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04
Ott

Alessandro Bernardini. Fragile

Domenica 8 ottobre 2017 dalle ore 16.00, presso la Cannoniera della Fortezza del Girifalco a Cortona, inaugura la mostra dal titolo Fragile, personale di Alessandro Bernardini a cura di Tiziana Tommei. L’evento, patrocinato dal Comune di Cortona, si inserisce nell’ambito della programmazione 2017 relativa all’arte contemporanea in Fortezza, è organizzato da Art Adoption, associazione attiva nella promozione e diffusione dell’arte contemporanea, e presentato dall’associazione OnTheMove. La mostra è stata realizzata grazie al supporto tecnico di Self Fioa.

Fragile è il titolo del progetto site-specific ideato da Alessandro Bernardini per lo spazio che lo ospita, la Cannoniera della Fortezza del Girifalco. Il concept è già dichiarato attraverso la scelta dell’immagine simbolo, Strike. Una sfera lucida e specchiata che, rievocando l’arma-emblema della cannoniera, viene liberata di qualsivoglia valenza e rimando allo status bellico per divenire oggetto ludico e strumento di scena. L’intera mostra ha come apparente tema la guerra, ma come soggetto reale il gioco. Specificatamente, si mette in scena questo secondo elemento, facendo appello alla negazione del primo. La palla di cannone viene letteralmente svuotata di massa, quindi di significato: da proiettile diviene palla da bowling, assumendo parvenza e leggerezza di un decoro natalizia. In linea con la sfera, le armi non sono presenti, ma rievocate mediante surrogati, fino al paradosso: se un’asse di legno verniciata di bianco mima il profilo sinuoso di un fucile – Arma bianca –  uova intere e non svuotate “diventano” Mine. Il titolo della mostra cita invece l’omonima installazione, Fragile. Essa, al pari di Protezione – opera realizzata a quattro mani con Monica Nofri – prende spunto da un episodio storico: durante la seconda guerra mondiale la fortezza cortonese divenne rifugio di 250 donne, figlie di italiani all’estero. A tale memoria riporta l’assemblage di manichini femminili, mentre la componente umana, introiettata nella composizione mediante performance, definisce il senso della mise en scène. Il progetto sebbene muova dallo spazio, in ultima istanza riduce quest’ultimo a pretesto per avviare una riflessione sul concetto di speranza: ad essa, secondo l’artista, si può giungere solo attraverso il disincanto e la lucida consapevolezza del presente. Il filo spinato si disfa e distendendosi perde gli aculei, liberando da qualsivoglia trincea. Il generale, privo di corpo, abbandona il campo: il suo abito è vuoto e appeso ad una gruccia, mentre le sue scarpe sono divise a metà e dalla spaccatura fuoriesce catrame. Si ricostruisce, impilando i blocchi di cemento l’uno sull’altro – Componili –  e non lasciandosi abbattere dallo spettacolo di macerie, mentre sul versante spirituale, si rende manifesta con le opere C. R. e Imma-colata la presenza del divino, sofferente e segnato, ma perennemente forte e potente.Continue Reading..