Camera d’Arte

05
Mar

Micaela Lattanzio. Fragmenta-retrospezioni visuali

FRAGMENTA _ RESTROSPEZIONI VISUALI
Mostra personale di Micaela Lattanzio
A cura di Alessia Carlino
Ma’ Showroom gallery
Largo S. Agostino – Montefalco (Pg)

Dal 21 marzo 2015 al 21 maggio 2015
Vernissage sabato 21 marzo 2015 – ore 18,00

Organizzazione tecnica: David Pompili

Per un’apologia estetica della frammentazione
L’obiettivo non è il cuore ma la retina, afferma in un celebre testo Victor Vasarely, tratto dal saggio del 1970 intitolato L’opera plastica nella vostra vita quotidiana, un enunciato che incarna la volontà dell’artista di soddisfare quella capacità di immedesimazione dello spettatore con l’opera d’arte laddove “le naturali aspirazioni dell’uomo si rivelano strumento utile al godimento dei sensi”.
La retina è la componente anatomica maggiormente interessata nell’opera di Micaela Lattanzio, una visione sinottica conduce lo sguardo nei tasselli di una multiforme realtà de composta e frammentata che definisce i sedimenti di una ricerca votata a narrare la complessità dell’essere umano. Il procedimento tecnico, con cui l’artista giunge a dare sostanza alla sua concezione intellettuale, è la sintesi di un percorso formativo che la Lattanzio comincia in seno all’arte musiva.
Ogni fisionomia, ogni carattere peculiare di un volto o di un membro anatomico umano, innesca inedite modalità di composizione espressiva, in cui i caratteri di un’estetica immateriale afferiscono ad una ricerca puramente scientifica che spazia nella comprensione sistemica delle molecole.
Micaela Lattanzio de struttura l’io avviando un procedimento che giunge a smembrare l’unitarietà epidermica di partenza. Il corpo diviene un elemento di pura astrazione, non è più possibile attribuirgli una compagine spaziale, un peso specifico, un tempo definito. Continue Reading..

28
Feb

Carla Accardi. Accordi – Accardi

Dodici dipinti di medie e grandi dimensioni con colorazioni in cui e’ possibile notare l’intrecciarsi di variazioni. Le opere si presentano come un insieme di piu’ elementi che si completano l’un l’altro.

La Galleria Valentina Bonomo è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra di Carla Accardi presentata da Laura Cherubini, sabato 28 febbraio 2015 dalle ore 18 alle ore 21, in via del portico d’Ottavia 13 a Roma.

Questa mostra, rispetta il progetto originale di Carla Accardi e presenta opere realizzate appositamente per la Galleria Valentina Bonomo.

L’esposizione raccoglie una selezione di opere frutto dell’ ultimissima produzione. Si tratta di dodici lavori di medie e grandi dimensioni, che hanno come comune denominatore le particolari colorazioni, in cui è possibile scrutare l’intrecciarsi di accordi e variazioni. Molte delle opere esposte si presentano come un insieme di più elementi che si completano l’un l’altro, da qui il titolo della mostra “Accordi – Accardi”.
Fra gli altri si distingue l’opera intitolata “Illusione”, in cui dodici elementi, ognuno de i quali caratterizzato da una tint a cromatica differente, creano eleganti ritmi e alternanze nel segno e nei tratti cromatici, inserendosi in una dimensione che taglia architettonicamente la parete, creando uno scambio oscillante tra l’opera stessa e lo spazio.
Queste opere di Accardi, pur mostrando un carattere di novità, mantengono una continuità con il lavoro precedente. In esse, infatti, si ritrova la tensione tra la vitalità del segno e la materia del supporto.
Accardi ha definito una sua calligrafia pittori ca inconfondibile: l’automatismo segnico. Gli iniziali segni bianchi su fondi neri si colorano in seguito di tinte e forme diverse: questi resteranno il suo marchio inconfondibile. Lei li battezzò lavori “autorigenerativi”. Nel suo studio romano, punto d’incontro del mondo dell’arte e della cultura, in un ordine impeccabile che poco si addice allo studio di un artista, con la precisione di un’artigiana professionista, Carla Accardi dipingeva le sue tele, ferme nel tempo, nella tecnica, nelle forme di sempre.Continue Reading..

26
Feb

Gary Hill. Depth Charge

Hill incentra la sua ricerca sulle relazioni tra codice verbale e immagini elettroniche e digitali. Il suo lavoro indaga le modalita’ di percezione, la diversita’ dei linguaggi (parlato, scritto e gestuale) e le dinamiche scaturite dalla combinazione di elementi visivi e sonori.
La Galleria Lia Rumma è lieta di annunciare la terza personale italiana di Gary Hill, dal titolo Depth Charge, che inaugurerà giovedì 26 febbraio 2015. Dopo le personali del 1996 e del 1999, presentate rispettivamente a Napoli e a Milano, nella prima sede di Via Solferino, l’artista californiano esporrà sui tre piani della galleria due lavori recenti: Klein Bottle, Pacifier e quattro lavori storici: Depth Charge, Isolation Tank, Learning Curve and Sine Wave.

Noto per l’utilizzo del video “come la forma di espressione più vicina al pensiero”, Gary Hill (Santa Monica, California, 1951), incentra la sua ricerca sulle relazioni tra codice verbale e immagini elettroniche e digitali. Il suo lavoro indaga infatti le modalità di percezione, la diversità dei linguaggi (parlato, scritto e gestuale) e le dinamiche scaturite dalla combinazione di elementi visivi e sonori generati elettronicamente.

Dalla metà degli Anni ’70 realizza video e video-installazioni, complesse e spesso scenografiche, in grado di coinvolgere attivamente lo spettatore. I sei lavori, intorno ai quali Hill ha costruito la sua terza personale da Lia Rumma, sono chiaramente esplicativi della sua rigorosa ricerca artistica e della varietà dei processi di elaborazione. In Depth Charge (2009-2012), che dà anche il titolo alla mostra, Gary Hill combina due precedenti opere: la proiezione è infatti un riferimento a Varèse 360, in cui la composizione, Un Grand Sommeil Noir (1906) di Edgard Varèse, è interpretata dal musicista/compositore Bill Frisell alla chitarra elettrica, mentre i cinque monitor a terra ripropongono l’opera The Psychedelic Gedankenexperiment, nella quale l’artista indaga le alterazioni psichiche dovute all’assunzione di dietilamide dell’acido lisergico (LSD).

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24
Feb

François Morellet

Opere recenti realizzate sovrapponendo rette tratteggiate all’interno dello spazio della tela per creare l’illusione della terza dimensione. Sono anche in mostra neon rossi che creano l’effetto di una griglia ortogonale.

La galleria A arte Invernizzi inaugura martedì 17 febbraio 2015 alle ore 18.30 una mostra personale dell’artista francese François Morellet.
Nella prima sala del piano superiore della galleria sono esposte opere recenti, appartenenti alla serie “3D concertant” e “3D Bandes décimées”, realizzate sovrapponendo all’inteno dello spazio della tela tre differenti schemi in cui le rette tratteggiate si dispongono in modo univoco ma secondo angolature differenti, sino a creare l’illusione ottica della terza dimensione e della geometria del cubo. Nella seconda sala del piano superiore si trova 4 neons 0° – 4 neons 90° avec 2 rythmes interferents del 1972, lavoro in cui la ritmica alternanza dell’illuminazione al neon rosso suggerisce la visione di una griglia ortogonale. Al piano inferiore dello spazio espositivo si trovano opere recenti in cui i neon non si inseriscono ordinatamente all’interno del perimetro delimitato dalla tela – o dalle tele – ma assumono un potenziale costruttivo anche a livello formale.Continue Reading..

24
Feb

Claudio Abate e gli artisti

Esposte 7 fotografie a colori e in bianco e nero che sono esemplari del lavoro di Abate, per l’uso espressivo del colore, l’inquadratura frontale e l’ambientazione dell’opera.
a cura di Brunella Buscicchio Scherer
Abate fotografa nell’estate 2014 a Roma la mostra di Oliviero Rainaldi al Tempio del Bramante in S. Pietro in Montorio, gioiello dell’architettura rinascimentale. Commenta così il suo lavoro: “Per fotografare ho aspettato quel momento della sera, diverso a seconda delle stagioni, tra il tramonto e il crepuscolo, che dura solo pochi minuti e in cui il cielo terso diventa di un blu intenso. Questa mostra di Oliviero Rainaldi era stata pensata per essere vista di sera, ma in realtà solo poche persone sono riuscite a visitarla nell’ora ideale. Il Tempietto del Bramante al Gianicolo chiude al pubblico nel primo pomeriggio. Con queste fotografie ho cercato di restituirne la visione e l’idea”.
Le 7 fotografie a colori e in bianco e nero, inedite, di grande e medio formato, che documentano la mostra di Rainaldi, sono esemplari del lavoro di Claudio Abate, per l’uso espressivo del colore, l’inquadratura frontale, l’ambientazione dell’opera nel contesto architettonico e storico in cui è situata, i forti contrasti tra luci e ombre, creati senza adoperare strumenti di illuminazione aggiuntivi. La lettura fortemente interpretativa dell’opera d’arte, mai neutrale o pedissequa rispetto all’oggetto rappresentato, testimonia il dialogo costante di Claudio Abate con gli artisti, sostenuto da un’attenzione viva per la loro ricerca, e la sua capacità di ricostruire, in assenza di una visione diretta dell’opera e a futura memoria, le immagini in nuove immagini, in un linguaggio autonomo e originale.Continue Reading..