Camera d’Arte

28
Set

SGUARDO DI DONNA. Da Diane Arbus a Letizia Battaglia La passione e il coraggio

La Casa dei Tre Oci inaugura giovedì 10 settembre 2015 la mostra SGUARDO DI DONNA a cura di Francesca Alfano Miglietti. Lo spazio espositivo sull’isola della Giudecca, al centro del bacino di San Marco, ospita fino al 10 gennaio 2016 le fotografie di venticinque autrici, pensate e scelte per orientare lo sguardo e la mente verso un mondo che parla di diversità, responsabilità, compassione e giustizia.
Antonio Marras firma l’allestimento con una scenografia capace di trasportare il visitatore all’interno delle storie che si leggono sulle pareti: un’esperienza nell’esperienza, in cui anche l’allestimento diventa parte fondamentale della narrazione e crea la relazione tra gli spazi della Casa e le opere fotografiche.
SGUARDO DI DONNA è una mostra potente, che parla della cura delle relazioni, del rapporto con l’altro, dello sguardo sul mondo, a partire dal proprio senso di responsabilità. Un progetto ambizioso che rimarca come la fotografia negli ultimi decenni ha scelto di divenire una sorta di coscienza del mondo, facendosi testimone anche di quello che spesso viene occultato. L’essere che ama è per antonomasia la donna, capace del “dono totale dell’anima e del corpo” (Nietzsche, La gaia scienza), con una dedizione incondizionata. Ed è per questo che la curatrice ha scelto delle artiste, delle autrici che usano la fotografia come mezzo per esprimersi, tutte donne, di ogni parte del mondo, tutte sensibili a cogliere la stessa umanità, unicità, in-differenza delle infinite varietà dei soggetti ritratti, nell’intento di sottrarsi alla paura della diversità.

SGUARDO DI DONNA è anche un racconto a più voci delle molteplici forme del corpo – fisico, mitico, spirituale e glorioso – dalla duplice valenza: intima e universale, alla ricerca dell’esistenza, al di là del sistema anonimo della maschera.
Ogni opera diventa la provocazione di un dialogo profondo e intimo tra i soggetti delle foto e lo spettatore, raccontando uno scorcio indefinito della comune condizione umana, un “invito alla consapevolezza” dell’esistenza di mondi differenti e spesso estranei uno all’altro.
Francesca Alfano Miglietti ha scelto 25 autrici, 25 storie, 25 sguardi singolari sul mondo, sull’altro, sulla relazione, selezionando circa 250 lavori di Diane Arbus, Martina Bacigalupo, Yael Bartana, Letizia Battaglia, Margaret Bourke-White, Sophie Calle, Lisetta Carmi, Tacita Dean, Lucinda Devlin, Donna Ferrato, Giorgia Fiorio, Nan Goldin, Roni Horn, Zanele Muholi, Shirin Neshat, Yoko Ono, Catherine Opie, Bettina Rheims, Tracey Rose, Martha Rosler, Chiara Samugheo, Alessandra Sanguinetti, Sam Taylor-Johnson, Donata Wenders, Yelena Yemchuk. Le autrici con le loro opere e le loro immagini affrontano i temi profondi dell’esistenza umana, la vita, la morte, l’amore, il corpo mettendo in luce differenze, conflitti, sofferenze, relazioni, paure, mutazioni.Continue Reading..

25
Set

Josef Koudelka. Uncertain Nationality

Fundación MAPFRE, Madrid
10 September – 29 November 2015

FUNDACIÓN MAPFRE presents the most complete retrospective exhibit up to this day dedicated to the Czech photographer of French nationality Josef Koudelka (b. 1934), member for the past forty years of Magnum Photos agency.

Engineer by profession, Koudelka became committed to the photographic medium in the middle of the sixties and became one of the most influential authors of his generation. Halfway between the artistic and documentary, Josef Koudelka is now a living legend. He has received prestigious awards in recognition of his work, among others, the Grand Prix National de la Photographie (1989), the Grand prix Cartier-Bresson (1991), and the International Award in Photography of the Hasselblad Foundation (1992).

This exhibition goes through his entire trajectory that covers more than five decades of work. The extensive selection with more than 150 works reflects his first experimental projects produced at the end of the fifties and during the sixties, as well as his historic series “Gypsies, Invasion and Exiles” and reaching the great panoramic landscapes produced in the last years. In addition the exhibition includes important documentary material, the majority unpublished—layouts, pamphlets, magazines of the period, among others—that allows us to delve into the work as well as the creative process of this author.

The title of the exhibition is Uncertain Nationality, which describes the sense of not belonging to a place, a sense of disorientation so present in his work since his exile from Czechoslovakia after the invasion of Prague, and his permanent interest in territories in conflict.Continue Reading..

25
Set

Fiona Tan. Geography of Time

Fiona Tan. Geography of Time

25 September 2015–31 January 2016

The Museum of Contemporary Art

The Museum of Contemporary Art is pleased to present «Fiona Tan. Geography of Time» by the internationally renowned contemporary artist Fiona Tan.

Memories and identity, time and place

Deeply embedded in Tan’s work is her fascination with the mutability of identity, the deceptive nature of representation and the play of memory across time and space. Fiona Tan’s film and video practice explores notions of individual and collective identity in a world increasingly shaped by global culture and the histories and journeys that form it. Geography of Time brings together works by Fiona Tan that explore the themes of memory and identity in mesmerizing ways.

For Nellie (2013), the most recent video installation on view in the exhibition, Tan brings the story of Corneila van Rijn, Rembrandt’s illegitimate daughter, to light. At the age of sixteen she emigrated to Batavia (present-day Jakarta) and made the opposite journey that Fiona Tan herself made from Indonesia to Amsterdam. Tan makes a visual enhancing portrait of the young girls’ secluded and lonely life.

Photographic and cinematic idiom

From the “Vox Populi” series, the London, Tokyo and Sydney versions will be on view in the museum and a fourth work from the series, Vox Populi Norway, will be on view in the Storting, the Norwegian parliament. In “Vox Populi (Voice of the People)” Tan has borrowed photo albums from citizens in five different cities. By contributing their albums lenders have given the artist unique access to domestic imagery that ranges from the celebratory to the mundane. Tan has selected several hundred images from these albums to be scanned, and exhibited as photo installations displaying a playful cross-section of the cities and countries the series portray.

Other works on view include the photo installation Changeling (2006), the video installations Diptych(2006–11), Provenance (2010) and A lapse of Memory (2007).

For Fiona Tan (b. 1966, Pekan Baru, Indonesia) images of people almost always play a central role in her photographs, films and audio-video installations. The role of language and the written word is equally fundamental to her work, and Tan personally scripts the texts and essays that accompany her films. Many of her works are defined by a back and forth shifting between visual and literal possibilities of meaning. Born in Indonesia, Tan eventually settled in Amsterdam to study at the Gerrit Rietveld Academie and the Rijksakademie van beeldende kunsten. She began exhibiting in the early 1990s and has been recognized for her important contributions to international biennials and group exhibitions. Recent solo exhibitions include exhibitions at the Philadelphia Museum of Art (2014), BALTIC Centre for Contemporary Art, Gateshead, UK (2015) and Tokyo Metropolitan Museum of Photography & National Museum of Art, Osaka (2014).

Curator: Eva Klerck Gange

Educational curator: Camilla Frøland Sramek/Siv Hofsvang

Project director: Marthe Tveitan

Fiona Tan. Geography of Time is a collaborative travelling exhibition initiated by the National Museum, Oslo. After showing in Oslo it will travel to Mudam Luxembourg, MMK Museum für Moderne Kunst Frankfurt am Main, and Tel Aviv Museum of Art

The National Museum of Art, Architecture and Design

Postal address: P.O. Box 7014 St. Olavs plass, N–0130 Oslo
Tel.: +47 21 98 20 00
Email: info@nasjonalmuseet.no

24
Set

Bruno Munari. Ritratto di una collezione

In esposizione un corpus importante di opere, tra loro anche molto eterogenee, che permette di cogliere il vero filo conduttore dell’attività dell’artista: il suo metodo progettuale.
La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare per la prima volta nei propri spazi una personale dedicata al maestro dell’astrazione italiana Bruno Munari.

La mostra dedicata al poliedrico artista milanese, attivo sulla scena nazionale e internazionale per settant’anni, è curata da Riccardo Zelatore ed offre al pubblico una campionatura dei principali periodi dell’attività di Munari.

Viene proposto in questa occasione un corpus importante di opere, tra loro anche molto eterogenee, che permette di cogliere il vero filo conduttore dell’attività dell’artista: il suo metodo progettuale. In mostra si passa dai primi esiti di connotazione futurista alle Macchine aeree, dai Negativo-positivo alle Sculture da viaggio, dai Libri illeggibili ai pezzi di design, dalle Curve di Peano agli ultimi esiti della incessante ricerca di Munari.

L’esposizione sottolinea alcuni aspetti peculiari dell’opera di Munari, come ad esempio il rapporto con il mondo della didattica e la collaborazione, praticamente ininterrotta, con molte delle riviste italiane dedicate al progetto, alla comunicazione, all’arte. Il percorso allestitivo mette in relazione settori disciplinari diversi che per Munari rappresentano fasi distinte di un’attività progettuale senza soluzione di continuità.

La mostra si basa sul ricco patrimonio di opere di Munari conservate da Casaperlarte – Fondazione Paolo Minoli, soggetto nato a Cantù nel 2004 su iniziativa dello stesso Minoli, egli stesso artista e grande amico di Munari. Aperta al pubblico fino al 24 ottobre 2015 è accompagnata da un catalogo bilingue a colori edito da Casaperlarte.

Inaugurazione 24 settembre ore 19

Galleria Giovanni Bonelli
via Luigi Porro Lambertenghi, 6 Milano
martedì-sabato: 11-19
ingresso libero

dal 24 settembre al 24 ottobre 2015

24
Set

Francesco Candeloro. Segni di luce

La geometria delle installazioni sempre rinnovate di Candeloro e il frastaglio degli orizzonti profilati della sua urbanistica site-specific condividono il principio plus-minus alla scoperta dell’arte astratta.
La galleria A arte Invernizzi inaugura giovedì 24 settembre 2015 alle ore 18.30 una mostra di Francesco Candeloro.

All’ingresso della galleria è esposta l’opera Altre Luci Stoccolma in cui le lastre in plexiglas generano,attraverso l’incontro con la luce, luminosità cromatiche evanescenti. Al piano superiore della galleria un’installazione in plexiglas di grandi dimensioni ricrea lo skyline della città di New York e definisce un passaggio oltre il quale è visibile Visioni del tempo, opera installata nell’ultima finestra che, integrandosi e dialogando con l’ambiente, restituisce una diversa visione della silouette della Torre Velasca; questa è riproposta in piccole dimensioni, moltiplicata e in continuo mutamento. Il variare della luce del giorno proietta il volume della finestra e la sagoma dell’elemento architettonico che diventa un filtro in cui si sommano i colori delle lastre sovrapposte ed oltre il quale è possibile avere uno sguardo disatteso sulla città. Nella seconda sala del piano superiore si trova Linee Attese, i cui neon definiscono nella stanza buia linee di luce che tratteggiano la visione di luoghi, riletti dall’artista attraverso la propria percezione intrinsecamente legata alla memoria.

Al piano inferiore dello spazio espositivo vengono esposte undici opere in plexiglas ognuna composta da quattro diverse lastre, di differenti colori, suddivise in coppie speculari e sovrapposte. Le lamine racchiudono le immagini derivate dall’esperienza diretta, ritraggono e sono legate alla memoria di città, che l’artista rilegge e ripropone attraverso i diversi elementi.Continue Reading..