Camera d’Arte

07
Apr

Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi. La terra dei fiori

Alla Reggia di Caserta, La terra dei fiori, il progetto del duo Sasha Vinci – Maria Grazia Galesi a cura di Daniele Capra, propone una contro mitologia.

Dalla terra dei fuochi, disseminata di scorie tossiche e avvelenata dalla malavita, alla terra dei fiori, luogo in cui crescono gerbere e crisantemi, fiori che l’arte accoglie per farne espressione di rigenerazione, bellezza e spiritualità. Un progetto che racconta con foto, video e documentazione le storie di un luogo e la bellezza solitaria della Reggia di Caserta, che ha osservato nel tempo la violenta trasformazione del territorio campano.
La mostra è promossa dalla Reggia di Caserta in collaborazione con la galleria aA29 Project Room, Milano I Caserta, con il contributo di McArthurGlen La Reggia Designer Outlet, Axa Assicurazioni Loffredo Caserta, Oliveo.it, Grand Hotel Vanvitelli, Artec e con il Patrocinio Comune di Caserta. Il catalogo, bilingue, è a cura di Daniele Capra.

La mostra ospitata nei saloni del piano nobile della Reggia è costituita da opere fotografiche di grandi dimensione, disegni, video e documentazione che raccontano “il percorso che ha portato il duo Vinci–Galesi ad interrogare, grazie all’impiego del fiore, le identità individuali ma anche i luoghi dimenticati segnati da abbandono, trascuratezza, degrado civile”.
“A tutto questo – aggiunge il curatore – si contrappone il rigoglioso germogliare della natura, elemento di meraviglia, espressione della volontaria ricerca di riscatto. È il tentativo di inversione, l’espressione della necessità di superare l’impasse della situazione attuale che l’arte deve compiere. Per mostrare come anche dall’estremo abbandono si possano far germinare onestà, bellezza, dignità”.

Le immagini di Vinci–Galesi sono visioni cariche di elementi contrastanti. In contesti dal valore simbolico, quali ad esempi una spiaggia in cui mare e terra si contendono la supremazia o in una cava abbandonata popolata di residui di pietre, i due artisti si mostrano interamente avvolti da un mantello floreale coloratissimo e che nasconde i tratti somatici. La loro figura diventa così quella di un spirito che dissemina colore e futuro nel grigio e nell’abbandono del presente.
Il drappo in cui gli artisti sono avvolti è realizzato cucendo a mano migliaia e migliaia di fiori su eterei tessuti. Rispettando un’antica tradizione propria delle celebrazioni religiose di un’altra terra complessa e difficile, il ragusano, sulle cui coste negli ultimi anni sono sbarcati disperati provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo in fuga dalla guerra o si sono arenati corpi senza più speranza. La bellezza di quei luoghi, testimoniata da alcune immagini degli ultimi progetti, è un controcanto che fa stridere ancor di più i limiti della condizione umana.
Vinci–Galesi propongono visioni transitorie, occasioni preziose e fugaci. Fuggevoli quanto è fuggevole la bellezza di un fiore, meraviglia condannata ad un veloce disfacimento.Continue Reading..

07
Apr

Miroslaw Balka. Crossover/s

“CROSSOVER/S” è la prima retrospettiva italiana di Miroslaw Balka(Varsavia, 1958), artista tra i più rilevanti degli ultimi trent’anni che pone al centro del suo lavoro l’indagine sulla natura dell’uomo e sulla memoria individuale e collettiva. Attraverso una riflessione sulla storia dell’Europa e della Polonia, dove l’artista vive e lavora, Balka prende spunto da elementi ed eventi della propria biografia per realizzare opere che affrontano temi universali con grande potenza evocativa.
Dagli inizi degli anni ‘90, Miroslaw Balka abbandona le forme antropomorfe, che avevano caratterizzato gli esordi della sua carriera artistica, per creare opere che rappresentano oggetti simbolici quali letti, pedane e fontane. Balka concepisce questi lavori anche attraverso l’uso di materiali comuni come legno, sale, cenere, sapone, cemento e acciaio, utilizzando spesso come unità di misura le dimensioni del proprio corpo.
La mostra raccoglie quindici lavori – tra sculture, installazioni e video realizzati dagli anni ‘90 a oggi – in un percorso immersivo caratterizzato da incroci fisici, simbolici e temporali, dove anche la luce e l’oscurità assumono un ruolo centrale e in cui lo spettatore prende coscienza della propria presenza e funzione nello spazio.

Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2
20126 Milano
T (+39) 02 66 11 15 73
F (+39) 02 64 70 275
info@hangarbicocca.org

Miroslaw Balka. Crossover/s
a cura di Vicente Todolì
16 marzo – 30 luglio 2017

06
Apr

Abdullah Al-Mutairi. Byproducts of Development

Focusing on the impact industrial expansion has had on the bodies and identities of youth in the region, “Byproducts of Development” utilizes found materials, both digital and physical, to portray a theory of cultural transformation. The show aims to draw attention to the physiological repercussions of rapid urbanization; linking the effects of oil industry to noticeable changes in the body. Additionally, digital connectivity is scrutinized as a locus of change, prompting shifts in self-image and methods of self-actualization that mirror the drastic changes in local landscapes. Male fragility is positioned as a reaction to, as well as a consequence of, rapid development, with youth caught between a changing ecology and digital influences.

This is Abdullah Al-Mutairi’s first solo show.

Abdullah Al-Mutairi was born in Kuwait in 1990. He lives between Kuwait and the United States. He is studying liminal identities and the intersection of gender, religion, and technology in the Gulf. He is working on a commissioned work for Global Art Forum 7 at Mathaf: Arab Museum of Modern Art and Art Dubai.

Abdullah Al-Mutairi. Byproducts of Development
11th April – 27th April, 2017

Sultan Gallery
South Subhan, Block 8, Street 105, Building #168 besides Sadeer.
Madinat al-Kuwait

06
Apr

Gerhard Richter. The Editions

In the spring of 2017, Gerhard Richter celebrated his 85th birthday. To mark this occasion, the entirety of Richter’s editioned work created since 1965 will be on view at the Museum Folkwang from April 7 until July 30, 2017. The exhibition Gerhard Richter. The Editions is the most comprehensive that the editions, currently numbering more than 170, have been given to date, and brings the artist’s most famous motifs together with many of his works that are rarely shown.

Gerhard Richter’s editioned works—prints, photographs, objects, and paintings—form an important group within the artist’s complex oeuvre. At the same time, they offer an overview of his more than five decades of extensive artistic work. Richter has used the concept of editioning since the early years of his artistic career to interpret his works and ideas anew and simultaneously to extend their reach through wider dissemination.

Richter’s earliest editions already show a new formulation of the same questions that occupy him in painting: questions about the meaning of original and copy, about the idiosyncrasies of photography, painting, and printing, and about the interpretation of his chosen subjects. As his painting has changed and evolved, his editions also reflect new subjects, concepts, and artistic strategies. In addition to found family portraits and photographs from newspapers and magazines—for example, Flugzeug II (Airplane II), 1966—he increasingly uses his own snapshots as the starting point for new artwork. Thus, for the edition Ella (2014), he returned to a photograph of his own daughter taken in 2006. Abstraction also plays a central role in the editions. Not only does Richter use abstract paintings as templates for photographs, excerpts from which he combines to make new works; he also creates editions with unique characteristics, as in Fuji, a series of 110 abstract paintings, of which the exhibition will feature two selections.

The exhibition is a collaboration with the Olbricht Collection.

Supported by Merck Finck Privatbankiers.

Press conference
Wednesday, April 5, 11am

Press contact
Anna Littmann: T +49 201 8845 160 / anna.littmann@museum-folkwang.essen.de

Public program
The exhibition will be accompanied by a range of public and educational programs. For the dates, please visit www.museum-folkwang.de or subscribe to our newsletter by clicking here.

Lecture
Thursday, June 22, 7pm, CONCEPTION – PRODUCTION – EDITION. with Mike Karstens, Print workshop, Münster

Gerhard Richter. The Editions
April 7–July 30, 2017

Opening: April 6, 7–10pm

Museum Folkwang
Museumsplatz 1
45128 Essen
Germany

Image: Kerze I, 1988. Candle I. Offset print and chalk on paper, 89,3 x 94,5 cm. Courtesy Olbricht Collection© Gerhard Richter, 2017

04
Apr

Luca Cacioli. [A – stràt – to]

In occasione del quarto anniversario, Galleria 33 presenta [A – stràt – to], personale di Luca Cacioli, a cura di Tiziana Tommei. Un progetto inedito quello proposto, in cui le componenti proprie della fotografia dell’autore, quali equilibrio, misura e sintesi, trovano piena forma nella pura astrazione. Un’indagine lenticolare, che registra dettagli, texture e struttura di superfici, oggetti e materiali.

Testo critico
Essenzialità, rigore, minimalismo, geometria e astrazione. I progetti fotografici realizzati da Luca Cacioli negli anni, sebbene ben distinti tra loro, sono accomunati dalla medesima matrice di ricerca: la forma. Quest’ultima non intesa quale mezzo, ossia con valore strumentale rispetto all’espressione, ma come espressione essa stessa. Dal primo lavoro, “Confini”, passando per “Surrealismo”, “Notturni Urbani” e “Details”, fino a giungere a “La nuvola” e ad “[A – stràt –to]” quello che emerge è un percorso ordinato, che muove in sottrazione. Questo, non tanto in termini quantitativi, quanto di restituzione di elementi che, seppur realistici, si staccano dalla realtà intesa come trasposizione diretta di un oggetto di natura. Il fotografo, infatti, non solo è attratto in misura crescente da elementi architettonico-urbanistici e industriali, ma li osserva e li viviseziona, lasciando emergere il lato meno realistico e figurativo, e quindi, più propriamente, astratto. In “[A – stràt – to]” non è più tanto interessato a comporre un’immagine ben costruita (Surrealismo) o a tagliare spazi e strutture, valorizzandone le geometrie (Notturni urbani) e neanche a focalizzarsi su dettagli specifici (Details), quanto a mettere in luce ogni dettaglio di superficie, rendendo protagonista la texture. Il colore, la materia e le linee, insieme alle componenti fisiche che costituiscono quest’ultima, fino ad ogni millimetrico elemento, vengono fissati in luogo dell’oggetto fotografato. Questo progetto è imperniato sull’osservazione e registrazione chimico-chirurgica dell’oggetto scelto, che perde in virtù dello scatto stesso lo status si soggetto. Procedendo a ritroso fino a “Confini”, non si può non soffermarsi su talune associazioni: l’elemento antropico ed artificiale, che al tempo si frapponeva tra l’uomo e il paesaggio, oggi viene eletto ad assoluto protagonista della scena, fino ad essere indagato nella sua consistenza e area di sviluppo. Singolare è la libertà di lettura e, di conseguenza, d’immaginazione, che il fotografo lascia al riguardante attraverso questa serie: le coordinate di orientamento, al pari dell’immagine evocata, sono ad appannaggio dell’osservatore. Forme piene, che colmano lo sguardo, attraverso la negazione dell’inessenziale, come della diretta e immediata riconoscibilità della figura ripresa. Hanno un perimetro fisico su carta, ma non hanno confini in sé: si estendono oltre la cornice, si espandono. Il movimento è per questo doppio: in profondità nella materia, multidirezionale sulla superficie. Il processo che determinano non attiene a qualsivoglia interrogativi sull’entità dell’oggetto, ma induce piuttosto ad un atteggiamento di contemplazione prolungata.Continue Reading..