Camera d’Arte

29
Apr

Alex Pinna.Think Thin

Caratterizzati dal fisico esile e dalle gambe lunghissime, i personaggi protagonisti acquisiscono una sorta di malinconico sorriso, uno sguardo tra l’ingenuo e il disincantato sulla realtà.

Una grande personale – la prima per la galleria di Varese, che fin dalla nascita, tre anni fa, ha sempre caratterizzato la sua programmazione con mostre a tre – è l’appuntamento centrale della primavera di PUNTO SULL’ARTE. Inaugura il 21 marzo, per concludersi i primi di maggio, la mostra di ALEX PINNA, a cura di Alessandra Redaelli.

Le sue tipiche figure aeree, leggerissime, in bronzo, corda e anche vetro, prenderanno possesso dell’intero spazio della galleria. Caratterizzati dal fisico esile e dalle gambe lunghissime, i personaggi protagonisti dei lavori di Pinna sono senz’altro figli della poetica di Giacometti, alleggerita però della sua cupa drammaticità per acquisire una sorta di malinconico sorriso, uno sguardo tra l’ingenuo e il disincantato sulla realtà. Innamorato dei fumetti e di tutti i linguaggi capaci di parlare immediatamente al cuore della gente, l’artista riesce nella difficile impresa di comunicare emozioni, sentimenti, tratti psicologici senza il bisogno delle espressioni del volto (i visi dei suoi personaggi sono risolti in pochi tratti: la fronte e la linea del naso) ma con il solo incurvarsi pensoso di una schiena, o con l’inclinarsi del corpo in precarie situazioni di disequilibrio, lasciando nello spettatore un sottile senso di instabilità esistenziale.

“Penso che i miei lavori siano più delle domande che delle risposte”, dice Alex Pinna. E con la sua sfida forte e lieve al tempo stesso invita lo spettatore a ritrovare il suo lato ludico. Perché nella purezza del gioco, nella sua bellezza senza un fine specifico, c’è il senso reale della vita.

ALEX PINNA nasce a Imperia. Frequenta i corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 1993 espone in mostre personali e collettive in tutta Italia. Tra le ultime è da ricordare la mostra allestita presso le sale della Fondazione Mimmo Rotella a Catanzaro (2012). All’estero il suo lavoro è stato presentato a Shanghai, Tel Aviv, Londra, New York e Lugano. Dal 1997 è quasi sempre presente alle edizioni di Arte Fiera Bologna e MIART. Vive e lavora a Milano.

Punto sull’Arte
Viale Sant’Antonio, 59/61 Varese
mar-ven 15-19, sab 10-13 e 15-19, domenica 22 e 29 marzo 15-19
ingresso libero

Alex Pinna
PROROGATA al 9 maggio 2015

Immagine: Waiting for, 2011-bronzo-e-ferro-patinati-cm-10-x-50-x-75

29
Apr

Ibidem by Giovanni del Brenna

Planar presenta venerdi 8 maggio ore 18,30

Ibidem is a project about globalization, about the lack and the loss of roots, about the mutation of cities.

I started this project in New York in 2002 after realizing that the pictures I took at the time could have been shot in some of the other cities I had lived in. Back to Milan I confirmed my first intuitions and decided to continue shooting other “global” cities. The project, published as book in July 2014, includes the following cities: Los Angeles, New York, London, Paris, Milan, Berlin, Singapore, Hong Kong, Shanghai, and Tokyo.

The idea is to create a virtual city, mixing of all the photographed metropoles, that depicts the transition cities are going through today.

I am Italian, I was born in Genova (Italy) but I never lived there. I grew up in Rio de Janeiro, Brazil, where I attended the French school. I graduated in Milan and I lived in Lisbon, Lille, Paris, Naples, London, Rome and New York. There I obtained the Documentary and Photojournalism certificate of the International Center of Photography; it followed my master degree in Mechanical Engineering (Politecnico of Milan).

This project aims at being a subjective point of view on the evolution of great cities. These are converging towards each other while distancing themselves from their countries of origin. It is my point of view, the point of view of a member of the so-called “international community” : a “displaced” person.

Giovanni del Brenna Ibidem
Presentazione e book signing

Planar presenta per la prima volta a Bari il libro Ibidem di Giovanni del Brenna.
Il progetto Ibidem: una ricognizione, sulla metamorfosi delle grandi città, che tendono sempre più a somigliare l’una all’altra, a diventare lo “stesso posto” (in latino: ibidem). Da questa ricerca, realizzata utilizzando una Leica tradizionale con pellicola a colori e durata sette anni, ha preso poi forma un libro, con i testi dell’antropologo Marc Augé e della storica della fotografia Carole Naggar.

Nato a Genova ma cresciuto a Rio de Janeiro, italiano di cultura francese, Giovanni Del Brenna ha poi vissuto tra Lisbona, Lille, Parigi, Londra, Milano, Napoli, Roma e New York, nutrendo il proprio lavoro di questo continuo transito fra luoghi diversi.
Proprio a New York (dove studia all’International Center of Photography) capisce che molti degli scenari che percorre e che sceglie di fotografare, avrebbero potuto essere messi a fuoco altrove.

Nasce così l’idea di abbinare le immagini di alcune metropoli attraversate nel corso del tempo (fra cui anche Los Angeles, Londra, Berlino, Singapore, Hong Kong, Shanghai e Tokyo), per comporre il ritratto di un’unica città virtuale: Ibidem.

Il progetto è stato prodotto ed esposto per la prima volta in Francia nel 2011, nell’ambito della mostra “Nos Vi[ll]es” all’Arsenal di Metz.
Il libro, edito in Olanda dal fotografo stesso, rende ancor più esplicito il suo obiettivo di “perdersi in una città immaginaria non sapendo più dove si è: si pensa di essere da qualche parte, si percepisce questo mondo come familiare, ma si è altrove”.

http://vimeo.com/101744029

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29
Apr

Beppe Gernone. Nei luoghi del silenzio

Nei luoghi del silenzio di Beppe Gernone

“Fotografo da più di trent’anni arte ed architettura. Nello svolgimento del mio lavoro capita spesso di percorrere luoghi che trasmettono sensazioni di vissuto, che emanano un qualche fascino, trasudano storia. Il progresso e la organizzazione della società moderna col suo sistema spettacolare stanno distruggendo il concetto di luogo così come lo si è conosciuto sinora. È incredibile come un restauro, un ammodernamento o messa in sicurezza possano sterilizzare i luoghi cancellare l’aura le li avvolge. Perdono le caratteristiche identitarie, relazionali e storiche che li distinguevano nel passato. La nostra vita ormai è un continuo transito per i “non luoghi”.

Castello Caracciolo
Sammichele di Bari
Inaugurazione giovedì 30 aprile 2015 ore 18.00

La mostra è visitabile fino al 28 giugno 2015

 

28
Apr

Ettore Spalletti. Interpretazione degli spazi

Dal 25 aprile al 23 agosto 2015, in occasione della riapertura stagionale di Palazzo Cini a San Vio a Venezia – la casa – museo di Vittorio Cini che conserva i capolavori del rinascimento toscano e ferrarese appartenuti al collezionista – Ettore Spalletti interverrà con un progetto espositivo ad hoc al secondo piano nobile del Palazzo, inaugurando la restituzione di questo spazio recentemente restaurato – grazie al sostegno di Assicurazioni Generali – e destinato ad ospitare mostre temporanee. L’artista abruzzese presenterà una sua personale interpretazione degli spazi caratterizzati dalla dimensione domestica delle sale ragionando sul luogo, ascoltandolo, osservandone le variazioni di luce, attraverso un percorso che offrirà agli sguardi opere già note, accanto a opere mai esposte prima e collocate nella “casa Cini” come un omaggio al gusto del collezionista.

Ettore Spalletti (1940) – artista che ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia nel 1997, celebrato recentemente da grandi antologiche e le cui opere sono esposte nei più prestigiosi musei italiani e stranieri – ha lavorato ad un progetto articolato ne lle stanze del Palazzo nel solco di una continuità ideale con il passato, quando questo spazio era quotidianamente vissuto dal grande collezionista Vittorio Cini. Già durante la visita alla collezione permanente della Galleria e nel corso del primo sopralluogo al secondo piano del palazzo – ancora nel vivo fermento del restauro – il Maestro ha potuto cogliere i primi elementi ispiratori che hanno determinato la scelta delle opere da collocare negli spazi domestici della dimora sul Canal Grande. Le stanze accoglieranno infatti una mostra espressione di una relazione profonda con uno spazio che era, e tale rimane nell’intento dell’artista, domestico; allo stesso tempo i capolavori d’arte antica esposti nella Galleria – che conserva, tra gli altri, dipinti di Pontormo, Botticelli, Giotto e Cosmè Tura – saranno una presenza importante per l’artista.Continue Reading..

28
Apr

Massimo Pasca. Over the Pop

Massimo Pasca. Over the Pop – solo show

Nero Gallery ospita, dal 2 al 23 maggio 2015, Over The Pop prima personale capitolina di Massimo Pasca.

Over the Pop, curata da Giuseppe Amedeo Arnesano, è un’idea che racconta l’interessante ricerca condotta dal pittore pugliese per oltre venti anni di attività artistica.

La pittura di Massimo Pasca, che vive anche nel rinnovamento colto del segno di Keith Haring, si esprime attraverso una singolare rappresentazione iconica fortemente Pop e impegnata. Nel 2012 per le edizioni EST viene pubblicato il libro “Keith Haring a Pisa”, Cronaca di un murales (introduzione di Omar Calabrese e intervista di Carlo Venturini) nel quale, dopo una lunga intervista dedicata a Massimo Pasca, il pittore salentino è considerato uno dei prosecutori stilistici del segno dell’artista americano.

Over the Pop raccoglie una ragionata ed aggiornata selezione delle opere pittoriche e illustrative riunite nello spazio della giovane e intraprendente galleria di Pigneto.
Le sperimentazioni di Pasca, vissute in maniera totale dalla musica alla pittura,con l’esperienza decennale dei Working Vibes, le numerose collaborazioni con i Negrità, (per i quali illustra l’album Helldorado) e fino alle centinaia di live painting in tutta Italia,(dal Macro di Roma al Festival della Creatività di Firenze, passando per i maggiori club italiani), lo caratterizzano come uno dei protagonista più attivi della scena live nazionale.

Proprio in occasione Over the Pop Massimo Pasca, come un maestro di cerimonie, si esibirà in uno “Spoken word”, una performance ritmica che coniuga il dub, la parola e la poesia.

Massimo Pasca (classe 1974) è pittore, illustratore, live painter tra i più attivi in Italia. Negli anni si è dotato di uno stile in bilico tra pop art e fumetto, dal forte sapore surrealista che lo ha portato ad esporre in Italia e all’estero realizzando numerose performance di pittura dal vivo durante i concerti di gruppi come, Negrita, Marta sui Tubi, Le luci della centrale elettrica, Joy Cut, Esquelito, Andrea Mi, Finaz (Bandabardò).
Tra i luoghi nei quali ha performato ci sono Il Macro di Roma, Mandela forum di Firenze ,Piper Club, Il Circolo degli artisti, il MAT, Link di Bologna, il Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo. Ha collaborato con i Negrita, realizzando le illustrazioni del cd ”Helldorado” ed illustra per riviste come Il Mucchio, Collettivo Mensa, Todo Magazine, Lungarno, e l’etichetta discografica Alfa Romero e la marca d’abbigliamento Merry Autumn.
Nel maggio 2011 la marca di borse di dischi Proel gli commissiona la decorazione di dieci borse per i migliori Dj’s europei di musica da club. Tra le ultime esposizioni di rilievo nel 2011 espone a Otranto nella mostra di Salvator Dali’dove in una area del Castello Aragonese espone più di venti lavori di grandi dimensioni. Nel mese di Ottobre 2012 esce il libro “ Keith Haring a Pisa” Cronaca di un murales, per le edizioni ETS, nel libro ci sono quattro pagine di intervista a Massimo Pasca considerato uno degli eredi del segno del pittore americano.

www.massimopasca.it

NERO GALLERY
via Castruccio Castracane 9
00176 ROMA (Pigneto)

Vernissage sabato 2 maggio ore 19.00
Finissage sabato 23 maggio ore 19.00

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