Camera d’Arte

20
Nov

Angelo Savelli. Bianco su Bianco

In mostra verranno presentate una ventina di opere del periodo bianco dell’artista alcune delle quali provenienti da importanti collezioni private.
Giovedì 19 novembre alle ore 18.30 si aprirà nella sede di Montrasio Arte in via di Porta Tenaglia 1 l’esposizione Angelo Savelli. Bianco su Bianco. In mostra verranno presentate una ventina di opere del periodo bianco dell’artista alcune delle quali provenienti da importanti collezioni private. La ricerca pittorica di Savelli è illustrata in modo esaustivo, anche grazie alla presenza in mostra di alcuni dei capolavori del maestro tra i quali Alle quattro ragazze negre di Alabama, del 1964 (acrilico, corda, legno e plexiglass), già esposto alla XXXII Biennale di Venezia del 1964 e Virgilius, del 1966 (acrilico, corda e legno ) già esposto al Guggenheim Memorial Foundation di New York. La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue, edito da Silvana Editoriale con un testi di Guido Ballo, Piero Dorazio, James Harithas, Ned Rifkin e Luigi Sansone.

Savelli nato a Pizzo Calabro, Catanzaro, nel 1911 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1936. Apre il suo studio in via Margutta 49 dove frequenta artisti quali Guttuso e Severini. Dopo la seconda guerra mondiale, affascinato dalla ricerca di Prampolini, entra a far parte della cerchia Futurista e prende parte all’Art Club, Associazione Artistica Internazionale Indipendente. Continua la sua formazione a Parigi e nel 1950 partecipa alla XXV Biennale di Venezia. Nel 1955 si stabilisce definitivamente a New York dove continua la sua attività di artista e di docente. La sua prima personale a New York risale al 1955 nella sede della galleria The Contemporaries, nell’ ambito di una mostra che comprende dodici serigrafie e dodici gouaches. Nel 1958 è invitato ad esporre presso la galleria Leo Castelli, New York. Nel novembre 1959 alla Tweed Gallery del Department of Art della University of Minnesota, a Duluth presenta le prime sperimentazioni del bianco e in quello stesso anno è invitato a partecipare con alcuni rilievi bianchi alla Quadriennale d’Arte di Roma. Dagli anni ’60 il bianco è eletto unico colore della sua produzione pittorica e nel 1964 vince il premio di Grafica alla Biennale di Venezia. Savelli ha sempre continuato ad esporre anche in Italia in spazi prestigiosi, dal Cavallino a Venezia, al Naviglio a Milano e in anni più recenti, sempre a Milano, da Lorenzelli e da Niccoli a Parma. Nel 1984 Luigi Sansone cura presso il PAC di Milano la grande mostra monografica dell’artista; nel 1994 ritorna definitivamente

Inaugurazione 19 novembre ore 18.30

Montrasio Arte
via di Porta Tenaglia 1 Milano
martedì-venerdì 11.00-13.00 / 14.00 – 18.00
ingresso libero

Dal 19 Novembre 2015 al 18 Dicembre 2015

19
Nov

Amy Feldman / Pascual Sisto

Attraverso le incontaminate superfici perlescenti delle sue opere, Feldman evidenzia il gesto sulla tela. L’alloro macchiato è il motivo usato da Sisto per la video installazione che fa dello spazio un ambiente virtuale.

Amy Feldman
Moon Decorum

Gli ultimi lavori di Amy Feldman presentati in Moon Decorum incarnano un sentimento che è al contempo pacato e ricco di pathos. Amy Feldman, attraverso le incontaminate superfici perlescenti delle sue opere, evidenzia il gesto sulla tela.

Moon Decorum, l’opera da cui la mostra prende il titolo, mette in luce entrambi gli aspetti. Da una parte ci sono le forme fluide e ondulate che si dipanano verso l’esterno mettendo in risalto le gocce di colore ai bordi del dipinto, come accade nei dipinti in bianco e nero di Willem de Kooning. Dall’altra parte, il tratto utilizzato dall’artista evidenzia una serialità ridotta che si manifesta quasi fosse una nota a piè di un’espressione o un’affermazione dell’ironia del gesto pittorico, ricordando così i lavori di Jasper Johns. È in quest’ambivalenza che risiede quello che nelle opere dell’artista viene denominato attrito: la luna si dimostra precisa e regolare nella sua rotazione ed al tempo stesso il suo potere trasformativo (basti pensare al mito del lupo mannaro) incarna le nostre paure primordiali. L’oscurità di questi dipinti è analoga all’immensità fredda e vuota dello spazio e alla paura che ci assale nel buio della notte. Come suggerito dalla teoria di Heidegger, sia l’angoscia che la fuga, sono sentimenti astratti e concreti al tempo stesso.

È interessante notare come Amy Feldman abbia intitolato la sua mostra tenendo in considerazione la luna e le sue molteplici connotazioni. Quando pensiamo all’influenza delle fasi lunari in termini scientifici o poetici è dato tutto già per assodato. Siamo altresì abituati a fare una netta distinzione tra l’astronomia e la pittura: la visione scientifica dei pianeti si oppone all’immagine romantica del rückenfigurs, dove le figure sostano dando le spalle all’osservatore mentre osservano una sfera luminosa nel cielo; proprio come avviene nei dipinti di Friedrich. Per i nostri antenati questa divisione non sussisteva. Platone studiò la rivoluzione della luna con precisione matematica ed al tempo stesso capì che essa era anche un mezzo divino per punire gli essere umani. È questa dualità che Amy Feldman rappresenta nei suoi lavori più recenti.

Un dipinto come Swollen Omen allude proprio alle preoccupazioni primarie appena accennate ricordando le forme di un corpo con le sue cavità e le sue sporgenze che simulano le viscere. È il corpo dell’artista? Un’abbreviazione del movimento del pennello sulla tela? È un ginocchio oppure una coscia? Le linee tracciate dall’artista sono allusive, ma non è questo che le interessa. Ciò che merita di essere considerato è come queste forme attivino i ricordi e le associazioni mentali. Le forme di Amy Feldman ci ricordano un corpo scientifico e il poetico, in sospeso tra l’anatomia e la seduzione. L’artista diventa strumento attivo nella creazione delle fini superfici bianche dei suoi dipinti dove si nota la natura selvaggia ed al contempo moderata della sua azione attraverso l’utilizzo dell’acrilico grigio che viene steso sulla tela.Continue Reading..

19
Nov

Sandro del Pistoia. Future

SANDRO DEL PISTOIA
FUTURE
Sculpure/ Installation/ Photography

INAUGURAZIONE
venerdì 20 novembre 2015
dalle ore 19.00 alle ore 21.00

In mostra dal 20 novembre al 12 dicembre 2015
da martedì a sabato: 11.00 – 13.00 | 16.30 – 19.30
o su appuntamento

Galleria 33
via garibaldi 33 – 52100 Arezzo
+39 3398438565
info@galleria33.it

SANDRO DEL PISTOIA
FUTURE

Inaugura venerdì 20 novembre, dalle ore 19.00, presso Galleria 33 in via Garibaldi 33 ad Arezzo la personale di Sandro del Pistoia, Future – sculpure, installation, photography.
La mostra, a cura di Tiziana Tommei, propone una selezione di opere: dal grande formato di “Around the body” scultura – installazione di 3 metri di altezza per 3 metri di diametro, alle sculture di medio e piccolo formato, “Women” e “Untitled”, alle fotografie “Dream” e “Air 02”. Le sculture risalgono al 2013 e 2014 e sono composte da listelli di legno di noce uniti da cerniere in pelle. Le opere fotografiche (2006, 2007) documentano performance in cui l’artista imprigiona l’aria in enormi forme di plastica.

TESTO CRITICO
Entelechia. Secondo Aristotele ogni organismo si sviluppa e si evolve in base ad una finalità interiore. Realizza se stesso in base ad una meta contenuta già in sé, in potenza, e lo fa secondo codici interni. La materia torna spirito, in armonia con le leggi della Natura, con l’ordine del Creato, in quanto parte di quella che i platonici indicavano come “anima del mondo”. Sandro del Pistoia studia i materiali, sperimenta l’ordine della dimensione fenomenica e della scienza, ma la sua ricerca non riguarda la realtà fisica. Usa la materia per disegnare l’invisibile. E ci riesce! Quello che noi vediamo sono forme fatte di assenza di sostanza visibile, comprese dentro e fuori strutture architettoniche dalle unità fondamentali potenzialmente infinite. Lo spazio, compreso dalle molecole a celle esagonali disposte su modello del grafene, assume la conformazione conferita per mezzo del legame in continuum dei moduli geometrici. Il rapporto osmotico che s’instaura tra l’interno e l’esterno della membrana permeabile, ora di legno e pelle ora di metallo ora foderata di seta, trasmette in maniera palpabile un equilibrio profondo, univoco e mai frammentato. L’aria assume una dimensione nuova: prende forma, peso e volume. Quello dell’artista è un dialogo aperto ed incessante con la Natura, esteso a tutte le sue componenti, siano esse antropomorfe, amorfe o anamorfe. Scava nella materia, addirittura negli oggetti, fino a ridurre o a trasporre tutto in sintesi, in schemi in cui ciascun elemento risulta perfettamente stabile in quanto parte di un insieme più complesso. Quattro segmenti non fanno un quadrato: per costruire una figura geometrica e significativa è indispensabile conferirle una direzione, un orientamento e una struttura. Occorre darle una specificità, che in questo caso è arte. Così, la ricerca e la costruzione – intesa come ricreazione – permettono di svuotare la realtà di tutto ciò che è superfluo, di andare in profondità, di giungere all’essenza, di tornare allo spirito.Continue Reading..

18
Nov

Regina José Galindo. Mazorca

“Hanno distrutto le nostre case, hanno rubato i nostri beni, bruciato i nostri vestiti, hanno preso gli animali, tagliato il campo di grano, ci seguirono giorno e notte.” Caso 5339 (uomo intervistato)

—english below

Hanno distrutto le nostre case, hanno rubato i nostri beni, bruciato i nostri vestiti, hanno preso gli animali, tagliato il campo di grano, ci seguirono giorno e notte.
Caso 5339 (uomo intervistato) Piano Sánchez, Baja Verapaz, 1982.Volume 1. Capitolo terzo.REMHI.

Durante la guerra in Guatemala, come parte della strategia militare di terra bruciata, il mais è stato tagliato, è stato bruciato; fu distrutto dall’esercito con l’intenzione di distruggere le comunità indigene, considerate causa della guerriglia. La pace è stata firmata nel ’96 , il mais e il popolo hanno resistito. Nel 2014 il Congresso ha approvato una legge sulla protezione delle varietà vegetali, popolarmente conosciuta come Ley Monsanto, che metteva a rischio il futuro del mais e l’autonomia alimentare del paese. I popoli indigeni furono quelli che si opposero maggiormente e che hanno ottenuto l’abrogazione della legge.

Sono nascosta in un campo di grano. Quattro uomini con il macete, tagliano tutto il mais per scoprirmi. Per qualche minuto rimango in piedi sul mais tagliato.
Aldea Chotacaj, Totonicapan, Guatemala. Novembre 12/11/2014.

Inaugurazione 18 Novembre 2015, h.19.00 – 21.30

Prometeogallery
via Ventura, 3 Milano 20134
orario galleria: lun- ven 11-19Continue Reading..

16
Nov

VALENTINA DE’ MATHÀ. Entanglement

OPENING Thursday, 26 November, 7 – 9pm
EXHIBITION 27 November, 2015 – 16 January, 2016
HOURS Tuesday | Saturday, 12 – 7pm

Loom Gallery is delighted to announce Entanglement, a solo exhibition of brand new works by Switzerland based artist Valentina De’ Mathà. The opening reception will take place
Thursday, 26 November, from 7 to 9pm, and the artist will be present. The status of entanglement reflects an actual and impossible separation, an intertwinement.
It’s a physical phenomenon, discovered by quantum physics, where two or more subatomic particles, also known as “entities”, mutually condition themselves, but at the same time communicate among themselves.Consequently, physical systems are strongly connected, they actually resonate with each other. Subatomic particles are mutually correlated, so reflecting the Big Bang theory, according to which everything was connected at the beginning, but everything is still connected and inseparable now. Humanity consists of subatomic particles, hence the “human” entanglement is a state of nature, our day-to-day behaviour and human relationships actually originate from that connection. The artist created a structured set of “umbilical cords”, an intertwinement of emulsified papers: these same papers were then chemically “painted” by means of chemical procedures in the darkroom. Finally “painted” cords have been precisely embedded and sewn into each other, leading to tapestry works where painting, photography, sculpture and weaving are contained altogether.

Valentina De’ Mathà is born 1981 in Avezzano, Italy, she lives in Switzerland. Her research is based on the interaction among man, nature and mutation, as well as on
the causality principle and on the dialectic between her action on matter and its reaction to it. Her peculiar technique also gives vent to a high percentage of non-deterministic mechanisms and to the typical uncertainty of quantum mechanics. She examines human behaviour when people are facing the unpredictability of inescapable circumstances or events caused by themselves; consequently, she explores the human emotional instabilities and reactions of people facing the unexpected, inevitable or sudden life-changing experiences.

(Italian text below )

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