Category: installazione

21
Set

Anish Kapoor. My Red homeland

The exhibition includes 3 major sculptures from integral though distinct bodies of work in the artist’s sculptural language: voids; mirrors and the auto-generated. Rendered in pigment, steel and wax, the works epitomise Kapoor’s manipulation of matter to create a landscape and geology that is both other and sublime.

The Jewish Museum and Tolerance Center, supported by Lisson Gallery, London, will present the first solo exhibition of works by Anish Kapoor in Russia, opening on 21 September 2015 to coincide with the Moscow Biennale.

Anish Kapoor is one of the most influential artists in the world, who has changed the perception of contemporary sculpture. Born in Bombay, India, Kapoor has lived and worked in London since the 1970s. In 1990 he represented Great Britain at the Venice Biennale where he was awarded the Premio Duemila and in 1991 he won the prestigious Turner Prize. In 2009, Anish Kapoor was the first contemporary artist to have an exhibition at the Royal Academy of Arts, London.

«I am interested in sculpture that manipulates the viewer into a specific relation with both space and time. Time, on two levels; one narratively and cinematically as a matter of the passage through the work, and the other as a literal elongation of the moment. This has to do with form and colour and the propensity of colour to induce reverie. Consequently, I hope, an elongation of time. Space is as complex, the space contained in an object must be bigger than the object which contains it. My aim is to separate the object from its object-hood.» © Anish KapoorContinue Reading..

20
Set

Alicja Kwade. Monologue from the 11th floor

For more than a decade the artist Alicja Kwade (b. 1979, Katowice/Poland) has probed questions of astrophysics and philosophy in her sculptural work. Employing simple means, she seeks to uncover several layers of reality: two branches stand in a corner. Various precious metals are stacked on the floor, like statistics blocks. Boulders and rocks flood into the exhibition space.

But can nature produce two identical branches? Is the metal’s value today the same as it was yesterday? Kwade does not intend to deceive the viewer. Rather, she wants to reveal the illusions to which he is constantly subjected. How could something be certain and predictable in a universe which is dynamic and changeable down to its tiniest particle? And yet our current economic system rests on the promise of absolute certainty.

Advertising and media cannot know the future. Instead they create phoney certitudes, subtly exploiting people’s fears for the future for their own gain. Dealing with these topics by artistic means, Alicja Kwade illuminates, by way of analogies, current consumerist thinking and present-day mental frailties.

A catalogue in German and English featuring an introduction by Katja Blomberg will be published with Verlag der Buchhandlung Walther König.

Image: Alicja Kwade, Theoretisches Gebilde I, 2015, copper, stones, 2015, 56 x 71 2/3 x 53 1/2 in, unique, photo: Roman März, The ekard collection, courtesy Alicja Kwade and KÖNIG GALERIE

Press Contact:
Laura Groschopp, presse@hausamwaldsee.de

Opening: Sat 19 September 2015

Haus am Waldsee
Argentinische Allee 30, Berlin
Tue – Sun 11am to 6pm

ALICJA KWADE
from 9 September 2015 to 22 November 2015

19
Set

Marisa Albanese. Doble Cel

Marisa Albanese | Doble Cel | 19 settembre – Casal Solleric, Palma de Mallorca / September 17, 2015

Ma come in vista della città arriveremo – un muro la cinge,
alto, e bello ai lati della città s’apre un porto,
ma stretta è l’entrata […].
(Odissea, VI, 262-264)

In occasione della Nit de l’Art 2015, la Fundació Palma Espai d’Art inaugurerà il progetto site specific Doble cel, di Marisa Albanese.

Doppio cielo è una riflessione muta, intima, su di un tema che da decenni occupa le nostre cronache. L’immagine è quella di un albero speculare, che trasforma le proprie radici in rami e occupa lo spazio orizzontalmente, e se la fronda evoca la volta celeste, la doppia fronda evoca due cieli che fronteggiandosi lasciano pensare a popoli che guardano cieli simili ma divisi.

Le fronde dell’albero sono le linee della vita che si stagliano nel cielo sotto il quale la sorte ci ha destinato vivere; un albero con una doppia fronda si fa cos simbolo del doppio cielo abitato da esistenze costrette a farsi nomadi. Sull’albero di alluminio vengono proiettate parole che si muovono come fossero la linfa vitale di questi rami, i flussi luminosi di culture che si spostano e si incontrano nel fluire del mare nostrum. Le parole sono parole antiche, brani tratti da uno dei testi fondanti la cultura europea e la visione del mediterraneo come sorgente originaria di scambi e di creazione, di miti e di leggende, l’Odissea di Omero.

Si fronteggiano due mondi in un essere avversi tra cieli che si sentono diversi e così l’accoglienza diviene distanza, separazione, incomprensione. L’orizzonte si spezza, e la specularità è solo apparente. Doble cielo parla dello spostarsi dei migranti sulla terra, ma anche del loro trovarsi divisi da una linea di separazione, da un diaframma netto, ma invisibile che separa le due parti dell’albero; cielo contro cielo.Continue Reading..

07
Set

Gino Sabatini Odoardi. Pieghe e polvere

Le opere di Gino Sabatini Odoardi, in mostra al PAN di Napoli dall’11 al 28 settembre 2015, hanno tutte un unico scopo: strappare più cose possibile all’oblio.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Napoli, in collaborazione con la galleria Gowen Contemporary di Ginevra, la personale, curata da Maria Savarese, presenta i lavori più recenti dell’artista: sculture, installazioni e disegni che interagiscono attraverso la bianca superficie, sinuosa e fredda, della termoformatura, su cui talvolta si inserisce il nero della grafite, con un’unica interruzione accidentale di una piega rossa.

Una particolare attenzione è rivolta alla città di Napoli cui è dedicata l’installazione creata ad hoc “Senza titolo con polvere”, scaturita da un’intensa giornata al Cimitero Monumentale di Poggioreale, nel cosiddetto “quadrato degli uomini illustri”. Qui trovano sepoltura alcune eminenti personalità della cultura come Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Gaetano Donizetti, solo per citarne alcuni.

Su queste lapidi, semi-ingoiate dalla vegetazione selvatica dove l’abbandono e l’incuria la fanno da padrone, Sabatini Odoardi si china per ridare loro dignità: con fazzoletti bianchi, e con l’intento discreto e silenzioso di sottrarle a quel nulla cui sembrano destinate, l’artista ne rimuove la polvere secolare. Ne uscirà quattro ore dopo stringendo in mano reliquie di cotone “sporche di senso”, come afferma lo stesso artista, che saranno la materia prima per la costruzione dell’installazione in mostra al PAN: gli stracci sono qui innalzati a opere d’arte ed esposti come tele su cui si è dipinto con quella polvere antica.

Oltre alla dicotomia memoria-oblio, centrale nella ricerca di Sabatini Odoardi, sono altri i dualismi su cui si muove l’antologica – morte-vita, fede-agnosticismo, sacro-profano – ed è su questi che si snoda il percorso espositivo. In particolare, sono i progetti Cortocircuiti, che cerca di insinuare il dubbio, rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura, e Tra le pieghe, sculture i cui panneggi raccontano gli innumerevoli risvolti della vita, a definire l’ossatura dell’esposizione.
“Le antitesi – spiega Maria Savarese – attraversano trasversalmente gran parte della sua opera, spesso in bilico tra il sacro e il profano. La ripetizione, altro elemento ricorrente, diventa rituale da sfidare. L’idea seriale amplifica, in una strategia ossessiva e seduttiva al tempo stesso, discorsi e ritmi”. È il caso delle grandi installazioni, come Perdersi dentro un bicchiere d’acqua, 2001, Si beve tutto ciò che si scrive, 2002, o Senza titolo, 2013. In quest’opera 21 stracci che hanno subito il processo della termoformatura, plasmati a mano singolarmente, creano un gioco ritmico e modulare, rotto da un vuoto, un drappo indisciplinato, che si sottrae alla consuetudine e si depone a terra, sfuggendo alla regola dell’armonia.Continue Reading..

07
Set

May Hands. Freschissimi

May Hands
‘Freschissimi’
18 September – 20 October 2015, Opening 17 September 2015, 7pm
T293 Rome

T293 è lieta di annunciare la prima mostra personale dell’artista britannica May Hands. Con il titolo di Freschissimi, la mostra comprende un’installazione e una nuova serie di dipinti e sculture create dall’artista durante la sua residenza estiva nella città di Roma.

L’appropriazione di oggetti urbani estrapolati dal quotidiano ha sempre caratterizzato il contenuto del lavoro di May Hands. Tramite questi materiali, l’artista riflette criticamente sull’ambiente che la circonda con lo stesso atteggiamento di un outsider, sebbene proveniente da una simile cultura di matrice europea. In Freschissimi, questa istanza critica prende la forma di una riflessione personale sui segni visuali del materialismo contemporaneo e dei suoi scenari urbani, e la sua ricontestualizzazione traduce questa riflessione in un’ampia gamma di risultati tutti visibili in questa mostra.

La serie di lavori esposti nella stanza principale della galleria ingloba gli elementi superflui che ricorrono nei nostri quotidiani transiti urbani e rituali di consumo. Qualcosa di così umile e contingente come la carta da imballo per alimenti registra segni e gesti fortuiti e casuali, che provengono sia dall’uso rozzo dei consumatori che dalle azioni e consuetudini della pratica artistica di May. Questi lavori sviluppano ancora di più questo elemento di contingenza e temporalità, anche attraverso l’installazione che li accompagna: la sua struttura, i suoi colori e la forma rispecchia e al contempo ridefinisce i dipinti sul muro opposto.

L’interrogazione sulla vita e il destino degli oggetti, e su come tirare fuori la bellezza da ciò che viene scartato, prende una piega ancora più radicale nell’ultima stanza della galleria. Una nuova serie di sculture è stata creata dai calchi di secchi contenenti gli stessi residui urbani che inabitano anche le tele. Realizzati secondo lo stesso approccio tramite cui sono stati creati i dipinti, benché assumendo forma scultorea, questi lavori introducono l’elemento di casualità in quanto l’attitudine volontariamente approssimativa nel controllare pienamente il processo di modellazione del gesso, e il comportamento dei materiali addizionali, viene perentoriamente esposta negli strati che compongono la scultura.Continue Reading..

31
Ago

Le Onde: Waves of Italian Influence (1914–1971)

“Le Onde: Waves of Italian Influence (1914–1971)” è in mostra al museo Smithsonian’s Hirshhorn Museum and Sculpture Garden. Questa mostra di circa 20 opere della collezione del museo segue il contributo italiano apportato all’astrattismo mondiale, attraverso movimenti e tendense quali il futurismo e lo spazialismo.

Hirshhorn Museum
700 Independence Ave SW
Washington, DC 20560

Informazioni

dal 23 agosto al 3 gennaio 2016

Organizzato da: Hirshhorn, Embassy of Italy, Italian Cultural Inst

Ingresso: Libero

Immagine: Giovanni Anselmo. Invisible, 1971

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31
Ago

Anselm Kiefer. I Sette Palazzi Celesti, 2004/2015

Dal 25 Settembre 2015 – Installazione permanente

Anselm Kiefer
I Sette Palazzi Celesti, 2004/2015

La mostra
Lo spazio che ospita l’installazione permanente de I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, inaugurata nel 2004 in occasione dell’apertura di HangarBicocca, si arrichisce di cinque nuove opere pittoriche di grandi dimensioni dell’artista. Prodotte tra il 2009 e il 2013 le tele convivono con l’unicità dell’installazione e ne ampliano i significati. Anselm Kiefer (1945, Donaueschingen, Germania) è uno di più importanti artisti tedeschi nel panorama contemporaneo.

Foto Agostino Osio. Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milano

Fondazione HangarBicocca

Via Chiese 2
20126 Milano

T (+39) 02 66 11 15 73
F (+39) 02 64 70 275
info@hangarbicocca.org

31
Ago

FAST / digiuno

FAST / DIGIUNO | PROGETTO ECONOMART DI AMY D ARTE SPAZIO MILANO
Opening 03 settembre h. 18.30

dal 3 al 21 settembre 2015

In mostra opere di: Sasha Meret, Marcin Klocek, Daniele Franzi
Site specific: -Plastica smart 2015-, nanotecnologia e riciclo, a cura dell’I.I.T. (Istituto Italiano di Tecnologia) e della Prof.ssa Athanassia Athanassiou, fisico ricercatrice e responsabile dello Smart Materials Group di Genova

FAST, un progetto per sottrazione nato da un’idea di Anna d’Ambrosio, inaugura il 3 settembre, cronologicamente dopo Memorie di Equilibrio dello scorso marzo, in cui l’elemento acqua si faceva opera di denuncia del famigerato water grabbing.

In mostra per FAST , inedito progetto economART, opere create attorno al tema del digiuno, inteso non solo come provocazione nell’anno di EXPO 2015 (che doveva essere la piattaforma di confronto di idee e soluzioni sull’alimentazione), ma come occasione di riflessione inedita, ricca di possibili interpretazioni rigeneranti.

Quasi tutti i lavori esposti sono stati pensati appositamente per la mostra, mentre altri davano già una lettura personale del digiuno come metafora di altri vuoti e sconfitte.

Scenari totalmente differenti, interpretazioni inedite e inattese del contemporaneo: un punto di vista fuori dal coro sul tema del cibo.

FAST pone il cibo come sottraendo dell’esposizione artistica, in cui i rimandi a tematiche sociali, culturali ed economiche sono tutte declinate alla sconfitta dell’umanità, proprio come su un campo di battaglia nel giorno della riflessione postuma.

La rinascita, quella proposta da FAST, passa dalla scoperta scientifica, proposta rivoluzionaria di nuove scoperte e interpretazioni, a soluzioni nuove per uno spiraglio etico di esistenza.
L’economART di Amy D Arte Spazio lo fa con l’arte responsabile degli artisti in mostra.

Ciò che resta saranno macerie, tumuli, disgregazioni laceranti e strazianti, ma anche una nuova speranza fatta, come dopo un lungo digiuno, di odori forti senza matrici, trasformazioni entropiche dello scarto declinato da rifiuto organico da macero.

Anna d’Ambrosio

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18
Ago

Tiziana Cera Rosco. In principio era il volto

Mondrian Suite Gallery – Roma
a cura di Lori Adragna
ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 349 4945612
luciofab29@gmail.com
http://mondriansuitegallery.blogspot.it/
Dal 03 Settembre 2015 al 19 Settembre 2015

Giovedì 3 settembre 2015 alle ore 19.00 Mondriansuite Gallery inaugura la sua stagione espositiva con la personale di Tiziana Cera Rosco “In principio era il volto”. L’evento fa parte della rassegna “DUENDE//l’oscura energia dei corpi”, ideata e curata da Lori Adragna, che metterà in scena tra settembre e ottobre le opere e le azioni performative di: Tiziana Cera Rosco – Ginevra Napoleoni & Massimiliano Siccardi – Francesca Romana Pinzari. 4 artisti/performer accomunati dall’insopprimibile bisogno di spingersi oltre i confini di sé e di esprimere le proprie interiorità attraverso molteplici media: dalla poesia alla danza, dalla fotografia alla videoarte, dall’installazione alla pittura, utilizzando il corpo -vissuto come luogo di sperimentazione- per stabilire un ponte elettrico con lo spettatore. È in loro, quell’ineffabile oscura energia che si risveglia nell’inconscio nel momento creativo: il lorchiano duende*. Quel carisma che “ha bisogno dei cinque sensi e di abitare nel sangue – quel fluido inafferrabile, quintessenza dell’arte. Che scaturisce dalle profondità telluriche, attraversa il corpo e dal corpo promana – respingendo le geometrie apprese, rompendo gli stili*. Ecco allora che l’arte, oltre le qualità materiali, si fa emozione, visione condivisa presenza che impregna lo spazio, fa vibrare l’aria, fagocita I sensi determinando una sorta di rivelazione e di sovvertimento, uno stato di sospensione e di assoluto.Continue Reading..

10
Lug

Maurizio Nannucci. Where to start from

Oltre 30 opere per esplorare l’universo fatto di luce, colore, forma e scrittura di uno dei protagonisti dell’arte contemporanea italiana dagli anni ’60 a oggi. Inaugura Young Architects Program 2015 l’installazione che ospita gli eventi estivi.

Maurizio Nannucci
Where to start from

a cura di Bartolomeo Pietromarchi

La mostra, con oltre trenta opere, esplora il percorso artistico di uno tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea italiana dagli anni Sessanta a oggi.
Un universo fatto di luce, colore, forma e scrittura.

In mostra lavori di matrice storica e quelli più recenti che interagiscono tra loro attraverso un percorso di luci, colori, forme, scrittura e suoni.
Dagli anni Sessanta, Maurizio Nannucci esamina il rapporto tra arte, linguaggio e immagine. La sua ricerca, caratterizzata dal dialogo tra discipline diverse, diventa particolarmente evidente nelle sue grandi scritte al neon. Parte integrante della mostra è la presentazione dei multipli che l’artista ha prodotto dagli anni Sessanta ad oggi: oltre cento edizioni tra libri e dischi d’artista, foto, riviste, ephemera, che restituiscono un’altra pratica fondamentale del suo lavoro. Tre nuove installazioni sono state realizzate per questa esposizione tra cui More than meets the eye, una grande opera per la facciata del museo che, grazie agli Amici del MAXXI, entrerà a far parte della sua collezione.

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