Category: arte

01
Mag

Roberto Kusterle. Riti del corpo

L’esposizione di “Riti del corpo” presso la galleria studiofaganel si presenta come un’occasione di scoperta sia di opere recenti inedite sia dei primi lavori fotografici di Roberto Kusterle.
La mostra mette insieme due ben precise fasi del più ampio ciclo di opere già noto al pubblico col titolo “Riti del corpo” e realizzate dai primi anni ’90.
Uno è il momento dell’“attualità”- 10 opere realizzate nel 2014 che intendono chiudere la serie- e uno è la “genesi” dei riti del corpo- una selezione del materiale di sperimentazione degli anni ’80, mai esposto, da cui è scaturita l’idea per il ciclo.
I nuovi riti presentano sia fattori di continuità che di rottura con il passato. Si conservano la centralità del corpo e la vocazione intimista delle immagini. Contrariamente si perde la vena ironica, provocatoria e spesso teatrale che connotava i primi anni. Inoltre, l’artista si concentra esclusivamente sulla figura femminile e sulle tradizioni legate alla vita agricola, predilige un tono sobrio e mite e introduce gli insetti con sistematicità: questi animali vivono come silenziosi compagni del lavoro e del destino degli umani.

La mostra si inaugurerà il 9 maggio alle 18:00 con la presentazione a cura del prof. Giuseppe O.Longo.
Presso la galleria sarà disponibile la pubblicazione “Riti del corpo” (Punto Marte Editore, 2015) che raccoglie in 144 pagine 73 opere del periodo 1991-2014.

Roberto Kusterle
Riti del corpo

9 > 30 maggio 2015

a cura di Sara Occhipinti e Marco Faganel

inaugurazione sabato 9 maggio alle ore 18.00
presso studiofaganel

presentazione e testo critico a cura di Giuseppe O.Longo

grafica: Maggot Brain

orari:
dal martedì al venerdì: 9.30 > 13.00 | 16.00 > 19.30
sabato: 10.00 > 13.00 | 16.00 > 19.30

studiofaganel, viale XXIV maggio 15/c, 34170 Gorizia
info@studiofaganel.com; tel. 0481.81186

www.studiofaganel.com

01
Mag

LEE MILLER

Lee Miller (1907-1977) is considered one of the most fascinating artists of the 20th century. In over five decades, she produced a body of photographic work of a range that remains unparalleled, and that unites the most divergent genres. Miller’s oeuvre extends from surrealistic images to photography in the fields of fashion, travelling, portraiture and even war correspondence; the Albertina presents a survey of the work in its breadth and depth, with the aid of 90 selected pieces.
Lee Miller began her artistic career as a surrealist photographer in the Paris of 1929. She alienated motifs by using narrow image frames and applying experimental techniques like solarisation, so that it would be possible to see paradox reality.

Travel photography, in which she translated the landscape into modernistic and ambiguous shapes, originated in Egypt in 1934. As one of just a handful of female photojournalists, she began to photograph the disastrous consequences of the Second World War back in 1939. Lee Miller photographed the attack on London by the German Luftwaffe (“the Blitz”), as well as the eventual liberation of Paris. Her reporting led her to Vienna via Salzburg in 1945 where she photographed a cityscape destroyed by war, as well as the hardships in the children’s hospitals, and artists – including dancers like Nijinsky. In this exhibit, the focus is specifically placed on the vast bulk of this unpublished group of works.

The Lee Miller Exhibition will be shown at NSU Art Museum Fort Lauderdale afterwards.

Albertina Museum
Albertinaplatz 1, 1010 Vienna

Lee Miller
Curator: Walter Moser
8 May 2015 – 16 August 2015

Image: MAN RAY. PORTRAIT OF LEE MILLER, PARIS, FRANCE, 1929

 

 

30
Apr

Emanuele Giannelli – To Lie or Not to Lie

Emanuele Giannelli – To Lie or Not to Lie

LA PRIMA MOSTRA PERSONALE A ROMA
a cura di Gianluca Marziani e Anna Lo Presti
PROROGATA fino all’8 maggio 2015

Palazzo Taverna – GALLERIA EMMEOTTO, Palazzo Taverna – Via di Monte Giordano, 36 Roma

TO LIE OR NOT TO LIE è la prima mostra personale a Roma di Emanuele Giannelli, artista che da anni dedica la sua ricerca al mondo plastico della scultura figurativa.
TO LIE OR NOT TO LIE, che presenta circa 25 opere realizzate negli ultimi tre anni, è stata pensata e disegnata come un viaggio narrativo e sensoriale, una discesa emotiva tra installazioni che sono storie autonome, momenti biodinamici della sua avventura visionaria tra corpi scultorei.
L’artista concepisce la scultura come una mappa multiforme del corpo umano. Le sue opere, ormai già da diversi anni, si interrogano sui temi della coscienza etica come la mutazione genetica, gli studi sul Genoma, la moltiplicazione identitaria, le clonazioni, la chirurgia plastica.
Come spiega il curatore della mostra Gianluca Marziani: “Giannelli ha scelto la linea del corpo e la intraprende con mimetismo formale, dando peso al perfezionismo ma con il codice della veggenza, dell’intuizione che interroga, del bello mai troppo bello. Una strategia che comunica su piani differenti, così da rendere il corpo storico un registratore sensibile di eventi, in grado di mescolare e ricodificare Natura e Cultura (…) TO LIE OR NOT TO LIE mescola la frase shakespeariana con il titolo di una famosa serie televisiva, “Lie to me”, dove il protagonista risolve indagini criminali attraverso l’analisi mimica del viso e dei gesti corporali. Anche qui è il volto scultoreo che prende il centro della scena: ci osserva e scruta, guarda da varie parti, capta i nostri spostamenti (…) Vero e falso giocano una partita a scacchi sul filo tra due montagne: eccoci nel boato della caduta, tra positivo e negativo, nel luogo mentale in cui le teste di Giannelli attraversano la fisiognomica e la prossemica, diventando più vere del vero e più false del falso: come deve accadere quando a guardarci non è un altro umano ma un corpo scultoreo”.Continue Reading..

30
Apr

Mario Merz – Città irreale

Mario Merz – Città irreale

Venezia – Gallerie dell’Accademia

8 maggio – 20 settembre 2015

“ogni nostra città è irreale e sospesa nel vuoto”.
Mario Merz

Il Segretario Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il Veneto, Erilde Terenzoni, e il Direttore del Polo Museale del Veneto, Daniele Ferrara, presentano la mostra “Mario Merz – Città irreale”, che inaugura e apre al pubblico i nuovi spazi destinati ad accogliere le esposizioni temporanee delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Dopo un imponente lavoro di restauro durato circa dieci anni, le nuove grandi Gallerie dell’Accademia raddoppiano ora la superficie espositiva, arricchendo l’offerta culturale con un significativo aumento del numero di opere esposte dalla collezione permanente – a breve il percorso si svilupperà infatti attraverso una selezione di oltre 500 opere – e con la possibilità di ospitare mostre ed eventi di arte antica e contemporanea.

Mario Merz – Città Irreale si svolge dall’8 maggio fino al 20 settembre 2015, in concomitanza con la 56. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e con Expo 2015 Milano. La mostra, promossa dal già Soprintendente per il Patrimonio storico, artistico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, Giovanna Damiani durante il suo mandato a Venezia, e curata da Bartolomeo Pietromarchi, in collaborazione con la Fondazione Merz e organizzata da MondoMostre, è la prima realizzata in un’istituzione pubblica italiana dalla scomparsa dell’artista e dalla grande retrospettiva che gli è stata dedicata nel 2005 da Castello di Rivoli, GAM e Fondazione Merz (Torino) e porta per la prima volta l’arte contemporanea all’interno dei nuovi spazi delle grandi Gallerie dell’Accademia.

Città irreale rende omaggio all’opera di Mario Merz, una delle personalità più rilevanti della scena artistica internazionale del secondo Novecento, come dimostrano le numerose partecipazioni alle Biennali di Venezia, alle edizioni di Documenta e alla grande mostra al Guggenheim Museum di New York (1989) – primo artista italiano ad avere una personale in quella sede. L’esposizione, che sin dal titolo si presenta anche come omaggio ideale del maestro a Venezia, città irreale per eccellenza — luogo metafisico e surreale dove natura e cultura trovano una sintesi perfetta — ripercorre una carriera che si è distinta sin dagli esordi nell’ambito del movimento dell’Arte Povera per la profondità critica e la straordinaria portata poetica.

La mostra intende esplorare in particolare il tema dello spazio in relazione alla sua ricerca artistica, così come di volta in volta è stato declinato: dal singolo oggetto quotidiano alla dimensione abitativa e all’idea di habitat, dallo spazio collettivo e urbano fino a quello cosmico e cosmologico. La prospettiva individuale si allarga così nella sua pratica a quella collettiva, quella naturale e a quella artificiale, mentre le opere si fanno simbolo della negoziazione tra il vivere dell’uomo e il suo contesto naturale e architettonico. I lavori in mostra evidenziano una tensione etica e poetica che suggerisce un’idea di società condivisa e partecipata, nella quale l’equilibrio tra natura e cultura, tradizione e innovazione, trova una sintesi nell’energia e nel confronto costante tra gli elementi.Continue Reading..

30
Apr

Lara Favaretto. Good Luck

Un’opera dedicata al tema degli “scomparsi”, persone che hanno fatto perdere le proprie tracce. Il progetto è alimentato da una vasta ricerca, cominciata nel 2005, che ha portato l’artista a costruire un vero e proprio archivio di immagini, documenti, lettere, fotografie, testimonianze, articoli di giornale.

Il viaggiatore misterioso Jean – Albert Dadas, la pioniera dell’aviazione americana Amelia Earhart, lo scacc hista Bobby Fisher, il fisico Ettore Majorana, il grande scrittore J.D. Salinger e il poeta pugile Arthur Cravan, sono alcuni dei personaggi protagonisti di Good Luck , il progetto che dal 30 aprile l’artista Lara Favaretto presenta al MAXXI.

Good Luck , co mmissionato dal MAXXI Arte diretto d a Anna Mattirolo, è la prosecuzione di Momentary Monument (The Swamp), installazione realizz ata nel 2009 in occasione della 53a Biennale di Venezia, prima opera dedicata al tema degli “scomparsi” – persone che, volontari amente o no, si sono ritirate dalla vita pubblica, facendo perdere le proprie tracce.
L’intero progetto è alimentato da una vastissima ricerca, cominciata nel 2005, che ha portato l’artista a costruire un vero e proprio archivio di immagini, documenti, let tere, fotografie, testimonianze, articoli di giornale.

Una selezione di questa raccolta eterogenea è confluita in I Momentary Monument (Archive Books, Berlino, 2010), libro d’artista che lascia emergere le personalità degli scomparsi e la loro storia, at traverso la giustapposizione del materiale d’archivio.

Ai protagonisti del volume, resi celebri anche dalla modalità della loro scomparsa, Lara Favaretto dedica i suoi cenotafi, sculture innalzate in loro memoria e realizzate in legno, ottone e terra.
Rim arcandone il significato e la funzione, i cenotafi di Good Luck intendono accogliere e tramandare il ricordo degli scomparsi, per offrire loro una degna memoria.

Ogni cenotafio è un volume scultoreo con caratteristiche variabili nella forma e nella dimen sione, ed è dedicato a uno degli scomparsi, senza presentare sulla superficie elementi che ne permettano l’identificazione. Ogni volume è accompagnato da una scatola di metallo chiusa ermeticamente, visibile o custodita al suo interno, che contiene oggetti appartenuti o dedicati agli scomparsi.Continue Reading..

29
Apr

CORPICRUDI & MUSTAFA SABBAGH

TRAFFIC GALLERY
in collaborazione con
ARTDATE 2015

presenta
Terzo movimento in scala di Nero
di

CORPICRUDI
&
MUSTAFA SABBAGH

a cura di
Roberto Ratti

| 15 Maggio – 30 Giugno 2015 |
Opening Venerdì 15 Maggio 2015 orario 18:00-21:30

Traffic Gallery è felice di annunciare Terzo movimento in scala di Nero, doppia personale del duo Corpicrudi e dell’artista Mustafa Sabbagh. Al rientro dall’importante esperienza americana a Los Angeles di Corpicrudi e al rientro dalla Masterclass presso il MAXXI di Roma da parte di Mustafa Sabbagh, gli artisti metteranno in scena negli spazi di Traffic Gallery un confronto-incontro incentrato sull’uso fotografico, installativo, performativo e musicale del concetto del Nero, vero e proprio denominatore comune tra le ricerche degli artisti. Si tratta di un viaggio simbolico tra passato e presente dove scultura, fotografia, musica e performance affrontano il perenne conflitto tra caducità e immortalità, sviluppando una dialettica ricca di citazioni, consce o inconsce, affrontate secondo i personali stili che caratterizzano la poetica e l’immaginario degli artisti.

CORPICRUDI, Sinfonia in Nero, scultura in gesso e cera su base in legno, marmo, serie fotografica, 2014
Courtesy Traffic Gallery

CORPICRUDI | Sinfonia in Nero
L’installazione Sinfonia in Nero si basa concettualmente su due citazioni e ai relativi rimandi: la scultura neoclassica di Bertel Thorvaldsen nell’eternità concessa dalla giovane dea greca Hebe che serviva il nettare dell’immortalità agli dei dell’Olimpo (1815), e la performance pianistica del 1962 di Arturo Benedetti Michelangeli che propone l’opera del noto compositore Fryderyk Chopin, con particolare omaggio alla caducità espressa nella Marcia Funebre del 1839. Le suggestioni musicali e visive si fondono negli scatti fotografici in piccole dimensioni realizzati in bianco e nero dove bianchi fiori, sebbene fotografati nel loro contesto naturale di vita, ricordano l’immaginario di una natura morta, suggestione ampliata dall’immagine capovolta proposta dagli artisti, a compiere un simbolico ribaltamento tra vita e morte. Le note della Sinfonia in Nero abitano un luogo di rimandi visivi e sonori dove eternità e caducità si incontrano quasi a compenetrarsi l’una nell’altra. I confini si fanno labili, il tempo si contrae e dilata in un unico respiro. La stessa divinità simbolo di immortalità sembra iniziare a sfaldare i suoi contorni. Il progetto comprende anche una sezione live in collaborazione con il coreografo Matteo Levaggi intitolata Preludio per una Sinfonia in Nero, dove lo stesso Levaggi, Samantha Stella e Sergio Frazzingaro di Corpicrudi sono in scena, con debutti nel 2014 al Teatro Elfo Puccini di Milano insieme alla band noise-rock The Death of Anna Karina (con estratti inseriti nel nuovo film Sexxx del regista Davide Ferrario), e all’Ace Museum di Los Angeles insieme alla band post-punk Von Haze (in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e Concept Shows) in occasione della Los Angeles Fashion Week. Il video di Corpicrudi con l’intera pièce performata al Teatro Elfo Puccini nell’aprile 2014 viene presentato in anteprima a Bergamo in occasione di Terzo movimento in scala di Nero.

” Un viaggio del lato oscuro nel mistero della vista e della morte che nell’installazione è maggiormente legato a stilemi rappresentativi presi dalla classicità (…), mentre nella declinazione performativa si impregna anche di suggestioni prese dalla cultura dark e postpunk, che hanno raccolto ed espresso in chiave attuale quell’attitudine”.
Rossella Moratto, ATP Diary

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29
Apr

Ibidem by Giovanni del Brenna

Planar presenta venerdi 8 maggio ore 18,30

Ibidem is a project about globalization, about the lack and the loss of roots, about the mutation of cities.

I started this project in New York in 2002 after realizing that the pictures I took at the time could have been shot in some of the other cities I had lived in. Back to Milan I confirmed my first intuitions and decided to continue shooting other “global” cities. The project, published as book in July 2014, includes the following cities: Los Angeles, New York, London, Paris, Milan, Berlin, Singapore, Hong Kong, Shanghai, and Tokyo.

The idea is to create a virtual city, mixing of all the photographed metropoles, that depicts the transition cities are going through today.

I am Italian, I was born in Genova (Italy) but I never lived there. I grew up in Rio de Janeiro, Brazil, where I attended the French school. I graduated in Milan and I lived in Lisbon, Lille, Paris, Naples, London, Rome and New York. There I obtained the Documentary and Photojournalism certificate of the International Center of Photography; it followed my master degree in Mechanical Engineering (Politecnico of Milan).

This project aims at being a subjective point of view on the evolution of great cities. These are converging towards each other while distancing themselves from their countries of origin. It is my point of view, the point of view of a member of the so-called “international community” : a “displaced” person.

Giovanni del Brenna Ibidem
Presentazione e book signing

Planar presenta per la prima volta a Bari il libro Ibidem di Giovanni del Brenna.
Il progetto Ibidem: una ricognizione, sulla metamorfosi delle grandi città, che tendono sempre più a somigliare l’una all’altra, a diventare lo “stesso posto” (in latino: ibidem). Da questa ricerca, realizzata utilizzando una Leica tradizionale con pellicola a colori e durata sette anni, ha preso poi forma un libro, con i testi dell’antropologo Marc Augé e della storica della fotografia Carole Naggar.

Nato a Genova ma cresciuto a Rio de Janeiro, italiano di cultura francese, Giovanni Del Brenna ha poi vissuto tra Lisbona, Lille, Parigi, Londra, Milano, Napoli, Roma e New York, nutrendo il proprio lavoro di questo continuo transito fra luoghi diversi.
Proprio a New York (dove studia all’International Center of Photography) capisce che molti degli scenari che percorre e che sceglie di fotografare, avrebbero potuto essere messi a fuoco altrove.

Nasce così l’idea di abbinare le immagini di alcune metropoli attraversate nel corso del tempo (fra cui anche Los Angeles, Londra, Berlino, Singapore, Hong Kong, Shanghai e Tokyo), per comporre il ritratto di un’unica città virtuale: Ibidem.

Il progetto è stato prodotto ed esposto per la prima volta in Francia nel 2011, nell’ambito della mostra “Nos Vi[ll]es” all’Arsenal di Metz.
Il libro, edito in Olanda dal fotografo stesso, rende ancor più esplicito il suo obiettivo di “perdersi in una città immaginaria non sapendo più dove si è: si pensa di essere da qualche parte, si percepisce questo mondo come familiare, ma si è altrove”.

http://vimeo.com/101744029

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28
Apr

Ettore Spalletti. Interpretazione degli spazi

Dal 25 aprile al 23 agosto 2015, in occasione della riapertura stagionale di Palazzo Cini a San Vio a Venezia – la casa – museo di Vittorio Cini che conserva i capolavori del rinascimento toscano e ferrarese appartenuti al collezionista – Ettore Spalletti interverrà con un progetto espositivo ad hoc al secondo piano nobile del Palazzo, inaugurando la restituzione di questo spazio recentemente restaurato – grazie al sostegno di Assicurazioni Generali – e destinato ad ospitare mostre temporanee. L’artista abruzzese presenterà una sua personale interpretazione degli spazi caratterizzati dalla dimensione domestica delle sale ragionando sul luogo, ascoltandolo, osservandone le variazioni di luce, attraverso un percorso che offrirà agli sguardi opere già note, accanto a opere mai esposte prima e collocate nella “casa Cini” come un omaggio al gusto del collezionista.

Ettore Spalletti (1940) – artista che ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia nel 1997, celebrato recentemente da grandi antologiche e le cui opere sono esposte nei più prestigiosi musei italiani e stranieri – ha lavorato ad un progetto articolato ne lle stanze del Palazzo nel solco di una continuità ideale con il passato, quando questo spazio era quotidianamente vissuto dal grande collezionista Vittorio Cini. Già durante la visita alla collezione permanente della Galleria e nel corso del primo sopralluogo al secondo piano del palazzo – ancora nel vivo fermento del restauro – il Maestro ha potuto cogliere i primi elementi ispiratori che hanno determinato la scelta delle opere da collocare negli spazi domestici della dimora sul Canal Grande. Le stanze accoglieranno infatti una mostra espressione di una relazione profonda con uno spazio che era, e tale rimane nell’intento dell’artista, domestico; allo stesso tempo i capolavori d’arte antica esposti nella Galleria – che conserva, tra gli altri, dipinti di Pontormo, Botticelli, Giotto e Cosmè Tura – saranno una presenza importante per l’artista.Continue Reading..

28
Apr

It’s all about paper

It’s all about paper

“Diciassette artisti italiani e stranieri, tra nomi storici attivi nel contesto internazionale e giovani consolidati, si confrontano con un supporto sorprendente, insieme antico e contemporaneo, la carta”

a cura di Lorenzo Madaro

2 maggio-30 settembre 2015

Opere di Carla Accardi, Kengiro Azuma, Giuseppe Capitano, Eva Caridi, Nicola Carrino, Giacinto Cerone, Daniele D’Acquisto, Fernando De Filippi, Michele Guido, Alina Kalczyńska, Bogumil Ksiazek, Giancarlo Moscara, Hidetoshi Nagasawa, Giuseppe Negro, Christos Pallantzas, Guido Strazza e Costas Varotsos

A100 Gallery, piazza Alighieri 100, 73013 Galatina (Lecce)
2 maggio – 30 settembre 2015
Inaugurazione: 2 maggio alle ore 19.00.
(La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal martedì al venerdì dalle 18 alle 21 e su appuntamento).

Il progetto It’s all about paper propone un focus dedicato a opere realizzate su carta, o con l’ausilio della carta, da una serie di artisti italiani e stranieri di respiro internazionale. Supporto apparentemente secondario, proprio per via delle sue caratteristiche intrinseche, è da sempre il materiale con cui gli artisti hanno saputo esprimere idee e progetti, studi e riflessioni, instaurando un contatto diretto tra concetto riflessivo e opera compiuta. Le opere degli artisti in mostra appartengono a generi decisamente differenti tra loro: si va dal concettuale al minimalismo, dal rigore assoluto del disegno al calore mediterraneo della pittura; dalla tenue leggerezza dell’acquerello alla forza espressiva di materiali eterocliti come rame e ferro, carbone e legno. All’interno di sezioni specifiche il pubblico potrà orientarsi su fronti diversi, che includono anche l’installazione site-specific e il libro d’artista, la scultura e il video: linguaggi eterogenei che consentiranno al visitatore di scoprire un mondo sfaccettato, ampio e denso di piacevoli sorprese. Opere ormai storiche – concepite negli anni Sessanta – saranno affiancate a progetti inediti, concepiti appositamente per questo progetto ideato e coordinato da A100 Gallery che ha deciso di puntare su maestri consolidati e giovani proposte. A100 Gallery pubblicherà prossimamente un libro di Lorenzo Madaro, con testi di Nunzia Perrone e Andrea Zizzari, dedicato agli artisti protagonisti della mostra.

A100 Gallery, piazza Alighieri 100, 73013 Galatina (Lecce)

Te. +39 0836.56.74.91
www.a100gallery.it

Immagine: opera di Nicola CarrinoContinue Reading..

17
Apr

Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico

Bronzi del mondo ellenistico. Attraverso 50 sculture, l’esposizione racconta gli sviluppi plastici dell’Eta’ Ellenistica (IV-I secolo a.C.) in cu si affermarono nuove forme espressive che rappresentano la prima forma di globalizzazione di linguaggi artistici.

Dal 14 marzo al 21 giugno 2015 Palazzo Strozzi a Firenze sarà la prima sede della grande mostra Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico concepita e realizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Dopo la tappa fiorentina l’esposizione si sposterà al J. Paul Getty Museum di Los Angeles dal 28 luglio al1 novembre 2015 per poi concludersi alla National Gallery of Art di Washington DC, dal 6 dicembre 2015 al 13 marzo 2016.

Queste importanti collaborazioni confermano la reputazione di eccellenza a livello internazionale di Palazzo Strozzi. La rassegna vedrà infatti riuniti, per la prima volta a Firenze, alcuni tra i maggiori capolavori del mondo antico, provenienti dai più importanti musei archeologici italiani e internazionali come il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Museo Nacional del Prado di Madrid, Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Archeologico Nazionale di Atene, il Museo Archeologico di Herakleion (Creta), il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo Archeologico di Salonicco, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani, i Musei Capitolini di Roma.
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