Category: fotografia

07
Ott

Victor Burgin. Dear Urania

La Galleria Lia Rumma di Napoli è lieta di annunciare la mostra di Victor Burgin dal titolo “Dear Urania” che inaugurerà domenica 16 ottobre 2016.

Artista e accademico, autore di saggi fondamentali sulla fotografia e sulla teoria dell’arte, Burgin è un indiscusso protagonista dell’arte concettuale. Se negli anni Settanta il suo lavoro indagava il rapporto tra immagine e testo (Galleria Lia Rumma, Napoli 1972), successivamente l’artista prende ad analizzare il territorio complesso tra immagine fissa e in movimento. La sua opera indaga la natura dell’immagine, ma ne decodifica i termini dominanti della rappresentazione. I suoi lavori più recenti sono prodotti con software per la creazione di giochi virtuali: un mezzo che gli consente di condurre l’immagine verso il suo stato che è essenzialmente virtuale. Le sue mostre, come ha sovente dichiarato, sono una risposta al luogo e alle città in cui viene invitato e alle suggestioni, alle associazioni mentali che da esse scaturiscono.
Per Dear Urania, più specificamente, il movente va cercato in Relazione del primo viaggio alla Luna fatto da una donna nell’anno di grazia 2057, un breve pamphlet scritto nel 1857 dal matematico e astronomo Ernesto Capocci di Belmonte (1798 – 1864), direttore della Specola di San Gaudioso, l’attuale Osservatorio Astronomico di Capodimonte. Nel pamphlet che, va detto, precede di circa dieci anni le ben più famose e immaginifiche pagine di Jules Verne, la protagonista, Urania, con una lunga lettera dalla Luna scrive alla sua amica Ernestina sulla Terra i “particolari più bizzarri di questo meraviglioso viaggio”. Dear Urania è la “reazione” a quella lettera. Con una suggestiva e intricata moltiplicazione spazio-temporale, che scivola tra passato e futuro prossimo, da Napoli all’America, dalla Luna alla Terra e ritorno, Burgin non trascrive, solo, il contenuto della lettera di Ernestina, ma immagina le circostanze in cui la donna ha scritto. Due video proiezioni – la prima delle quali mostra la luna nelle sue diverse fasi, la seconda che presenta sotto forma di didascalie le parole di Ernestina che si alternano al movimento della camera in un loft quasi vuoto – sono accompagnate dalle Pagine dallo Sketchbook di Ernestina Capocci e da due serie fotografiche, (Basilica I e Basilica II) che suggeriscono un’analogia tra il territorio lunare e quello di Pompei.
Victor Burgin (Sheffield, England, 1941) è uno dei più eminenti artisti accademici del nostro tempo. Studia pittura al Royal College of Art di Londra (1962-65) e Filosofia a Yale (M.F.A., 1967). Attualmente è Professore Emerito di “History of Consciousness” presso l’Università della California, Santa Cruz ed Emerito “Millard Chair of Fine Art” al Goldsmiths College, University of London. E’ presente in importanti istituzioni quali The Metropolitan Museum and the Museum of Modern Art, New York; Corcoran Gallery, Washington DC; Museum of Contemporary Art e LA County Museum of Art, Los Angeles; The Walker Art Center, Minneapolis; The Tate Gallery, Tate Modern, e il Victoria and Albert Museum, di Londra; Centre Georges Pompidou, Parigi. È autore di numerosi volumi che hanno notevolmente segnato il dibattito critico non solo americano. Ne ricordiamo alcuni: Thinking Photography (1982), Between (1986), The End of Art Theory: Criticism and Postmodernity (1986), In/Different Spaces: Place and Memory in Visual Culture, Shadowed (1996); The Remembered Film (Reaktion, 2004); Situational Aesthetics (Leuven University Press, 2009); Parallel Texts: interviews and interventions about art (Reaktion, 2011)Continue Reading..

02
Ott

Peter Liversidge. Twofold

Sean Kelly is delighted to present Twofold, an exhibition by London-based artist Peter Liversidge. An opening reception will take place on Saturday, September 10 from 6:00 to 8:00pm, the artist will be present.

Known for his conceptually based practice wherein each work begins as a typewritten proposal, Twofold will present twelve of Liversidge’s proposals and ten realized works. Utilizing a wide range of mediums, including drawing, painting, performance, photography, and sculpture, the works on view in Twofold play with duality, both through their tangible materiality — being composed or consisting of two items, parts, etc., together — and in their psychology — having a double character or nature. Liversidge says, “No matter how close, in subject or proximity, two separate nearly identical images or objects cannot be seen with the same level of detail and concentration at exactly the same time. It is this conscious act of looking at or between two similar images / objects that is integral to the work.”

A focal point of the exhibition will be Liversidge’s Polaroid diptychs, presented together as a series for the first time. Using a hand-held instant film camera, Liversidge takes two images — the initial shot guides the composition of the second, which is taken mere moments after the first image has fully developed in an attempt to replicate what is captured at the exact point of the original exposure. Inevitable differences between the pair become evident and are essential to the works, not only in their reading, but also through their record of the passing of time — a quality not present in the individual images on their own.

The exhibition will feature a pair of Liversidge’s bulb sign sculptures, BEFORE/AFTER & Day’s End, installed like bookends with one at the front entrance and one at the back of the main gallery. BEFORE/AFTER is operated on a random timer so that at any moment the lights switch between the two words. The switching between the two is the key to the work, inviting viewers to question at what point they are in the experience – before the event or after? Day’s End directly references the title of a work made in 1973 by Gordon Matta Clark. Liversidge’s work is an invitation to think about something very specific without presenting a defined sense of what Day’s End actually is, was, or will be. The exhibition will also include performative works that will involve visitors and gallery staff. In Coin Drop invited guests will be invited to drop 25,000 brand new pennies onto the gallery’s floor during the 3 hours leading up to the opening reception, thereby creating a readymade sculpture. The arrangement of the coins will change throughout the duration of the exhibition, shifting placement as visitors walk over them. In Sleeping Performance, one person from the gallery’s staff will be invited to sleep directly on the floor of the gallery every day throughout the run of the exhibition at selected times designated by Liversidge. Participants will be free to choose where in the gallery they would like to lay down and for how long they wish to engage in the work.Continue Reading..

26
Set

Sarah Moon. Qui e Ora. Ici et Maintenant

La mostra Sarah Moon. Qui e Ora – Ici et Maintenant, curata da Carla Sozzani in occasione del premio annuale di Mercanteinfiera, e grazie al Comune di Parma, inaugura la nuova sede per la fotografia a Parma a Palazzetto Eucherio Sanvitale.
“Sarah Moon. Qui e Ora – Ici et Maintenant” racconta un incontro d’autore, inatteso e intenso con gli affreschi rinascimentali e le sculture di Palazzetto Eucherio Sanvitale nel Parco Ducale di Parma e apre un dialogo inedito con la fotografia contemporanea.
Sarah Moon, artista francese tra le maggiori fotografe contemporanee, da molti anni indaga la bellezza e lo scorrere del tempo. Il titolo “Qui e Ora – Içi et Maintenant” è stato scelto da Sarah Moon per aprire un dialogo tra le sue opere e palazzetto Eucherio Sanvitale a Parma.
L’amicizia e l’affinità tra Sarah Moon e Carla Sozzani risalgono alla fine degli anni Settanta quando iniziano a collaborare insieme per Vogue Italia e poi Elle Italia.La prima mostra alla Galleria Carla Sozzani è nel 1996, “120 fotografie” curata dal Centre National de la Photographie di Parigi, a cui è seguita la mostra ” Fotografie” nel 2002 e infine la mostra “fil rouge” nel 2006. L’alfabeto segreto della Moon rimanda alla sfera dell’emotività, dell’intimo, e mette in scena una realtà immaginaria, filtrata dal ricordo e dall’inconscio. Il suo linguaggio antinarrativo evoca momenti, sensazioni, coincidenze e bellezza. Le visioni di Sarah Moon spesso schiudono un universo magico di immagini poetiche. Di lei si sa poco. Raramente parla di sé, nascosta dietro il suo eterno berretto che sembra proteggerne la timidezza fragile e delicata. Come dice lei stessa, le sue immagini parlano di lei. Le sue fotografie sono così misteriose, così cariche di tensione drammatica e tuttavia riservate, che sembrano un intero mondo visto attraverso uno spiraglio luminoso.Continue Reading..

25
Set

CAMERE IN PRESTITO. La fotografia concettuale in Italia negli anni Settanta

Vincenzo Agnetti, Giorgio Ciam, Cioni Carpi, Bruno Di Bello, Paolo Gioli, Ketty La Rocca, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Aldo Tagliaferro, Mario Schifano, Franco Vaccari, Franco Vimercati, Michele Zaza, Gilberto Zorio

a cura di Angela Madesani

Inaugurazione giovedì 15 settembre dalle 18.00 alle 20.00
15 settembre – 30 novembre 2016

Marco Antonetto ha il piacere di presentare presso la propria galleria di Lugano, Photographica FineArt, uno spazio espositivo dedicato solo alla fotografia del 900 e contemporanea, l’esposizione Camere in prestito, a cura di Angela Madesani, aprendo così un nuovo capitolo della sua storia artistica.
Camere in prestito raccoglie 15 protagonisti di quella particolare stagione tra gli anni Sessanta e i Settanta, durante la quale nel mondo artistico occidentale si manifesta una crisi dell’oggetto pittorico e scultoreo. Molti sono quindi gli artisti che prendono a utilizzare media tecnologici quali la fotografia, il cinema e in un secondo tempo, il video.
L’esposizione Camere in prestito è il tentativo di scoprire un campo della storia dell’arte di vaste proporzioni, che a oltre quarant’anni di distanza rivela tutto il suo interesse e il suo fascino. I linguaggi tradizionali dell’arte giungono, appunto, in quel particolare periodo storico a una sorta di azzeramento. In molti sentono il bisogno di confrontarsi con la realtà attraverso uno strumento neutro di registrazione dei dati oggettivi.
La mostra propone lavori collocabili in ambiti distinti, di artisti italiani provenienti da storie profondamente diverse tra loro, che hanno, tuttavia, in comune l’utilizzo del linguaggio fotografico con diverse declinazioni. La fotografia come inclusione (collage), come documentazione o anche come impiego di tecniche fotografiche che va dall’uso della Polaroid alla carta o alla tela sensibilizzata ai sali d’argento.

Orari Galleria:
dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00
Sabato su appuntamento

Photographica FineArt Gallery
mail@photographicafineart.com – Via Cantonale 9 – 6900 Lugano – Switzerland

Immagine: Franco Vimercati, Per Carla, 1991

23
Set

IDENTITÀ NEGATE

IDENTITÀ NEGATE

Due mostre, organizzate da Fabrica e dedicate a temi di grande attualità geopolitica, apriranno al pubblico il 15 settembre presso la Galleria del Cembalo e proseguiranno fino al 26 novembre.

Si chiama “Identità negate” il progetto di Fabrica in mostra alla Galleria del Cembalo (Palazzo Borghese, Roma), dal 15 settembre al 26 novembre 2016. L’esposizione, che comprende le mostre fotografiche “Lingering Ghosts” di Sam Ivin e “Foibe” di Sharon Ritossa, nasce dalla ricerca di due giovani fotografi di Fabrica accomunati dal desiderio di approfondire due tematiche di grande rilievo sociale e storico.

Nel caso di “Lingering Ghosts”, Sam Ivin ha cercato di esprimere con le sue immagini il senso di perdita di sé e di insicurezza sul proprio destino che accomunano i richiedenti asilo nel Regno Unito; con “Foibe”, Sharon Ritossa è partita dalla particolare conformazione geologica del Carso per una riflessione su come questa possa avere avuto ripercussioni nelle vicende sociali e storiche della regione. Destini incerti e indefiniti, dalle traiettorie confuse che nascondono vite e storie a cui dare dignità: questo il filo rosso che accomuna i due progetti, con cui Fabrica fa un ulteriore passo avanti nell’esplorazione di tematiche delicate e di estrema attualità. Fabrica è il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group, fondato nel 1994. Offre a un gruppo molto eterogeneo di giovani creativi da tutto il mondo una borsa di studio annuale per sviluppare progetti di ricerca nelle aree di design, grafica, fotografia, interaction, video e musica. Continue Reading..

19
Set

David Seidner

3 settembre 2016 – 1 novembre 2016

In occasione dei 25 anni di 10 Corso Como, la Galleria Carla Sozzani presenta per la prima volta in Italia una mostra inedita di David Seidner, uno dei massimi esponenti della fotografia di moda degli anni ‘80 e ‘90. La mostra prevede un corpus di cinquanta fotografie provenienti dall’International Center of Photography di New York, che ripercorrono la sua ricerca fotografica in oscillazione continua tra la moda, il ritratto e la storia dell’arte. Nato a Los Angeles nel 1957, a diciassette anni si trasferisce a Parigi per lavorare come fotografo e in breve tempo le sue foto sono pubblicate dalle più importanti riviste. Le sue collaborazioni con il mondo della moda iniziano a diventare sempre più fertili e le sue immagini presto documentano couturiers come Azzedine Alaïa, Chanel, Mme Grès, Jean Patou, Ungaro e Valentino. Nel 1980 lavora su esclusiva per Yves Saint Laurent per due anni. David Seidner è scomparso prematuramente nel 1999 a soli quarantadue anni, lasciando una serie di opere che testimoniano la sua personale ricerca sulla fotografia e la storia dell’arte, dove cercava di apportare quella che considerava la propria “prospettiva filosofica”. “Ciò che più mi interessa è evocare lo spirito della pittura attraverso la piega di un tessuto, la posizione di una mano, la qualità della luce sulla pelle”.

Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – 20154 Milano, Italia
tel. +39 02 653531 fax +39 02 29004080
press@galleriacarlasozzani.org

Immagine: Lips, 1988 © International Center of Photography, David Seidner Archive

19
Set

Fiona Tan. Geography of Time

MMK 1
16 September 2016 — 15 January 2017
The artist Fiona Tan (b. 1966) is among the outstanding artists of her generation. The survey “Geography of Time” at the MMK 1 will focus on major works from her film œuvre – for example the double projection “Rise and Fall” produced by the artist in 2009 for the Dutch Pavilion at the Venice Biennale – as well as on the latest developments in her work, which increasingly takes the form of installation environments.

Fiona Tan employs film, photography, installation, audio and text to pose fundamental questions on the identity of man in the twenty-first century: how do we see ourselves, and how can we understand the mechanism that determines our perspective on others? Her moving and intensely human works explore history and time and our place within them. In filmically striking images and installations, Tan addresses how our own memories influence our perceptions of the present. In her imagery, the boundaries between personal and collective memory, interior and exterior, fiction and reality dissolve.

Memory and identity have been recurring themes in Fiona Tan’s œuvre since the beginning of her artistic career. Inspired by her own cultural background – she was born in Indonesia the child of Chinese-Australian parents, grew up in Australia and later moved to the Netherlands – the issue of the global cultural imprint plays a particularly decisive role in her work. Presented in a fascinating exhibition architecture designed by Fiona Tan herself, the show at the MMK will pursue these leitmotifs in works like “Diptych” (2006–11), consisting of filmic portraits of twins, highly elaborated video installations such as “Nellie” (2013), or the artist’s recent mixed-media works and object installations, for example “Ghost Dwellings” or 1 to 87.

Opening: Friday, 16 September 2016, 8 pm at the MMK 1Continue Reading..

14
Set

Mario Cresci. Ri-creazioni

Immagini d’energia tra memoria e futuro

15 settembre – 16 ottobre 2016

Ri-creazioni è il progetto che rilegge, ricrea e reinventa i materiali dell’Archivio Fotografico Eni attraverso lo sguardo e la sensibilità di Mario Cresci, per dare vita a un ampio percorso di approfondimento all’interno del complesso universo creativo del fotografo, tra le sue tecniche, le sue intuizioni e le sue invenzioni.
L’Archivio Fotografico Eni custodisce centinaia di migliaia di materiali, tra stampe in bianco e nero e a colori, diapositive e negativi. Si tratta di un patrimonio di alto valore storico e artistico, capace di offrire uno spaccato di tutto il XX secolo nel racconto dell’evoluzione storica, industriale e culturale Italiana.
Le fotografie dell’Archivio Eni, scattate con intento scientifico e documentaristico, diventano opere d’arte grazie all’intervento del fotografo ligure, creando un rigenerante cortocircuito creativo tra le intenzioni degli autori originali e il lavoro di Cresci.
Attraverso lo sguardo di Cresci il visitatore esplora i diversi materiali, sala dopo sala, seguendo le logiche della ri-creazione: il fotografo invita a una riflessione sugli elementi della natura portatori di vita ed energia, sulla fisica, la geometria e le percezioni che noi ne abbiamo.
La mostra si propone come l’occasione per presentare al grande pubblico non solo le risorse culturali custodite dall’Archivio, ma anche la storia dell’azienda e della sua attività con uno speciale focus sul tema dell’innovazione tecnologica che Eni promuove, offrendo allo stesso tempo la possibilità di approfondire le tecniche di lavoro sperimentale di Mario Cresci.
Le storie raccontate dalle immagini conservate prendono in questo modo nuove forme inedite e Cresci regala al visitatore un nuovo sguardo sulle cose. La mostra è promossa nell’ottica di una ricerca continua, un’indagine scientifica e artistica. È un racconto sull’infinito potenziale della materia dal punto di vista tecnico-scientifico e artistico.Continue Reading..

05
Set

Alain Ledezma. Un triángulo tiene sus…

A cura di Barbara Fragogna

10 settembre – 1 ottobre 2016

La via più chiara verso l’Universo è attraverso una foresta selvaggia. John Muir

La Fusion Art Gallery presenta UN TRIÁNGULO TIENE SUS TRES ÁNGULOS IGUALES A DOS RECTOS SIN EL PRINCIPIO DE LA INMORTALIDAD DEL ALMA, mostra personale dell’artista messicano Alain Ledezma che in questa esposizione concentra il focus della sua ricerca sulla trasformazione della materia in tutti i suoi stati: biologico, storico, geografico, politico, umano e cosmico attraverso una selezione di video, disegni e manufatti grafici.

La carta è la pelle

Brevi note su Alain Ledezma

 di Barbara Fragogna

La carta/schermo è la pelle, la pelle è un filtro, una membrana traspirante che seleziona e trasuda impulsi intimi (personali) trasponendoli verso l’esterno (pubblico) e che assorbe le percezioni esotiche (di vita) r-accogliendole per assimilarle e poi rielaborarle rinnovandole in un continuo ciclo (il mito). Tessuto connettivo tra “dentro | fuori “, ” sotto | sopra “, ” passato | futuro”. La pelle è il momento presente, l’inter-medium e l’intermediario, il gateway, la transizione e la trans-migrazione alla ricerca di un dialogo con l’entità indefinita che compone il Tutto.
Ogni fase di transizione, ogni movimento permea gli strati (i livelli) fluidificando e solidificando il suo continuo movimento lasciando come risultato un’impronta sulla carta, un’ombra, una traccia. Il disegno. Il disegno che impressiona la carta-pelle come se fosse una pellicola fotografica ipersensibile è la costellazione grafica che emerge e tatua la pelle dell’artista. La stessa costellazione grafica che si incarna negli occhi di chi osserva (in semioscurità) lasciandoci sopraffatti dal senso di déjà vu. Perché noi (gli spettatori) non abbiamo mai visto questi simboli così peculiarmente intrecciati, specchiati, dis-ordinati. Non ne possediamo ancora la chiave interpretativa, ma li conosciamo comunque bene: i segni, il rito, la magia sciamanica di una scrittura fatta di immagini ricorrenti, un geroglifico totemico, piramidale, la composizione cosmologica pre-colombiana.Continue Reading..

18
Ago

Silvestre Pestana. Techno-form

FROM 26 MAY 2016 TO 25 SEP 2016

Silvestre Pestana (1949, Funchal, Madeira) is one of the most radical and least known figures in Portuguese contemporary art. A poet, artist, and performer, Pestana has created a singular body of work in a variety of media since the late 1960s. The first major presentation of his work, this exhibition brings together over 100 rarely seen works with documentation and archival materials to highlight the artist’s pioneering use of drawing, collage, photography, sculpture, installation, video and performance to confront the relation between society, art and technology.
Emerging from a group of experimental poets in the 1960s, Pestana combined the visual arts with poetry as a form of resistance against censorship in early drawings, collages, and sculptures. Between 1969 and 1974, as a political exile in Sweden, he created public interventions in the form of gardens and performance-based actions that suggested the fragile ecological and social conditions of contemporary life. Returning to Portugal after the 1974 Revolution, Pestana developed a unique visual grammar using light, language, and visual forms that conceived of the human body as a social, ideological, and technological circuit. The politicized actions, collages, and photographs from 1970s and 1980s use his body to activate linguistic and non-linguistic codes, while attempting to expand poetry into a spatial and choreographic practice.
The artist’s polemical performances of the 1970s and 1980s — documented in a few remaining images — presciently addressed how technologies of the third industrial revolution could elicit both horror and fascination, offering both forms of entertainment and control. Biometrics, militarization, and the extension of the human into a vast information network mark his photography, video, and installation work of the 1980s. Using the moving image as a tool for performative and poetic action, Pestana became one of the pioneering figures of video art in Portugal. Always an early adopter of novel technologies, he has utilized computing, gaming software, and drones in recent decades to develop new expressions of artistic resistance, continuing his decades-long engagement with various political and technological systems that permeate contemporary life.Continue Reading..