Camera d’Arte

20
Mag

Modigliani e la Boheme di Parigi

La mostra presenta la straordinaria atmosfera culturale creata dalla “Ecole de Paris”. La raccontano circa 90 opere, accanto a Modigliani alcuni nomi eccezionali come Brancusi, Soutine, Utrillo, Chagall, Gris, Marcousiss, Survage e Picasso.

a cura di Jean‐Michel Bouhours

Quando conoscerò la tua anima, dipingerò i tuoi occhi. A.M.

La stagione 2015 delle mostre alla GAM di Torino prosegue con un protagonista d’eccezione: Amedeo Modigliani, uno dei maggiori interpreti della pittura del Novecento.

Intorno alla figura centrale di Modigliani la mostra presenta la straordinaria atmosfera culturale creata dalla “École de Paris”, la corrente che ebbe protagonisti alcuni artisti attivi nel primo dopoguerra che si raccolsero intorno a Montmartre e Montparnasse uniti dal desiderio di vivere in pieno il clima artistico e culturale di Parigi, creando una completa simbiosi tra vita e arte.

In mostra circa 90 opere racconteranno questa esperienza artistica – accanto a Modigliani alcuni nomi eccezionali come Brancusi, Soutine, Utrillo, Chagall, Gris, Marcousiss, Survage, Picasso – tra cui sessanta capolavori provenienti dal Centre Pompidou di Parigi e da importanti collezioni pubbliche e private d’Europa.

La mostra è promossa da GAM e prodotta da Mondo Mostre Skira in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne – Centre Pompidou di Parigi. La curatela scientifica è affidata a Jean-Michel Bouhours, uno dei massimi studiosi di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou di Parigi.

Partendo dal significativo corpus di opere del Centre Pompidou, nelle cui collezioni Modigliani entrò a far parte già nella metà degli anni ’30 del Novecento, si potranno ammirare gli splendidi ritratti dei suoi amici ( Il giovane ragazzo rosso del 1919), delle sue amanti ( Lolotte del 1917) o dei mercanti, affiancati a dipinti, disegni e sculture provenienti da altre prestigiose collezioni pubbliche e private e da un dipinto delle collezioni della GAM , la celebre Ragazza Rossa del 1915 . In questi dipinti emerge il noto “Stile Modigliani” caratterizzato da una sintesi estrema, tanto che i personaggi ritratti non si rivelano nella loro identità, se non per alcuni dettagli, come i vestiti o le capigliature.Continue Reading..

20
Mag

VISIONAREA Art Space. KOREA di Julia Fullerton-Batten

“Korea” la mostra della fotografa tedesca Julia Fullerton-Batten segna l’apertura di VISIONAREA.

VISIONAREA é un progetto che nasce da una idea dell’artista Matteo Basilé un organismo solido e affascinante, grazie all’unione tra creatività e managerialità, destinato all’arte contemporanea in chiave attuale e trasversale. Attuale perché capace di creare reinventando un luogo come l’Auditorium della Conciliazione, nel rispetto della sua vocazione ma ampliandone le potenzialità espressive. Trasversale perché flessibile e capace di accogliere le differenze come valore da sostenere e promuovere, di eliminare confini espressivi e creativi privilegiando le storie e la ricerca di quella umanità meno visibile. Uno luogo straordinario che si sviluppa intorno al Chorus Café, per poi estendersi all’interno degli spazi principali dell’Auditorium stesso. Un Temporary Art Museum con la direzione artistica di Matteo Basilé, dove possano convivere arte, musica, cinema, moda, letteraura e food attraverso progetti site-specific e collaborazioni con altri fenomeni artistici e culturali nazionali ed internazionali.Continue Reading..

19
Mag

Shadi Ghadirian. The Others Me

Shadi Ghadirian. The Others Me
Inaugurazione: Giovedì, 23 Aprile 2015
23 Aprile 2015 – 21 Giugno 2015

a cura di Silvia Cirelli
Il ruolo della donna nella società iraniana, lo scontro fra modernità e tradizione, i fantasmi dei sanguinosi conflitti passati (guerra Iran-Iraq), sono tutti temi di stretta attualità, trattati con raffinatezza ma senza retorica, con forza ma fuori dai più facili cliché, da una delle più grandi fotografe mediorientali del nostro tempo. Dal 23 aprile al 21 giugno 2015, Officine dell’Immagine di Milano ospita la più ampia personale mai realizzata in Italia di Shadi Ghadirian (Teheran, 1974).

Curata da Silvia Cirelli, la mostra rappresenta un’inedita occasione per esplorare il percorso artistico di questa celebre interprete, dai primi lavori di fine anni ’90 ai suoi ultimissimi progetti.

Già molto nota a livello internazionale e sicuramente una delle figure di riferimento del panorama artistico del Medio Oriente, Shadi Ghadirian è tra i protagonisti della prossima Biennale di Venezia. Chiamata a esporre in prestigiosi Musei che passano dal British Museum di Londra al CCCB di Barcellona, vede sue opere all’interno di grandi collezioni pubbliche, come quelle del Centre Pompidou di Parigi, del Victoria and Albert Museum di Londra, del Boston Fine Art Museum, del Los Angeles County Museum of Art, dello stesso British Museum e del Mumok di Vienna.Continue Reading..

19
Mag

Chiara Ferrin. L’intimità del gesto

“L’atto di Ferrin, che, immagino, adopera la macchina fotografica come un incensiere, sta a metà, verticale, tra sacrilegio e ostensione della reliquia, tra bacio e bestemmia”.

Una doppia finzione raddoppia la verità? Soltanto a teatro accade la vita: a recitare, davvero, è il pubblico. Addobbati per la messa in scena, gli spettatori si adornano di parole, sguardi, gesti. Fingono la loro vita. Sul palco, invece, poiché tutti pensano che sia una finzione, accade la verità. E la fotografia? Quando questa copia – apparente, appariscente – del vero mette a fuoco, illividisce e incendia il teatro, cosa succede? Un gesto da iconoclasta – guardate, quelli recitano e basta – o un atto sacro – in effetti, la quantità di vero possibile al mortale appare, furtivamente, solo e soltanto su un ring di legno chiamato palco. L’atto di Chiara Ferrin, che, immagino, adopera la macchina come un incensiere, sta a metà, verticale, tra sacrilegio e ostensione della reliquia, tra bacio e bestemmia.

Da una parte scova i momenti in cui la finzione dubita di sé – e perciò la verità di verbi masticati da millenni svanisce in uno scherzo – dall’altra esplicita la marmorea assolutezza del fatto scenico, rito che non ammette ammende né abiure. Il teatro ‘fotografa’ la realtà e viene fotografato dalla fotografa. In questo groviglio è illecito attuare interpretazioni: la terapia è quella di domandarsi che parte abbiamo noi? No, ci è chiesto di abbandonare la scena. L’atto utile, sempre, è il contemplare; il verbo più adatto il silenzio. Abitare le fotografie della Ferrin perciò è come entrare nel calco di gesso bianco fabbricato per noi da un ignoto ammiratore. Esso giace lì, sul letto, come la carcassa di un delfino dissanguata dal sale. Cerchiamo di far aderire quel viso al nostro: non sappiamo se è stato ricavato dal nostro viso o da quello di chi? In quel calco, in cui ruggiscono echi e dove si potrebbero fabbricare labirinti e poemi, un giorno ci perderemo – senza sapere a chi assomigli, di cosa sia il rispecchiamento.Continue Reading..

19
Mag

Adam Avikainen. CSI:DNR

Un’installazione che si compone di grandi dipinti e della proiezione di 333 immagini- indagini – fotografiche e lettere. Il suo lavoro spesso consiste nel raccogliere dati scientifici e sociologici.

Monitor è lieta di presentare la terza mostra personale dell’artista americano Adam Avikainen, dal titolo CSI:DNR. La mostra è una ulteriore tappa e evoluzione del progetto presentato lo scorso ottobre da Avikainen all’Haus der Kulturen der Welt, (Berlino).
La sua produzione artistica potrebbe essere vista come un triangolo in cui costantemente ruotano in ogni angolo fotografia, pittura e cinema. L’installazione presentata in occasione della mostra in galleria, si compone di tele dipinte su larga scala e di un intervento site specific con proiezioni di 333 immagini- indagini – fotografiche e lettere.

La sigla CSI fa riferimento alla serie americana Crime Scene Investigation, la seconda parte del titolo, Dipartimento delle Risorse Naturali, meglio articola e definisce il campo di interesse a cui l’artista si dedica da tempo. Buona parte del lavoro di Avikainen, consiste infatti nella raccolta di prove, dati scientifici e sociologici, e nel collegare punti nel tempo e nello spazio.

Adam Avikainen lavora principalmente con installazioni che fanno uso di diversi materiali combinati con i suoi scritti – come fossero racconti che si dipanano tra osservazioni idiosincratiche e scoperte scientifiche, calcoli e narrazioni proiettive, spesso raccontate da oggetti o cose.
Avikainen ci attira così in scenari che sono basati al contempo su previsioni razionali e su universi immaginari. Una corrente di fondo che percorre tutta la sua opera è il ridimensionamento della percezione umana e percezione di sé in relazione sia al micro e macrocosmo della natura e della geologia, situando il nostro corpo e la nostra mente nel continuum onnicomprensivo della natura.

In CSI:DNR, la natura diventa una scena del crimine all’interno di una storia in continuo divenire che riassume tutti gli elementi della vita dell’artista in un processo artistico esteso.
Riflettendo sull’intervento delle scienze naturali nel nostro presente, Adam assume il ruolo di “medium” e detective, mentre la pittura diviene prassi, per espanderne il significato in un modo poetico e dare vita ad un’esplorazione narrativa in continua costruzione.Continue Reading..