Category: fotografia

10
Nov

Daniele Contavalli. Spazio perentorio

11 novembre – 7 dicembre 2015

Inaugurazione (alla presenza dell’artista): mercoledì 11 novembre 2015, ore 19.00 – 22.00

Carlo Gallerati è lieto di presentare Spazio perentorio, una mostra personale di Daniele Contavalli a cura di Saveria Colosimo.

‘… e poi arriva il punto in cui l’immagine collassa’. (Daniele Contavalli)

“Da qui comincia la narrazione sospesa di Daniele Contavalli. Un racconto febbrile in continuo divenire, fatto di parole abbozzate, di segni apparentemente indecifrabili e immagini mai definitivamente compiute. Margini visivi di luoghi dove l’arte si mostra o dove la natura si cela; sedimenti poetici; orme di parole consunte. Una scrittura muta che non si lascia penetrare, ma che evoca un corrispondente discorso interno alla propria coscienza. Lo scritto nell’opera visiva sottintende la presenza attiva dell’artista in quello spazio, sia come persona che parla il linguaggio dell’inconscio, poiché il messaggio verbale che dialoga con il resto dell’immagine non svolge un ruolo meramente enunciativo, sia come mano che opera. In questa operatività inquieta e dallo spirito indomito si può scorgere non solo l’ideale artistico di continuità e ricerca scrupolosa dell’autore, ma anche il modello di un aspetto del pensiero individualista legato alla contemporaneità: il rifiuto imperativo dell’artista di identificarsi con un paradigma stilistico precostituito. L’opera di Contavalli, infatti, si evolve nel tempo ed è caratterizzata da un principio di libertà che la rende autonoma. Nel momento in cui l’immagine, in quanto tale, esibisce chiaramente i limiti della propria dimensione spaziale e temporale, Contavalli passa all’azione; non è però una scelta arbitraria, ma una necessità. È così che estende l’atto creativo a una multiforme contaminazione dei generi: poesia, pittura e fotografia coesistono nella stessa opera di figurazione narrativa, dando luogo a un processo di interazione tra le arti, un centro di forza pulsante che spinge verso la totalità. I segni della parola scritta e i segni della pittura prendono posto nello spazio circoscritto dell’immagine fotografica, distinti nel loro rapporto di valori significanti; ciò implica una lettura dell’opera di Contavalli come dialettica costante tra i mezzi dell’arte. Il parallelismo tra parola, segno e immagine fotografica e più specificatamente, tra elemento verbale, gestuale e visivo si compie attraverso diverse fasi che l’autore percorre e scopre solo a poco a poco, poiché è consapevole di poter giungere col tempo, e solo grazie a una coscienziosa concentrazione, alla sintesi dello spazio perentorio. Lo spazio perentorio è la conquista dello spazio del ‘sentire’ e ci mostra attraverso lo svuotamento degli elementi oggettivi e visivi dell’opera, la dimensione intima, totale e profonda in cui l’artista scava, dove il ‘togliere’ significa proprio dare voce alla complessità del lato interiore mai completamente esternato. Uno spazio assoluto in cui la parola diventa un segno silente sempre più scarnificato, la pittura si fa gesto essenziale e la fotografia è un vuotato frammento dell’universale; l’universale artistico di Daniele Contavalli.” (Saveria Colosimo)

Daniele Contavalli è nato a Siena nel 1964, vive e lavora a Roma. Nel 1983 conclude gli studi superiori al III Liceo Artistico di Roma. Nel 1987 si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha esposto in numerose mostre collettive e personali presso gallerie e spazi pubblici italiani. Alcune sue opere fanno parte di collezioni private.

Daniele Contavalli. Spazio perentorio
A cura di Saveria Colosimo
Galleria Gallerati (Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – Mob. +39.347.7900049)
Inaugurazione: mercoledì 11 novembre 2015, ore 19.00-22.00
Fino a lunedì 7 dicembre 2015 (ingresso libero)
Orario: dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 / sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento
Mezzi pubblici: bus: 61, 62, 310, 542; metro: linea B, ferm.Bologna (da P.Bologna: 400 m lungo V.Livorno o V.M.di Lando)

Ufficio stampa: Galleria Gallerati
Informazioni: info@galleriagallerati.it, www.galleriagallerati.it, www.danielecontavalli.com
Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – info@galleriagallerati.it – www.galleriagallerati.it

10
Nov

Henri Cartier-Bresson e gli altri – I Grandi fotografi e l’Italia

A partire da Cartier-Bresson, lo sguardo dei più celebri fotografi del mondo, da List a Salgado, da Newton a McCurry, costruisce il racconto affascinante di una Italia necessaria alla storia della fotografia. Esposte oltre 200 immagini che sono spesso autentiche icone.

a cura di Giovanna Calvenzi

Il primo fu Henri Cartier-Bresson. A lui, indiscusso maestro, e al suo lavoro sull’Italia, è affidato il cuore della mostra e il compito di introdurre il primo itinerario fotografico attraverso 20 fotografie dagli anni ’30 in poi che, assieme a quelle di altri 35 autori presenti, contribuirà a restituirci l’”immagine” del nostro Paese visto con l’obiettivo dei più grandi fotografi internazionali.

Dall’11 novembre al 7 febbraio 2016, a Milano, Palazzo della Ragione Fotografia ospita “Henri Cartier-Bresson e gli altri – I Grandi fotografi e l’Italia”.
Per raccontare come i grandi fotografi internazionali hanno visto l’Italia in un arco di tempo di quasi ottant’anni, la mostra è divisa in sette ampie aree tematiche, all’interno delle quali si sviluppa una storia indiretta della fotografia e dell’evoluzione dei suoi linguaggi.

Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo della Ragione, con Civita, Contrasto e GAmm Giunti e curata da Giovanna Calvenzi la rassegna chiude il percorso dedicato all’Italia voluto nell’anno di Expo 2015 e iniziato lo scorzo marzo, con la mostra dedicata ai fotografi italiani. Lo spazio espositivo del Palazzo della Ragione, interamente dedicato alla fotografia, inaugurato a giugno 2014 nel cuore di Milano, arricchisce il suo palinsesto con una selezione di imperdibili immagini.

“Dopo Italia Inside Out, la mostra che nella primavera scorsa ha regalato al pubblico le immagini realizzate dai grandi fotografi italiani, apriamo ora, sempre a Palazzo della Ragione, la seconda parte di questo progetto che riproduce lo sguardo, al tempo stesso incantato e attento, dei grandi fotografi internazionali sul nostro Paese. Affascinati dal suo paesaggio, dalla sua gente, dalla sua storia, gli artisti in mostra ci rivelano, a noi che lo abitiamo, lo stupore che il nostro Paese suscita all’estero, in culture e sensibilità diverse dalla nostra, costringendoci a riflettere sul valore del nostro patrimonio naturale, artistico, storico e sociale. – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno – Un progetto perfetto per ExpoinCittà, che ha saputo offrire ai milanesi e ai visitatori, in questi sei mesi, il meglio del talento creativo italiano e internazionale”.

Il lungo viaggio in Italia inizia con un autoritratto di Henri Cartier-Bresson del 1933: il suo sogno umanista di fermare il tempo, di cogliere il momento decisivo nel flusso in divenire della realtà influenzerà a lungo la fotografia di tutto il mondo e sarà adottato da generazioni di fotografi.Continue Reading..

08
Nov

Jiri Kolar

In occasione della Notte delle Arti Contemporanee, la mostra presenta una serie di opere riferite al periodo che va dagli anni Cinquanta agli anni Novanta.
La Galleria d’arte Roccatre di Torino inaugura, in occasione della Notte delle Arti Contemporanee, una mostra del maestro Jiri Kolar, presentando una serie di opere riferite al periodo che va dagli anni Cinquanta agli anni Novanta.

“Scrittore poeta e artista visivo, Jiri Kolar è tra i massimi maestri ormai storici della grande e articolata area di ricerca d’avanguardia all’incrocio fra parole e immagini, quella che va da Mallarmé ai calligrammi di Apollinaire e alle “parolibere” futuriste, dalle sperimentazioni scritte e dai collage e poemi-oggetti dadaisti e surrealisti fino alla poesia visiva e concreta, e anche a certe elaborazioni concettuali, degli anni 1960/70.
Affascinato fin da giovane dalla tipografia, dalle pagine stampate, dai repertori di immagini provenienti dalle fonti più disparate (in particolare dal vastissimo archivio della storia dell’arte), Kolar ha elaborato la sua visione artistica utilizzando in modo magistrale tutte le potenzialità espressive e immaginifiche della tecnica del collage. Nel suo ben noto Dizionario dei metodi, ha fatto l’elenco di oltre un centinaio di differenti procedimenti combinatori di frammenti di testi scritti o di elementi iconici, sia su superfici bidimensionali sia nella dimensione tridimensionale degli oggetti. Ci sono tecniche già sperimentate e invenzioni geniali, con le più fantasiose variazioni formali e tematiche.
Di questo lungo elenco si possono citare per esempio i froissages (immagini e pagine scritte spiegazzate e incollate); i confrontages (confronti spiazzanti ); gli intercalages (con immagini variamente intercalate); i collage di fori, tattili o narrativi; gli anti-collage; e addirittura i pazzogrammi realizzati con tracciati di encefalogrammi. I suoi procedimenti forse più noti sono i chiasmages e i rollages, alla base anche di varie opere qui esposte.

I chiasmages sono realizzati ricoprendo delle superfici o degli oggetti con textures anche molto fitte di ritagli di testi stampati o di immagini. Questi elementi tipografici, grafici e iconici possono essere prelevati da pagine scritte in qualsiasi lingua, con caratteri latini,
arabi, ebraici, o ideogrammi cinesi; oppure da atlanti stellari, spartiti musicali, orari ferroviari, enciclopedie scientifiche e libri di storia dell’arte.Continue Reading..

07
Nov

Andrea Modica. As We Wait

La combinazione di soggetti contemporanei con la corposità e la luminosità proprie della stampa al platino rendono il lavoro misterioso e dotato di uno stile inconfondibile.
Sabato 7 novembre inaugura presso la Galleria Weber & Weber “As We Wait”, prima personale italiana della fotografa americana Andrea Modica.

Il suo lavoro è stato esposto nei più importanti spazi museali, come The Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum of Art, e il Whitney Museum of American Art. Laureata alla Yale University, è la destinataria di una Guggenheim Fellowship uno dei molti prestigiosi riconoscimenti da lei ottenuti. Il lavoro di Andrea è stato descritto in molte riviste, tra cui The New York Times, The New Yorker, Vanity Fair e American Photo per citarne alcuni. I suoi cinque libri, tra cui “Minor League” e “Treadwell” hanno incontrato il plauso della critica. Andrea insegna presso il Centro Internazionale di Fotografia, il workshop di fotografia di Woodstock e il Santa Fe Workshops. Attualmente insegna presso la Drexel University di Philadelphia.

La mostra si compone di oltre 20 immagini in bianco e nero stampate dall’artista con la tecnica ottocentesca del platino-palladio e coincide con l’uscita del libro (dallo stesso titolo) che Andrea Modica ha appena realizzato per i tipi delle Grafiche dell’Artiere, stampatore ed editore Bolognese noto per l’alta qualità delle proprie pubblicazioni.

La combinazione di soggetti contemporanei con la corposità e la luminosità proprie della stampa al platino rendono il lavoro misterioso e dotato di uno stile inconfondibile.
La tematica qui affrontata dall’artista non è riconducibile a un genere, nè tantomeno a una narrazione sequenziale di episodi.Continue Reading..

06
Nov

Vivian Maier. Una fotografa ritrovata

Giovedì 19 novembre 2015 alle 18.30 inaugura presso Forma Meravigli la mostra

Vivian Maier. Una fotografa ritrovata

Il caso fotografico che ha conquistato il mondo arriva per la prima volta a Milano.

La mostra, a cura di Anne Morin e Alessandra Mauro, è realizzata in collaborazione con diChroma Photography e promossa da Forma Meravigli, un’iniziativa di Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano e Contrasto. La vita e l’opera di Vivian Maier sono circondate da un alone di mistero che ha contribuito ad accrescerne il fascino. Tata di mestiere, fotografa per vocazione, non abbandonava mai la macchina fotografica, scattando compulsivamente con la sua Rolleiflex. È il 2007 quando John Maloof, all’epoca agente immobiliare, acquista durante un’asta parte dell’archivio della Maier confiscato per un mancato pagamento. Capisce subito di aver trovato un tesoro prezioso e da quel momento non smetterà di cercare materiale riguardante questa misteriosa fotografa, arrivando ad archiviare oltre 150.000 negativi e 3.000 stampe. La mostra presentata da Forma Meravigli raccoglie 120 fotografie in bianco e nero realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta insieme a una selezione di immagini a colori scattate negli anni Settanta, oltre ad alcuni filmati in super 8 che mostrano come Vivian Maier si avvicinasse ai suoi soggetti. Figura imponente ma discreta, decisa e intransigente nei modi, Vivian Maier ritraeva le città dove aveva vissuto – New York e Chicago – con uno sguardo curioso, attratto da piccoli dettagli, dai particolari, dalle imperfezioni ma anche dai bambini, dagli anziani, dalla vita che le scorreva davanti agli occhi per strada, dalla città e i suoi abitanti in un momento di fervido cambiamento sociale e culturale. Immagini potenti, di una folgorante bellezza che rivelano una grande fotografa. Le sue fotografie non sono mai state esposte né pubblicate mentre lei era in vita, la maggior parte dei suoi rullini non sono stati sviluppati, Vivian Maier sembrava fotografare per se stessa.Continue Reading..

03
Nov

Daido Moriyama. In Color

Daido Moriyama in Color

a cura di Filippo Maggia

Inaugurazione sabato 7 novembre 2015
dalle ore 15.00 alle ore 20.00

Per la prima volta in Italia un corpus di oltre cento fotografie a colori di Daido Moriyama, il maestro giapponese del bianco e nero. La Galleria Carla Sozzani presenta la mostra Daido Moriyama in Color a cura di Filippo Maggia.

“Il bianco e nero racconta il mio mondo interiore, le emozioni e i sentimenti più profondi che provo ogni giorno camminando per le strade di Tokyo o di altre città, come un vagabondo senza meta. Il colore descrive ciò che incontro senza filtri, e mi piace registrarlo per come si presenta ai miei occhi. Il primo è ricco di contrasti, è aspro, riflette a pieno il mio carattere solitario. Il secondo è gentile, riguardoso, come io mi pongo nei confronti del mondo.”

Hiromichi (Daido) Moriyama, nato a Ikeda, prefettura di Osaka, nel 1938, distingue così la sua produzione fotografica nella videointervista che introduce la mostra.

Apprezzato in tutto il mondo per la sua graffiante, sovente sgranata e sovraesposta, fotografia in bianco e nero, dalla fine degli anni Sessanta è andata imponendosi prima in Giappone e successivamente in ambito internazionale, come il primo vero sguardo rivoluzionario sulla società nipponica. Il 1969 è l’anno in cui Moriyama pubblica sulla rivista Provoke “Eros” il racconto di una notte con un’amante in una stanza d’albergo, e la serie interamente realizzata in un drugstore di Aoyama mentre fuori infuriava la protesta giovanile. Oggi, a distanza di cinquant’anni Moriyama presenta il suo lavoro a colori alla Galleria Carla Sozzani. Daido Moriyama in Color raccoglie per la prima volta una selezione di 130 fotografie inedite, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta, anni decisivi nei quali si è compiuta la formazione di Moriyama. La strada, teatro prediletto del fotografo giapponese, è il tema centrale del lavoro di quegli anni, periodo storico particolare per il Giappone che, dopo la ricostruzione e il boom economico successivi alla fine della seconda guerra mondiale, si trovò a vivere e affrontare l’occupazione americana e poi la contestazione studentesca, sull’onda di quanto accadeva in Europa e negli Stati Uniti. Continue Reading..

27
Ott

Guido Guidi. Col tempo – nei dintorni di Carlo Scarpa

Col tempo – nei dintorni di Carlo Scarpa nelle fotografie di Guido Guidi

La mostra Col tempo – nei dintorni di Carlo Scarpa raccoglie oltre 100 fotografie del fotografo italiano Guido Guidi (Cesena, 1941). L’artista, la cui importanza è riconosciuta a livello internazionale, fa parte di quel gruppo di fotografi che ha dettato le basi di una “maniera” italiana di guardare e fotografare il paesaggio a partire dagli anni ’70.

La mostra vedrà una selezione di fotografie il cui soggetto è l’opera straordinaria che l’architetto Carlo Scarpa ha realizzato per la famiglia Brion a San Vito di Altivole, in provincia di Treviso.
L’allestimento proposto in Viasaterna vuole restituire il carattere scientifico della ricerca di Guidi, che vede nella sequenza la via per svelare ogni particolare di questa architettura dal forte carattere simbolico. L’esposizione, il cui titolo fa riferimento al quadro “Vecchiaia” del Giorgione del 1506, resterà aperta da mercoledì 14 ottobre a venerdì 27 novembre 2015.

Guido Guidi. Allievo di Scarpa ai tempi degli studi universitari allo IUAV di Venezia, Guidi interpreta uno dei più importanti capolavori dell’architetto veneziano in un’opera monumentale capace di investigarne in profondità ogni sfumatura, pur mantenendo l’autonomia della propria ricerca. Progettata da Scarpa alla fine degli anni ’60, la Tomba Brion è quindi per Guidi l’oggetto privilegiato di un’indagine che scompone e ricostruisce il percorso mentale seguito dall’architetto nel corso della progettazione. Una riflessione sul tempo e sul divenire durata per circa un decennio, a partire dal 1996, anno in cui inizia a fotografare l’imponente mausoleo con una Deardoff 8×10 su commissione del Canadian Centre for Architecture di Montreal. Il fotografo articola il suo lavoro intorno ad alcuni termini fondamentali del linguaggio della fotografia, scoprendo che anche Scarpa aveva utilizzato gli stessi riferimenti per il proprio progetto: luce, ombra, colore e tempo. Luci e ombre disegnano sulle pareti ruvide degli edifici un alfabeto di segni che si modifica con il passare delle ore, dei giorni e delle stagioni. Scarpa scrive, proprio come un fotografo. Continue Reading..

24
Ott

Paolo Ventura. La città infinita

October 09 – November 14, 2015
Opening reception
Friday, October 9, 6:00pm-8:00pm

I’ve always loved the city.
I like the place where it ends because the buildings are easy to
discern, the old houses with the gardens around them.
I like the city outside its walls running away as though liberated.
I like to look at it from a train, sideways, when you enter it.
I would have liked to live in the same city without having ever left.
As a child I thought it was infinite.
– Paolo Ventura

Italian photographer Paolo Ventura (born 1968) is known for constructing and photographing elaborate dioramas to tell cinematic visual stories. Previous projects include War Souvenir (2006), which traced the horrors of a fictionalized war, and Winter Stories (2008), which looked back on the life of a circus performer in the winter of his life. Most recently, Ventura was asked to create the set design for the Lyric Opera of Chicago’s Roger and Hammerstein production of Carousel. The New York Times wrote of his set design, “The result is an artful depth that allows the emotions of the songs – “If I Loved You,” “You’ll Never Walk Alone” and others – to resonate.”

With Ventura’s latest body of work, La Citta Infinita, he takes his process one step further by painting the photographs of constructed scenes and adding collage. The works, which are evocative of 1940s and 50s Italian Neorealism film, present lonely yet dreamy cityscapes punctuated by human figures, always Ventura himself, in varying costume. Although the scenes differ, the horizon lines remain the same, creating a never-ending cityscape, La Citta Infinita.

Paolo Ventura studied at the Accademia di Belle Arti di Brera in Milan in the early 1990s. His work has been exhibited internationally, including at the Forma International Center for Photography, Milan; Museum of Contemporary Art of Roma (MACRO), Rome; The Hague Museum of Photography, The Hague; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Rome and during the Rencontres de la Photographie, Arles. In 2012, he was selected to create a series of works for the Italian national pavilion at the 54th Venice Biennale, he also received a commission from the Museum of Contemporary Art of Rome. And recently Ventura was invited for a commission by the MART, the Museum of Modern and Contemporary Art of Trento and Rovereto, Italy. Four monographs of Paolo Ventura’s work have been published: War Souvenir (Contrasto, 2006), Winter Stories (Aperture and Contrasto, 2009), The Automaton (Peliti Asociati, 2011) and Lo Zuavo Scomparso (Punctum Press, 2012). Ventura currently lives and works outside of Milan.

Image: L’Anarchico, 2015

Paolo Ventura, La Città Infinita
Until November 14th, 2015
Weinstein Gallery
908 West 46th Street, Minneapolis
www.weinstein-gallery.com

 

22
Ott

Joel Meyerowitz. Morandi’s Objects

Questo progetto rende omaggio al pittore bolognese realizzando il sogno di fotografare gli oggetti che disponeva sul suo tavolo da lavoro e poi riproduceva nelle sue nature morte.

Morandi’s Objects di Joel Meyerowitz è il titolo della mostra che il nuovo spazio espositivo Damiani in via dello Scalo 3/2 abc a Bologna ospiterà da venerdì 23 ottobre 2015. Con questo progetto espositivo prodotto da Damiani, Joel Meyerowitz, uno dei più rappresentativi esponenti della fotografia contemporanea, rende omaggio al pittore bolognese e realizza l’intimo sogno di fotografare gli oggetti che Morandi disponeva sul suo tavolo da lavoro e che contemplava a lungo, prima di riprodurli nelle sue splendide nature morte. Aperta al pubblico fino al 1° febbraio 2016, l’esposizione presenta una selezione di venti opere fotografiche di diverso formato.

Grazie alla favorevole risposta dell’Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi, Meyerowitz ha avuto accesso alle stanze di Casa Morandi in cui sono raccolti e conservati gli oggetti del pittore. Con più di 700 scatti, il fotografo americano ha compiuto un’indagine approfondita per immagini fotografando circa 270 oggetti di Morandi: vasi, pigmenti colorati, brocche, fiori secchi, conchiglie, oggetti di recupero, sfilano negli scatti di Meyerowitz restituendo l’immaginario di una dimensione domestica e intima. Veri e propri ritratti, gli scatti di Meyerowitz esplicitano la potenza espressiva di ogni oggetto svelandone le sottili caratteristiche, l’assoluta singolarità e il magnetismo che Morandi per primo aveva sperimentato.Continue Reading..

18
Ott

Philippe Parreno. Hypothesis

A cura di Andrea Lissoni
dal 22.10.2015 al 14.02.2016 – Inaugurazione mercoledì 21 ottobre 2015, ore 19.00 – Spazio: NAVATE

Philippe Parreno è uno degli artisti francesi più rilevanti degli ultimi venti anni a livello internazionale. Il lavoro dell’artista si sviluppa attraverso l’impiego di un’ampia varietà di media tra cui film, video, musica, scrittura e disegno. Parreno adotta linguaggi e codici provenienti da media come la radio, la televisione, il cinema e, più recentemente, l’informatica per esplorare i confini della realtà e della sua rappresentazione. Nell’ambito del suo percorso artistico, Parreno ha messo in discussione il concetto di autorialità collaborando con alcuni fra i più influenti artisti, architetti e musicisti degli ultimi due decenni.
“Hypothesis” è la prima mostra antologica in Italia ed è concepita come uno spazio in cui una serie di eventi si svolgono in successione tra loro, come se fossero organizzati seguendo una coreografia. La mostra presenta alcune delle maggiori opere dell’artista insieme a lavori più recenti, caratterizzati dal suono e dalla luce, tra cui le iconiche Marquees, realizzate tra il 2006 e il 2015.

I suoni delle Marquees e dei due pianoforti presenti nello spazio espositivo seguono diverse composizioni musicali realizzate da Agoria, Thomas Bartlett, Nicolas Becker, Ranjana Leyendecker, Robert AA Lowe e Mirwais. Philippe Parreno ha esposto in numerose istituzioni internazionali, tra le più recenti: Centre Pompidou, Parigi (2009); Serpentine Gallery, Londra (2010); Fondation Beyeler, Riehen/Basel (2012); The Garage Museum for Contemporary Culture, Mosca (2013); Palais de Tokyo, Parigi (2013); Schinkel Pavillon, Berlino (2014); Park Avenue Armory, New York (2015). Ha esposto alla Biennale di Lione (2005, 2003, 1997, 1991) e ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia (2015, 2011, 2009, 2007, 2003, 1995, 1993). Philippe Parreno ha inoltre co-curato numerose mostre, la più recente è “Solaris Chronicles” alla Luma Foundation, Arles (2014).

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