Camera d’Arte

01
Apr

L’Arte del Gran Premio di Bari – Le Macchine Cele(b)ri

Con il Patrocinio del Comune di Bari

L’Arte del Gran Premio di Bari – Le Macchine Cele(b)ri
collettiva d’arte contemporanea
evento artistico collaterale in programma* nel Gran Premio di Bari
10 aprile 2015 – ore 19,30

A Bari la Galleria Forma4 è in pole position sul circuito del GRAN PREMIO DI BARI

Due Passioni per un percorso univoco, Arte & Motori, il binomio è possibile. Ieri come oggi l’Arte mette in moto, cambia marcia e si fa strada!
Esiste un filo conduttore che accorcia le distanze fra due mondi – tanto apparentemente lontani quanto intimamente uniti – sotto il segno della grande passione per il Bello. Arte&Motori, il binomio è davvero possibile. Un incontro fortuito fra due passioni che, già nel secondo dopoguerra, si sono incrociate in una Bari che, da impareggiabile location, ha vissuto un momento radioso e memorabile fra il 1947 e il 1956. Furono ben nove le brillanti edizioni del Gran Premio che sancirono di diritto l’ingresso del capoluogo pugliese nella storia delle capitali mondiali della Formula Uno. Ieri come oggi, lungo quello stesso filo conduttore – già riannodato nel 2010 con la prima edizione della “Rievocazione Storica del Gran Premio” – l’Arte mette in moto, cambia marcia e si fa strada. Il circuito, anche simbolico, è lo stesso di quello tracciato per quell’auto d’epoca che col suo “cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo” appare più bella della Vittoria di Samotracia. Ieri come oggi, le macchine d’epoca sempre più celeri diventano cele(b)ri, intrecciando energia e velocità lungo lo stesso rettilineo – quello della storia – su cui solo gli artisti sanno apporre il loro sigillo indelebile.
Flavia D’AlessandroContinue Reading..

26
Mar

Nino Migliori.Incanto e illusione

Le fotografie esposte riescono a ricostruire i suoi numerosi e vari approdi espressivi che, nel tempo, si sono susseguiti come input di nuove e moderne esplorazioni visive.

Artista audace e poliedrico, Nino Migliori ha seguito, da protagonista, l’evoluzione linguistica della fotografia all’interno del contesto culturale italiano. Il suo esordio è negli anni del dopoguerra, quando la presenza ingombrante dell’industria cinematografica lo porta a confrontarsi con quel sentimento inedito di libertà ed entusiasmo che guidava la ricostruzione del Paese: è la scuola del Neorealismo. All’interno di questo movimento Migliori si distingue con una produzione capace di costruire un ponte espressivo con le Avanguardie europee. Certo, da fotografo neorealista, fa uso del bianco e nero e ritrae il mondo che lo circonda, ma già lavora per brevi sequenze, spostando la sua attenzione verso l’universo concettuale, che già da tempo aveva superato l’idea del “fotografico” specchio della realtà.

Dalle sequenze in scala di grigio all’esaltazione del particolare sulla pellicola a colori, il passo è breve e, proprio in questo passaggio, Nino Migliori inaugura il suo personalissimo percorso conoscitivo, fondato sulla sperimentazione che lo accompagna per tutta la sua carriera. Come nella successione di livelli esplorativi, le prime opere lasciano il passo alla riflessione sulla spontaneità del segno, colto sulle ruvide superfici urbane: è il momento di “Manifesti strappati” e “Muri”, realizzati negli anni a partire dagli anni ‘50. A seguire, la serie “Il tempo rallentato” approda all’esaltazione simbolica della natura e dei suoi frutti, nonostante l’incongruo rapporto con l’uomo che produce l’immagine di una “natura morta” ancora viva. Recentissima è, invece, la produzione di “Cuprum”, il lavoro inedito dell’artista bolognese, che si lascia stupire dalle tracce umide dei bicchieri di birra sui tavolini di un pub londinese. Il risultato è l’incanto e l’illusione di una favola che assume le variabili fisionomiche e cromatiche della luna.Continue Reading..

26
Mar

Luigi Presicce. Per incantamento

Un percorso tra una selezione di scatti fotografici che documentano le performance più significative dell’artista, con l’intento di raccontare per immagini le tappe che più hanno segnato la sua ricerca performativa.

Dopo essere stato insignito di diversi premi e avere recentemente esposto alla Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive di Pesaro e alla Kunsthalle di Osnabrück (Germania), Luigi Presicce inaugura la sua prima personale alla OTTO Gallery di Bologna. La mostra, dal titolo Per incantamento, è un percorso tra una selezione di scatti fotografici di grande impatto che documentano le performance più significative dell’artista, con l’intento di raccontare per immagini le tappe che più hanno segnato la ricerca performativa di Presicce.

L’artista, formatosi nell’ambito della pittura, ormai da anni sintetizza i risultati dei propri studi nel linguaggio della performance, mettendo in scena tableaux vivant dal carattere metafisico surreale, ricchi di allegorie e allusioni simboliche all’esoterismo, alla religione e alle tradizioni della sua terra, il Salento. Il dato performativo convive in perfetto equilibrio con quello rituale e con la consistente stratificazione di rimandi culturali alla storia dell’arte e a personaggi e avvenimenti della storia recente. Abiti, maschere cieche piramidali, maschere mortuarie d’oro, divise sacerdotali e massoniche, oggetti apotropaici contribuiscono a creare una tensione misteriosa e sacrale nell’opera di Presicce.Continue Reading..

26
Mar

Björk at MOMA

The exhibition draws from more than 20 years of the artist’s daring and innovative projects and her eight full-length albums to chronicle her career through sound, film, visuals, instruments, objects, and costumes.

The Museum of Modern Art presents a retrospective of the multifaceted work of composer, musician, and singer Björk. The exhibition draws from more than 20 years of the artist’s daring and innovative projects and her eight full-length albums to chronicle her career through sound, film, visuals, instruments, objects, and costumes.

In the Museum lobby, instruments used on Biophilia (2011)—a gameleste, pipe organ, gravity harp, and Tesla coil—play songs from the album at different points throughout the day. On the second floor, in the Marron Atrium, two spaces have been constructed: one is dedicated to a new sound and video installation, commissioned by The Museum of Modern Art, for “Black Lake,” a song from Björk’s new album Vulnicura (2015); and the second is a cinema room that screens a retrospective in music videos, from Debut (1993) to Biophilia.Continue Reading..

25
Mar

Chiara Fumai.Der Hexenhammer

Chiara Fumai
Der Hexenhammer
A cura di Frida Carazzato

“O sei parte del problema o sei parte della soluzione. In mezzo non c’è nulla”. Così due figure femminili in costume cinquecentesco esortano una donna mentre le porgono la comunione. La frase è una citazione della nota terrorista tedesca Ulrike Meinhof – le figure sono riprese invece da un antico grimorio (libro di magia). La scena, inquietante e surreale, è rappresentata in un wall painting– dipinto a parete, parte del nuovo progetto con cui l’artista Chiara Fumai (Roma, 1978) apre la stagione 2015 della project room.

Non una mostra nel senso classico del termine quindi, ma, in linea con la vocazione sperimentale della Project Room, un progetto che vede, oltre al wall painting appena descritto, una performance live dell’artista in stretto dialogo con il contesto di Museion e delle sue mostre. In otto appuntamenti da gennaio ad aprile Fumai guida infatti i visitatori attraverso l’esposizione di un’altra artista, Rossella Biscotti, che si svolge in contemporanea al quarto piano di Museion. I visitatori non si aspettino una semplice visita guidata, però: in un gioco di sovrapposizioni e rievocazioni di frammenti dalla storia recente, in Chiara Fumai vivranno la voce e la storia della giornalista e terrorista tedesca Ulrike Meinhof.

Nel progetto per Museion l’impegno politico e ribelle di Meinhof è associato all’immaginario del trattato medievale Malleus Maleficarum, celebre trattato contro la stregoneria pubblicato dai frati domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprengler nel 1478 (tradotto in tedesco con Der Hexenhammer che dà il titolo alla mostra). Nel grande wall painting sulla parete della Project Room, Fumai riporta inoltre alcuni copioni della performance sotto forma di collage e scrittura automatica – la figura della terrorista viene così inserita nel suo universo.Continue Reading..