Il filosofo Leibniz aveva una teoria riguardo la cosiddetta “separatrix”, la “struttura intermedia” tra due cose che sono in contraddizione tra loro. C’è sempre una linea. Da un lato c’è il blu, dall’altro il rosso. Però nella realtà il rosso coesiste nel blu, e il blu coesiste nel rosso. Leibniz sostiene che il cinquanta per cento di questa linea, di questa struttura intermedia, è ordine, e il restante cinquanta per cento è anarchia.
—Alexander Kluge
Gagosian è lieta di presentare Separatrix, una mostra di nuovi dipinti ed opere su carta di Katharina Grosse. Separatrix, prima personale dell’artista a Roma, coincide con la sua importante installazione It Wasn’t Us, attualmente in mostra all’Hamburger Bahnhof-Museum für Gegenwart di Berlino.
Grosse recepisce gli eventi che accadono mentre dipinge, affidando gli spazi e le superfici al caso. L’artista caratterizza il gesto come un segno propulsivo della propria tecnica personale sia negli imponenti dipinti site-specific – dove usa un aerografo per spruzzare colore puro su oggetti, stanze, edifici e perfino su interi paesaggi – che nelle opere su tela, su carta e nelle sculture.
Grosse trascorre diversi mesi l’anno in una remota zona costiera della Nuova Zelanda settentrionale dove ha costruito, nel luglio 2020, un nuovo studio ad hoc. Lì, isolata nella natura, ha iniziato un nuovo corpus di lavori, applicando la spontaneità e l’immediatezza dei suoi “spray paintings” alla tecnica dell’acquerello.
Immaginando il foglio bianco come un rilievo topografico, l’artista ha sperimentato la tecnica del wet-on-wet (bagnato-su-bagnato) permettendo a pigmenti vivaci di galleggiare e di mescolarsi sulla superficie, lasciando dietro di sé pozze di colore e fioriture iridescenti. Tornata poi a Berlino, ha trasferito quelli che lei chiama gli “effetti” di questi acquerelli in una serie di dipinti di grandi dimensioni, impostando la tela in orizzontale, aggiungendo acrilici diluiti con il pennello e inclinando poi il supporto per produrre gocciolamenti e correnti multidirezionali come gesto secondario.
Prendendo spunto dalla teoria della “separatrix” di Leibniz, Grosse si diletta nell’alternanza di ordine e caos che nasce dai confini visivi – momenti di collisione e di propagazione nel medium, nella materia e nelle tonalità. Il suo approccio è scientifico oltre che pittorico: l’artista analizza in anticipo le proprietà tecniche della pittura, dell’acqua e della tela, utilizzando le loro interazioni alchemiche per realizzare specifici effetti ottici. Campi di colore si osmotizzano l’uno con l’altro e si scontrano come le colture su un vetrino; un’ampia pennellata si trasforma in una matrice di neuroni. Nelle mani di Grosse i dettagli microscopici del suo lavoro emergono con vigore, dando luogo ad eminenti composizioni formali che testimoniano momenti di flusso e di improvvisa chiarezza nel suo processo creativo.
La mostra Is it You?, che comprende un’imponente installazione e un gruppo di dipinti su tela, ha aperto l’1 marzo 2020 al Baltimore Museum of Art e prosegue fino al 3 gennaio 2021. It Wasn’t Us è in mostra alla Hamburger Bahnhof-Museum für Gegenwart, a Berlino, dal 14 giugno 2020 fino al 10 gennaio 2021.
Katharina Grosse | Separatrix
October 31–December 12, 2020
Rome
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PCM Studio
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Gagosian
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Image: Katharina Grosse, Untitled, 2019. Ph. Jens Ziehe
ENG
The philosopher Leibniz had a theory of the so-called “separatrix,” the “between” two things that are contradictions. There’s always a line. On one side this is blue, and [on the other] this is red. In reality, red has embassies in the blue, and blue has embassies in the red. And Leibniz says fifty percent of this line, this structure “between,” is order, and fifty percent is anarchy.
—Alexander Kluge
Gagosian is pleased to present Separatrix, an exhibition of new paintings and works on paper by Katharina Grosse. This is her first solo exhibition in Rome. Separatrix coincides with Grosse’s major installation It Wasn’t Us, currently on view at Hamburger Bahnhof–Museum für Gegenwart, Berlin.
Grosse embraces the events that occur as she paints, opening up surfaces and spaces to chance. In massive in situ paintings—where she uses a spray gun to propel unmixed color over objects, rooms, buildings, and even entire landscapes—and autonomous works on canvas, paper, and sculptural supports, she stylizes gesture as a spontaneous mark of personal agency.
In July 2020, Grosse started working in a new purpose-built studio in a remote coastal area in northern New Zealand, where she spends several months each year. There, secluded in nature, she began a new body of work, imbuing the medium of watercolor with the directness and immediacy of her spray paintings.
Envisaging the blank sheet of paper as a topographical record, Grosse experimented with a wet-on-wet technique using vibrant pigments, allowing them to swim and intermingle across the surface, leaving behind iridescent pools and blooms. After returning to her Berlin studio, she transferred what she terms the “consequences” of these watercolors to a series of large-scale paintings, setting the canvas horizontally, adding dilute acrylics using a brush, and then tilting the support to produce multidirectional drips and currents of color as a secondary gesture.
Taking a cue from Leibniz’s theory of the “separatrix,” Grosse revels in the alternating moments of order and chaos that arise from visual thresholds—moments of collision and diffusion in medium, material, and hue. Her approach is scientific as well as painterly: she analyzes the material properties of paint, water, and canvas in advance, using their alchemical interactions to effect specific visual occurrences. Fields of color osmose into one another and collide like cultures growing in a petri dish; a sweeping brushstroke transforms into a matrix of neurons. In Grosse’s hands, the microscopic details of her process are magnified, resulting in towering formal compositions that attest to moments of flux and sudden clarity in her working process.
Is it You?, a major installation and a group of paintings on canvas, opened at the Baltimore Museum of Art on March 1, 2020, and continues through January 3, 2021. It Wasn’t Us opened at the Hamburger Bahnhof–Museum für Gegenwart, Berlin, on June 14, 2020, and remains on view through January 10, 2021.