Camera d’Arte

20
Ott

GILBERTO ZORIO

GILBERTO ZORIO
Galleria Lia Rumma NAPOLI

Dopo la personale milanese del 2013, la Galleria Lia Rumma è lieta di annunciare il nuovo progetto di Gilberto Zorio che inaugurerà domenica 20 settembre 2015 presso la sede napoletana della galleria. “La galleria di Napoli appare più ampia di quanto le severe misure su carta indichino. La galleria di Napoli è lontanissima dalla galleria di Milano, si estende allungata, guarda lontano; due bellissime stanze poste sulla sinistra si affiancano in fondo…
La “Scala aggettante” (2015) aggetta di fianco alla porta di entrata, parte dal muro, percorre aerea e orizzontale lo spazio, contorta sostiene gli attrezzi di misurazione i quali ospitano la lenta reazione alchemica cheindica la memoria, il tempo in trasformazione. In posizione quasi centrale “Il brindisi del marrano” (2015) comprime il marrano. Il marrano è immobile, afflosciato, attende l’impulso, il gonfiore…Eccolo. Sforzato, sibilante, il marrano spinge e solleva gli scalini, il sibilo raggiunge la coppa di pyrex, eccita il fosforo… La sala si oscura, il fosforo si illumina e diventa portatore di memoria, di speranza…torna la luce bianca. Il marrano è spossato, si affloscia lento e attende il prossimo respiro…altra speranza. Sul fondo sala la “Pergamena di luce” (2015) è grippata fronte e retro da due stelle, il muro la sostiene aiutata dalle luci silenziose. Le luci si spengono a intermittenza, rivelano le tracce, la trasparenza, la “storia”, la fosforescenza-memoria.
Le stelle intrecciano l’immagine cosmica con l’immagine terrena dell’animalità. Le due stanze di lato ospitano opere “antiche”, opere che hanno percorso decine di migliaia di giorni e che ora sono pronte ad entrare in viaggio con le opere recentissime. Si riconoscono, si sono immaginate. Nella “Pelle con resistenza” (1968) l’incandescenza offre energia, si abbevera di fosforo e riscalda lo zolfo, della “Ciotola” (1968), dove la calamita scrive e disegna con la limatura di ferro. Le due stanze potrebbero ospitare il “Pugno fosforescente” (1971)…o potrebbero accogliere opere pensate per la lunga scala… Tutto si può riassemblare, forse c’è il tempo necessario, forse basta pensare che il tempo appartiene all’arte e che l’arte detta il passo alla speranza…
Non mancherà la canoa ? …mancherà L’internazionale ?
Il viaggio può ricontinuare.”
Gilberto Zorio, luglio 2015

Gilberto Zorio
è nato nel 1944 ad Andorno Micca, Biella. Vive e lavora a Torino. Protagonista del movimento “Arte Povera”formatosi a metà degli anni Sessanta in Italia, Gilberto Zorio dal ‘67 ad oggi oltre alle mostre in gallerie private ha esposto in numerose mostre personali allestite presso spazi pubblici come il Kunstmuseum di Lucerna (‘76), lo Stedelijk Museum di Amsterdam (‘79), la Pinacoteca di Ravenna (’82), la Biennale di Venezia (‘78, ‘80, ‘86, ‘95, ’97, ‘13), il Kunstverein di Stoccarda (‘85), il Centre d’Art Contemporain di Ginevra e il Centre Georges Pompidou di Parigi (‘86), il Tel Aviv Museum e lo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhoven (‘87), la Philadelphia Tyler School of Art (‘88), il Museu Serralves di Oporto (‘90), l’IVAM di Valencia (‘91), il Centro per l’Arte Contemporanea Pecci di Prato, Documenta di Kassel e il Musèe d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza (‘92), la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (’96), il Dia Center for the Arts di New York (2001), Le Creux de l’Enfer Centre d’Art Contemporain in Thiers e l’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt (2005), la Milton Keynes Gallery di Milton Keynes (2008), il MAMbo di Bologna (2009), il CGAC di Santiago de Compostela (2010), il MACRO di Roma (2010) e il MAXXI di Roma (2011).

Image: Per purificare le parole, 1979 China nera e bianca, colore rame e oro, resina poliestere su due cartoni telati 131x181x5 cm (foglio a sinistra 70×100 cm) (foglio a destra con firma 72×103 cm

Galleria Lia Rumma
Via Vannella Gaetani, 12
Tel.+39.081.19812354
Fax +39.081.19812406
info@liarumma.itorario:
lunedì-venerdì
11:00-13:30 / 14.30-19:00

La mostra sarà visitabile fino al 19 dicembre 2015

18
Ott

Philippe Parreno. Hypothesis

A cura di Andrea Lissoni
dal 22.10.2015 al 14.02.2016 – Inaugurazione mercoledì 21 ottobre 2015, ore 19.00 – Spazio: NAVATE

Philippe Parreno è uno degli artisti francesi più rilevanti degli ultimi venti anni a livello internazionale. Il lavoro dell’artista si sviluppa attraverso l’impiego di un’ampia varietà di media tra cui film, video, musica, scrittura e disegno. Parreno adotta linguaggi e codici provenienti da media come la radio, la televisione, il cinema e, più recentemente, l’informatica per esplorare i confini della realtà e della sua rappresentazione. Nell’ambito del suo percorso artistico, Parreno ha messo in discussione il concetto di autorialità collaborando con alcuni fra i più influenti artisti, architetti e musicisti degli ultimi due decenni.
“Hypothesis” è la prima mostra antologica in Italia ed è concepita come uno spazio in cui una serie di eventi si svolgono in successione tra loro, come se fossero organizzati seguendo una coreografia. La mostra presenta alcune delle maggiori opere dell’artista insieme a lavori più recenti, caratterizzati dal suono e dalla luce, tra cui le iconiche Marquees, realizzate tra il 2006 e il 2015.

I suoni delle Marquees e dei due pianoforti presenti nello spazio espositivo seguono diverse composizioni musicali realizzate da Agoria, Thomas Bartlett, Nicolas Becker, Ranjana Leyendecker, Robert AA Lowe e Mirwais. Philippe Parreno ha esposto in numerose istituzioni internazionali, tra le più recenti: Centre Pompidou, Parigi (2009); Serpentine Gallery, Londra (2010); Fondation Beyeler, Riehen/Basel (2012); The Garage Museum for Contemporary Culture, Mosca (2013); Palais de Tokyo, Parigi (2013); Schinkel Pavillon, Berlino (2014); Park Avenue Armory, New York (2015). Ha esposto alla Biennale di Lione (2005, 2003, 1997, 1991) e ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia (2015, 2011, 2009, 2007, 2003, 1995, 1993). Philippe Parreno ha inoltre co-curato numerose mostre, la più recente è “Solaris Chronicles” alla Luma Foundation, Arles (2014).

Fondazione HangarBicocca

Via Chiese 2
20126 Milano

T (+39) 02 66 11 15 73
F (+39) 02 64 70 275
info@hangarbicocca.org
www.hangarbicocca.org

Orari HangarBicocca

lun–mer chiuso
gio–dom 11-23

 

17
Ott

BILL VIOLA E GIOVANNI LANFRANCO. Eterne visioni tra presente e passato

Dal 17 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016 la Fondazione Palazzo Magnani presenta un’imperdibile edizione di “Arte in agenda. A tu per tu con….”. L’ appuntamento è con due opere straordinarie: l’Ascensione di Isotta (La forma della luce nello spazio dopo la morte), 2005 di Bill Viola – uno dei massimi artisti contemporanei di video art – e la Santa Maria Maddalena Portata in cielo dagli angeli, 1616 – 1618 ca del maestro emiliano Giovanni Lanfranco, in un evento espositivo dal forte potere evocativo reso possibile dalla collaborazione tra Palazzo Magnani e due prestigiose Istituzioni italiane, il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino.

Per l’occasione sarà pubblicato il saggio inedito “Un pittore per il nostro tempo: Bill Viola” a firma di Salvatore Settis che terrà a Reggio Emilia, per la Fondazione Palazzo Magnani, martedì 17 novembre alle ore 18.30 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, una lectio su Bill Viola.

Il progetto Arte in Agenda. A tu per tu con… ideato e promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia, attraverso il dialogo tra due opere, così lontane nel tempo eppure così vicine per forza espressiva, intende esaltare il rapporto inscindibile tra arte antica e moderna, generato dal fascino che l’arte del passato ha esercitato sugli artisti a partire dalle avanguardie del Novecento fino alla contemporaneità.

La relazione e il dialogo tra l’Ascensione di Isotta di Bill Viola e l’Assunzione di Lanfranco sono ravvisabili su due piani: quello compositivo e quello semantico. Del resto è noto come Bill Viola, nella costruzione della sua narrazione per immagini, tragga chiara ispirazione stilistica e compositiva propriamente dalle opere degli artisti italiani del Rinascimento e non solo, “colpevoli”, forse, l’origine italiana della sua famiglia e la sua permanenza tra Los Angeles e il nostro paese.
È lo stesso Viola a dirci “Alla fine degli anni Ottanta la distanza che mi aveva separato dai vecchi maestri del passato si è completamente dissolta. Tempo e spazio, passato e presente, erano la stessa cosa. Così il mio profondo legame con la pittura italiana — nato nel periodo in cui vivevo a Firenze — è ritornato a galla come un amore perduto. Ho capito che i cosiddetti vecchi maestri non erano altro che giovani radicali. Masaccio, Michelangelo, Raffaello, erano artisti influenzati da nuove idee tecniche e scientifiche, provenienti da centri di ricerca e da università. Avevano tutti circa 20 anni quando hanno creato i primi grandi lavori. Il parallelo con l’epoca attuale delle videocamere digitali, della computer graphic, della videoarte e di internet, è indiscutibile. Una volta stabilita questa relazione, e cioè che tutta l’arte a quel tempo era avanguardia, si colgono solo connessioni e affinità, non fratture. Dopo tutto, c’è un unico filo che attraversa la scienza ottica, dalla prospettiva del XV° secolo fino all’era digitale. Così un intero nuovo paesaggio, che aspettava di essere esplorato, mi si è aperto davanti. Naturalmente non ero interessato ad appropriarmi o a parodiare, non volevo semplicemente riprodurre o citare la storia dell’arte. Ho guardato a loro come modelli per la mia concezione dell’immagine, costruendola grazie a un’esperienza lunga 700 anni”.
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17
Ott

Tina Modotti: la nuova rosa. Arte, storia, nuova umanità

Attrice di teatro e di cinema, artista di avanguardia, ma anche protagonista dei grandi movimenti politici e sociali della prima metà del Novecento. Sono molte le lenti attraverso cui è possibile guardare la vita di un personaggio poliedrico e straordinario come Tina Modotti. A 36 anni dall’ultima grande esposizione dedicata alla celebre fotografa udinese, l’assessorato alla Cultura del Comune di Udine e il comitato Tina Modotti presentano “Tina Modotti: la nuova rosa. Arte, storia e nuova umanità”, una retrospettiva allestita a Casa Cavazzini dal 18 ottobre. L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 17 ottobre alle 18, presenterà al pubblico la raccolta più vasta delle foto di Tina Modotti tratte dai negativi originali e arricchita dalle le più recenti acquisizioni riferibili sia alla storia familiare, sia all’arte fotografica, sia all’impegno politico e sociale di Tina Modotti.

“La scelta che l’amministrazione comunale ha operato con questa retrospettiva, prestigiosa anche perché si avvale di materiali fotografici inediti, è indicativa di una precisa volontà – sottolinea l’assessore alla Cultura, Federico Pirone –, cioè quella di far coincidere l’identità della città di Udine con Tina Modotti (così come con Arturo Malignani, un altro grandissimo), una donna della propria storia, moderna perché già allora internazionale, curiosa, aperta rispetto ai cambiamenti del mondo. Un orgoglio per Udine e per la sua amministrazione, senza retroguardie o giudizi di alcun tipo, ma con la convinzione di rendere merito innanzitutto a una propria concittadina davvero illustre. Tutto questo – prosegue – è stato possibile a cominciare dall’attività instancabile ed encomiabile del comitato Tina Modotti e del suo fondatore e animatore principale, il compianto Riccardo Toffoletti, i quali non hanno mai smesso in questi ultimi quarant’anni di credere e amare Tina Modotti: a loro, anche per questa collaborazione che ha reso concreta e qualificata questa mostra, va il nostro sincero ringraziamento”.
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16
Ott

Hemmes. Monochrome

Galleria 33 presenta nello spazio di via Garibaldi 33 ad Arezzo la personale “Monochrome” dedicata ad un maestro dell’arte informale, Hemmes.
Formatosi dapprima negli anni dello Spazialismo e a seguire dell’Arte Povera e del Nouveau Réalisme, l’artista di origine livornese ha sviluppato negli anni un suo linguaggio identificativo, improntato su di una ricerca nutrita di materia e colore. Un iter complesso, che parte dalla riflessione sul dato fenomenico per giungere a traslarlo nell’assoluta astrazione, un fare artistico di forte originalità e rara potenza espressiva. Attivo in Italia e all’estero, nel corso della sua lunga carriera è stato presentato nelle più importanti fiere di settore, ha esposto in prestigiosi spazi istituzionali e le sue opere fanno parte di collezioni di grande rilievo.

La mostra
La mostra, a cura di Tiziana Tommei, propone un taglio preciso, enucleando dal corpus dell’artista opere monocromatiche nelle quali la materia viene governata con soluzioni che annullano il confine tra pittura e scultura. Da un lato il colore, unico, forte e puro; dall’altro la materia, modellata, sovrapposta e aggettante: “Senza titolo” di medio e grande formato in cui i pigmenti su carta su multistrato virano dalle trasparenze del ghiaccio delle opere del 2003, ai “blu Klein” del 2005 fino ai “rossi” del 2009.
Non si vuole offrire un campione rappresentativo di un percorso tanto ampio e complesso – per questo è già in programma la grande retrospettiva che il Museo Piaggio dedicherà all’artista nel 2016 – ma fare luce su una parte della produzione del livornese che conta pochi e per questo rari esemplari nei quali è pienamente manifesta la specificità del suo segno.

Testo critico
Com’è fatto?
Pittura ad olio e carta su tela. Materia applicata con successive sovrapposizioni, strappata e dipinta.
Pura arte informale.
Questa è una risposta. Informazioni corrette certo, ma non sufficienti. Manca il nòcciolo del lavoro. Continue Reading..