Camera d’Arte

04
Mag

Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole

Vigevano omaggia Cartier-Bresson,
una mostra per raccontare con Immagini e Parole
la grande fotografia d’autore
Dal 24 aprile al 5 luglio nella Seconda Scuderia del Castello Sforzesco di Vigevano

Vigevano, – “Henri Cartier-Bresson. Immagini e Parole”: un’occasione imperdibile per ammirare alcuni tra i capolavori più toccanti e realistici del famoso fotografo francese, considerato un pioniere del foto-giornalismo. Suoi sono alcuni dei reportage più famosi del secondo dopo guerra. La mostra, promossa dal Comune di Vigevano, sarà inaugurata il 24 aprile e resterà aperta fino al prossimo 5 luglio nella II Scuderia del Castello Sforzesco di Vigevano.
Basata su una suggestiva commistione tra immagini e parole, la mostra ospita 44 fotografie tra le più coinvolgenti dell’artista, accompagnate dal commento di molti autori importanti. Intellettuali, scrittori, critici, fotografi e amici dell’artista come Kundera, Baricco, Sciascia, Steinberg, Miller e molti altri hanno scelto e commentato le sue più belle immagini. Questa originale sperimentazione rappresenta uno dei punti di forza della mostra, poiché permette al visitatore di penetrare a fondo il pensiero del fotografo attraverso una selezione di suoi scatti unici: immagini del mondo che solo lui riusciva a cogliere e ad immortalare nell’attimo decisivo.
Il progetto è nato qualche anno fa, quando un gruppo di amici ha pensato di festeggiare il compleanno del maestro della fotografia in bianco e nero chiedendo a personaggi significativi del mondo della cultura e dell’arte di scegliere e chiosare ognuno, affettuosamente, la sua fotografia preferita tra le tante scattate da Bresson. L’esposizione è organizzata da Contrasto, Magnum Photos e Fondation Henri Cartier-Bresson.Continue Reading..

04
Mag

Kossuth 1981 – 2009. Mostra antologica

Nasce a Città delle Pieve lo Spazio Kossuth, in omaggio al maestro
Ad inaugurarlo sarà Vittorio Sgarbi

Rimesse del Palazzo Vescovile, Città della Pieve (Pg)
Inaugurazione sabato 30 maggio 2015, ore 18

Mostra antologica “Kossuth 1981 – 2009”
30 maggio – 30 ottobre 2015

Ricavato al piano terreno del Palazzo Vescovile, questo nuovo Spazio dedicato all’arte contemporanea sarà inaugurato con l’antologica “Kossuth 1981 – 2009”, visitabile dal 30 maggio al 30 ottobre 2015. A presiedere l’evento sarà il critico d’arte Vittorio Sgarbi, estimatore del maestro Kossuth

Dopo 30 anni di chiusura, le rimesse dello storico Palazzo Vescovile di Città della Pieve tornano in vita completamente restaurate e diventano sede del nuovo Spazio Kossuth.
Sabato 30 maggio 2015 sarà inaugurato al pubblico alle ore 18, nella principale via Vannucci, accanto all’oratorio che ospita il famoso affresco l’Adorazione dei Magi del Perugino, uno spazio dedicato all’arte contemporanea, omaggio al maestro Wolfgang Alexander Kossuth. A presiedere l’evento sarà il critico d’arte Vittorio Sgarbi, estimatore da sempre del maestro e che di lui ha scritto: “La scultura di Kossuth fa continuo riferimento all’astrazione della materia, in particolare della terracotta e del bronzo, alludendo alla purezza assoluta dell’idea che si fa forma. Tutta la scultura greca, romanica, rinascimentale puntava sul colore, sulla policromia. Il tempo in molti casi ha eliminato il colore, come nelle sculture antiche. Kossuth parte già senza colore, acromatico. Ciò presuppone una sintesi mentale e non si dà come conseguenza di un degrado, di una consunzione, ma come perfezione senza colore”.Continue Reading..

04
Mag

Mariana Vassileva. Balance

Many of the artist’s works reflect the two stages of her life related to living in two different countries, as well as to the acquisition of a foreign language and the adjustment to new cultural and social environment.

“Balance” is Mariana Vassileva’s first solo exhibition in Bulgaria. The artist has been living and working in Berlin for more than 20 years. This retrospective exhibition presents some of her most prominent works that have been specially selected for the space of the Sofia City Art Gallery.

Many of Mariana Vassileva’s art works reflect the two stages of her life related to living in two different countries, as well as to the acquisition of a foreign language and the adjustment to new cultural and social environment. The artist never severed her from her native country. This state of parallel existence provokesthe creation of unusual images and strong emotions. Childhood flashbacks come back to the artist’s new surroundings. Mariana’s rigorous observation of life is accompanied by a romantic nostalgia for the past, resulting in artworks full of poetic sensitivity. Her art not only mirrors her own experiences and inner conflicts, but is also tied to social & political issues, as well as to philosophical questions.
She uses common tools of expression in an inimitable way. Vassileva is a poet and a fighter at the same time. It is this idiosyncratic combination of the two clashing approaches that configures the final shape of her art.
Mariana Vassileva uses various means of expression to present her ideas. In this exhibition many sculptures, objects, installations, and videos, which were created over the past ten year, are being presented.Continue Reading..

04
Mag

Anna Maria Maiolino. Cioè

Traendo ispirazione dall’immaginario quotidiano femminile e dall’esperienza di una dittatura oppressiva e censoria, quella del Brasile negli anni ’70-’80, l’artista realizza opere che abbracciando differenti linguaggi e media, dalla performance alla scultura, dal video alla fotografia, al disegno.

—– english below

In occasione dei suoi vent’anni di attività, Raffaella Cortese è lieta di presentare Cioè, seconda personale dell’artista Anna Maria Maiolino, riconosciuta a livello internazionale come una delle figure più influenti dell’arte sudamericana oggi.

Traendo ispirazione dall’immaginario quotidiano femminile e dall’esperienza di una dittatura oppressiva e censoria – quella del Brasile negli anni ’70-’80 – Anna Maria Maiolino, italiana d’origine e brasiliana di adozione, realizza lungo il suo percorso opere ricche di energia vitale, abbracciando differenti linguaggi e media, dalla performance alla scultura, dal video alla fotografia, al disegno.

La mostra Cioè, presenta opere inedite recentemente realizzate dall’artista, che sceglie come titolo una congiunzione discorsiva per rappresentare il suo desiderio di incuriosire il pubblico senza esplicitare le proprie intenzioni. Solamente nell’esperienza diretta con l’opera e attraverso la diversità di un alfabeto di segni il pubblico troverà risposte e significati.

Secondo Maiolino nell’idea di scultura è insito il concetto di processo: l’artista è interessata a ciò che accade prima che il lavoro sia concluso e a una soluzione formale che sia testimone dell’azione creativa.

In mostra opere realizzate con diversi media. Alcune sculture della serie Cobrinhas in ceramica raku e della serie Entre o Dentro e o Fora riflettono sulla contrapposizione di pieno e vuoto, sull’assenza o presenza di materia: tutti temi cui alludono anche i titoli delle opere. I disegni sono realizzati con tecniche differenti: dalle Interações agli Hierárquicos, in cui l’inchiostro, mosso dalla forza di gravità e dalla casualità del movimento apportato dall’artista, scorre sulla carta e diviene agente trasformante della superficie; ai Filogenéticos realizzati a pennello, che ricordano degli organismi cellulari in continua metamorfosi; infine ai Pré-indefinidos e De Volta, che presentano un uso più tradizionale del vocabolario del disegno. Saranno infine in mostra un video di recente produzione João & Maria [Hansel and Gretel], 2009/2015 e un video storico degli anni ‘70 rieditato recentemente Um dia [One Day], 1976/2015. Continue Reading..

03
Mag

Martial Raysse

Martial Raysse
a cura di Caroline Bourgeois in collaborazione con l’artista

Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio.” Giorgio Agamben

“Il ruolo sociale del pittore? Mostrare la bellezza del mondo per incitare gli uomini a proteggerlo, ed evitare che si dissolva.” Martial Raysse

“Si è detto, a proposito del mio cambio di rotta: ‘Martial torna alla pittura’. È falso. Ci arrivo appena. Di fronte c’è una pagina bianca, la situazione è esattamente la stessa che nel Medioevo. Non è cambiato nulla.” Martial Raysse

2015-1958 / 1958-20145: affrontare la storia a ritroso, non per riavvolgere il filo del tempo e tornare all’inizio, ma piuttosto per mettere a confronto epoche diverse: ecco l’intenzione della mostra che Palazzo Grassi-François Pinault Foundation dedica oggi a Martial Raysse.

L’obiettivo è quello di offrire allo stesso tempo alcune prospettive e una retrospettiva, avvicinandosi al lavoro di Martial Raysse non secondo una scansione cronologica, ma da un punto di vista contemporaneo – a partire cioè dalle sue opere più recenti. È nostra convinzione, in effetti, che i lavori a noi più vicini modifichino il modo in cui osserviamo i precedenti, assicurando una maggiore profondità dello sguardo e rilanciando la questione del ruolo della pittura e di quello dell’artista.
Come afferma acutamente Giorgio Agamben, “Appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace piú degli altri di percepire e afferrare il suo tempo”.

Martial Raysse fa parte di quel ristretto novero di artisti per i quali la vera posta in gioco è il confronto con la “grande” storia dell’arte, e questo fin dall’inizio del suo percorso. Tale confronto può avvenire attraverso la presa di distanza, lo humour o la riproduzione delle opere dei maestri, in virtù del principio enunciato da Eugenio Garin in base al quale “imitare […] è assumere coscienza di sé, […] ritrovare la propria natura”. È così che, nel corso di tutta la vita, Raysse compie il proprio apprendistato, rendendo visibili – sullo sfondo, per così dire – non soltanto la storia dell’arte e i capolavori del Rinascimento, ma anche la banalità del quotidiano, dall’estetica dei Monoprix al tedio delle piccole cose.Continue Reading..