Category: installazione

07
Giu

Ytalia. Energia Pensiero Bellezza. Tutto è connesso

L’Italia è una repubblica fondata sull’arte e la bellezza; si potrebbe perfino affermare che è una repubblica fondata e rifondata dagli artisti. In Assisi, in una delle volte della Basilica Superiore, Cimabue ha scritto Ytalia a margine di una rappresentazione di città, sicuramente Roma, nella quale si riconoscono alcuni edifici: Castel Santangelo, forse San Pietro o San Giovanni in Laterano, il Pantheon, il Palazzo Senatorio e la torre dei Conti. La città eterna, vista dall’alto e racchiusa entro la cerchia di mura, rappresenta per quell’artista una primissima affermazione dell’esistenza della civiltà italiana, a cui guardare, di cui sentirsi parte e farsi promotore. Con quella segnaletica, Cimabue sancisce che i confini nazionali -siamo tra il 1280 e il 1290- sono prima artistici che politici, e che l’identità nazionale è fatta di cultura classica e umanistica, di bellezza pagana e spiritualità cristiana. In fondo poco è cambiato nel corso dei secoli. L’Italia è ancora  oggi il paese dell’arte e della bellezza.  Così è stato dal Trecento al Seicento, secoli di massimo splendore, e fino al Novecento. In tal senso, all’interno della comunità artistica internazionale, l’arte italiana – da Giotto a Piero della Francesca, da Michelangelo a Caravaggio, e da questi fino ai Futuristi e oltre – ha fatto scuola, è stata di modello per il mondo intero, perché nei nostri manufatti artistici si è potuto apprezzare il perfetto equilibrio di classicità e anticlassicità, di eclettismo e purismo, d’invenzione e citazione, d’immanenza e trascendenza. Una mostra, che offra al pubblico nazionale e internazionale, l’opportunità di confrontarsi con le opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani del nostro tempo è sempre un fatto importante, anche per le discussioni che suscita, oltre che per le emozioni e le riflessioni che rigenera.

Partendo dalla citazione medievale di Cimabue, e in concomitanza con lo svolgimento della 57° Biennale di Venezia, periodo di massima attenzione intorno al contemporaneo nel nostro paese, lL Il progetto espositivo – promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e – nasce in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, l’Opera di Santa Croce e  il Museo Marino Marini. Per Dario Nardella, Sindaco di Firenze : “La mostra Ytalia è una nuova grande sfida per Firenze: con le opere di dodici tra i maggiori artisti del nostro tempo facciamo vivere ancora il Forte Belvedere per un’altra stagione di arte contemporanea, ma soprattutto mettiamo in rete – insieme al Forte – 8 spazi straordinari tra musei, giardini e luoghi dell’architettura civile e religiosa dove il passato convive con il contemporaneo per un’esperienza unica che coinvolgerà fiorentini e turisti. In un’epoca in cui i valori dell’identità nazionale sono messi in discussione dalle nuove dinamiche globali, vogliamo celebrare il fatto che l’Italia vanta da secoli un ruolo esemplare nell’evoluzione artistica mondiale. Il primo G7 Cultura, non a caso, si è appena svolto a Firenze ed è stato dedicato alla conservazione e tutela del patrimonio culturale. Ma Firenze non è solo culla del Rinascimento e rivendica ancora una volta di essere città aperta alla storicizzazione e sperimentazione del contemporaneo“.Continue Reading..

24
Mag

Alessandro Bernardini. Innesto

Sabato 27 Maggio alle ore 18.00 presso Tenuta la Pineta inaugura Innesto, personale di Alessandro Bernardini. La mostra, curata da Tiziana Tommei, è parte del programma proposto dell’azienda vinicola di Luca Scortecci per l’evento Cantine Aperte 2017 ed è organizzata in collaborazione con Devis Rossi.

Innesto è un progetto espositivo ideato a partire dal luogo che la ospita, le cantine di Tenuta la Pineta, e dal “main event”, Cantine Aperte 2017. Opere pensate e realizzate da Alessandro Bernardini appositamente per lo spazio: dialogano con esso, interagendo con struttura e macchinari. Il nucleo del percorso è il lavoro da cui prende il titolo la mostra: Innesto. L’opera è presentata in due varianti: una costituita da tralci di vite, già immersi nel catrame e innestati in un cubo di cemento con un’anima in legno (una cassa per vino). La seconda mette anch’essa al centro la vite, ancora da intendersi in chiave simbolica, come metafora della vita. In questo caso i rami, sempre trattati utilizzando il catrame, sono parte di un’installazione composta da un tappeto di bottiglie vuote. Tali due versioni costituiscono i punti cardine di un iter che si snoda tra gli elementi che caratterizzano l’area, giocando sulla logica del nascondimento. Si snoda così un esercito di personaggi: cartoon e giocattoli, pietrificati sotto una coltre similare alla catramina. Nera, bianca e rossa, questa sostanza conferisce una veste nuova agli oggetti che ricopre, celandone identità. Essi perdono i connotati, sommersi da un magma materico, lo stesso che riveste e impermeabilizza il legno della vite. Poesia e ironia; idea e materia. In rapporto ai lavori immediatamente precedenti, in queste nuove opere Bernardini immette due materiali inediti: legno e vetro. Restano costanti invece le sperimentazioni con catrame, cemento ed objects trouvée. Su questa linea, uno schieramento di manichini, multipli scuri e “nudi”, adagiati su se stessi, raccolti e sovrapposti, chiudono il percorso. Vengono preceduti da tele di catrame e teste dipinte, maschere tribali e fantocci. Il nascondimento, dunque, non riguarda solo la dispersione di creazioni tra gli oggetti del luogo, ma anche un’altra tematica già citata: l’identità. Infine, il concetto di “percorso”, trova corrispondenza e particolare rappresentazione nella serie di pali in ferro, allineati con cadenza forzata, sistemati all’esterno. Un cammino ad ostacoli, militaresco, che costringe ad attivarsi, non tanto o solo con il corpo, ma, come ogni opera di Bernardini, in primis mentalmente.

Alessandro Bernardini. Classe 1970. Avvia la sua ricerca in ambito artistico nel 2011. Un’instancabile creatività ed una forte vena sperimentale portano alla sintesi in forme semplici e solo in apparenza leggere, di emozioni, pensieri e accadimenti. Minimalismo e concetto sono i due cardini entro cui egli assembla e cela le sue “costruzioni”: talvolta parte dall’object trouvé per assemblare una storia entro lo spazio ridotto della tela o invadendo un luogo fisico; in altri casi è la materia che nasconde e chiude, cementificando, qualcosa di già definito, ultimato e scritto. Il rapporto con chi guarda, lo spettatore, è il nucleo di tutti i suoi lavori. Egli parte sempre dall’uomo, che resta il primo e ultimo punto reale d’interesse della sua ricerca.

Ha esposto in esposizioni personali, collettive e in occasione di eventi speciali con formula di solo e group show. Tra le mostre si citano: “Catrame”, personale a cura di Tiziana Tommei presso Galleria 33, “Tela bevi” e “TELAindossi” presso Vineria al 10, “Fausti” presso la Secret Gallery di Luciferi Fine Art Lab ad Arezzo, “Light night”, tripersonale presso Galleria 33, la collettiva in veste di special guest alla Torre del Castello a Subbiano. Vive e lavora tra Arezzo e Firenze.

Informazioni tecniche. La mostra inaugura sabato 27 maggio alle ore 18.00 presso Tenuta la Pineta in Via Setteponti, n. 65 a Castiglion Fibocchi, Arezzo (GPS: Laterina, Via Maestà di Scopeto). Domenica 28 maggio sarà aperta con orario 10.00 – 19.00 e, a seguire, resterà visitabile su appuntamento fino al 30 luglio 2017.

Press Office: Tiziana Tommei
info@galleria33.it / +39 339 8438565

Alessandro Bernardini. Innesto
A cura di Tiziana Tommei
Inaugurazione sabato 27 maggio 2017, ore 18.00

Tenuta la Pineta
Via Setteponti, n. 65 – Castiglion Fibocchi, Arezzo

In mostra da domenica 28 maggio a domenica 30 luglio 2017

domenica 28 maggio con orario 10.00 – 19.00
dal 29 maggio al 30 luglio solo su appuntamento
Tel. +39 0575 477716
info@tenutalapineta.it

22
Mag

Davide Allieri. Balance

Sabato 10 giugno, alle ore 18.30, inaugura la mostra personale di Davide Allieri (1982) nello spazio Sanpaolo Invest a Treviglio.

Attraverso l’installazione di tre lavori (Billdor, dalla serie Empty Support; 0,600, dalla serie Cubic Meters Of Nothing; Plain Corner, dalla serie Cast Away) l’artista assume e distanzia i rapporti equivalenti, i legami comparati tra la conoscenza che deriva dalla visione oggettiva del mondo e il nostro sentimento soggettivo, interiorizzando porzioni di spazio.

In Balance tutto può essere espresso con la linea e il colore in un rapporto equivalente all’interno di una composizione nella quale i piani rettangolari, formati dalla pluralità delle linee rette, in opposizione ortogonale fra loro e necessari per determinare l’assenza di ogni spettro di colore, si dissolvono in virtù del loro carattere uniforme. Davide Allieri ha il potere di sospendere le immagini che hanno aderito al mondo e che sostano nei suoi lavori – dalla struttura di un billboard, all’incompletezza di una teca, al calco stratificato di un edificio. In antitesi con la vischiosità ricorsiva della generazione e della devitalizzazione delle immagini, l’artista crea dispositivi che le rendono immediatamente non più eliminabili. Per lui è possibile esprimere l’immutabile in opposizione al carattere variabile delle trasformazioni proiettive della forma, dei mutamenti luministici e cromatici dei colori del mondo, attraversato dai rapporti di dimensione. Qui vedere non è dimenticare, qui il flusso incessante di sintesi della rappresentazione cessa di indebolire informazioni e immagini mediandole, ricomponendole e sovrapponendole a informazioni prime, che ci rallentano e ci attirano verso di loro.
testo di Ginevra Bria

Davide Allieri
BALANCE
testo di Ginevra Bria
Spazio Sanpaolo Invest
Opening 10 giugno 2017  h 18.30/21.00

10 giugno 2017 | 15 luglio 2017
INGRESSO LIBERO
La mostra è visitabile da lunedì a venerdì
dalle 10.00 alle 12.00; dalle 15.00 alle 17.30
sabato e domenica su appuntamento

Sanpaolo Invest
Via Felice Cavallotti 31B
Treviglio
info 0363 48160

19
Mag

Marco Maria Zanin. Dio è nei frammenti

Inaugura sabato 20 maggio dalle ore 18.00 alle 24.00, in occasione della Notte europea dei Musei, nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita, la personale di Marco Maria Zanin dal titolo Dio è nei frammenti.

La mostra, attraverso le fotografie e le sculture del giovane artista, esplora il tema della memoria e delle radici nella società contemporanea mediante un’opera di reinterpretazione di scarti prodotti dal tempo: detriti e oggetti che per Zanin, sulla scorta del filosofo francese Georges Didi-Huberman, sono “sintomi” della sopravvivenza lungo le epoche di valori umani archetipici. L’indagine si muove tra la civiltà rurale del Veneto, sua regione di origine, e la megalopoli di San Paolo, dove vive alcuni mesi all’anno: due luoghi profondamente diversi nel modo di vivere il passato e il presente, ma fortemente legati dai fenomeni migratori dall’Italia al Brasile tra XIX e XX secolo.

Attrezzi del mondo contadino vengono tagliati e fotografati, assumendo forme inedite dal carattere totemico, mentre da frammenti di edifici moderni demoliti sono tratte sculture in porcellana, oppure nature morte che riecheggiano Giorgio Morandi, maestro con cui l’artista istituirà in mostra un intenso dialogo. Gli interventi di trasformazione degli oggetti di Zanin costituiscono “un invito a lavorare con la materia psichica della memoria assieme all’immaginazione”.

Marco Maria Zanin è stato selezionato dalla Galleria Civica di Modena nell’ambito del progetto Level 0, promosso da ArtVerona in collaborazione con 14 musei e istituzioni d’arte contemporanea italiani, per offrire supporto e visibilità agli artisti emergenti esposti in occasione dell’ultima edizione della fiera, dove l’artista era proposto dalla Galleria Spazio Nuovo di Roma.

La mostra è patrocinata dall’Ambasciata del Brasile.Continue Reading..

17
Mag

Abolish Article 153. Annual art exhibition in Kuwait

Abolish Article 153: Expressive Exhibition at “The Hub” Gallery
Twelve years have passed since Kuwaiti women got the right to participate in the political battle in Kuwait; this date, the 16th of May, coincides with the launching of one of the most important creative exhibitions that show a collection of Artistic work and Photographs representing “Women” in order to encourage them to obtain their full rights as well as a support and solidarity with the abolition of Article 153 of the Kuwaiti Penal Code, which allows men to get away with killing their  mothers, daughters, sisters and wives if they suspect them of sexual impropriety with a light punishment of a prison sentence     for a period not exceeding three years or a fine of 15 KD  or one of these penalties, and this is contrary to the principles of Islamic law.

Dr. Al-Anoud Al-Sharikh, Sheikha Al-Nafisi, Lulu Al-Sabah, Amira Behbehani and Sundus Hussain are the organizers of this exhibition and they are the ones who initiated this idea to demand the cancellation of this article and its negative consequences on human rights in general and women’s rights in particular.

The exhibition will last for a week in the hall of “The Hub” Gallery located on the Arabian Gulf Street – Sharq. It will include paintings, jewelry and sculptures created by a group of young Kuwaiti and Arab artists to promote this awareness campaign in all segments of Kuwaiti society in the hope of achieving justice and equality between men and women and the exclusion of violence in any way. Read more about campaign

Abolish Article 153 will host its 4th Art Exhibition at the HUB Gallery in Kuwait. The exhibition will include more then 50 artworks in various media by Kuwaiti and Middle Eastern artists.

Artists: Abdulla Al Awadhi, Abdulla Al Saab, Alina Amer, Amani Althuwaini, Amira Behbehani, Afsoon, Alexandra Zambom*, Azza Al Sherif, Eilidh Middleton, Emma Harake, Fadel Al Abbar, Farah Salem, Fatma Abodoma, Ghada Khunji, Hamad Al Saab, Ibrahim Ismail, Jad El Khoury, Jamal AlYousef, Maher Kuraitem, Manal Al Majed, Maryam Hosseinnia, Mohammed Al Kouh, Neda Dana-Haeri, Norma I. Figueroa, Ricardas Blazukas, Sara AbuMrad, Sara Marwa, Shereen Audi, Shurooq Amin, Sumaya Abdul Ghani, Tagreed Al Baghshi, Thuraya Al Baqsami, Wafaa Al Husaini, Waleed Shalaan, Warda Al Kandari, Zahra Al Mahdi, Zeinab Qabazard, Ziyad Al Arfaj and AUK Graphic Design Students.

All artworks shown at the exhibition were created for the purpose of this exhibition.
Fifty percent of the proceeds from the sale will benefit the campaign.Continue Reading..

17
Mag

Calixto Ramirez. Cuatro pasos | Milano

MAAB Gallery è lieta di presentare Cuatro pasos | milano, prima personale milanese di Calixto Ramirez (Reynosa, 1980).
L’esposizione, realizzata appositamente per gli spazi di MAAB Gallery, costituisce la terza tappa del progetto Cuatro pasos, intrapreso nel 2016 con una mostra presso il Museo del Novecento di Castel Sant’Elmo a Napoli.
Il titolo della mostra allude a uno dei rituali fondamentali del lavoro di Ramirez, ossia le lunghe passeggiate volte all’esplorazione delle vie della città, alla scoperta di suoni, profumi ma anche di persone, architetture e storia locale. Per l’artista il legame tra l’opera d’arte e lo spazio che la accoglie è infatti imprescindibile.
Essendo giunto a Milano verso la fine del periodo di carnevale, Ramirez ha trovato la città ricoperta da coriandoli, che da lì a poco sono divenuti oggetto della sua indagine artistica.
Nelle serie Tra il dialogo e la resistenza, presentata presso la MAAB Gallery, il legame con la città si scorge nella rivisitazione della monumentalità meneghina, affrontata partendo da uno sguardo orientato verso il basso, la strada appunto, alla ricerca di nuove forma di bellezza. Nelle tredici fotografie in mostra, i coriandoli si mischiano agli eleganti mosaici delle architetture storiche oppure compaiono sulle grate e i chiusini delle vie cittadine, generando una nuova e discreta lettura del tessuto urbano. A chiudere la mostra il video Una giornata nuvolosa in cui i coriandoli, posati su una ragnatela quasi invisibile, resistendo alla forza del vento, si mantengono in vibrazione costante.

La mostra è accompagnata da un catalogo (italiano e inglese) con testo critico di Giuseppe Virelli.

Biografia
Calixto Ramírez Correa è nato il 24 marzo 1980 nella città di confine di Reynosa (Tamaulipas, Messico). Dal 2004 ha studiato arti visive alla Scuola Nazionale di Pittura, Scultura e Incisione Le Esmeralda, dove si è laureato nel 2008, ottenendo uno scambio con la Facolta di Arti dell’Università Nazionale della Colombia nel 2007. Nel 2009 ha studiato con il M° Jannis Kounellis. Ha tenuto mostre personali in Messico, Italia, Stati Uniti, Austria, Croazia e Francia. Ha partecipato a collettive in Messico – tra cui una mostra tenutati presso il Palacio de Bellas Artes –, in Argentina, Austria, Belgio, Canada, Colombia, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Italia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti e Uruguay.

Calixto Ramirez. Cuatro pasos | Milano
INAUGURAZIONE: GIOVEDÌ 25 MAGGIO 2017 ORE 18
dal 26 maggio al 21 luglio 2017
dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18 – sabato su appuntamento

MAAB Gallery
via Nerino 3
20123 Milano

16
Mag

Paolo Grassino | La sostenibile visibilità dell’assenza

Anna Marra Contemporanea è lieta di presentare La sostenibile visibilità dell’assenza, mostra personale di Paolo Grassino, curata da Lorenzo Respi, che inaugura giovedì 18 maggio 2017.

Le sculture in mostra, dalle serie Nodi (2015), C.C.R. Roma (2017) e Fiato (2017), insieme con le carte della serie Eclisse (2017), raccontano l’invisibile, sia fisico sia psichico, e traducono in forme tangibili il concetto di assenza, nel tentativo, forse impossibile, di trasformare in immagine l’in-immaginabile che di fatto può esistere solo nel pensiero, nel ricordo o nell’immaginazione di ciascuno di noi. È la visibilità dell’assenza. La società contemporanea è così complessa, in perenne sommovimento, da mettere in discussione la certezza dell’esperienza sensibile e quei portati della realtà che spesso ci sfuggono di mano senza nemmeno rendercene conto. Il mondo sotto i nostri occhi è conflittuale, frammentato e individualista, confonde le idee e lascia disorientati, e nel paradosso della sua moderna globalizzazione tende a escludere ed emarginare, invece che includere e integrare. L’individuo viene anestetizzato poco alla volta, le sue azioni e i suoi pensieri vengono inibiti, la volontà annichilita. Il torpore dello stordimento rende fragile la condizione umana e accresce il senso di solitudine interiore.

Paolo Grassino reagisce a questa esistenza insostenibile realizzando un atto unico creativo, una messa in scena umanista, nella quale ribalta completamente i termini della riflessione: l’oggetto di indagine non è ciò che c’è o si vede, ma ciò che non c’è più o non è mai stato, e non si vede. Negli spazi della galleria Paolo Grassino ricostruisce un fermo immagine della realtà attuale, un ecosistema emotivo e intimo, sospeso e fuori dal tempo, dove lo spettatore ritorna in possesso della propria temporalità per riflettere sulla condizione dell’essere umano e sui condizionamenti della società di oggi. Paolo Grassino è cosciente dell’ineluttabilità del destino e dell’imperscrutabilità dell’ignoto, ma crede anche nell’unicità della vita e nell’affermazione del principio di esistenza di questa assenza corporea con tutti i suoi risvolti psichici e sociali. La realtà è una e soltanto una, ne fanno parte in armonia la specie umana e gli animali, gli oggetti e le architetture, lo spazio e il tempo: questo sostiene Paolo Grassino nel progetto espositivo pensato per la galleria.

Paolo Grassino | La sostenibile visibilità dell’assenza
a cura di Lorenzo Respi
18 maggio – 30 giugno 2017

ANNA MARRA CONTEMPORANEA
Via Sant’Angelo in Pescheria, 32 – 00186 Roma
info@annamarracontemporanea.it
+39 06 97612389

*english below

Continue Reading..

16
Mag

Sacha Turchi e Leonardo Aquilino. In vitro

L’esperienza biologica che si svolge in laboratorio, al di fuori dell’organismo vivente.

Come la ricerca in laboratorio che viene inevitabilmente indirizzata per rispondere a quesiti specifici, Leonardo Aquilino e Sacha Turchi creano un percorso di mostra che pur camminando su una stessa linea viene direzionato in ambiti e ricerche differenti.

La galleria si divide in due, nella prima sala Leonardo Aquilino presenta una serie d’immagini realizzate al microscopio digitale per diventare matrici utilizzate per mezzo di un ingranditore analogico. Osservando da vicino, il lavoro di Aquilino racconta il micro per parlarci del macro. Le ali della libellula sono il soggetto focalizzato, tramite il quale si racconta la struttura fatta di congiunzioni ripetute. L’artista si avvicina progressivamente, mettendo in risalto i filamenti delle ali come fossero capillari che emergono dall’epidermide. Illude il fruitore tramite un ingranditore fotografico, come adoperando un potente microscopio. Egli rielabora il concetto di fotografia, resa estremamente leggera ed impalpabile, ma allo stesso tempo dal carattere distintivo, messo in risalto con luce dorata e segni decisi.

La seconda sala vede protagonista Sacha Turchi, da sempre legata alla ricerca, al laboratorio, al corpo. L’artista presenta parte degli studi in cui è immersa da mesi, riguardanti il suo concetto di pelle considerata ugualmente involucro, un contenitore del corpo, e simultaneamente un confine, una barriera di protezione tra il dentro e il fuori. Esposta per la prima volta è MOVEO, una grande vertebra che diviene contenitore dell’essere umano, le cui componenti sono sostanze realmente costituenti il tessuto osseo, tra cui carbonato di calcio, acido lattico, acido ialuronico e collagene. Ad accompagnare la grande scultura sono presenti alcune pelli di soia cresciute ed elaborate in vitro e una coltura di pelle batterica in attivo. Per l’artista si tratta di strati che cambiano e si ricreano, mutando in qualcosa di sempre nuovo.

I due artisti si esprimono con linguaggi differenti ma, nel contesto di IN VITRO, convogliano in una ricerca che ruota attorno all’individuo, ricreando negli spazi di Matèria una sorta di laboratorio ante litteram che narra il loro punto di vista.Continue Reading..

12
Mag

Ettore Spalletti

“Quando fai una passeggiata sul mare, vedi l’azzurro che diventa sempre più profondo, e, verso sera, diventa tutto d’argento, la linea dell’orizzonte si perde e il mare si congiunge con il cielo”
Ettore Spalletti

A partire dalla metà degli anni Settanta, Ettore Spalletti si è dedicato ad una ricerca tesa a valorizzare il risalto emotivo del tono cromatico, indagato sia in pittura che in scultura. La pratica artistica si identifica in Spalletti con un processo interamente manuale di elaborazione della superficie (il supporto ligneo del dipinto, ma anche il marmo o l’alabastro della scultura), trattata con molteplici stesure di pigmenti. Dalla apparente monocromia delle sue opere, traspare un colore intriso di materia e di luce, in armonica interrelazione con lo spazio circostante. La superficie pittorica infatti si pone in rapporto con l’ambiente espositivo in senso fisico, fino al punto di rinunciare alla propria integrità tramite la rastrematura dei bordi o l’aggetto del piano di supporto, travalicando il confine tra pittura e scultura. L’opera scultorea si presenta come forma fortemente sintetizzata in senso geometrico e spesso si fa allusiva ad immagini riconoscibili (colonna, vaso, coppa, che valgono come archetipi del linguaggio della scultura). Nella galleria Vistamare, Spalletti espone alcune delle ultime opere realizzate – Muro, azzurro 2016, Come l’acqua 2016, Grigio oro, orizzonte 2016 – insieme ad altre meno recenti – Scatola di colore 1991, Così com’è 2006. Le pareti della sala più grande della galleria saranno scompaginate dall’opera Carte, sottili fogli di legno di grande formato, dipinti sul fronte e sul retro, che si muovono liberamente; un lavoro che si pone in continuità con le prime carte di colore realizzate nel 1974.Continue Reading..

10
Mag

Marzia Migliora. Velme

From May 13 to November 26, the Fondazione Merz and MUVE, Fondazione Musei Civici di Venezia, present Velme, a site-specific exhibition by artist Marzia Migliora, curated by Beatrice Merz. The works are on display in several rooms of the Museo del Settecento Veneziano in the historic Palazzo Ca’ Rezzonico. The project is characterised by forms of expression that are recurrent in the artist’s production: the desire to show what is hidden and to reveal the relationship with space and the history of places.

Marzia Migliora aims to bring out the contradictions and repeated exploitation—of natural and human resources, and labour, typical of the history of mankind—through the clues emerging from the history of the lagoon city and from the works conserved in Ca’ Rezzonico, establishing a dialogue and contrasting them with the works she has created. The artist accomplishes this here by extrapolating elements from the collection, showing them in a new light, and shifting the point of view of the visitor. The title of the exhibition aptly summarises the considerations that underpin the project. The word “velma” is the Venetian term for a shoal, indicating a shallow area in the lagoon that emerges during low tides. These shoals, just like the entire ecosystem of the Venetian lagoon, are at great risk due to the morphological degradation and erosion of the seabed, caused by a lack of awareness and the continued violations perpetrated by mankind. The velma, the “meeting point” in the relationship between water and land, the symbol of something underwater that never stops emerging, thus becomes “an urgency of the present” and a bridge that connects us with the past. The project comprises five installations carefully chosen by the artist and located in different rooms of the Palazzo. In the “portego de mezo”—the typical feature of Venetian palaces that links the water gate to the door on the street—hosts a work called La fabbrica illuminata (literally the illuminated factory): five goldsmiths’ workbenches illuminated by a row of neon lights and in which, on each upper shelf, a block of rock salt has been placed.

The elements that make up the installation such as salt, which was so vital in the trading history of Venice, also known as “white gold,” and the goldsmith’s workbenches—refer to the exploitation of natural resources and labour needed to transform these into commercial goods and profit.Continue Reading..