Camera d’Arte

19
Mag

Grazia Varisco. Il corpo come campo dei sensi

a cura di Alberto Zanchetta

Lissone (MB), Museo d’Arte Contemporanea – MAC LIVELLO 2
14 maggio – 30 luglio 2016

Inaugurazione: sabato 14 maggio ore 18:30

Inaugurata nel 1961, la dodicesima edizione del Premio Lissone è a tutt’oggi ricordata come la più importante e memorabile, merito anche della sezione “Informativo-Sperimentale” in cui Grazia Varisco [Milano, 1937] aveva esposto una Tavola magnetica. L’occasione di questo suo ritorno nella cittadina briantea non è vincolato a nostalgici amarcord, sancisce anzi il desiderio di soffermarsi sulla ricerca che l’artista ha sviluppato dai primi anni del Duemila fino ai giorni nostri. Diversamente dalle solite mostre antologiche, il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone ha preferito invertire il senso di marcia, focalizzandosi sul presente; la mostra indaga infatti la complessità e la vastità di informazioni che scandiscono la mutevolezza della sua attuale ricerca.
Ovviamente e inevitabilmente qualcosa è cambiato nelle “regole del gioco” degli ultimi cinque lustri. Anziché reiterare le proprie opere nel corso dei decenni, Varisco ha preferito reificare nuove idee, convertendole cioè in “cose” (gravide di messaggi cinevisuali che sono in grado di comunicare alla collettività nuove metodologie nella fruizione). Esemplificativi di questo atteggiamento sono i Double, opere che si prestano a un’ampia gamma di associazioni divergenti: fronte e retro, dentro e fuori, noto e ignoto. Dello stesso avviso sono pure Sollevo/Sollievo e R. RotoReteRossa che intrattengono con il mondo delle idee un rapporto basato su volumi animati da tensioni e suggestioni interne. Il ciclo dei Silenzi si compone invece di passepartout che ritagliano spazi di vuoto. Sfasamenti, sospensioni, sorprese caratterizzano i Quadri comunicanti: arcipelaghi di forme geometrizzanti che disegnano un’orizzontalità-orizzonte (di stimolazioni, sensazioni e suggestioni). Non dissimili sono i Ventilati di cartone vegetale e i Rivelati di metallo, i cui fogli ci appaiono ripiegati su se stessi, come fossero sospesi a un filo invisibile. Infine, con le Risonanze al tocco l’artista incoraggia gli spettatori a interagire con l’opera, senza timori, né imbarazzi, giocando con il senso dell’udito.Continue Reading..

14
Mag

Alec Von Bargen. Man, Forgotten

dal 19 maggio al 1 luglio 2016
Opening 19 Maggio, ore 18.00

Nuova Galleria Morone presenta Man, Forgotten, una personale di Alec Von Bargen.
In questo progetto, dal titolo molto incisivo: Man, Forgotten (Uomo, Dimenticato) presentato per la 56a Biennale di Venezia, l’artista Alec Von Bargen si immedesima come un contemporaneo Amleto, ponendosi in maniera autobiografica attraverso un dialogo di crescita speculativa con se stesso.
Nel suo lungo girovagare nel mondo Alec von Bargen ha sempre posto l’uomo al centro della sua ricerca artistica: dapprima con la serie “The long walk home” esposta alla 54a biennale di Venezia che volgeva lo sguardo al tema sempre attuale dei rifugiati; successivamente con “Veritas Feminae” – esposta in numerose parti del mondo – ha dato voce – sempre attraverso immagini forti e cariche di tensione – alle donne ‘emarginate’, rispolverando anche delle figure archetipe.
Con questo nuovo progetto colloca al centro se stesso, ma allo stesso tempo pone al centro ognuno di noi. Man, Forgotten fondamentalmente è un dialogo interiore: il “fanciullo” prende consapevolezza dell’essere diventato uomo, è un continuo dipanarsi lungo i tre assi dell’esistenza: il cielo, l’uomo e la terra.
La grande madre terra, dalla quale tutto nasce e alla quale tutto ritorna. Il corpus fotografico ed installativo coinvolge lo spettatore attraverso una figura solitaria – che può essere chiunque di noi – in un vasto paesaggio quasi irreale, ma al tempo stesso palpabile essendo naturale. Man, Forgotten é un progetto concepito nella piena maturità dell’artista, identificando se stesso al centro della propria ricerca. Alec Von Bargen con il suo lungo peregrinare nel mondo, fondamentalmente intuisce che il vero luogo sicuro nella vita é se stesso, attraverso una crescita ed una maturità interiore. Se ci ponessimo – anche noi – nei panni dell’artista capiremmo che il mondo è immenso, siamo circondati da tante cose, ma spesso dimentichiamo che il mondo siamo noi stessi ed ognuno di noi ha bisogno di ri-scoprirsi.
Buona ri-scoperta.

Alec Von Bargen, compie i suoi studi artistici in messico presso la scuola Iberoamericana, vive e lavora ad Akumal, Mexico.
Fin dall’inizio della sua carriera ha partecipato a numerose mostre collettive e personali in diverse parti del mondo e le sue opere hanno vinto alcuni tra i principali concorsi fotografici di rilievo internazionale, quali Px3 Official Prix de la Photographie, POLLUX AWARDS – Fine Arts, International Celeste Prize, International Photography Awards di Los Angeles e molti altri. Ha partecipato alla 54° edizione della Biennale di Venezia ed è stato più volte invitato al Festival Internazionale di Fotografia di Arles, ha partecipato nel 2010 ad una collettiva presso il Victoria & Albert Museum e ha recentemente esposto recentemente all’OCT Museum di Shangai.

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13
Mag

Maurizio Nannucci. THINK

9 giugno / 30 luglio 2016
inaugurazione 9 giugno ore 18,30
COLLI independent art gallery

COLLI independent art gallery, galleria e spazio di ricerca editoriale, presenta la mostra THINK di Maurizio Nannucci che inaugurerà il 9 giugno 2016.
La mostra, partendo dal percorso storico delle edizioni di Maurizio Nannucci, si focalizza sull’opera specifica dei neon multipli, dai lavori storici anni ‘70 ai più recenti Look, Quasi infinito, Listen to your eyes – solo per citarne alcuni – fino ad arrivare all’ultimissimo lavoro, THINK, che è stato prodotto appositamente per la mostra a cui dà il titolo.
Le edizioni ed i multipli sono un aspetto primario del lavoro di Maurizio Nannucci, uno dei più importanti artisti italiani che spaziando dalla poesia concreta all’arte concettuale unisce le radici Fluxus e le nuove ricerche contemporanee. In questo terreno fertile nascono i suoi oggetti moltiplicati, i progetti printed matter, libri d’artista, manifesti, stampe, fotografie, ma anche gli audiovisivi ed i neon. La pluralità di mezzi, eventualmente combinati come in “scatole di poesia” e ripetizioni seriali, è testimonianza dell’attività artistica intermediale che non tiene conto delle separazioni e gerarchie tra le discipline ed i media.
La ricerca sperimentale di Maurizio Nannucci è il segno di appartenenza a una generazione di artisti degli anni Sessanta e Settanta che aveva in comune il desiderio di rompere con la concezione tradizionale dell’opera d’arte e la funzione artistica. In quest’ottica il neon/multiplo costruisce una relazione intima con il fruitore, sondando territori interiori, a differenza del valore delle sue grandi installazioni luminose urbane e delle hall museali.
In occasione della mostra viene pubblicato dagli editori Viaindustriae e Colli publishing platform il libro opera completa delle edizioni artistiche di Maurizio Nannucci dal 1967 ad oggi.
Il volume presenta tutta la sfera “printed matter”: fotografie, poster, libri d’artista, cataloghi, pubblicazioni, ephemera, dischi d’artista, audiovisivi e soprattutto le sue famose opere/multiplo.
La mostra completa il percorso di indagine di COLLI independent art gallery sulle edizioni di Maurizio Nannucci dal titolo ED/MN. A partire dal 2 aprile scorso, infatti, la galleria ha creato un bookcorner dedicato all’artista, realizzando anche una tiratura limitata di multipli: un poster dittico e un invito.
THINK, aperta fino la 30 luglio è visitabile anche nelle ore notturne dalla vetrina.Continue Reading..

11
Mag

Danila Tkachenko. RESTRICTED AREAS

La Bugno Art Gallery in collaborazione con la Galleria del Cembalo
e lieta di presentare:
Danila Tkachenko
RESTRICTED AREAS
a cura di / curated by: Mario Peliti
07.05 > 24.06.16
inaugurazione venerdì 6 maggio ore 18

Dopo aver vinto nel 2015 quasi tutti i più prestigiosi premi per la fotografia (European Publishers Award for Photography, 30 under 30 Magnum Photos, Emerging Photographer Fund Grant, Foam Talent, CENTER Choise Awards, e lacritique. org Award) il giovanissimo fotografo russo Danila Tkachenko (Mosca, 1989) presenta anche a Venezia “Restricted Areas”. Il progetto realizzato nell’arco di tre anni nelle zone più impervie, spesso inaccessibili, dell’ex dell’Unione Sovietica, documenta un’utopia fallita che ambiva negli anni sessanta alla conquista mondiale, dalle profondità marine al cosmo remoto. E quindi aerei sperimentali, antenne paraboliche interplanetarie, enormi sommergibili che ben presto diventano zone contaminate, navi affondate, basi abbandonate e moduli spaziali lasciati ad arrugginire nella neve. Quella neve che avvolge tutte queste immagini, come a sospendere nel tempo questi oggetti che diventano nelle foto di Tkachenko dei mitici artefatti.
La mostra sarà accompaganata dal libro “Danila Tkachenko – Restricted Areas” edito da Peliti Associati. The project “Restricted Areas” is about the human impulse towards utopia, about our striving for perfection through technological progress. Humans are always trying to own ever more than they have—this is the source of technical progress. The byproducts of this progress are various commodities as well as the tools of violence in order to hold power over others. Better, higher, stronger—these ideals often express the main ideology of governments. To achieve these standards, governments are ready to sacrifice almost everything. Meanwhile, the individual is supposed to become a tool for reaching these goals. In exchange, the individual is promised a higher level of comfort. For “Restricted Areas,” I traveled in search of places which used to hold great importance for the idea of technological progress. These places are now deserted. They have lost their significance, along with their utopian ideology which is now obsolete. Many of these places were once secret cities, that did not appear on any maps or public records. These places were the sites of forgotten scientific triumphs, abandoned buildings of almost inhuman complexity. The perfect technocratic future that never came. Any progress comes to its end earlier or later and it can happen for different reasons—nuclear war, economic crisis, natural disaster. What’s interesting for me is to witness what remains after the progress has ground to a halt.

Danila Tkachenko è nato a Mosca nel 1989. Dopo un lungo viaggio in India si appassiona alla fotografia e si iscrive alla Scuola di fotografia e arti multimediali Rodchenko, a Mosca. Il suo primo lavoro, Escape, dedicato agli eremiti nella natura selvatica russa, riceve il plauso delle giurie internazionali e viene pubblicato nel 2014 in un volume edito da Peperoni Books. Nel 2015 esce il volume Restricted Areas, edito in Italia da Peliti Associati, promotore del premio European Publishers Book Award.

Bugno Art Gallery
S. Marco 1996/d – 30124 Venezia (IT)
T +39-041-5231305 F +39-041-5230360

11
Mag

Cannes: Italian Pavilion “Universo Elegante”

L’ITALIAN PAVILION È ‘L’UNIVERSO ELEGANTE’ DI CANNES

Il collettivo artistico NONE progetta e realizza l’Italian Pavilion “Universo Elegante”

69th Cannes Film Festival

11 – 22 maggio 2016

L’Italian Pavilion è  l’Universo Elegante  del 69th Cannes Film Festival, progettato dal collettivo artistico NONEcoordinato da Luce-Cinecittà, in collaborazione con Anica e con il contributo della Direzione Generale Cinema, Ministero dello Sviluppo Economico ed Ice.

L’architettura celebra l’Universo del Cinema italiano omaggiandolo con le icone e le scene più famose ed eleganti del firmamento cinematografico, da cui il Padiglione prende il nome: Universo Elegante. Il progetto Italian Pavilion “Universo Elegante” si ispira alla “Teoria delle Stringhe”, secondo la quale l’Universo non sarebbe composto semplicemente da atomi bensì da filamenti di energia simili a nastri. Una visione armonica ed elegante della natura che il collettivo artistico NONE ha metaforicamente accostato all’immaginario del cinema italiano, un universo visivo le cui stringhe non sono altro che le pellicole dei film. L’“Universo Elegante” del cinema italiano all’Italian Pavilion, così come l’universo fisico, sarà in costante movimento: fin dall’ingresso del Padiglione, il visitatore verrà travolto da un flusso di immagini illuminate dalla luce che anima le pellicole dei film e si troverà avvolto da un’installazione cinetica, cuore pulsante del Padiglione, che regalerà allo spettatore un’esperienza immersiva nelle più celebri ed eleganti sequenze della nostra Storia del Cinema. Dall’ambasciatrice dello stile italiano e giurata del festival Valeria Golino in Respiro di Crialese, alla struggente Anna Magnani in Roma città aperta, alla grazia ruvida di Sofia Loren in Una giornata particolare; dagli Oscar di Tornatore e Salvatores, agli Orsi di Cesare deve morire e Fuocoammare, alle Meraviglie del sofisticato occhio di Alice Rohrwacher; a film che a Cannes indimenticabilmente si imposero come L’avventura di Antonioni o La dolce vita di Fellini, passando a quei maestri in cui la commedia non si fece soltanto all’ ‘italiana’ ma divenne uno specchio di caratteri universali: Scola, Monicelli, Risi. E ancora, l’eleganza, la raffinatezza, la classe e lo stile in celebri pellicole di autori come Visconti, Bertolucci, Zurlini, Leone, Pietro Marcello, Paolo Genovese, Laura Morante…

L’Italian Pavilion si annuncia anche quest’anno come una vera e propria “Casa del Cinema”, il luogo ideale per incontri professionali e informali fra talent, operatori del mercato e addetti ai lavori dell’industria cinematografica nella cornice del più importante festival del mondo. Un elegante biglietto da visita del made in Italy per tutti gli operatori del cinema internazionale.

NONE è un collettivo artistico con base a Roma che si muove sul confine tra arte, design e ricerca tecnologica fondato da Gregorio De Luca Comandini, Mauro Pace, Saverio Villirillo. NONE crea opere artistiche, installazioni interattive, architetture innovative, ambienti immersivi per exhibit, musei, brand experience ed eventi. Artisti, architetti, designer, grafici, fotografi, sound designer, visual artist condividono le proprie professionalità e competenze, per sviluppare software ad hoc, hardware e componenti multimediali, prototipi di dispositivi, e realizzare scenografie ed elementi di design. La tecnologia è semplicemente il mezzo con cui NONE crea ambienti sensibili interattivi, il visitatore è parte attiva e contribuisce allo sviluppo della narrazione.

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