Camera d’Arte

16
Mar

Chagall. Love and Life

Oltre 150 opere tra dipinti, disegni e stampe. Dalle immagini della sua infanzia e della gioventu’ nella nativa Vitebsk, fino alle illustrazioni per l’autobiografia My Life e per i libri scritti da Bella First Encounter e Burning Lights; la mostra percorre la vita di Chagall attraverso un tesoro iconografico e iconologico che ritorna in tutta la sua arte. Arriva a Roma al Chiostro del Bramante una mostra interamente dedicata al pittore russo d’origine ebraica Marc Chagall, dal 16 marzo al 26 luglio 2015, prodotta e organizzata da Dart – Chiostro del Bramante e Arthemisia Group.

Oltre 150 opere – tra dipinti, disegni e stampe – provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme raccontano il singolare legame tra il grande pittore e la moglie Bella Rosenfeld, fondamentale e costante fonte d’ispirazione, collegando la vita di Chagall direttamente ai suoi lavori.

Dalle immagini della sua infanzia e della gioventù nella nativa Vitebsk, fino alle illustrazioni per l’autobiografia My Life e per i libri scritti da Bella First Encounter e Burning Lights, la mostra percorre tutta la vita di Chagall attraverso un tesoro iconografico e iconologico che ritorna in tutta la sua arte fino alle opere più mature.Continue Reading..

12
Mar

Otto Piene

Le sue ceramiche rimandano alle prime opere cinetiche definite ‘immagini pesanti’: “sono meno illusionistiche dei dipinti e hanno una qualita’ tattile intrinseca, lasciando lo spettatore ‘sentire’ e non solo ‘vedere’ gli oggetti”.
a cura di Chiara Guidi
La mostra celebra il lavoro e la ricerca di Otto Piene (1928-2014) pittore e scultore tedesco, membro fondatore del Gruppo ZERO (1957-1966) una delle avanguardie artistiche più importanti del dopoguerra, cui hanno aderito tra gli altri Lucio Fontana, Yves Klein, Piero Manzoni, Heinz Mack, Gunther Uecker, accomunati dalla volontà di ridefinire e trasformare l’arte. Otto Piene ha spinto l’arte oltre il linguaggio della pittura tradizionale, adottando nuovi supporti, materiali e tecnologie: famoso per le sue opere di luce-cinetica, gli spettacolari dipinti di fuoco e fumo e per aver indagato in modo totalmente nuovo la connessione tra arte, natura e tecnologia. Il suo vasto e innovativo opus artistico comprende l’uso di laser e l’olografia. Il suo “Arcobaleno Olimpico”, opera ambientale di 700 metri, realizzata in occasione dei Giochi Olimpici di Monaco di Baviera nel 1972 è diventato uno dei più potenti messaggi visivi di pace del secolo. Dal 1999, Otto Piene ha adottato come mezzo espressivo la ceramica. Le sue ceramiche rimandano alle prime opere cinetiche e Piene stesso le definisce “immagini pesanti”: “sono meno illusionistiche dei dipinti e hanno una qualità tattile intrinseca, lasciando lo spettatore “sentire” e non solo “vedere” gli oggetti”. Come tutte le opere di Otto Piene, le ceramiche sono caratterizzate dalla ricerca sulle forze primarie della natura: luce, fuoco, aria e terra.

Continue Reading..

11
Mar

Escher

Una grande mostra antologica dell’artista, incisore e grafico olandese che racconta l’annodarsi di universi culturali apparentemente inconciliabili. Il percorso espositivo si articola in 6 sezioni con oltre 150 opere, tra cui i suoi capolavori più noti.

Escher, dopo il grande successo della tappa romana con i suoi oltre 200.000 visitatori, arriva a Bologna portando costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie interconnesse, ovvero il meraviglioso mondo di fantasia sbrigliata dell’artista che più di ogni altro trasforma l’ambiguità visiva in ambiguità di significato, che incanta con disegni e litografie che col passare del tempo hanno visto gli impieghi più disparati – come copertine di famosi long playing, (i 33 giri), scatole da regalo, francobolli, biglietti d’auguri e piastrelle -, per poi diventare vere e proprie opere d’arte.

Il percorso espositivo si articola in 6 sezioni che raccontano la sua passione per l’Italia – in La formazione: Escher, l’Italia e l’ispirazione Art Noveau -, l’ironia e il gioco – in Superfici riflettenti e metamorfiche -, la quotidianità – in Economia escheriana ed Eschermania -, le leggi scientifiche indagate e rappresentate da Escher – come nella sezione intitolata Metamorfosi -, le vicende e le passioni personali – in Dall’Alhambra alle tassellatura – e i diversi nodi tematici delle suo opere in Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio.Continue Reading..

07
Mar

Hiroshi Sugimoto. Stop Time

La fotografia diventa linguaggio e strumento di interpretazione del mondo, accompagnata da un’approfondita pratica di altre discipline, come il design e l’architettura.
a cura di Filippo Maggia

Dall’8 marzo al 7 giugno 2015 Fondazione Fotografia Modena presenta negli spazi espositivi del Foro Boario di Modena una mostra antologica dedicata a Hiroshi Sugimoto, tra i più autorevoli interpreti della fotografia contemporanea internazionale. Il percorso, a cura del direttore di Fondazione Fotografia Modena Filippo Maggia, ripercorre l’intera carriera dell’artista, presentando alcune pietre miliari della sua ricerca.

Attivo dalla metà degli anni settanta, Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) utilizza il mezzo fotografico per indagare le tracce della storia nel nostro presente. In particolare, nel ritrarre soggetti che ricreano o replicano momenti di un passato distante e luoghi geograficamente lontani, Sugimoto critica la presunta capacità della fotografia di ritrarre la storia con accuratezza. A quest’impostazione concettuale, l’artista unisce un rigore metodologico tipicamente orientale: la meticolosa perfezione delle sue stampe è il risultato di un lavoro imponente, che include un’ampia ricerca preliminare, l’uso di fotocamere di grande formato e delle tradizionali tecniche del bianco e nero. Ogni progetto ha origine da una riflessione filosofica profonda su un determinato tema e spesso si protrae per molti anni a venire.Continue Reading..

05
Mar

Masayoshi Sukita. David Bowie ‘Heroes’

La mostra si compone di una quarantina di fotografie che illustrano la relazione tra Bowie e Sukita, tra scatti intimi e immagini della copertina dell’album.

ONO arte contemporanea presenta DAVID BOWIE “HEROES”: fotografie di Masayoshi Sukita, la prima mostra italiana dedicata al maestro della fotografia giapponese che ha immortalato e ispirato David Bowie per oltre 40 anni.

L’archivio di Sukita su Bowie è probabilmente uno dei più importanti di quelli che riguardano l’artista londinese. Sebbene il suo lavoro sia universalmente noto attraverso gli scatti iconici che illustrarono la copertina dell’album “HEROES” in pochi sanno che la relazione tra Bowie e Sukita si è negli anni trasformata in una relazione di amicizia che ha dato vita a un vero e proprio sodalizio tra i due artisti, nonché a scatti intimi e di disarmante bellezza per la loro quotidianità che sono presentati, alcuni per la prima volta, da ONO arte. La relazione tra Bowie e Sukita nasce nel 1972 quando il fotografo arriva a Londra per immortalare Marc Bolan e i T-Rex, e sebbene ignaro su chi fosse David Bowie, decide di andare ad un suo concerto perché irresistibilmente attratto dal cartellone di The Man Who Sold the World che lo promuoveva. Una volta entrato Sukita ricorda: “Seeing David Bowie on stage opened up my eyes to his creative genius. I watched Bowie perform with Lou Reed and it was so powerful, Bowie was different to the other rock and rollers, he had something special that I knew I had to photograph”.Continue Reading..