Category: scultura

11
Set

Daniel Arsham. Fictional Archeology

For the exhibition the artist presents five eroded sculptures of contemporary human figures and body parts and two installations displaying casts of modern artifacts like future archeological finds.

Galerie Perrotin, Hong Kong is pleased to present the tenth exhibition dedicated to American artist Daniel Arsham (b. 1980), which features five eroded sculptures of contemporary human figures and body parts and two installations displaying casts of modern artifacts like future archeological finds.

Following Daniel Arsham’s two previous solo shows at Galerie Perrotin, Paris and Hong Kong – “The Future is Always Now” and “#FUTUREARCHIVE” in 2014 and 2013, respectively – this new exhibition furthers the artist’s current exploration of geological materials that he began using four years ago to give a concrete body to his concept of “Fictional Archeology”. In fact, his travels to Easter Island in 2011, where he spent some time observing archeologists at work in a dig site, provided the creative kernel for this ongoing series. While the archeologists there were pulling past artifacts out of the ground, Arsham came to understand that archeology was also, in a way, a work of fiction. Archeologists need to invent – at least in part – a story to reconstruct a plausible truth for their discoveries. Yet who knows for certain what really happened?

Whatever may have been, storytelling or the account of historical anecdotes, whether true or false, is not what ultimately inspired Daniel Arsham per se. Rather, the artist is interested in infusing his own work with the fictional dimension of archeology. He would like us to imagine that we could travel to the future and look back at his cast relics of the present from a dislocated, curious point of view. For his sculptures of contemporary human figures and modern artifacts to convey this mysterious archeological aura, they must appear as if they really had been buried in the ground for a number of years before being excavated, which the use of geological materials – here mainly selenite, volcanic ash, chalk, and sand – allowed the artist to tangibly and successfully achieve without employing the artificial means of a trompe l’oeil painterly effect. Indeed, the earthen materials appear within his molds the exact same way that they would in nature, which strengthens their believable authenticity. After all, how does the saying go: from dust you were made, and to dust you will return?Continue Reading..

07
Set

Gino Sabatini Odoardi. Pieghe e polvere

Le opere di Gino Sabatini Odoardi, in mostra al PAN di Napoli dall’11 al 28 settembre 2015, hanno tutte un unico scopo: strappare più cose possibile all’oblio.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Napoli, in collaborazione con la galleria Gowen Contemporary di Ginevra, la personale, curata da Maria Savarese, presenta i lavori più recenti dell’artista: sculture, installazioni e disegni che interagiscono attraverso la bianca superficie, sinuosa e fredda, della termoformatura, su cui talvolta si inserisce il nero della grafite, con un’unica interruzione accidentale di una piega rossa.

Una particolare attenzione è rivolta alla città di Napoli cui è dedicata l’installazione creata ad hoc “Senza titolo con polvere”, scaturita da un’intensa giornata al Cimitero Monumentale di Poggioreale, nel cosiddetto “quadrato degli uomini illustri”. Qui trovano sepoltura alcune eminenti personalità della cultura come Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Gaetano Donizetti, solo per citarne alcuni.

Su queste lapidi, semi-ingoiate dalla vegetazione selvatica dove l’abbandono e l’incuria la fanno da padrone, Sabatini Odoardi si china per ridare loro dignità: con fazzoletti bianchi, e con l’intento discreto e silenzioso di sottrarle a quel nulla cui sembrano destinate, l’artista ne rimuove la polvere secolare. Ne uscirà quattro ore dopo stringendo in mano reliquie di cotone “sporche di senso”, come afferma lo stesso artista, che saranno la materia prima per la costruzione dell’installazione in mostra al PAN: gli stracci sono qui innalzati a opere d’arte ed esposti come tele su cui si è dipinto con quella polvere antica.

Oltre alla dicotomia memoria-oblio, centrale nella ricerca di Sabatini Odoardi, sono altri i dualismi su cui si muove l’antologica – morte-vita, fede-agnosticismo, sacro-profano – ed è su questi che si snoda il percorso espositivo. In particolare, sono i progetti Cortocircuiti, che cerca di insinuare il dubbio, rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura, e Tra le pieghe, sculture i cui panneggi raccontano gli innumerevoli risvolti della vita, a definire l’ossatura dell’esposizione.
“Le antitesi – spiega Maria Savarese – attraversano trasversalmente gran parte della sua opera, spesso in bilico tra il sacro e il profano. La ripetizione, altro elemento ricorrente, diventa rituale da sfidare. L’idea seriale amplifica, in una strategia ossessiva e seduttiva al tempo stesso, discorsi e ritmi”. È il caso delle grandi installazioni, come Perdersi dentro un bicchiere d’acqua, 2001, Si beve tutto ciò che si scrive, 2002, o Senza titolo, 2013. In quest’opera 21 stracci che hanno subito il processo della termoformatura, plasmati a mano singolarmente, creano un gioco ritmico e modulare, rotto da un vuoto, un drappo indisciplinato, che si sottrae alla consuetudine e si depone a terra, sfuggendo alla regola dell’armonia.Continue Reading..

07
Set

May Hands. Freschissimi

May Hands
‘Freschissimi’
18 September – 20 October 2015, Opening 17 September 2015, 7pm
T293 Rome

T293 è lieta di annunciare la prima mostra personale dell’artista britannica May Hands. Con il titolo di Freschissimi, la mostra comprende un’installazione e una nuova serie di dipinti e sculture create dall’artista durante la sua residenza estiva nella città di Roma.

L’appropriazione di oggetti urbani estrapolati dal quotidiano ha sempre caratterizzato il contenuto del lavoro di May Hands. Tramite questi materiali, l’artista riflette criticamente sull’ambiente che la circonda con lo stesso atteggiamento di un outsider, sebbene proveniente da una simile cultura di matrice europea. In Freschissimi, questa istanza critica prende la forma di una riflessione personale sui segni visuali del materialismo contemporaneo e dei suoi scenari urbani, e la sua ricontestualizzazione traduce questa riflessione in un’ampia gamma di risultati tutti visibili in questa mostra.

La serie di lavori esposti nella stanza principale della galleria ingloba gli elementi superflui che ricorrono nei nostri quotidiani transiti urbani e rituali di consumo. Qualcosa di così umile e contingente come la carta da imballo per alimenti registra segni e gesti fortuiti e casuali, che provengono sia dall’uso rozzo dei consumatori che dalle azioni e consuetudini della pratica artistica di May. Questi lavori sviluppano ancora di più questo elemento di contingenza e temporalità, anche attraverso l’installazione che li accompagna: la sua struttura, i suoi colori e la forma rispecchia e al contempo ridefinisce i dipinti sul muro opposto.

L’interrogazione sulla vita e il destino degli oggetti, e su come tirare fuori la bellezza da ciò che viene scartato, prende una piega ancora più radicale nell’ultima stanza della galleria. Una nuova serie di sculture è stata creata dai calchi di secchi contenenti gli stessi residui urbani che inabitano anche le tele. Realizzati secondo lo stesso approccio tramite cui sono stati creati i dipinti, benché assumendo forma scultorea, questi lavori introducono l’elemento di casualità in quanto l’attitudine volontariamente approssimativa nel controllare pienamente il processo di modellazione del gesso, e il comportamento dei materiali addizionali, viene perentoriamente esposta negli strati che compongono la scultura.Continue Reading..

31
Ago

FAST / digiuno

FAST / DIGIUNO | PROGETTO ECONOMART DI AMY D ARTE SPAZIO MILANO
Opening 03 settembre h. 18.30

dal 3 al 21 settembre 2015

In mostra opere di: Sasha Meret, Marcin Klocek, Daniele Franzi
Site specific: -Plastica smart 2015-, nanotecnologia e riciclo, a cura dell’I.I.T. (Istituto Italiano di Tecnologia) e della Prof.ssa Athanassia Athanassiou, fisico ricercatrice e responsabile dello Smart Materials Group di Genova

FAST, un progetto per sottrazione nato da un’idea di Anna d’Ambrosio, inaugura il 3 settembre, cronologicamente dopo Memorie di Equilibrio dello scorso marzo, in cui l’elemento acqua si faceva opera di denuncia del famigerato water grabbing.

In mostra per FAST , inedito progetto economART, opere create attorno al tema del digiuno, inteso non solo come provocazione nell’anno di EXPO 2015 (che doveva essere la piattaforma di confronto di idee e soluzioni sull’alimentazione), ma come occasione di riflessione inedita, ricca di possibili interpretazioni rigeneranti.

Quasi tutti i lavori esposti sono stati pensati appositamente per la mostra, mentre altri davano già una lettura personale del digiuno come metafora di altri vuoti e sconfitte.

Scenari totalmente differenti, interpretazioni inedite e inattese del contemporaneo: un punto di vista fuori dal coro sul tema del cibo.

FAST pone il cibo come sottraendo dell’esposizione artistica, in cui i rimandi a tematiche sociali, culturali ed economiche sono tutte declinate alla sconfitta dell’umanità, proprio come su un campo di battaglia nel giorno della riflessione postuma.

La rinascita, quella proposta da FAST, passa dalla scoperta scientifica, proposta rivoluzionaria di nuove scoperte e interpretazioni, a soluzioni nuove per uno spiraglio etico di esistenza.
L’economART di Amy D Arte Spazio lo fa con l’arte responsabile degli artisti in mostra.

Ciò che resta saranno macerie, tumuli, disgregazioni laceranti e strazianti, ma anche una nuova speranza fatta, come dopo un lungo digiuno, di odori forti senza matrici, trasformazioni entropiche dello scarto declinato da rifiuto organico da macero.

Anna d’Ambrosio

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28
Giu

FISAD 2015 – Primo Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design

L’Accademia Albertina di Belle Arti
in partnership con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
presenta

Il senso del corpo
FISAD 2015 – Primo Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design
Torino, 1 – 26 luglio 2015

Prima edizione del Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e di Design – FISAD 2015, che offre un panorama unico sullo stato dell’arte giovane e quindi sul suo futuro, in Italia e nel mondo. Il tema del festival è “Il senso del corpo”.

“The sense of the body”: questo è il tema scelto per la prima edizione del Festival Internazionale delle scuole d’arte e di design.
Nell’anno in cui Torino è la Capitale Europea dello Sport il tema disegna un ponte tra il progetto sportivo della Città e le attività che si svolgono in una scuola d’arte.

Saranno tre le grandi mostre dedicate al rapporto tra arte, corpo, sport:

La prima, che trae il titolo proprio dal tema del Festiva, “Il senso del corpo – The sense of the body” si svolgerà durante tutto il mese di luglio nell’Accademia e nella Pinacoteca Albertina. Alcune sezioni dell’esposizione saranno collocate nella Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nel Museo Ettore Fico, nel foyer dell’Auditorium RAI: circa 320 opere di altrettanti giovani artisti provenienti dalle scuole partecipanti.

La seconda intitolata: “Elogio della mano – Disegni anatomici dall’Accademia di San Pietroburgo” verrà ospitata nella Pinacoteca Albertina ad agosto. L’esposizione raccoglierà i capolavori degli studenti dell’Accademia di San Pietroburgo dedicati al tema del corpo e del movimento, realizzate con le tecniche della grande tradizione classica che trova in quell’Accademia la sede ideale.

“DE ARTE GYMNASTICA – Esercizio fisico e gioco nella rappresentazione artistica” questo il titolo della terza esposizione. Verrà inaugurata il 9 settembre e sarà visitabile sino al 15 novembre.Continue Reading..

13
Giu

Fondazione Prada. Progetti in corso

Robert Gober e Thomas Demand hanno creato installazioni site-specific in dialogo con le architetture industriali dei nuovi spazi. Opere dalla Collezione Prada sono presentate in due mostre tematiche. Due progetti espositivi analizzano rispettivamente i temi della serialità e della copia nell’arte classica e della riproduzione in piccola scala della statuaria greco-romana dal Rinascimento al Neoclassicismo.

La nuova sede della Fondazione Prada aprirà a Milano sabato 9 maggio 2015. Le giornate di anteprima si svolgeranno da sabato 2 a venerdì 8 maggio. Parallelamente ai nuovi spazi di Milano, rimarrà attiva la sede di Venezia nel palazzo settecentesco di Ca’ Corner della Regina. Da maggio e nel corso dell’estate 2015 i due spazi saranno idealmente uniti da due mostre di arte antica a cura di Salvatore Settis.

La nuova sede di Milano, progettata dallo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas, espande il repertorio delle tipologie spaziali in cui l’arte può essere esposta e condivisa con il pubblico. Caratterizzata da un’articolata configurazione architettonica che combina edifici preesistenti e tre nuove costruzioni, è il risultato della trasformazione di una distilleria risalente agli anni dieci del Novecento. Situato in Largo Isarco, nella zona sud di Milano, il complesso si sviluppa su una superficie totale di 19.000 m2, di cui 11.000 m2 saranno utilizzati per le attività espositive. L’edificio all’entrata del nuovo centro accoglierà il pubblico con due spazi nati da collaborazioni speciali: un’area didattica dedicata ai bambini e sviluppata con gli studenti dell’École nationale supérieure d’architecture de Versailles; e un bar ideato dal regista Wes Anderson che ricrea l’atmosfera dei tipici caffè di Milano.

In occasione dell’apertura della nuova sede di Milano, la Fondazione Prada presenterà una pluralità di attività. Robert Gober e Thomas Demand realizzeranno installazioni site-specific in dialogo con le architetture industriali e con i nuovi spazi. Roman Polanski (dal 21 maggio) esplorerà le suggestioni cinematografiche che hanno ispirato i suoi film in un progetto che si tradurrà in un documentario inedito e in una rassegna cinematografica. Selezioni di opere dalla Collezione Prada saranno presentate in esposizioni tematiche. Le mostre “Serial Classic” (9 maggio al 24 agosto 2015), a Milano, e “Portable Classic” (9 maggio – 13 settembre 2015), a Venezia – curate da Salvatore Settis, in collaborazione con Anna Anguissola e Davide Gasparotto – completeranno il programma. I due progetti espositivi, il cui allestimento è ideato da OMA, analizzano rispettivamente i temi della serialità e della copia nell’arte classica e della riproduzione in piccola scala della statuaria greco-romana dal Rinascimento al Neoclassicismo.

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01
Giu

Bruce Nauman

Gagosian Paris is pleased to present key works by Bruce Nauman spanning three decades.

Since the 1960s, Nauman’s radical interdisciplinary approach has challenged conventions while producing new methodologies for creating art and meaning. His rigorous, ascetic engagement with the existential dichotomies of life/death, love/hate, pleasure/pain has embraced performance, video, holography, installation, sculpture, and drawing. From the attitudes and forms of his Post-Minimalist and Conceptual work to his most recent sound installations, persistent themes and ideas appear: the use of the body as material; the relationship between image and language, art and viewer; and the generative interaction of positive and negative space.

William T. Wiley or Ray Johnson Trap (1967) is an early example of Nauman’s resourceful and at times afflictive manipulation of the body. During a visit to his former professor William T. Wiley’s home, a bundle of mail art by Ray Johnson arrived. Nauman arranged the odds and ends sent by Johnson—shoelaces, a scarf, a matchbook—around Wiley’s body as he lay on the floor; when Wiley arose, he photographed the peculiar silhouette. What appears to be a snapshot of strewn accoutrements is in fact a fleeting “trap” in which he engages two of his conceptual forebears.

In Audio Video Piece for London, Ontario (1969–70), Nauman uses a closed-circuit television, a camera, and an audio recording to confuse sensory perception. The television broadcasts images of an adjoining room. Rhythmic noises emanate from the inaccessible space, prompting the question of why it appears completely empty on-screen. Conceived a decade later, the geometric steel sculpture Dead End Tunnel Folded into Four Arms with Common Walls (1980–87) similarly conveys disconnection and miscommunication. The “dead ends” represented by a floor-bound steel cross provide a primitive architectural maquette for a dysfunctional space, echoing Nauman’s Corridor installations of the 1960s and 1970s, in which viewers encountered disorienting passages leading to nowhere.Continue Reading..

30
Mag

Tony Cragg

Tony Cragg
29 May – 18 September 2015

LISSON GALLERY
Via Zenale 3, Milan

Tony Cragg’s first exhibition at the Lisson Gallery Milan consists of several new sculptures in bronze, wood and stone. Alongside these are a number of works on paper. The upright sculptures in the gallery are the result of complex internal formal constructions and geometries that give rise to outer forms that we can recognise, have associations with and give names to. Cragg’s complex polymorphic sculptures reveal aspects of the relationship between the rational internal dynamic of materials and our subjective response to material forms. For Cragg this is not only the essence of all sculpture, but of all our experiences in the world as well. His work is full of movement, growth, dynamism and a sense of wonder at the seemingly unlimited possibilities of sculptural form.

Cragg exhibits two larger bronze and marble works – Over the Earth and First Person, the latter outside the gallery. In these works, Cragg looks not only to nature and the forces of energy found in the organic world, but he also references an enhanced and extruded reality as experienced through technology and the multiple perspectives afforded to us by the pace and prisms of modern life.

Several of the works at Lisson Gallery Milan have close corollaries with seven of Cragg’s sculptures being exhibited concurrently at the Duomo di Milano (as part of the Milan Expo, until 31 October). The centrepiece of his collaboration with the Duomo is a work in the Duomo entitled Paradosso (Paradox), seemingly inspired by the golden statue of the Madonnina (Little Madonna), which sits atop the uppermost spire, traditionally marking Milan’s highest point. Cragg’s exhibition on the roof terraces of the Duomo presents a further six monumental sculptures, that jostle with the static gothic architecture and the Milanese skyline.Continue Reading..

16
Mag

Lucilla Catania / Lucia Rotundo. Tra le pieghe del sacro

La scultura in queste opere manifesta anche uno stato ideale della materia, la quale, per attingere a ciò che in noi è piu’ alto, entra in dialogo con il sacro.
a cura di Paolo Aita

Sabato 16 maggio p.v. nel Centro Internazionale di ricerca per la Cultura e le Arti Visive Vertigo Arte di Cosenza avrà luogo l’ inaugurazione della mostra, intitolata, Tra le pieghe del Sacro. Due presenze femminili nell’arte contemporanea: Lucilla Catania / Lucia Rotundo.

La mostra, curata dal critico prof. Paolo Aita, ospita le opere realizzate site specific da Lucilla Catania e da Lucia Rotundo due note artiste italiane appartenenti a generazioni, formazioni, geografie e linguaggi artistici diversi, accomunate in questa mostra per una particolare sensibilità alla visione del sacro. «Troviamo nelle opere delle due artiste – scrive il critico nella presentazione in catalogo – un particolare raccoglimento che si condensa in forme geometriche ideali.
La scultura in queste opere manifesta anche uno stato ideale della materia, la quale, per attingere a ciò che in noi è più alto, superiore, entra in dialogo con il sacro.
Le forme pure di Lucilla Catania in genere manifestano una formatività che, al di là della materia, si rapporta dialetticamente, concretamente, con la natura. In questa installazione, al contrario, tutto è rastremato, essenzializzato, tendendo ad eliminare qualsiasi parvenza di umano, aspirando a un dialogo col divino. Vengono utilizzate le forme geometriche anche per denotare lo sforzo di allontanamento dal sensibile, dunque arrivare a ciò che è ideale, e portare l’umano a un livello che non abbia più contatti col quotidiano.(…)
L’essenziale incontra la trasparenza nell’opera di Lucia Rotundo. Ferma restando l’aspirazione al bello, positivamente cercata attraverso la forma, con un senso di pace nell’aver trovato il mezzo opportuno per coniugarlo in umani volumi, in Lucia Rotundo tutto tende all’essenza. Rimane dunque la bellezza, a dare indici esatti ed eterni per articolare il dialogo col divino. Ma la tensione non è verso la definizione, ma verso una spoliazione sempre più riuscita, nella quale non rimanga niente dell’umano, e tutto venga trasfigurato diventando divino.(…)».

Accompagna la mostra un significativo catalogo realizzato dalle Edizioni Favia, per la Collana di Arte Contemporanea, “Arte, Territorio e Società”, contenente testo del curatore, apparato iconografico e note bio-bibliografiche sulle artiste.

Inaugurazione 16 maggio

Vertigoarte
via Rivocati, 63 Cosenza
ingresso libero

LUCILLA CATANIA E LUCIA ROTUNDO
dal 16 maggio al  22 giugno 2015

16
Mag

Jan Fabre, Tribute to Hieronymus Bosch in Congo (2011-2013)

April 15 – May 23, 2015

Wetterling Gallery is delighted to present the international and renowned artist Jan Fabre, exhibiting for the first time at a Swedish gallery.
Opening reception Tuesday, April 14, 6-8 pm.
The exhibition is on view at until May 23, 2015.

The exhibition, Tribute to Hieronymus Bosch in Congo (2011-2013), is a dedication to the Dutch artist Hieronymus Bosch. Fabre shares Bosch’s fascination for subjects like death, malice and desire, which Jan Fabre depicts in a symbolic way in his artworks.

On display are grand mosaic artworks in fantastic colors – a spectrum of vivid green, glimmering gold, to deep blue. Looking more carefully at the shimmering artwork you realize that they are made out of thousands of beetle wings, creating patterns and symbols. The exhibition is an artistic and critical reflection on the Belgium’s colonial past and the horrific slavery that took place in Congo during the reign of Leopold II (1885-1908).

Jan Fabre
Jan Fabre, born in Antwerpen 1958, occupies different media and multifaceted practices as an artist; theatre director, film maker, choreographer, author and visual artist.

Jan Fabre has continuously been working with beetle wings and one of his most remarkable oeuvres is the “Heaven of Delight” for the Royal Palace of Belgium in Brussels, 2002. Commissioned by the Queen Paula of Belgium, Fabre created a monumental ceiling painting in the Colonial Hall, an artwork consisting of 1,6 million beetles created by the assistance of 25 co-workers working full-time for several months.

Another of Fabre’s most comprehensive works is the series The Years of the Hour Blue, drawn with blue ballpoint bic-pen made during a period of 15 years.

Jan Fabre has exhibited at numerous galleries around the world, at the Louvre, Paris, MAXXI Museum, Rome, Kunsthistorisches Museum, Vienna and at the Venice Biennial. Fabre has created gigantic sculptures in marble, bronze, sculptured portraits of himself, made numerous public works, and his own theatre company Troubleyn continuously tours his performances.

Image: Skull with Cote D’Or Insignia (2013)

WETTERLING GALLERY
Kungsträdgården 3 Stockholm
info@wetterlinggallery.com
www.wetterlinggallery.com