Category: fotografia

04
Set

Ina Otzko. Sono qui, puoi sentirlo?

INA OTZKO
SONO QUI, PUOI SENTIRLO?
a cura di Maria Savarese
Napoli, Castel dell’Ovo
Inaugura giovedì 3 settembre, ore 17.30
4 settembre – 3 ottobre 2015

Apre il 3 settembre 2015 nella suggestiva cornice di Castel dell’Ovo a Napoli la prima personale italiana dell’artista norvegese Ina Otzko dal titolo Sono qui, puoi sentirlo?, con la presentazione di un nuovo corpo di lavori affiancati a progetti precedenti, mai esposti in Italia, che ne raccontano il percorso artistico.
La mostra, curata da Maria Savarese, è promossa dall’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia e della Municipalità di Alstahaug. L’esposizione, aperta fino al 3 ottobre, ha il duplice obiettivo di introdurre il lavoro della Otzko al pubblico italiano con la presentazione delle sue opere più significative e, allo stesso tempo, di proporre il progetto inedito Leviathan, vero fulcro della personale. Leviathan si compone di una serie di fotografie Polaroid e di una installazione sonora registrata all’interno e
intorno al cratere del vulcano Solfatara situato nel Parco Regionale dei Campi Flegrei nel comune di Pozzuoli, a nord di Napoli. Accanto ad esso, installazioni al neon, fotografie, video, opere testuali in progetti quali My First Important Escape, Mothers Garden, The Edge – Meditations on Silence, Who Are We Today?
La mostra si muove lungo una sottile tensione tra una dimensione più intima e personale e una dal carattere spiccatamente sociale e universale. Leviathan tocca il tema delicato e, talvolta scomodo, della sostenibilità – economica, sociale, ambientale –, responsabilità di cui, secondo l’artista, ciascun individuo dovrebbe farsi carico.
La Terra ha davvero bisogno degli esseri umani – si chiede Ina Otzko – se da un lato le differenze sociali e il potere finanziario ci spingono sempre di più verso un esasperato individualismo e, dall’altro, le risorse si riducono drammaticamente? Se la risposta è positiva, prosegue, allora come possiamo cambiare il corso attuale degli eventi per garantire a tutti un futuro migliore?
La soluzione, che non ha la presunzione di essere definitiva, risiede, per l’artista norvegese, in una dimensione più intima di percezione del tempo e dello spazio attraverso il proprio corpo: più il nostro corpo è in armonia, più profondamente percepiamo noi stessi e gli altri e più risulterà facile assumerci la responsabilità individuale e collettiva di ciò che ci circonda.
A questo aspetto più privato fanno riferimento lavori come Interiors, progetto composto da video e fotografie,Mothers Garden, video, o il più pacificante The Edge – Meditations on Silence, serie fotografica. Completa la mostra, un catalogo con intervista all’artista a cura di Maria Savarese.Continue Reading..

04
Set

Maurizio Galimberti. Frames of Italy

La galleria Artistocratic, in collaborazione con Giart, presenta la mostra Frames of Italy di Maurizio Galimberti, in occasione di #PAF2015!! Photo & Art Festival a Monteleone d’Orvieto, dal 4 al 13 settembre 2015.

Il festival, organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale #PAF!! con il patrocinio del Comune di Monteleone d’Orvieto e della A.T. Pro Loco, prevede mostre di pittura, fotografia, scultura ed eventi live che per tre giorni trasformeranno il borgo medievale in un mondo fatto di osmosi tra arti visive, storia e musica.

«Com’è difficile capire nel fare un quadro qual è il momento esatto in cui l’imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso» (Pierre-Auguste Renoir)

Maurizio Galimberti in Frames of Italy riscopre e racconta il nostro Paese, ci fa entrare e ci porta a spasso attraverso il paesaggio articolato e vario dell’Italia. Coglie l’anima di ciò che ritrae, di un soggetto, di un’architettura o di una città e la trasforma secondo la sua personale visione e tecnica artistica, quella del mosaico di Polaroid. Come egli stesso l’ha definito «è un grand tour personale, ma che molti ritroveranno di certo familiare». Un diario di viaggio, dove l’artista appunta i suoi luoghi, scorci di città, dettagli di monumenti, porzioni di cielo o di mare frammentati, attraverso diverse modalità tecniche e di espressione, dai mosaici alle singole istantanee, dai ready-made alle manipolazioni sulle Polaroid.Continue Reading..

01
Set

Slideluck Roma

SLIDELUCK ROMA II – POTLUCK + SLIDESHOW PROJECTION
PUBBLICAZIONE DELLA LISTA FINALE DEGLI ARTISTI

Siamo lieti di annunciare che, dopo sette anni, Slideluck Roma ritorna nella Capitale venerdì 4 settembre 2015
L’evento Slideluck Roma è possibile grazie alla partnership con NETWORK ARENE DI ROMA.

SLIDELUCK è un’organizzazione internazionale non-profit che si dedica alla creazione e al rafforzamento del senso di comunità attraverso il cibo e la fotografia. Dal 2000, Slideluck ha ospitato cene creative combinate con slideshow in più di 100 città in tutto il mondo. E’ una piattaforma per mettere in comunicazione fotografi, curatori, collezionisti e direttori creativi in un ambiente non commerciale.

NETWORK ARENE DI ROMA è una organizzazione artistica senza scopo di lucro con sede a Roma che ogni estate gestisce la proiezione di oltre 1.000 film nei cinema all’aperto, in luoghi storici della città.

ARTISTI SELEZIONATI
I nostri curatori hanno selezionato i seguenti fotografi per la proiezione finale:

Antonio Di Cecco | Barbara Leolini | Boris Eldagsen | Claudia Mozzillo | Collettivo Domino | Emanuele Camerini | Francesco Romoli | Gianluca Abblasio | Graziano Panfili | Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni | Lina Pallotta | Lottie Davies | Luca Marianaccio & Iacopo Pasqui | Luca Nizzoli Toetti | Michal Adamski | Paola Fiorini | Piergiorgio Casotti | Romina Vinci & Ella Kiviniemi | Simone Aprile | Sonia Hamza | Valeria Scrilatti

I curatori dell’evento Slideluck Roma sono Louise Clements (UK, direttore artistico di QUAD & FORMAT International Photography Festival, curatrice e scrittrice); Giammaria De Gasperis (Italia, Photo Consultant, Photo Editor e curatore. Fondatore e direttore editoriale del magazine); Maria Teresa Salvati (Italia/UK, curatrice, direttore di Slideluck Europe; direttore editoriale di Slideluck Editorial).
Il team di Slideluck Roma comprende; Joseph La Mela (Francia, artista e fotografo, direttore di Slideluck Roma); e Valentina Trisolino (Italia, storica della fotografia e curatrice. membro fondatore di Kult – Culture Visive, Press and Media Partners).
L’edizione di Slideluck Roma II sarà ospitata nel centro di Roma a pochi passi dal Colosseo, nella splendida cornice del CHIOSTRO DI SAN PIETRO IN VINCOLI, accanto a una delle più importanti basiliche della città eretta nel 1442, famosa per avere al suo interno la atatua del Mosé di Michelangelo.

SLIDELUCK ROMA – POTLUCK + SLIDESHOW PROJECTION
Slideluck Roma è fotografia, cibo e birra in una splendida location! Per l’evento, tutti i partecipanti sono invitati a portare da casa un piatto da dividere con gli altri. Il potluck (cena a buffet) inizierà alle 19, poi, dopo un paio d’ore per chiacchierare e mangiare, si abbasseranno le luci e inizieranno le proiezioni durante le quali verrà offerta birra da parte del nostro sponsor, The Brooklyn Brewery.

CHIOSTRO DI SAN PIETRO IN VINCOLI
4 SETTEMBRE 2015
Potluck Dinner: inizio ore 19
Slideshow: inizio ore 21

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31
Ago

FAST / digiuno

FAST / DIGIUNO | PROGETTO ECONOMART DI AMY D ARTE SPAZIO MILANO
Opening 03 settembre h. 18.30

dal 3 al 21 settembre 2015

In mostra opere di: Sasha Meret, Marcin Klocek, Daniele Franzi
Site specific: -Plastica smart 2015-, nanotecnologia e riciclo, a cura dell’I.I.T. (Istituto Italiano di Tecnologia) e della Prof.ssa Athanassia Athanassiou, fisico ricercatrice e responsabile dello Smart Materials Group di Genova

FAST, un progetto per sottrazione nato da un’idea di Anna d’Ambrosio, inaugura il 3 settembre, cronologicamente dopo Memorie di Equilibrio dello scorso marzo, in cui l’elemento acqua si faceva opera di denuncia del famigerato water grabbing.

In mostra per FAST , inedito progetto economART, opere create attorno al tema del digiuno, inteso non solo come provocazione nell’anno di EXPO 2015 (che doveva essere la piattaforma di confronto di idee e soluzioni sull’alimentazione), ma come occasione di riflessione inedita, ricca di possibili interpretazioni rigeneranti.

Quasi tutti i lavori esposti sono stati pensati appositamente per la mostra, mentre altri davano già una lettura personale del digiuno come metafora di altri vuoti e sconfitte.

Scenari totalmente differenti, interpretazioni inedite e inattese del contemporaneo: un punto di vista fuori dal coro sul tema del cibo.

FAST pone il cibo come sottraendo dell’esposizione artistica, in cui i rimandi a tematiche sociali, culturali ed economiche sono tutte declinate alla sconfitta dell’umanità, proprio come su un campo di battaglia nel giorno della riflessione postuma.

La rinascita, quella proposta da FAST, passa dalla scoperta scientifica, proposta rivoluzionaria di nuove scoperte e interpretazioni, a soluzioni nuove per uno spiraglio etico di esistenza.
L’economART di Amy D Arte Spazio lo fa con l’arte responsabile degli artisti in mostra.

Ciò che resta saranno macerie, tumuli, disgregazioni laceranti e strazianti, ma anche una nuova speranza fatta, come dopo un lungo digiuno, di odori forti senza matrici, trasformazioni entropiche dello scarto declinato da rifiuto organico da macero.

Anna d’Ambrosio

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21
Ago

Mustafa Sabbagh. #000 – TUXEDO RIOT

SI fest24 – [HABITUS] presenta:

#000 – TUXEDO RIOT
personale di MUSTAFA SABBAGH

ex consorzio di bonifica – savignano sul rubicone [FC]
vernice: venerdì 11 settembre 2015, ore 20.00
mostra: 11, 12, 13 settembre 2015 + week-end 19/20.09.2015 e 26/27.09.2015

Incipit
«L’arte non deve più essere resoconto di situazioni passate. Può diventare organizzazione diretta di sensazioni più evolute. Si tratta di produrre noi stessi, non oggetti che ci rendono schiavi».
Guy Débord, Internazionale Situazionista n.1, 1958

In John Cage era il silenzio. In Gilles Deleuze, unghie troppo lunghe. Atti rivoluzionari a partire da un habitus (o da un bad habit, come vorrebbe un Bourdieu 2.0) che deflagrano in rivoluzione, e tradiscono arte. Come il silenzio di Cage, come le unghie di Deleuze, al SI Fest 2015, Mustafa Sabbagh presenta #000 – Tuxedo Riot: la sua rivoluzione in smoking.
Abito nero: eleganza e anarchia, perché – da Platone a Edgar Wind – «Se il massimo desiderio di un uomo è quello di vivere senza fastidi, forse il miglior consiglio che gli si può dare è di tenere l’arte lontana da casa sua ». La natura seppellisce qualunque tragedia pur di formalizzare la propria bellezza, ma il nero di un silenzio, o di unghie che graffiano, è più assordante di un bombardamento, brucia più di una ferita aperta.
In mostra i rivoluzionari in smoking di Mustafa Sabbagh, che presenta al SI Fest anche un ciclo di opere inedite: Madri nere, nere Vesperbilder, Veneri di fumo e soldati di catrame, estasi mistiche pervase da una calma apparente – in natura, nell’uomo, e in uno #000 – che porta in sé il germe della rivoluzione, pronto ad attecchire sui santi = sugli uomini.
Tuxedo come una lezione di semiotica da chi ha fatto propria la lezione di Simmel e di Goffman, perché «Non è il caso di avere paura né di sperare; si tratta piuttosto di cercare nuove armi ». Si respira rivoluzione nei petali sparsi, che tradiscono tempeste recenti; si respira rivoluzione nelle vene pulsanti, che tradiscono rabbie latenti.
«Lo stanco ha esaurito solo la messa in atto, mentre l’esausto esaurisce tutto il possibile. Lo stanco non può più realizzare, ma l’esausto non può più possibilizzare ». Riottosi esausti come dannati beckettiani, svuotati ma mai stanchi, pronti a riempire il nulla di uno #000 in creazione inesauribile, diretti dal cantore di una bellezza riconoscibilissima negli stilemi che lo hanno reso celebre, nel panorama internazionale dell’arte contemporanea: una bellezza elegante, autistica, destabilizzante. In una parola: rivoluzionaria.Continue Reading..

18
Ago

HARRY GRUYAERT

HARRY GRUYAERT
15 September – 31 October 2015

Open: 11:00 – 16:30, Wednesday – Friday

The first solo UK exhibition of work by Magnum Photographer Harry Gruyaert will open at the Magnum Print Room in September. The exhibition will showcase over 30 works by Gruyaert who is known for his revolutionary and experimental use of colour.

The exhibition will span Gruyaert’s work from 1972 to 2004, shot in diverse locations including Bosnia, Belgium, Egypt, France, Ireland, Mali, Russia and the US. Greatly influenced by the American tradition epitomised by Saul Leiter, William Eggleston and Stephen Shore, and by the cinema aesthetics of François Truffaut and Michelangelo Antonioni, Gruyaert created a highly personal palette of saturated tones. His work helped to define a new territory for color photography: an emotive, non-narrative, and boldly graphic way of perceiving and communicating the world.

Also on display will be a small selection of Gruyaert’s photographs from his distorted television images series, shot directly from a broken television screen on which he could manipulate the colours. The four works on show are of the 1972 Munich Olympics and are a parody of the conventions of the current affairs photostory. This body of work was controversial when first exhibited in Paris in 1974, viewed as a disrespectful assault on the culture of television with a radical challenge to the conventions of press photography. Gruyaert himself views these works as the closest thing to journalistic photography he has ever made.
The exhibition coincides with the launch of the first English language monograph of Gruyaert’s work. Harry Gruyaert, published by Thames & Hudson, includes a foreword by François Hébel and 80 colour illustrations, RRP £40.Continue Reading..

06
Ago

EDWARD BURTYNSKY. Acqua Shock

Per la prima volta in Europa, dal 3 settembre 2015 all’1 novembre 2015, Palazzo della Ragione Fotografia, presenta Edward Burtynsky. Acqua Shock il progetto del fotografo canadese (St. Catharines, Ontario, 1955) dedicato all’acqua.

Il programma di Palazzo della Ragione, il nuovo spazio espositivo di Milano interamente dedicato alla fotografia inaugurato a giugno 2014 nel cuore della città, si arricchisce dell’intenso lavoro fotografico che Edward Burtynsky ha dedicato alla risorsa primaria per eccellenza, l’acqua, alla sua presenza in natura e al suo sfruttamento da parte dell’uomo.

La mostra Edward Burtynsky. Acqua Shock è promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti in collaborazione con Admira e curata da Enrica Viganò.

La rassegna fa parte di Expo in città, il palinsesto di iniziative che accompagna la vita culturale di Milano durante il semestre dell’Esposizione Universale.

Edward Burtynsky, grande interprete della fotografia internazionale, da sempre documenta gli effetti del nostro progresso sul pianeta. Attraverso ricerche approfondite e lunghi viaggi ha scoperto e raccontato realtà solo in apparenza lontane, ma strettamente collegate al futuro del genere umano.

Le risorse naturali sono al centro del suo lavoro e dopo le affascinanti immagini delle cave e la magnifica serie dedicata al petrolio, negli ultimi anni si è rivolto allo studio della primaria fonte di vita sulla terra.

Acqua Shock raccoglie 60 fotografie divise in sette capitoli – Golfo del Messico, Devastazioni, Controllo, Agricoltura, Acquacoltura, Rive, Sorgenti – l’analisi di tutti gli aspetti connessi all’origine e all’utilizzo dell’acqua: dal delta dei fiumi ai pozzi a gradini, dalle colture acquatiche alle irrigazioni a pivot centrale, dai paesaggi disidratati alle sorgenti indispensabili.Continue Reading..

04
Ago

Mario Cresci. In Bilico nel Tempo

Nicoletta Rusconi Art Projects, in collaborazione con la Casa d’Aste francese Artcurial e grazie alla sponsorizzazionedi Cassa Lombarda, presenta “In bilico nel tempo”, personale di Mario Cresci (Chiavari, 1942). L’esposizione, che si terrà presso la sede di Artcurial a Milano (Palazzo Crespi, corso Venezia, 22), è accompagnata da un testo critico di Marco Tagliafierro e inaugurerà il 1 ottobre alle 18.30, rimanendo aperta gratuitamente dal 2 al 31 ottobre.

Artcurial è la più importante casa d’aste francese, leader di mercato grazie ai suoi risultati nella vendita di oggetti d’arte e da collezione e del settore lusso. Nella sua sede di Milano, Artcurial presenta mostre e organizza giornate di expertise, oltre a incontri e conferenze aperti al pubblico. Organizzata da Nicoletta Rusconi Art Projects,che realizza progetti indipendenti nel campo dell’arte contemporanea, la mostra raccoglie 17 opere composite di Mario Cresci appartenenti a diverse serie fotografiche. Autore eclettico, che spazia tra disegno, fotografia, video e installazioni, Cresci indaga il linguaggio visivo tramite una contrapposizione tra la fotografia e la verità del reale.

In mostra ci saranno diverse tipologie di opere, che coprono un vasto arco di tempo, dalla fine degli anni ’60 al 2015. Il filo conduttore che le pone in relazione diretta è soprattutto un “tempo altro”, il tempo dell’arte per citare lo stesso Mario Cresci: un tempo che le riguarda trasversalmente tutte. Soggetti /oggetti dei lavori esposti sono opere d’arte storiche, sia dipinti, sia fotografie, sia architetture di altri autori, appartenenti a epoche diverse, qui poste da Cresci in una condizione paritetica, di equivalenza, svelando così l’incipit del progetto espositivo.

Varcata la soglia, il visitatore si imbatte in Equivalents (2014): sei metri di sguardi, ovvero undici fotografie di undici ritratti, dipinti da altrettanti maestri. Ritratti che Cresci ha portato a una dimensione omogenea, ponendoli sullo stesso piano, virandoli tutti sui toni del blu e allineandoli sulle lettere, una per fotografia, che insieme compongono la scritta EQUIVALENTS. Si avverte in quest’opera una riflessione dell’autore sulla storia della fotografia, in particolare sul lavoro di Alfred Stieglitz.Continue Reading..

03
Ago

Swinging Sixties London

This summer, Foam presents Swinging Sixties London – Photography in the Capital of Cool. The thematic group show immerses visitors in the dazzling London of the sixties, an era bursting with possibilities.

The presentation touches upon all of the remarkable developments in and around photography at the time: fashion, celebrities, music, magazines, design and social change. In the exhibition, Foam brings together the work of iconic photographers of the sixties – who in their heyday were often as famous as the stars in front of their cameras. Featuring work by Terence Donovan, Brian Duffy, John French, Norman Parkinson, James Barnor, John Hopkins, John Cowan, Eric Swayne and Philip Townsend.

International Epicentre

In the mid-1960s, the capital of England stood for everything hip, fashionable and cool. In April 1966, America’s Time Magazine even dedicated a complete issue to London: ‘the Swinging City’. “Ancient elegance and new opulence are all tangled up in a dazzling blur of op and pop,” writes Piri Halasz in the legendary cover story. This period in London’s history represents the transformation the capital underwent in the decennia after the war, from a grim, shattered city to an international and lively epicentre for style, culture and fashion.

Decade of Growth

The Swinging Sixties marked the birth of the superstar, the fan and the individual, but also saw an economic growth which resulted in extensive democratization. From now on, fashion and leisure were available for many more people. attitudes among the younger generation changed, too. In the sixties, the free-spirited baby boomers rebelled against the conservative post-war culture of their parents. These were the golden days for music, design, fashion and style, and it was in London where models became superstars. Pop stars grew even bigger, with bands like The Kinks, The Rolling Stones and The Beatles defining the sound of the sixties.Continue Reading..

31
Lug

Nino Migliori. Zooforo immaginato

Una mostra di fotografie incentrate sull’opera dell’Antelami. Un lavoro particolare, realizzato a lume di candela nell’anno europeo della luce.
a cura di Roberto Maggiori e Piero Orlandi

Una mostra di fotografie di Nino Migliori, incentrate sullo Zooforo dell’Antelami, che saranno esposte nello Spazio Lavì’ di Sarnano, località turistica di cui ricorre quest’anno l’anniversario della nascita del comune, nel 1265 quando il lavoro dell’Antelami era stato terminato solo da qualche decennio.

Un omaggio alle opere del romanico in un borgo medievale, nell’anno europeo della luce, trova così, con questo particolare lavoro di Nino Migliori realizzato a lume di candela, una felice manifestazione.

Per l’occasione sarà realizzato dall’Editrice Quinlan un libro d’artista in una tiratura limitata di 180 copie numerate e firmate da Migliori, stampato in un raffinato bianco e nero, su carta Fedrigoni Tintoretto Gesso.

Estratto del testo in catalogo, scritto da Roberto Maggiori:
All’interno di qualsiasi immagine la luce è fondamentale per orientare lo sguardo, creare gerarchie di significati o per conferire alla struttura un’ambientazione naturalista piuttosto che espressionista, per porre l’accento sulla realtà esterna oppure su una visione intima; windows e mirrors, sintetizzava argutamente Szwarkowski.

Leonardo dedicò il codice G al tema della luce, evidenziando, tra l’altro, come il semplice spostamento di due candele modificasse sostanzialmente la percezione di un drappo attraverso infinite variazioni chiaroscurali. L’attenzione alla luce (e all’ombra) con l’instancabile curiosità di sperimentare, sono le principali caratteristiche che hanno contraddistinto il genio di Vinci e proprio a Leonardo, Nino rende omaggio con questo Zooforo immaginato quando decide la tecnica da utilizzare per fotografare le formelle dell’Antelami disposte nel periplo esterno del battistero di Parma.

La luce e la sperimentazione non sono gli unici fili conduttori che ritroviamo nella produzione di Migliori, Nino alterna infatti con indifferenza tecniche e iconografie (dal figurativo all’astratto), ma il suo interesse è sostanzialmente convergente verso concetti così riassumibili: l’azione della natura, la memoria storica, la stratificazione dei segni che connotano le diverse culture (dalle manifestazioni vernacolari a quelle autoriali), la registrazione di tracce che stimolino l’immaginazione piuttosto che la percezione ordinaria, una gestualità istintiva.
Queste caratteristiche sono rintracciabili anche nel lavoro dedicato al bestiario scolpito dall’Antelami, un lavoro che non è la semplice documentazione di un monumento storico, ma una interpretazione autoriale; le poetiche dell’Antelami e di Migliori si compenetrano, essendo la prima fortemente mediata dallo sguardo del secondo.Continue Reading..