Camera d’Arte

13
Lug

Nan Goldin – Polvere di stelle

Nan Goldin – Polvere di stelle
Guido Costa Projects – Via Mazzini 24, Torino

La mostra, di grande importanza storica e documentaria, suggella un lungo rapporto di collaborazione con la galleria, sedimentato in numerosi progetti espositivi, editoriali e di vita in Italia e nel mondo. Una relazione così importante ed intensa meritava perciò una mostra speciale, capace di raccogliere opere speciali e assolutamente inedite.
La mostra, inoltre, si propone come primo passo di un progetto più complesso e ambizioso dedicato a Nan Goldin, articolato in una serie di appuntamenti espositivi diluiti nel tempo ed indirizzato ad una ricognizione puntuale di alcune tra le componenti più segrete ed intime della sua storia d’artista.
Le opere raccolte in galleria, tratte dai suoi archivi di New York, risalgono ai suoi anni bostoniani (1970-1974), assolutamente cruciali nella sua storia personale e creativa. L’intero progetto parte proprio da lì, dai suoi primi passi in arte poco più che adolescente: sono fotografie che precedono di quasi un decennio la sua celebre “Ballad of Sexual Dependency”, ma già caratterizzate da una forza ed una disinvoltura creativa d’eccezione, sorrette da una passione vera e da un’urgenza rara e potente. Non a caso, proprio questo decennio avrebbe fatto di questa timida ragazza della middle class della provincia americana una delle voci artistiche più radicali e innovative della scena artistica internazionale.
Questa mostra torinese raccoglie circa quaranta fotografie scattate tra il 1970 e il 1974, proponendosi come una sorta di backstage dei suoi primi cicli organici di lavori, poi confluiti parzialmente in alcuni suoi volumi degli anni ’90, da “The Other Side”, a “A Double Life”, libro, quest’ultimo, realizzato in collaborazione con il suo amico di sempre David Armstrong. Sono scatti in bianco e nero e a colori, spesso di piccolo formato, sviluppati e stampati dall’artista in un numero limitatissimo di copie, talvolta addirittura in un unico esemplare. Da questo corpus, che conta poche decine di opere, nella seconda metà degli anni ’90 vennero poi selezionati alcuni scatti ritenuti esemplari, ristampati in un’edizione a diciotto esemplari di medio formato. Ma a parte queste poche fotografie (alcune, del resto, molto note), tutto il resto del materiale è restato fino ad oggi inedito, ad esclusione degli scatti contenuti nella “Dazzle Bag”, esposta al Whitney Museum nel 1996, in occasione della sua prima grande retrospettiva, e delle immagini utilizzate per lo slide show, pressochè coevo, “The Other Side”.Continue Reading..

13
Lug

Omar Galliani … a Oriente

CAMeC
Centro Arte Moderna e Contemporanea
Piazza Cesare Battisti, 1 – La Spezia

Omar Galliani
… a Oriente

a cura di Marzia Ratti
27 giugno – 15 novembre 2015
PROROGATA al 10 gennaio 2016

Con l’importante evento espositivo dedicato a Omar Galliani, il CAMeC affianca alla mostra tratta dalle collezioni permanenti, “Dal disegno al segno”, l’approfondimento del lavoro di un artista che appunto nel disegno ha individuato un territorio preferenziale di indagine, con esiti spiccatamente innovatori e distintivi, nell’impianto concettuale e nella modalità di esecuzione.

A proposito del disegno quale elemento cardinale della sua ricerca, lo stesso Galliani così efficacemente precisa: “ Il disegno è sempre in viaggio con me e nei tanti aeroporti d’Oriente e Occidente su diversi taccuini ho tracciato linee, consumato matite, polverizzato carboncini o sanguigne. Il mio è un disegno impertinente ed esagerato, ha dilatato il segno preparatorio in opera “finita/infinita”. Ha abbandonato il tavolo preferendogli la parete o il pavimento”.

Si tratta di “una mostra incentrata sui lavori scaturiti dalle suggestioni provate nei molti viaggi fatti in Cina e in Oriente, dove l’artista in quest’ultimo lustro si è fatto apprezzare e conoscere esportando il suo linguaggio che, nel segno della contemporaneità più incisiva, veicola anche il retaggio della tradizione classica italiana, filtrato e interpretato ad altissima elaborazione individuale. Continue Reading..

10
Lug

Maurizio Nannucci. Where to start from

Oltre 30 opere per esplorare l’universo fatto di luce, colore, forma e scrittura di uno dei protagonisti dell’arte contemporanea italiana dagli anni ’60 a oggi. Inaugura Young Architects Program 2015 l’installazione che ospita gli eventi estivi.

Maurizio Nannucci
Where to start from

a cura di Bartolomeo Pietromarchi

La mostra, con oltre trenta opere, esplora il percorso artistico di uno tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea italiana dagli anni Sessanta a oggi.
Un universo fatto di luce, colore, forma e scrittura.

In mostra lavori di matrice storica e quelli più recenti che interagiscono tra loro attraverso un percorso di luci, colori, forme, scrittura e suoni.
Dagli anni Sessanta, Maurizio Nannucci esamina il rapporto tra arte, linguaggio e immagine. La sua ricerca, caratterizzata dal dialogo tra discipline diverse, diventa particolarmente evidente nelle sue grandi scritte al neon. Parte integrante della mostra è la presentazione dei multipli che l’artista ha prodotto dagli anni Sessanta ad oggi: oltre cento edizioni tra libri e dischi d’artista, foto, riviste, ephemera, che restituiscono un’altra pratica fondamentale del suo lavoro. Tre nuove installazioni sono state realizzate per questa esposizione tra cui More than meets the eye, una grande opera per la facciata del museo che, grazie agli Amici del MAXXI, entrerà a far parte della sua collezione.

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09
Lug

Jing Shen. L’atto della pittura nella Cina contemporanea

La mostra analizza l’emergere di temi e modi tipici dell’arte classica cinese nel lavoro di 20 artisti di 3 diverse generazioni. Un’esposizione sull’essenzialità della pittura all’interno di un universo culturale.

La mostra, ideata e curata dal Comitato Scientifico del PAC, è parte di Expo in Città, il palinsesto culturale del Comune di Milano per il semestre dell’Esposizione Universale.

Nella cultura cinese la pittura ha un ruolo eccezionale. Basti pensare che in Cina scrivere è dipingere. E viceversa. Per artisti, critici, curatori, collezionisti e pubblico, la pittura è ed è sempre stata un dispositivo privilegiato per riflettere e comprendere il mondo e l’arte. È un mezzo che produce ancora riflessioni e risultati di largo e profondo significato. Ha un’influenza tanto pervasiva da affiorare e informare di sé non solo tele o carta, ma anche installazioni, performances, scultura, video e opere digitali.

Jing Shen. L’atto della pittura nella Cina contemporanea analizza – attraverso un punto di vista completamente inedito – l’emergere di temi e modi tipici dell’arte classica cinese nel lavoro di venti artisti di tre diverse generazioni. Non una mostra di quadri – o non solo – ma una mostra sul rapporto che la pittura intrattiene con altri linguaggi; sulla sua essenzialità all’interno di un universo culturale.

Con una prospettiva curatoriale del tutto originale, la mostra va oltre l’interpretazione che vorrebbe l’arte contemporanea cinese come riflesso della sua controparte – e origine – occidentale. Jing Shen argomenta che l’arte classica cinese contiene già gli ingredienti e i nutrienti di pensieri, attitudini e forme che costituiscono la ricchezza dell’arte cinese contemporanea. Il dialogo con l’occidente e con altri mondi (non dobbiamo dimenticare la nostra marginalità all’interno della geografia culturale cinese), arricchisce questa osmosi tra passato e presente, questa continuità – a volte problematica – ma non la sostituisce.Continue Reading..

08
Lug

Paolo Loschi. Angel of the earth

L’ultimo appuntamento estivo previsto nel calendario della galleria Orizzonti Arte Contemporanea presso lo Spazio Purgatorio è affidato alla mostra “Angel of the earth” dell’artista trevigiano Paolo Loschi.
La mostra prevede l’esposizione di una decina di opere che esplicano il salto dell’artista da un ciclo pittorico più istintivo e passionale, ad un altro ciclo più maturo e consapevole. Infatti parliamo di una salto mentale, quasi quantico, che racconta una sorta di maturazione, non solo pittorica dell’artista e della sintesi che egli stesso mette in atto negli anni che intercorrono fra i due stessi cicli: Angel de Tierra e Telline.

Ecco come Marco Stoppa articola la sintesi:
“La consapevolezza che ogni piccolo evento può cambiare la nostra vita è maturata nella mente di Paolo Loschi fin dai suoi esordi. Momenti o persone in apparenza insignificanti possono inconsapevolmente indicarci la strada da percorrere. Questo è quello che è accaduto all’artista durante il suo soggiorno a Cadice, in Spagna, dal quale hanno preso vita nel 2006 la serie Angel de Tierra, un angelo che non può volare perché ha una missione da compiere sulla terra: elevare il comune sentire”.
Passando per i vari cicli che caratterizzano i sette lunghi anni che dividono gli Angel de Tierra da Telline, “la pittura di Loschi passa da un fare che potremmo definire “espressionista”, composta da violenza gestuale e cromatica che a tratti oltrepassa l’immagine figurale, ad un linguaggio maggiormente descrittivo concentrato sulla figura umana, attorno alla quale si sviluppa la poetica del rinnovamento inteso come rinascita mentale e fisica, che rianima il corpo di nuova energia.
Una metamorfosi interiore irreversibile, raccontata con uno stile grafico incisivo e tagliente.Continue Reading..