Category: performance

09
Mag

Beat Kuert. FaultLine / TimeLine

Una spaccatura fisica e ideale attraversa lo spazio espositivo; una TimeLine scorre in forma di immagini video lungo tre schermi posti sul pavimento, su cui si affacciano i dipinti.
Una dimora storica nel cuore di Venezia. Trasformata in uno scrigno dove, grazie all’arte contemporanea, spazio e tempo si espandono verso dimensioni altre. Dal 9 maggio al 22 novembre 2015 Palazzo Bembo ospita Beat Kuert in FaultLine / TimeLine, installazione site-specific inserita nel progetto collettivo Personal Structures / Crossing Borders, evento collaterale alla 56esima Biennale d’Arte prodotto dalla Global Art Affairs Foundation e realizzato con dust&scratches pictures and scenes.

Nato come regista cinematografico, sperimentatore delle avanguardie dell’immagine e dei linguaggi di frontiera, Kuert prende possesso di una delle magnifiche sale affacciate sul Ponte di Rialto, astraendola dalla realtà sensibile e plasmandola in forma di scatola onirica, dove le leggi dello spazio e del tempo si piegano a quelle della percezione sensibile, in uno scambio osmotico tra l’opera e lo spettatore. Indugiando su un aspetto di forte e istintiva empatia tra l’immagine e chi ne fruisce; con riferimenti estetici e formali al pittorialismo che, a fine Ottocento, limò le distanze concettuali tra la fotografia e le arti tradizionali.

Beat Kuert agisce sullo spazio reale con un approccio multilayer, che corrisponde alla sua volontà di toccare più tipologie di espressione, nella convergenza tra la mistica orientale e la tradizione post-romantica di matrice mitteleuropea: dipinti di grande formato dalla profonda carica materica e gestuale si sovrappongono creando ipnotici labirinti visuali; gli stessi che seducono e al tempo stesso inquietano nelle video installazioni che dilatano all’infinito lo spazio espositivo.

Una FaultLine, spaccatura fisica e al tempo stesso ideale, attraversa le pareti e il pavimento della sala di Palazzo Bembo in cui agisce Beat Kuert; una TimeLine scorre in forma di immagini video lungo tre schermi posti sul pavimento, su cui si affacciano i dipinti. L’immaginario visuale si orienta sul cinema espressionista tedesco, con particolare riferimento al Metropolis di Fritz Lang, orchestrando un ritratto del presente che nasce dalla critica della società contemporanea; con lo spazio urbano e le sue architetture che si trasformano in quinte teatrali per la rappresentazione del Caos.Continue Reading..

07
Apr

Marina Abromavic. Places of power

This set of works includes the never-before-shown series after which the exhibition as a whole is entitled, produced as a result of a trip Abramovic took to various Brazilian states, between December 2012 and February 2013.

From April 6 through May 16, 2015, Luciana Brito Galeria is presenting the exhibition Places of Power, by Marina Abramović (Belgrade, Serbia, 1946 – lives in New York), a key figure in the worldwide performance art scene. The show will feature about 30 artworks – including objects, photos, graffiti, drawings, video and recordings of performances – that reveal the strong link with Brazil that the artist has been constructing over the last decades. Since 1989, she has visited the country various times, studying crystals and precious stones and their influences on the human body and mind.

This set of works includes the never-before-shown series after which the exhibition as a whole is entitled, produced as a result of a trip Abramović took to various Brazilian states, between December 2012 and February 2013. Researching the borderlines between art and spirituality, the artist went to the state of Goiás, where she visited medium João de Deus and sacred places in the Alto Paraíso area. In Bahia, she attended Candomblé rituals and Nosso Senhor do Bomfim Church, and had experiences with shamanism, ayahuasca and Cariri Xocó Indian rituals. In the state of Minas Gerais, she deepened her knowledge concerning the power of Brazilian minerals.Continue Reading..

26
Mar

Luigi Presicce. Per incantamento

Un percorso tra una selezione di scatti fotografici che documentano le performance più significative dell’artista, con l’intento di raccontare per immagini le tappe che più hanno segnato la sua ricerca performativa.

Dopo essere stato insignito di diversi premi e avere recentemente esposto alla Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive di Pesaro e alla Kunsthalle di Osnabrück (Germania), Luigi Presicce inaugura la sua prima personale alla OTTO Gallery di Bologna. La mostra, dal titolo Per incantamento, è un percorso tra una selezione di scatti fotografici di grande impatto che documentano le performance più significative dell’artista, con l’intento di raccontare per immagini le tappe che più hanno segnato la ricerca performativa di Presicce.

L’artista, formatosi nell’ambito della pittura, ormai da anni sintetizza i risultati dei propri studi nel linguaggio della performance, mettendo in scena tableaux vivant dal carattere metafisico surreale, ricchi di allegorie e allusioni simboliche all’esoterismo, alla religione e alle tradizioni della sua terra, il Salento. Il dato performativo convive in perfetto equilibrio con quello rituale e con la consistente stratificazione di rimandi culturali alla storia dell’arte e a personaggi e avvenimenti della storia recente. Abiti, maschere cieche piramidali, maschere mortuarie d’oro, divise sacerdotali e massoniche, oggetti apotropaici contribuiscono a creare una tensione misteriosa e sacrale nell’opera di Presicce.Continue Reading..

26
Mar

Björk at MOMA

The exhibition draws from more than 20 years of the artist’s daring and innovative projects and her eight full-length albums to chronicle her career through sound, film, visuals, instruments, objects, and costumes.

The Museum of Modern Art presents a retrospective of the multifaceted work of composer, musician, and singer Björk. The exhibition draws from more than 20 years of the artist’s daring and innovative projects and her eight full-length albums to chronicle her career through sound, film, visuals, instruments, objects, and costumes.

In the Museum lobby, instruments used on Biophilia (2011)—a gameleste, pipe organ, gravity harp, and Tesla coil—play songs from the album at different points throughout the day. On the second floor, in the Marron Atrium, two spaces have been constructed: one is dedicated to a new sound and video installation, commissioned by The Museum of Modern Art, for “Black Lake,” a song from Björk’s new album Vulnicura (2015); and the second is a cinema room that screens a retrospective in music videos, from Debut (1993) to Biophilia.Continue Reading..

25
Mar

Chiara Fumai.Der Hexenhammer

Chiara Fumai
Der Hexenhammer
A cura di Frida Carazzato

“O sei parte del problema o sei parte della soluzione. In mezzo non c’è nulla”. Così due figure femminili in costume cinquecentesco esortano una donna mentre le porgono la comunione. La frase è una citazione della nota terrorista tedesca Ulrike Meinhof – le figure sono riprese invece da un antico grimorio (libro di magia). La scena, inquietante e surreale, è rappresentata in un wall painting– dipinto a parete, parte del nuovo progetto con cui l’artista Chiara Fumai (Roma, 1978) apre la stagione 2015 della project room.

Non una mostra nel senso classico del termine quindi, ma, in linea con la vocazione sperimentale della Project Room, un progetto che vede, oltre al wall painting appena descritto, una performance live dell’artista in stretto dialogo con il contesto di Museion e delle sue mostre. In otto appuntamenti da gennaio ad aprile Fumai guida infatti i visitatori attraverso l’esposizione di un’altra artista, Rossella Biscotti, che si svolge in contemporanea al quarto piano di Museion. I visitatori non si aspettino una semplice visita guidata, però: in un gioco di sovrapposizioni e rievocazioni di frammenti dalla storia recente, in Chiara Fumai vivranno la voce e la storia della giornalista e terrorista tedesca Ulrike Meinhof.

Nel progetto per Museion l’impegno politico e ribelle di Meinhof è associato all’immaginario del trattato medievale Malleus Maleficarum, celebre trattato contro la stregoneria pubblicato dai frati domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprengler nel 1478 (tradotto in tedesco con Der Hexenhammer che dà il titolo alla mostra). Nel grande wall painting sulla parete della Project Room, Fumai riporta inoltre alcuni copioni della performance sotto forma di collage e scrittura automatica – la figura della terrorista viene così inserita nel suo universo.Continue Reading..