Category: pittura

02
Set

Giovanni De Lazzari. Giorni segreti

Giovanni De Lazzari
Giorni segreti

a cura di Sveva D’Antonio
Inaugurazione Venerdì, 18 Settembre 2015, ore 18.00

fino al 25 ottobre 2015

SYSON gallery è lieta di presentare Giorni segreti la prima mostra personale di Giovanni De Lazzari in Inghilterra, negli spazi della galleria SYSON di Nottingham. In mostra un gruppo di lavori recenti realizzati utilizzando il disegno, la pittura e la scultura.

De Lazzari sceglie come linguaggio privilegiato il disegno, dimostrando che la fisicità dell’opera non è attributo esclusivo delle opere tridimensionali. La delicatezza dei suoi disegni, l’ossessione per il dettaglio, riempie e condiziona infatti lo spazio dove sono collocati, mettendo in ‘scena’ una serie di emozioni e suggestioni legate all’immaginario dell’artista, da sempre espressione della sua visione intima della cose.

Nella mostra Giorni segreti i soggetti dei disegni appartengono per lo più al mondo naturale, sia esso vegetale o animale. La natura è utilizzata come simbolo, specchio della vita umana. Le linee complesse di certi fiori e piante ci rimandano al misterioso intreccio di alcuni nostri organi vitali. Ad esempio le rose sono “vittime” di tagli mediani che l’artista compie per studiarne il corpo interno, la fragilità e la loro complessa delicatezza.

I fiori non sono le uniche cavie di cui De Lazzari si serve nel sue opere. Rami spezzati e poi ricuciti, foglie strappate e ricomposte in una nuova e più complessa mappatura compaiono sulla carta dei suoi disegni; sono piccoli elementi di una natura delicata e misteriosa. L’attenzione è per il dettaglio, per il piccolo particolare che genera un’immagine nell’immagine. Una piccola frattura o una ferita nel tronco di un albero, aldilà della loro rappresentazione formale, rimanda a significati più complessi, immediatamente riconducibili a dinamiche di tipo psicologico.

Nella seconda parte della mostra è presente una grande scultura, Imago, che assume la forma di un tavolo e un piccolo collage tridimensionale realizzato con carta e immagini provenienti dall’archivio personale dell’artista.

Imago racconta perfettamente l’immaginario di De Lazzari e il suo modus operandi. Il piano del tavolo è “occupato“ per lo più dal vuoto di uno spazio bianco che diventa elemento significante, mentre i limiti esterni, gli angoli, sono teatro della rappresentazione e luogo ‘marginale’ dove collocare le immagini. In questo caso si tratta di piccoli dipinti legati alla vita degli animali, dall’atmosfera ancestrale, quali larve e mammiferi che allattano, che riportano all’origine della vita. I soggetti degli interventi a margine vivono nel dialogo tra di loro e nell’associazione reciproca diventano una presenza ambigua. Il risultato finale è il cortocircuito e la disarmonia fra il bianco vuoto del piano del tavolo e gli spigoli in cui si concentra la rappresentazione.

La piccola scultura di legno con le sue stratificazioni d’immagini contiene all’interno, quasi come se fosse uno scrigno della sua mente, le fantasie ricorrenti dell’artista.

Guardando la composizione della scultura, l’opera appare divisa in scomparti che s’incastrano; anche in queste piccole dimensioni lo spazio è fondamentale, perché crea ancora una volta una serie di associazioni e un dialogo aperto a diverse possibili interpretazioni.Continue Reading..

31
Ago

Le Onde: Waves of Italian Influence (1914–1971)

“Le Onde: Waves of Italian Influence (1914–1971)” è in mostra al museo Smithsonian’s Hirshhorn Museum and Sculpture Garden. Questa mostra di circa 20 opere della collezione del museo segue il contributo italiano apportato all’astrattismo mondiale, attraverso movimenti e tendense quali il futurismo e lo spazialismo.

Hirshhorn Museum
700 Independence Ave SW
Washington, DC 20560

Informazioni

dal 23 agosto al 3 gennaio 2016

Organizzato da: Hirshhorn, Embassy of Italy, Italian Cultural Inst

Ingresso: Libero

Immagine: Giovanni Anselmo. Invisible, 1971

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31
Ago

Anselm Kiefer. I Sette Palazzi Celesti, 2004/2015

Dal 25 Settembre 2015 – Installazione permanente

Anselm Kiefer
I Sette Palazzi Celesti, 2004/2015

La mostra
Lo spazio che ospita l’installazione permanente de I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, inaugurata nel 2004 in occasione dell’apertura di HangarBicocca, si arrichisce di cinque nuove opere pittoriche di grandi dimensioni dell’artista. Prodotte tra il 2009 e il 2013 le tele convivono con l’unicità dell’installazione e ne ampliano i significati. Anselm Kiefer (1945, Donaueschingen, Germania) è uno di più importanti artisti tedeschi nel panorama contemporaneo.

Foto Agostino Osio. Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milano

Fondazione HangarBicocca

Via Chiese 2
20126 Milano

T (+39) 02 66 11 15 73
F (+39) 02 64 70 275
info@hangarbicocca.org

27
Ago

Klee & Kandinsky

EXHIBITIONS
19/06—27/09/15
Klee & Kandinsky

Never before has such an outstanding selection of works from these two masters ever been united in one exhibition.

Paul Klee and Wassily Kandinsky – they are considered to be the “founding fathers” of “classical modernism” and their artists’ friendship to be one of the most fascinating of the twentieth century. Their relationship was shaped by mutual inspiration and support, but also by rivalry and competition – a combination that spurred both of them on in their artistic work. The exhibition “Klee & Kandinsky” traces the eventful history of this artistic relationship over the long period from 1900 to 1940 for the very first time. It draws attention to parallels and similarities as well as differences and distinctions, with an emphasis on their personal and artistic dialogue at the time of the “Blue Rider” and the Bauhaus. The exhibition was created in cooperation with the Städtische Galerie im Lenbachhaus und Kunstbau Munich, where it will be presented from 21 October 2015 to 24 January 2016.

Around 1900
“I can dimly recollect Kandinsky and Weisgerber, who were fellow students of mine. […]. Kandinsky was quiet and mixed the colours on his palette with the greatest diligence and, so it seemed to me, with a kind of studiousness, peering very closely at what he was doing.”
Paul Klee, Autobiographical text for Wilhelm Hausenstein, 1919

“[…] I served Beauty by drawing her enemies (caricature, satire).”
Paul Klee, Diaries I, 1901

“In your works, I sense primeval, bygone things wedded with mystical vibrations of spiritual possibilities for the future.”
Alfred Kubin to Wassily Kandinsky, 5.5.1910

Wassily Kandinsky moves to Munich in 1896 and studies at Anton Ažbe’s private school of painting from 1897 to 1899, and, starting in 1900, at the Kunstakademie (Academy of Fine Arts) in Munich with Franz von Stuck. Paul Klee arrives in Munich in 1898 and initially attends the drawing school of Heinrich Knirr. Beginning in 1900, he also attends Stuck’s painting class, but without getting to know Kandinsky better.

The Blue Rider
“Kandinsky wants to organize a new society of artists. Personal acquaintance has given me a somewhat deeper confidence in him. He is somebody and has an exceptionally fine, clear mind.”
Paul Klee, Diaries III, 1911

“1906 […] I thought I had come into the clear in art when for the first time I was able to apply an abstract style to nature.”
Paul Klee, Autobiographical text for Wilhelm Hausenstein, 1919

“Kandinsky, Wassily – painter, printmaker and author – the first painter to base painting on purely pictorial means of expression and abandon objects in his pictures.” Wassily Kandinsky, “Self-characterisation”, in: Das Kunstblatt, 1919

Kandinsky is a painter from the beginning. The thirteen- year-younger Klee, in contrast, is a very talented draughtsman and assesses his painting abilities very self-critically. Starting in 1909, Kandinsky devises a revolutionary new pictorial language with his abstract, large-format paintings. In 1911, he establishes the artists’ association Der Blaue Reiter along with Franz Marc; he gets to know Paul Klee in the autumn of the year. In May 1912, Kandinsky publishes the Almanach Der Blaue Reiter, in which Klee is represented with a drawing.Continue Reading..

05
Ago

OMAGGIO A Lucio Fontana

Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea
Via Tadino 15 – 20124 Milano
Tel. 02 29 41 92 32 – Fax 02 29 41 72 78
info@fondazionemarconi.org
www.fondazionemarconi.org
Durata della mostra: dal 24 aprile al 31 ottobre 2015
Ingresso gratuito
Ufficio stampa: Cristina Pariset – Tel. 02 4812584 – Fax 02 4812486
cell. 348 5109589 – cristina.pariset@libero.it

“Io buco, passa l’infinito da lì, passa la luce,
non c’è bisogno di dipingere […]
tutti hanno pensato che io volessi distruggere:
ma non è vero, io ho costruito, non distrutto.”
(Da Lucio Fontana e la sua eredità, Skira 2005)

In contemporanea con Expo 2015, la Fondazione Lucio Fontana e la Fondazione Marconi presenteranno nella sede recentemente rinnovata e ampliata della Fondazione Marconi, un omaggio a Lucio Fontana. Per la prima volta in Europa verrà esposta l’opera Concetto spaziale, Trinità nell’allestimento che l’artista stesso elaborò in alcuni disegni del 1966, ma che non riuscì mai a vedere compiuto. La realizzazione di questo desiderio è l’omaggio che le due Fondazioni vogliono dedicare all’artista. Concetto spaziale, Trinità (1966) è un’opera imponente nella produzione di Fontana sia per le dimensioni (2 x 2 m ognuno dei tre elementi) sia per la lucida e rigorosa composizione che rimanda, attraverso la purezza del monocromo bianco, a una dimensione di infinito. Disseminato da una teoria di buchi, come segno di una gestualità elementare, il trittico rappresenta una personalissima riflessione dell’artista, laica e poetica, sull’assoluto. L’allestimento dell’opera raffigurato dall’artista in un disegno-progetto del 1966, anch’esso esposto per l’occasione, è qui fedelmente realizzato. Le tele monocromatiche, messe in risalto dai teli di plastica azzurra, sono appese a partire dal soffitto e racchiuse entro uno spazio scenico di 17 metri, che rimanda a una dimensione di purezza e di spazialità assoluta. Un nucleo di opere comprese tra il 1951 e il 1968 completa l’omaggio all’artista e offre un’idea della sua amplissima attività creativa, capace di spaziare tra la figurazione e le istanze più astratte, sperimentando le potenzialità di tecniche e materiali sempre nuovi. Tra queste figurano il “gesso”, Concetto spaziale del 1957, il Concetto spaziale del 1953 dalla serie delle “pietre”, il “taglio” Concetto spaziale, Attese del 1964; una selezione di grandi “teatrini”, 1965, alcune “carte assorbenti” e le sculture in metallo laccato dal titolo Concetto spaziale, del 1967. In tutte queste opere riconosciamo l’autenticità e la forza creativa del gesto di Fontana, sia esso impresso nella matericità del “gesso”, modellato attraverso le forme dei “teatrini” oppure minimale e netto come nella purezza dei “tagli”.

Immagine: Lucio Fontana Concetto spaziale, Attese, 1964 idropittura su tela 81 x 100 cm Fondazione Lucio Fontana, Milano © Fondazione Lucio Fontana

Fondazione Marconi
Arte moderna e contemporanea
via Tadino 15, 20124 Milano
Tel. +39 02 29 41 92 32
Fax +39 02 29 41 72 78 – info@fondazionemarconi.org
Orario:
martedì – sabato
10 – 13 e 15 – 19

Orario estivo:
dal 29 giugno all’11 settembre 2015:
lunedì – venerdì, 10 – 13 e 15 – 19

chiuso dall’8 al 23 agosto

 

03
Ago

Alfredo Pirri. All’Orizzonte

Alfredo Pirri
All’Orizzonte
A cura di Arabella Natalini

Vernissage 8/08 – 2015 ore 19.00

Date Mostra 9/08 – 10/10 – 2015

Orari di apertura
Tutti i giorni dalle ore 10 – 13 & 17 – 24

Galleria Eduardo Secci Contemporary
Via P. Eugenio Barsanti 1 – 55040 Pietrasanta

La galleria Eduardo Secci Contemporary è lieta di annunciare l’inizio della collaborazione con Alfredo Pirri presentando due nuove mostre personali dell’artista ed un progetto site specific.
Le esposizioni, rispettivamente ideate per le gallerie di Pietrasanta (Via P. Eugenio Barsanti, 1) e di Firenze (Via Maggio 51R), riflettono l’attenzione costante di Alfredo Pirri per lo spazio di confine tra arte e architettura.
La mostra di Pietrasanta presenta una serie di lavori su carta dove, a partire da un supporto bidimensionale, l’artista sviluppa degli “spazi di luce” che vivono in un’atmosfera sospesa, atemporale, in continuo spostamento tra le diverse dimensioni fisiche.
Nella loro difformità, cronologica e di formato, Acque (2007), Croce (2014) e Pieghe (2014) danno vita a un insieme armonico e coerente che tratta la superficie pittorica come elemento prettamente spaziale, una “rappresentazione” di significati che evoca, per sottrazione, elementi e immagini.
La personale che verrà ospitata nella sede di Firenze della galleria prenderà le mosse da un analogo interesse presentando però opere di dimensioni e tipologie diverse. Pur mantenendo saldamente la vocazione pittorica, nel corso degli ultimi anni l’artista si è dedicato a progetti con una forte matrice architettonica, realizzando numerose installazioni site-specific e collaborando in diverse occasioni con architetti.
I frutti di queste proficue collaborazioni sono stati di recente esposti in una mostra-studio (tenutasi alla British School of Rome) e costituiscono il nuovo punto di partenza per la prossima personale fiorentina, dove verrà presentata un’ installazione inedita che pone in relazione gli ambienti della galleria con quelli dello spazio di lavoro di artista, affiancata da una serie di lavori a parete.
Nello stesso periodo, in occasione del Festival “Firenze Suona Contemporanea” sarà presentata sempre a Firenze, nel cortile del Museo Novecento, una grande installazione dal titolo Passi Museo Novecento – 2015 in collaborazione col musicista Alvin Curran.
Ognuno di questi luoghi verrà trattato in modo singolare ma in tutti è evidente la costante attenzio- ne che l’artista rivolge alla struttura, ai materiali, al colore, alla luce e alla sua rifrazione.
I disegni “atti di immaginazione” traspongono su carta una visione evocativa dei diversi spazi, caratterizzati da particolari accostamenti materici e cromatici.
“E’ architettura il prevedere come la pittura si possa espandere nello spazio fino a costruire un luogo” (Alfredo Pirri).Continue Reading..

28
Lug

Uccidendo il chiaro di luna

Uccidendo il chiaro di luna

1 agosto 2015
GALLERIA 33
Pietrasanta

Galleria 33 presenta Uccidendo il chiaro di luna, mostra a cura di Tiziana Tommei e Francesco Mutti.
In galleria opere di Daniela Alfarano, Guglielmo Alfarone, Luca Cacioli, Luca Andrea De Pasquale, Roberta Diazzi, Roberto Ghezzi, Pamela Grigiante, Hemmes, Donatella Izzo, Massimiliano Luchetti, Carla Mura, Francesco Paglia, Luca Palatresi e Stefano Zagaglia.

Nulla di sovversivo e tanto meno intriso di qualsivoglia retaggio futurista.
Semplicemente un nuovo concept set-up di Galleria 33 Pietrasanta, omaggio a tutti coloro che amano l’arte. Il prosieguo di un iter intrapreso lo scorso 4 luglio, un progetto propositivo che si fonda su eterogeneità ed accessibilità. Artisti affermati, non storicizzati: una scelta precisa, voluta e perseguita con crescente convinzione. Pittura, fotografia e sculto–installazione, arte figurativa, informale e concettuale: una selezione di lavori studiata e unita sotto il segno di una ricerca che fonde istinto e conoscenza, passione e costanza.

Inaugurazione sabato 1 agosto dalle ore 19 in Vicolo San Biagio 17 a Pietrasanta.
Cocktail di apertura in partnership con Leuta wine, azienda agricola di Denis Zeni e di Enzo Berlanda operatori finanziati trentini, che nel 1999 scelgono di ritornare alla terra acquistando nel 2000 il podere di Leuta nella zona di Cortona, vicino al Lago Trasimeno e a Montepulciano.
In mostra fino al 30 agosto 2015, aperto tutti i giorni dalle oer 18.30 alle 01.00.

Galleria 33
vicolo San Biagio 17 – 55045 Pietrasanta, Lucca
tel. +39 339 8438565 | +39 349 8342187
mail@galleria33.it
www.galleria33.it

Immagine: Pamela Grigiante, this is not kind of love, 2014

24
Lug

Burri e i Cretti

Una importante mostra monografica sul tema in concomitanza con il restauro e il completamento del Grande Cretto di Gibellina. Le fessure sagomate dal cemento dell’opera di Burri ripercorrono le strade e le piazze della città.

a cura di Bruno Corà

Il Museo Riso di Palermo e la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri propongono una importante mostra monografica sul tema “Burri e i Cretti”, in coincidenza con il completamento del Grande Cretto a Gibellina. Il tutto nell’ambito delle Celebrazioni del Centenario della nascita del grande maestro umbro.

L’esposizione, curata dal professor Bruno Corà, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, resterà allestita nelle sale del Museo Regionale palermitano dal 25 luglio al 15 settembre. In occasione di questo eccezionale appuntamento il Museo riaprirà il primo piano, che è stato oggetto di un attento progetto di riqualificazione realizzato con fondi europei.

Burri si applica ai Cretti a partire dai primi anni Settanta e sino al 1976. Sono superfici che ricordano le fessurazioni delle terre argillose, quando la siccità raggiunge il suo apice. Su superfici di cellotex, quadrate o rettangolari, distende un impiastro di bianco, di zinco e colle viniliche, aggiungendo terre colorate nel caso l’opera dovesse presentare sfumature o colori diversi. Il resto lo affida al processo di essiccamento.

Con l’aumentare delle dimensioni dei Cretti, gli impasti si arricchiscono anche di caolino, oltre che di bianco, di zinco e terre. A garantire la stabilità delle superfici Burri interviene, dopo l’essiccatura, con più mani di vinavil. Giunge a realizzare opere decisamente monumentali come i Cretti di 5 metri di altezza e 15 metri di base per i musei di Capodimonte e di Los Angeles.

L’apice lo raggiunge allorchè decide di creare un enorme sudario sul vecchio abitato di Gibellina, distrutto dal terremoto nel 1968. Il Grande Cretto di Gibellina, diviene una delle più grandi, ma anche simboliche opere, di Land Art mai realizzate.

I lavori per il Grande Cretto furono avviati nel 1985 e interrotti nel 1989. Si era giunti alla copertura di circa 65.000 mq. a fronte degli 85.000 mq. previsti. Il progetto di Burri nelle sue forme riporta la dimensione, le strade, i rilievi della città. Esattamente come un sudario riporta le forme del corpo che avvolge. Le fessure sagomate dal cemento dell’opera ripercorrono le strade e le piazze della vecchia Gibellina, congelandone per sempre non solo la forma ma anche la memoria.

In occasione del Centenario della nascita di Alberto Burri, la Regione Siciliana, il Comune di Gibellina in collaborazione con la Fondazione Palaz­zo Albizzini Collezione Burri ha deciso di completare questa grande opera, senza eguali nel panorama artistico internazionale e di ridare dignità alla parte già realizzata dall’artista.

“La coincidenza del progetto di completamento del Cretto e l’avvio del progetto di restauro curato dal Museo Riso, che accoglie la mostra, afferma il Direttore del Riso Valeria Li Vigni, sono segnali di una nuova attenzione per il Contemporaneo in Sicilia. Sono testimonianza delle attività legate alla valorizzazione della Rete del Contemporaneo che è attivamente promossa dal nostro Museo e sono anche occasioni di approfondimento in un settore di grande interesse qual è quello del restauro del Contemporaneo”.Continue Reading..

14
Lug

Pasquale de Sensi. Male Limbo

Che si tratti di dipinti su grande formato o minuziosi collage su carta, l’attività dell’artista è un continuo prelevare, dislocare, decontestualizzare immagini.

È un ostinato sabotaggio creativo, quello messo in atto da Pasquale de Sensi (Lamezia Terme, 1983). Che si tratti di dipinti su grande formato o minuziosi collage su carta, l’attività dell’artista è un continuo prelevare, dislocare, decontestualizzare immagini altrui, ricomponendole in soluzioni nuove e dalla lettura sempre incerta.

Abile assemblatore di figure -ma ancor prima saccheggiatore di significati- de Sensi attinge in maniera cleptomane dal grande contenitore visivo del reale, sottraendone e rimescolandone ogni frammento fino a formare composizioni in cui gli opposti si incontrano, coabitano e si scambiano di ruolo.

A caratterizzare la ricerca dell’artista è soprattutto una decisa attitudine al collage, inteso come accostamento straniante di elementi visivi diversi. Su di essi de Sensi talvolta interviene con inquieti segni pittorici, conferendo tensione e instabilità alla lettura. Altre volte, invece, il collage si palesa attraverso composizioni minimali, in cui lo spazio delimitato del supporto diviene luogo di sintesi, campo neutro in cui i significati si rincorrono senza alcune soluzione.

Le opere, per lo più su carta, si presentano come paesaggi immaginari inquieti e dalla forte carica lirica, combinazioni visive apparentemente prive di senso eppure inspiegabilmente complete. L’osservatore, sedotto da queste enigmatiche allusioni estetiche, è invitato a cercare corrispondenze ed appigli interpretativi, registrando le possibili combinazioni in un processo di lettura sempre aperto e -per propria natura- fallimentare. Ciò che prevale è piuttosto l’ambiguità completa dell’immagine dominante, con le sue stratificazioni di significati difettosi, incerti ma allo stesso tempo perfetti perché compiuti nell’insieme. Continue Reading..

13
Lug

Omar Galliani … a Oriente

CAMeC
Centro Arte Moderna e Contemporanea
Piazza Cesare Battisti, 1 – La Spezia

Omar Galliani
… a Oriente

a cura di Marzia Ratti
27 giugno – 15 novembre 2015
PROROGATA al 10 gennaio 2016

Con l’importante evento espositivo dedicato a Omar Galliani, il CAMeC affianca alla mostra tratta dalle collezioni permanenti, “Dal disegno al segno”, l’approfondimento del lavoro di un artista che appunto nel disegno ha individuato un territorio preferenziale di indagine, con esiti spiccatamente innovatori e distintivi, nell’impianto concettuale e nella modalità di esecuzione.

A proposito del disegno quale elemento cardinale della sua ricerca, lo stesso Galliani così efficacemente precisa: “ Il disegno è sempre in viaggio con me e nei tanti aeroporti d’Oriente e Occidente su diversi taccuini ho tracciato linee, consumato matite, polverizzato carboncini o sanguigne. Il mio è un disegno impertinente ed esagerato, ha dilatato il segno preparatorio in opera “finita/infinita”. Ha abbandonato il tavolo preferendogli la parete o il pavimento”.

Si tratta di “una mostra incentrata sui lavori scaturiti dalle suggestioni provate nei molti viaggi fatti in Cina e in Oriente, dove l’artista in quest’ultimo lustro si è fatto apprezzare e conoscere esportando il suo linguaggio che, nel segno della contemporaneità più incisiva, veicola anche il retaggio della tradizione classica italiana, filtrato e interpretato ad altissima elaborazione individuale. Continue Reading..