Una strana malinconia.
Un desiderio inappagato.
Due figure dormienti, lari della casa, circondati da cose.
Tenere assieme (unite e complesse) le cose. Frammenti, a volte contraddittori, di mondo: il lavoro, l’invenzione, il nuovo e lo scarto, l’antico e il tecnologico, la natura. Non c’è un altrove, non ci sono categorie distinte. Sono tutti aspetti, parti, di una stessa complessità.
Un piccolo giro, una passeggiata nella casa, tra elementi e materiali, tecniche e situazioni, quasi dei microracconti di una realtà concreta e paradossale tesa tra il quotidiano e il vuoto.
Ornaghi & Prestinari
Alla Galleria Continua in corso Keeping Things Whole, mostra personale di Ornaghi & Prestinari. Tra i più interessanti rappresentanti della giovane generazione di artisti italiani, Valentina Ornaghi e Claudio Prestinari negli ultimi anni hanno consolidato la loro posizione anche a livello internazionale grazie ad una serie di mostre in spazi pubblici e musei stranieri.
Nel progetto che concepiscono per San Gimignano l’intimità domestica della casa si incontra con la visione museale dello spazio allestito in cui gli oggetti sono esibiti. Il percorso si compone di un nutrito gruppo di opere: sculture, quadri e collage appositamente realizzati per la mostra e una selezione di lavori frutto della più recente ricerca. Attraverso queste opere gli artisti articolano riflessioni sul senso del lavoro manuale in un’epoca post-artigianale caratterizzata dall’automazione del processo lavorativo; sulle connessioni tra produzione e consumo; sui processi di trasformazione di materiali e oggetti; sui mutamenti antropologici che si determinano nella nostra società stretta tra etica del lavoro ed estetica del consumo.
Il titolo della mostra preso a prestito da una poesia di Mark Strand, Keeping Things Whole (‘Tenere assieme le cose’), è già una dichiarazione di intenti. Le “cose” (contrazione dal latino “causa”, quanto ci sta a cuore e per cui ci si batte) sono al centro del progetto. A questo proposito Ornaghi & Prestinari dichiarano “Attraverso la nostra poetica cerchiamo di conferire agli atti familiari un valore nuovo. L’aspetto quotidiano del prendersi cura della casa o degli oggetti, del ripararli o del ricostruirli, trasmuta le cose indistinte a un livello di realtà più elevato. Ci sforziamo di pensare alle cose come unite per non privarle della loro complessità: far coesistere piuttosto che separare. Proviamo a generare convivenze ed equilibri, coniugare mondi apparentemente distanti, preservare la polisemia (…). Attraverso l’esercizio, la frequentazione quotidiana dei materiali, ci sfidiamo ad acquisire nuove abilità. La forma finale è sempre la risultante di un processo di affinamento. Lavorare su una certa cosa finché non inizia a parlare”. Gli artisti concludono la loro riflessione consegnandoci un passaggio di Remo Bodei da La vita delle cose (Roma-Bari, Laterza, 2009): “Dagli utensili preistorici in pietra, osso o legno alle prime produzioni ceramiche, dalle macchine ai computer, le cose hanno percorso una lunga strada assieme a noi. Cambiando con i tempi, i luoghi e le modalità di lavorazione, discendendo da storie e tradizioni diverse, ricoprendosi di molteplici strati di senso, hanno incorporato idee, affetti, simboli di cui spesso non siamo consapevoli (…). Le cose rappresentano nodi di relazioni con la vita degli altri, anelli di continuità tra le generazioni, ponti che collegano storie individuali e collettive, raccordi tra civiltà umane e natura. Il loro rapporto con noi somiglia, in tono minore, a quello dell’amore tra persone, dove il legame convive con la reciproca autonomia e nessuno è proprietà esclusiva dell’altro.”
Nelle loro opere Ornaghi & Prestinari elaborano e integrano influenze formali e riferimenti storico- artistici: gli “Inerti”, sculture che includono l’impronta di motivi floreali e vegetali ispirati ai disegni di William Morris iniziatore del movimento Art and Craft e pioniere del design; “Paolina” una scultura rovesciata rielaborazione della celebre scultura del Canova; “Oltremarino (S. Martini)” un’opera che parte da una riflessione sul rapporto di compresenza e distanza tra realtà e immagine, tra la fisicità minerale del blu di lapislazzuli delle tavole di Simone Martini e le sue riproduzioni sui libri, sono solo alcuni esempi. La ricerca degli artisti si concentra sulle varie sfaccettature della “cultura materiale” intesa come rapporto tra l’uomo e gli oggetti e su come questo rapporto sia legato alla storia dei materiali, alle loro potenzialità, alla progettazione, alle tecniche di produzione e al consumo. In mostra sculture realizzate con materiali naturali come la pietra (sodalite e alabastro), il legno, l’argilla diventata ceramica dialogano con strutture ed elementi in metallo che somigliano a oggetti ordinari e seriali della vita quotidiana.
Valentina Ornaghi (Milano, 1986) e Claudio Prestinari (Milano, 1984) iniziano la loro formazione universitaria al Politecnico di Milano e si laureano rispettivamente in Disegno Industriale e Architettura. Proseguono entrambi gli studi presso l’Università Iuav di Venezia. Ornaghi & Prestinari hanno partecipato a vari workshop e residenze artistiche inclusi quelli alla Fondazione Spinola Banna per l’Arte (Torino, 2011) e VIR-ViaFarini in Residence (Milano, 2013). Nel 2012, hanno ricevuto il Premio Regione Veneto dalla Fondazione Bevilacqua la Masa (Venezia). Nel 2014, hanno presentato la loro mostra personale Familiare alla Galleria Continua (San Gimignano). Nel 2016 hanno partecipato ad Artista x Artista, la prima residenza artistica internazionale a L’Avana (Cuba) e si è tenuta la loro prima mostra personale a New York curata da Vittorio Calabrese, art director di Magazzino Italian Art, presso la New York University – Casa Italiana Zerilli-Marimò. Nel 2017 hanno creato dei lavori in relazione a Giorgio Morandi che sono stati esposti all’interno del MAMbo – Casa Morandi (Bologna) e hanno vinto la residenza d’artista presso il Museo Carlo Zauli di Faenza la cui mostra finale si è tenuta al MIC Museo Internazionale delle Ceramiche. Lo stesso anno presentano la scultura pubblica, Filemone e Bauci, per il nuovo parco di Citylife a Milano. Hanno partecipato a diverse mostre collettive internazionali, sia in spazi sperimentali che istituzionali, tra cui MAAT, Lisbona, 2018; Museum Voorlinden, Wassenaar, 2016; Aguila de Oro, Avana, 2016; Le Centquatre, Parigi, 2015; Palazzo Reale, Milano, 2015; Museo Pietro Canonica di Villa Borghese, Roma, 2015; Biblioteca Ariostea, Ferrara, 2013; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, 2012; Zsolnay Cultural Quarter, Pécs, 2012; GMB – Centre for Contemporary Art, Bratislava, 2012; Hamburg Kunsthaus, Amburgo, 2012; KCCC-Klaïpeda Culture Communication Center, Klaïpeda, 2012; La Fabrique, Mountrouge, 2011; Museum of Contemporary Art, Skopje, 2009.
Ornaghi & Prestinari. Keeping Things Whole
Galleria Continua, via del Castello 11, 18-21
Fino al 14 ottobre 2018, da lunedì a domenica, 10-13 / 14-19