“In your works, I sense primeval, bygone things wedded with mystical vibrations of spiritual possibilities for the future.”
Alfred Kubin to Wassily Kandinsky, 5.5.1910

Wassily Kandinsky moves to Munich in 1896 and studies at Anton Ažbe’s private school of painting from 1897 to 1899, and, starting in 1900, at the Kunstakademie (Academy of Fine Arts) in Munich with Franz von Stuck. Paul Klee arrives in Munich in 1898 and initially attends the drawing school of Heinrich Knirr. Beginning in 1900, he also attends Stuck’s painting class, but without getting to know Kandinsky better.

The Blue Rider
“Kandinsky wants to organize a new society of artists. Personal acquaintance has given me a somewhat deeper confidence in him. He is somebody and has an exceptionally fine, clear mind.”
Paul Klee, Diaries III, 1911

“1906 […] I thought I had come into the clear in art when for the first time I was able to apply an abstract style to nature.”
Paul Klee, Autobiographical text for Wilhelm Hausenstein, 1919

“Kandinsky, Wassily – painter, printmaker and author – the first painter to base painting on purely pictorial means of expression and abandon objects in his pictures.” Wassily Kandinsky, “Self-characterisation”, in: Das Kunstblatt, 1919

Kandinsky is a painter from the beginning. The thirteen- year-younger Klee, in contrast, is a very talented draughtsman and assesses his painting abilities very self-critically. Starting in 1909, Kandinsky devises a revolutionary new pictorial language with his abstract, large-format paintings. In 1911, he establishes the artists’ association Der Blaue Reiter along with Franz Marc; he gets to know Paul Klee in the autumn of the year. In May 1912, Kandinsky publishes the Almanach Der Blaue Reiter, in which Klee is represented with a drawing.Continue Reading..

21
Ago

Mustafa Sabbagh. #000 – TUXEDO RIOT

SI fest24 – [HABITUS] presenta:

#000 – TUXEDO RIOT
personale di MUSTAFA SABBAGH

ex consorzio di bonifica – savignano sul rubicone [FC]
vernice: venerdì 11 settembre 2015, ore 20.00
mostra: 11, 12, 13 settembre 2015 + week-end 19/20.09.2015 e 26/27.09.2015

Incipit
«L’arte non deve più essere resoconto di situazioni passate. Può diventare organizzazione diretta di sensazioni più evolute. Si tratta di produrre noi stessi, non oggetti che ci rendono schiavi».
Guy Débord, Internazionale Situazionista n.1, 1958

In John Cage era il silenzio. In Gilles Deleuze, unghie troppo lunghe. Atti rivoluzionari a partire da un habitus (o da un bad habit, come vorrebbe un Bourdieu 2.0) che deflagrano in rivoluzione, e tradiscono arte. Come il silenzio di Cage, come le unghie di Deleuze, al SI Fest 2015, Mustafa Sabbagh presenta #000 – Tuxedo Riot: la sua rivoluzione in smoking.
Abito nero: eleganza e anarchia, perché – da Platone a Edgar Wind – «Se il massimo desiderio di un uomo è quello di vivere senza fastidi, forse il miglior consiglio che gli si può dare è di tenere l’arte lontana da casa sua ». La natura seppellisce qualunque tragedia pur di formalizzare la propria bellezza, ma il nero di un silenzio, o di unghie che graffiano, è più assordante di un bombardamento, brucia più di una ferita aperta.
In mostra i rivoluzionari in smoking di Mustafa Sabbagh, che presenta al SI Fest anche un ciclo di opere inedite: Madri nere, nere Vesperbilder, Veneri di fumo e soldati di catrame, estasi mistiche pervase da una calma apparente – in natura, nell’uomo, e in uno #000 – che porta in sé il germe della rivoluzione, pronto ad attecchire sui santi = sugli uomini.
Tuxedo come una lezione di semiotica da chi ha fatto propria la lezione di Simmel e di Goffman, perché «Non è il caso di avere paura né di sperare; si tratta piuttosto di cercare nuove armi ». Si respira rivoluzione nei petali sparsi, che tradiscono tempeste recenti; si respira rivoluzione nelle vene pulsanti, che tradiscono rabbie latenti.
«Lo stanco ha esaurito solo la messa in atto, mentre l’esausto esaurisce tutto il possibile. Lo stanco non può più realizzare, ma l’esausto non può più possibilizzare ». Riottosi esausti come dannati beckettiani, svuotati ma mai stanchi, pronti a riempire il nulla di uno #000 in creazione inesauribile, diretti dal cantore di una bellezza riconoscibilissima negli stilemi che lo hanno reso celebre, nel panorama internazionale dell’arte contemporanea: una bellezza elegante, autistica, destabilizzante. In una parola: rivoluzionaria.Continue Reading..

18
Ago

Tiziana Cera Rosco. In principio era il volto

Mondrian Suite Gallery – Roma
a cura di Lori Adragna
ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 349 4945612
luciofab29@gmail.com
http://mondriansuitegallery.blogspot.it/
Dal 03 Settembre 2015 al 19 Settembre 2015

Giovedì 3 settembre 2015 alle ore 19.00 Mondriansuite Gallery inaugura la sua stagione espositiva con la personale di Tiziana Cera Rosco “In principio era il volto”. L’evento fa parte della rassegna “DUENDE//l’oscura energia dei corpi”, ideata e curata da Lori Adragna, che metterà in scena tra settembre e ottobre le opere e le azioni performative di: Tiziana Cera Rosco – Ginevra Napoleoni & Massimiliano Siccardi – Francesca Romana Pinzari. 4 artisti/performer accomunati dall’insopprimibile bisogno di spingersi oltre i confini di sé e di esprimere le proprie interiorità attraverso molteplici media: dalla poesia alla danza, dalla fotografia alla videoarte, dall’installazione alla pittura, utilizzando il corpo -vissuto come luogo di sperimentazione- per stabilire un ponte elettrico con lo spettatore. È in loro, quell’ineffabile oscura energia che si risveglia nell’inconscio nel momento creativo: il lorchiano duende*. Quel carisma che “ha bisogno dei cinque sensi e di abitare nel sangue – quel fluido inafferrabile, quintessenza dell’arte. Che scaturisce dalle profondità telluriche, attraversa il corpo e dal corpo promana – respingendo le geometrie apprese, rompendo gli stili*. Ecco allora che l’arte, oltre le qualità materiali, si fa emozione, visione condivisa presenza che impregna lo spazio, fa vibrare l’aria, fagocita I sensi determinando una sorta di rivelazione e di sovvertimento, uno stato di sospensione e di assoluto.Continue Reading..

15
Ago

Micaela Lattanzio. Fragmenta _ retrospezioni visuali

Micaela Lattanzio. Fragmenta- Retrospezioni Visuali

SOLO SHOW

4 settebre 2015 h 18,00

Bi Box Art Space

Fragmenta _ retrospezioni visuali presentata quest’anno a Mantefalco e New York prosegue il suo tour a Biella. Fragmenta rappresenta una panoramica incentrata sulla nuova produzione espressiva della Lattanzio che sperimenta il suo linguaggio concentrando la sua ricerca sulla frammentazione dell’identità. I lavori, composti su supporto cartaceo, sono il frutto di un minuzioso ritaglio manuale laddove l’immagine si trasforma in un intricato mosaico che decostruisce il materiale iconografico di partenza.
L’artista presenta al pubblico il prossimo 4 Settembre, presso la Bi-Box art space di Biella un’inedita selezione di lavori ed un corpus di opere recentemente mostrate alla terza edizione della fiera bolognese SetUp e presso la Ca’ D’oro gallery di New York.
Un’ulteriore dimensione progettuale è rappresentata dalle installazioni site specific che l’artista in questi anni ha esposto, da sottolineare in particolar modo SandCloud un’installazione posizionata su un pavimento di sabbia e il suo intervento intitolato Where have the flowers gone, un’installazione spaziale che ricopre l’intera superficie di una stanza e che consta di ben 7.000 fiori di carta tagliati a mano, realizzata presso il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, un contenitore di differenti matrici artistiche che è stato al centro dell’attenzione mediatica nazionale ed internazionale.

Alessia Carlino

www.micaelalattanzio.com

www.bi-boxartspace.com

BI BOX ART SPACE
Via Italia, 39
Biella
349 725 2121
Art director: Irene Finiguerra

06
Ago

EDWARD BURTYNSKY. Acqua Shock

Per la prima volta in Europa, dal 3 settembre 2015 all’1 novembre 2015, Palazzo della Ragione Fotografia, presenta Edward Burtynsky. Acqua Shock il progetto del fotografo canadese (St. Catharines, Ontario, 1955) dedicato all’acqua.

Il programma di Palazzo della Ragione, il nuovo spazio espositivo di Milano interamente dedicato alla fotografia inaugurato a giugno 2014 nel cuore della città, si arricchisce dell’intenso lavoro fotografico che Edward Burtynsky ha dedicato alla risorsa primaria per eccellenza, l’acqua, alla sua presenza in natura e al suo sfruttamento da parte dell’uomo.

La mostra Edward Burtynsky. Acqua Shock è promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti in collaborazione con Admira e curata da Enrica Viganò.

La rassegna fa parte di Expo in città, il palinsesto di iniziative che accompagna la vita culturale di Milano durante il semestre dell’Esposizione Universale.

Edward Burtynsky, grande interprete della fotografia internazionale, da sempre documenta gli effetti del nostro progresso sul pianeta. Attraverso ricerche approfondite e lunghi viaggi ha scoperto e raccontato realtà solo in apparenza lontane, ma strettamente collegate al futuro del genere umano.

Le risorse naturali sono al centro del suo lavoro e dopo le affascinanti immagini delle cave e la magnifica serie dedicata al petrolio, negli ultimi anni si è rivolto allo studio della primaria fonte di vita sulla terra.

Acqua Shock raccoglie 60 fotografie divise in sette capitoli – Golfo del Messico, Devastazioni, Controllo, Agricoltura, Acquacoltura, Rive, Sorgenti – l’analisi di tutti gli aspetti connessi all’origine e all’utilizzo dell’acqua: dal delta dei fiumi ai pozzi a gradini, dalle colture acquatiche alle irrigazioni a pivot centrale, dai paesaggi disidratati alle sorgenti indispensabili.Continue Reading..

05
Ago

OMAGGIO A Lucio Fontana

Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea
Via Tadino 15 – 20124 Milano
Tel. 02 29 41 92 32 – Fax 02 29 41 72 78
info@fondazionemarconi.org
www.fondazionemarconi.org
Durata della mostra: dal 24 aprile al 31 ottobre 2015
Ingresso gratuito
Ufficio stampa: Cristina Pariset – Tel. 02 4812584 – Fax 02 4812486
cell. 348 5109589 – cristina.pariset@libero.it

“Io buco, passa l’infinito da lì, passa la luce,
non c’è bisogno di dipingere […]
tutti hanno pensato che io volessi distruggere:
ma non è vero, io ho costruito, non distrutto.”
(Da Lucio Fontana e la sua eredità, Skira 2005)

In contemporanea con Expo 2015, la Fondazione Lucio Fontana e la Fondazione Marconi presenteranno nella sede recentemente rinnovata e ampliata della Fondazione Marconi, un omaggio a Lucio Fontana. Per la prima volta in Europa verrà esposta l’opera Concetto spaziale, Trinità nell’allestimento che l’artista stesso elaborò in alcuni disegni del 1966, ma che non riuscì mai a vedere compiuto. La realizzazione di questo desiderio è l’omaggio che le due Fondazioni vogliono dedicare all’artista. Concetto spaziale, Trinità (1966) è un’opera imponente nella produzione di Fontana sia per le dimensioni (2 x 2 m ognuno dei tre elementi) sia per la lucida e rigorosa composizione che rimanda, attraverso la purezza del monocromo bianco, a una dimensione di infinito. Disseminato da una teoria di buchi, come segno di una gestualità elementare, il trittico rappresenta una personalissima riflessione dell’artista, laica e poetica, sull’assoluto. L’allestimento dell’opera raffigurato dall’artista in un disegno-progetto del 1966, anch’esso esposto per l’occasione, è qui fedelmente realizzato. Le tele monocromatiche, messe in risalto dai teli di plastica azzurra, sono appese a partire dal soffitto e racchiuse entro uno spazio scenico di 17 metri, che rimanda a una dimensione di purezza e di spazialità assoluta. Un nucleo di opere comprese tra il 1951 e il 1968 completa l’omaggio all’artista e offre un’idea della sua amplissima attività creativa, capace di spaziare tra la figurazione e le istanze più astratte, sperimentando le potenzialità di tecniche e materiali sempre nuovi. Tra queste figurano il “gesso”, Concetto spaziale del 1957, il Concetto spaziale del 1953 dalla serie delle “pietre”, il “taglio” Concetto spaziale, Attese del 1964; una selezione di grandi “teatrini”, 1965, alcune “carte assorbenti” e le sculture in metallo laccato dal titolo Concetto spaziale, del 1967. In tutte queste opere riconosciamo l’autenticità e la forza creativa del gesto di Fontana, sia esso impresso nella matericità del “gesso”, modellato attraverso le forme dei “teatrini” oppure minimale e netto come nella purezza dei “tagli”.

Immagine: Lucio Fontana Concetto spaziale, Attese, 1964 idropittura su tela 81 x 100 cm Fondazione Lucio Fontana, Milano © Fondazione Lucio Fontana

Fondazione Marconi
Arte moderna e contemporanea
via Tadino 15, 20124 Milano
Tel. +39 02 29 41 92 32
Fax +39 02 29 41 72 78 – info@fondazionemarconi.org
Orario:
martedì – sabato
10 – 13 e 15 – 19

Orario estivo:
dal 29 giugno all’11 settembre 2015:
lunedì – venerdì, 10 – 13 e 15 – 19

chiuso dall’8 al 23 agosto

 

03
Ago

Swinging Sixties London

This summer, Foam presents Swinging Sixties London – Photography in the Capital of Cool. The thematic group show immerses visitors in the dazzling London of the sixties, an era bursting with possibilities.

The presentation touches upon all of the remarkable developments in and around photography at the time: fashion, celebrities, music, magazines, design and social change. In the exhibition, Foam brings together the work of iconic photographers of the sixties – who in their heyday were often as famous as the stars in front of their cameras. Featuring work by Terence Donovan, Brian Duffy, John French, Norman Parkinson, James Barnor, John Hopkins, John Cowan, Eric Swayne and Philip Townsend.

International Epicentre

In the mid-1960s, the capital of England stood for everything hip, fashionable and cool. In April 1966, America’s Time Magazine even dedicated a complete issue to London: ‘the Swinging City’. “Ancient elegance and new opulence are all tangled up in a dazzling blur of op and pop,” writes Piri Halasz in the legendary cover story. This period in London’s history represents the transformation the capital underwent in the decennia after the war, from a grim, shattered city to an international and lively epicentre for style, culture and fashion.

Decade of Growth

The Swinging Sixties marked the birth of the superstar, the fan and the individual, but also saw an economic growth which resulted in extensive democratization. From now on, fashion and leisure were available for many more people. attitudes among the younger generation changed, too. In the sixties, the free-spirited baby boomers rebelled against the conservative post-war culture of their parents. These were the golden days for music, design, fashion and style, and it was in London where models became superstars. Pop stars grew even bigger, with bands like The Kinks, The Rolling Stones and The Beatles defining the sound of the sixties.Continue Reading..

03
Ago

Alfredo Pirri. All’Orizzonte

Alfredo Pirri
All’Orizzonte
A cura di Arabella Natalini

Vernissage 8/08 – 2015 ore 19.00

Date Mostra 9/08 – 10/10 – 2015

Orari di apertura
Tutti i giorni dalle ore 10 – 13 & 17 – 24

Galleria Eduardo Secci Contemporary
Via P. Eugenio Barsanti 1 – 55040 Pietrasanta

La galleria Eduardo Secci Contemporary è lieta di annunciare l’inizio della collaborazione con Alfredo Pirri presentando due nuove mostre personali dell’artista ed un progetto site specific.
Le esposizioni, rispettivamente ideate per le gallerie di Pietrasanta (Via P. Eugenio Barsanti, 1) e di Firenze (Via Maggio 51R), riflettono l’attenzione costante di Alfredo Pirri per lo spazio di confine tra arte e architettura.
La mostra di Pietrasanta presenta una serie di lavori su carta dove, a partire da un supporto bidimensionale, l’artista sviluppa degli “spazi di luce” che vivono in un’atmosfera sospesa, atemporale, in continuo spostamento tra le diverse dimensioni fisiche.
Nella loro difformità, cronologica e di formato, Acque (2007), Croce (2014) e Pieghe (2014) danno vita a un insieme armonico e coerente che tratta la superficie pittorica come elemento prettamente spaziale, una “rappresentazione” di significati che evoca, per sottrazione, elementi e immagini.
La personale che verrà ospitata nella sede di Firenze della galleria prenderà le mosse da un analogo interesse presentando però opere di dimensioni e tipologie diverse. Pur mantenendo saldamente la vocazione pittorica, nel corso degli ultimi anni l’artista si è dedicato a progetti con una forte matrice architettonica, realizzando numerose installazioni site-specific e collaborando in diverse occasioni con architetti.
I frutti di queste proficue collaborazioni sono stati di recente esposti in una mostra-studio (tenutasi alla British School of Rome) e costituiscono il nuovo punto di partenza per la prossima personale fiorentina, dove verrà presentata un’ installazione inedita che pone in relazione gli ambienti della galleria con quelli dello spazio di lavoro di artista, affiancata da una serie di lavori a parete.
Nello stesso periodo, in occasione del Festival “Firenze Suona Contemporanea” sarà presentata sempre a Firenze, nel cortile del Museo Novecento, una grande installazione dal titolo Passi Museo Novecento – 2015 in collaborazione col musicista Alvin Curran.
Ognuno di questi luoghi verrà trattato in modo singolare ma in tutti è evidente la costante attenzio- ne che l’artista rivolge alla struttura, ai materiali, al colore, alla luce e alla sua rifrazione.
I disegni “atti di immaginazione” traspongono su carta una visione evocativa dei diversi spazi, caratterizzati da particolari accostamenti materici e cromatici.
“E’ architettura il prevedere come la pittura si possa espandere nello spazio fino a costruire un luogo” (Alfredo Pirri).Continue Reading..

31
Lug

Nino Migliori. Zooforo immaginato

Una mostra di fotografie incentrate sull’opera dell’Antelami. Un lavoro particolare, realizzato a lume di candela nell’anno europeo della luce.
a cura di Roberto Maggiori e Piero Orlandi

Una mostra di fotografie di Nino Migliori, incentrate sullo Zooforo dell’Antelami, che saranno esposte nello Spazio Lavì’ di Sarnano, località turistica di cui ricorre quest’anno l’anniversario della nascita del comune, nel 1265 quando il lavoro dell’Antelami era stato terminato solo da qualche decennio.

Un omaggio alle opere del romanico in un borgo medievale, nell’anno europeo della luce, trova così, con questo particolare lavoro di Nino Migliori realizzato a lume di candela, una felice manifestazione.

Per l’occasione sarà realizzato dall’Editrice Quinlan un libro d’artista in una tiratura limitata di 180 copie numerate e firmate da Migliori, stampato in un raffinato bianco e nero, su carta Fedrigoni Tintoretto Gesso.

Estratto del testo in catalogo, scritto da Roberto Maggiori:
All’interno di qualsiasi immagine la luce è fondamentale per orientare lo sguardo, creare gerarchie di significati o per conferire alla struttura un’ambientazione naturalista piuttosto che espressionista, per porre l’accento sulla realtà esterna oppure su una visione intima; windows e mirrors, sintetizzava argutamente Szwarkowski.

Leonardo dedicò il codice G al tema della luce, evidenziando, tra l’altro, come il semplice spostamento di due candele modificasse sostanzialmente la percezione di un drappo attraverso infinite variazioni chiaroscurali. L’attenzione alla luce (e all’ombra) con l’instancabile curiosità di sperimentare, sono le principali caratteristiche che hanno contraddistinto il genio di Vinci e proprio a Leonardo, Nino rende omaggio con questo Zooforo immaginato quando decide la tecnica da utilizzare per fotografare le formelle dell’Antelami disposte nel periplo esterno del battistero di Parma.

La luce e la sperimentazione non sono gli unici fili conduttori che ritroviamo nella produzione di Migliori, Nino alterna infatti con indifferenza tecniche e iconografie (dal figurativo all’astratto), ma il suo interesse è sostanzialmente convergente verso concetti così riassumibili: l’azione della natura, la memoria storica, la stratificazione dei segni che connotano le diverse culture (dalle manifestazioni vernacolari a quelle autoriali), la registrazione di tracce che stimolino l’immaginazione piuttosto che la percezione ordinaria, una gestualità istintiva.
Queste caratteristiche sono rintracciabili anche nel lavoro dedicato al bestiario scolpito dall’Antelami, un lavoro che non è la semplice documentazione di un monumento storico, ma una interpretazione autoriale; le poetiche dell’Antelami e di Migliori si compenetrano, essendo la prima fortemente mediata dallo sguardo del secondo.Continue Reading..

30
Lug

Letizia Battaglia. Qualcosa di mio

Il percorso fotografico raccoglie sguardi e gesti quotidiani di donne e bambine, catturati nella crudezza del bianco e nero, in una Sicilia fuori dal tempo, eppure oggi inconfondibile.

A cura di Alberto Stabile e Laura Barreca

La mostra Qualcosa di mio, pensata e realizzata attraverso le suggestioni di Letizia Battaglia, raccoglie immagini di donne, bambine, i loro sguardi, i gesti quotidiani catturati nella crudezza del bianco e nero in una Sicilia fuori dal tempo, eppure oggi inconfondibile. Come scrive Alberto Stabile, “In quella Palermo che Letizia Battaglia ha fotografato nell’arco di tempo che va dalla metà dei ‘70 alla fine degli ‘80, di quella catena che ha immobilizzato la città alla logica della violenza e del malaffare, salvo rare eccezioni, le donne rappresentavano l’anello più debole. Donne inchiodate ad un ruolo primordiale, come le “spose bambine”, di cui parlava in quegli anni Mario Farinella in una sua memorabile inchiesta sui quartieri poveri. Donne tuttofare. Donne cui è negato il sorriso, il gioco, la felicità”. Soprattutto l’attenzione per l’infanzia, quello stato di purezza fragilissimo, e per questo temporaneo, nella carriera di Letizia Battaglia funziona come contraltare, o redenzione, al tanto, troppo dolore impresso negli scatti che l’hanno accompagnata negli anni di piombo a Palermo. Quella Palermo che lei stessa sente malata, e con cui ha intessuto un lunghissimo rapporto di “rabbia e di dolcissima disperazione”.Continue Reading..