Category: arte

06
Mag

Le Corbusier : Mesures de l’homme

Le Corbusier : Mesures de l’homme
Da 29 aprile 2015 a 03 agosto 2015Attraverso 300 opere, il Centre Pompidou dedica una retrospettiva inedita all’opera di Charles-Édouard Jeanneret, detto Le Corbusier.

Architetto e urbanista visionario, teorico della modernità, ma anche pittore e scultore, Le Corbusier ha segnato profondamente il XX secolo, sconvolgendo la creazione architettonica e il modo di “abitare”. La sua carriera internazionale si sviluppa ben prima della mondializzazione.

Con un approccio completamente innovativo, questa esposizione propone di rileggere l’opera di questa grande figura della modernità attraverso la misura del corpo umano, che rappresentava per Le Corbusier un principio universale.

Nella sua opera multiforme e titanica, Le Corbusier riflette su una misura essenziale ed universale, “l’homme de série”. Questa nozione di misura nutre il lavoro dell’urbanista, dell’architetto, del creatore di arredamento e si diffonde nell’opera del pittore.

Il percorso inedito dell’esposizione presenta tutte le sfaccettature del lavoro di questo artista, attraverso 300 dipinti, sculture, disegni e progetti architettonici, modellini, oggetti, filmati, fotografie e documenti che illustrano l’abbondante produzione di questo artista, nato nella Giura svizzera, naturalizzato francese nel 1930 e parigino d’adozione.

Per commemorare i 50 anni dalla scomparsa di Le Corbusier, questa esposizione-evento vuole spiegare al pubblico la complessità e la ricchezza della sua opera, il suo pensiero e il suo umanismo.
Indirizzo

Centre Pompidou
Place Georges Pompidou
75004 Parigi

06
Mag

Art on Camera: Photographs by Shunk-Kender, 1960–1971

Art on Camera: Photographs by Shunk-Kender, 1960–1971
May 17 – october 4, 2015
The Robert and Joyce Menschel Photography Gallery, third floor

The photographers Harry Shunk (German, 1924–2006) and János Kender (Hungarian, 1937–2009) worked together under the name Shunk-Kender from the late 1950s to the early 1970s, based first in Paris and then in New York. Shunk-Kender photographed artworks, events, and landmark exhibitions of avant-garde movements of the era, from Nouveau réalisme to Earth art. They were connected with a vibrant art scene that they captured through portraits of artists and participated in through collaborative projects.

The roles played by the duo varied from one project to the next. In some cases, Shunk-Kender worked as documentarians, photographing Happenings and performances; in other instances, they were collaborators, acting alongside other artists to realize works of art through photography. This exhibition features a selection from the more than 600 works from the Shunk-Kender Photography Collection that recently entered MoMA’s collection, as part of a major donation from the Roy Lichtenstein Foundation to an international consortium of five institutions.

Art on Camera begins in Paris in 1960 with Yves Klein’s Leap into the Void (Saut dans le vide), widely known through the iconic photomontage created by Shunk-Kender. The exhibition then shifts focus to New York; it includes their documentation of Yayoi Kusama’s astonishing Happenings of the late 1960s and selections from Pier 18, a project conceived and organized by independent curator Willoughby Sharp, for which Shunk-Kender photographed works by 27 artists. The resulting pictures capture the chaotic energy, playful wit, and systematic processes of the era’s performance and Conceptual art in two-dimensional black and white.

Organized by Lucy Gallun, Assistant Curator, Department of Photography.

The exhibition is supported by the MoMA Annual Exhibition Fund.

Image: John Baldessari (American, b. 1931). Hands Framing New York Harbor from Pier 18. 1971. Photograph by Shunk-Kender (Harry Shunk [German, 1924–2006] and János Kender [Hungarian, 1937–2009]). Gelatin silver print, 7 3/8 × 9 15/16″ (18.8 × 25.2 cm). The Museum of Modern Art, New York. Gift of the Roy Lichtenstein Foundation in honor of Jennifer Winkworth and Kynaston McShine and in memory of Harry Shunk and János Kender. © 2015 John Baldessari. Photograph: Shunk-Kender © J. Paul Getty Trust. The Getty Research Institute, Los Angeles

The Museum of Modern Art

11 West 53 Street
New York, NY 10019-5497
(212) 708-9400

06
Mag

Photissima 2015

This is contemporary art. Una panoramica dello stato della fotografia attuale. La manifestazione è articolata in una pluralità di mostre, proposte fotografiche istituzionali e indipendenti, per ribadire la volonta’ di una contaminazione di linguaggi e tematiche.

Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l’analfabeta del futuro.
László Moholy-Nagy

Photissima si fa in tre e, con il motto This is contemporary art conquista Venezia, Milano e Torino nel 2015. A Venezia inaugura insieme alla Biennale Internazionale d’Arte il 6 maggio presso una location d’eccezione: il chiostro dell’ex convento francescano di Santa Maria dei Frari, sede dell’Archivio di Stato; a Milano, in concomitanza con l’EXPO, Photissima sarà al SUPERSTUDIO PIÙ dal 28 al 31 maggio e chiuderà in bellezza a Torino dal 4 al 30 novembre presso la Manifattura Tabacchi, nel mese dell’arte contemporanea in città.

Photissima triplica dunque, sotto la consueta direzione di Telemaco Rendine e con un comitato artistico composto dalla direttrice della rivista colombiana Arteria Nelly Peñaranda, da Maria Flora Giubileo, direttrice del Museo di Arte moderna di Genova Nervi, da Roberto Rosso, docente di Fotografia all’Accademia delle Belle Arti di Brera e dal giornalista e critico Fortunato D’Amico, e mantiene la sua impostazione di Art Fair & Festival in ognuna delle location: i primi quattro giorni di apertura saranno dedicati all’aspetto più commerciale con la presenza delle gallerie selezionate dal comitato scientifico, successivamente rimarranno in esposizione i progetti scelti da ogni galleria fruibili per tutto il periodo di apertura. Nel caso di Venezia poi, dato che Photissima rimarrà aperta per quasi 6 mesi, ci sarà un riallestimento da parte delle gallerie in modo da offrire uno spaccato sulla fotografia contemporanea ancora più esteso ed esaustivo.

La novità e la forza di Photissima sono da sempre la commistione tra Art Fair e Festival e infatti sotto un unico tetto, continuano a battere due cuori:

il Festival, articolato in una pluralità di mostre, definisce la propria identità con proposte fotografiche sia istituzionali che indipendenti, ribadendo la volontà di una contaminazione di linguaggi e tematiche.

La sezione Art Fair, dedicata alle gallerie nazionali e internazionali ha visto il coinvolgimento e la partecipazione dei maggiori esperti del settore. Per dare una visione completa del settore della fotografia artistica, anche dal punto di vista del mercato, anello imprescindibile del sistema, con il lavoro di ricerca, di documentazione, di selezione di artisti e di opere svolto quotidianamente dai galleristi che guidano e formano il gusto e le scelte degli amanti della fotografia. Continue Reading..

05
Mag

Comunicare l’Arte contemporanea

COMUNICARE L’ARTE CONTEMPORANEA

Il 15 maggio dalle 9,30 la Fondazione Pino Pascali promuove presso il Castello Svevo di Bari un convegno, per raccontare il “modello” arTVision e la progettazione culturale attraverso la comunicazione. Per registrarsi; snastro@gmail.com

Un convegno, promosso dalla Fondazione Pino Pascali, per raccontare come diffondere e comunicare l’arte contemporanea: venerdì 15 maggio dalle ore 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18 si tiene al Castello Svevo di Bari “Comunicare l’arte contemporanea – il modello arTVision e la progettazione culturale attraverso la comunicazione”.
A conclusione del progetto arTVision – a live art channel, realizzato nell’ambito del programma europeo IPA Adriatico 2007-2013, la Fondazione Pino Pascali lancia l’idea di un confronto tematico su cultura e comunicazione. Il meeting introdotto da Silvia Godelli, Assessore, Mediterraneo, Cultura, Turismo, Regione Puglia e da Francesco Palumbo, direttore di Area, Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti, Regione Puglia, sarà coordinato dallo storico dell’arte e curatore, Christian Caliandro.

Tema centrale sarà la ‘comunicazione dell’arte contemporanea’ in un contesto attuale dove non esistono più barriere linguistiche e confini, in un sistema di scambio di informazioni sempre più virale e costante come un flusso continuo in cui emerge però, con sempre maggior forza, la tematica dell’identità del territorio nel dialogo con altre realtà extraterritoriali in ascesa.
Con l’obiettivo di riflettere su questi argomenti, la Fondazione Pino Pascali, partner tecnico del progetto europeo giunto a conclusione, invita non solo i protagonisti di arTVsion, ma anche importanti esponenti del mondo della comunicazione dell’arte e della cultura contemporanea, quali Silvio Maselli, Assessore alla Cultura del Comune di Bari, Nicolai Ciannamea, direttore editoriale arTVision, Pippo Ciorra, Senior Curator MAXXI Architettura, Roma, Alessandra Galletta, curatrice e autore televisivo, Alessandra Mammì, giornalista de l’Espresso, Pietro Marino, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Gabi Scardi curatore del Padiglione Greco alla Biennale di Venezia., Peter Benson Miller, direttore artistico American Academy in Rome.Continue Reading..

05
Mag

Fabrizio Plessi. PLESSI IN VENICE

Un progetto dedicato all’Acqua composto di due momenti. “Plessi Liquid Life. Il flusso della memoria. 1000 progetti”, una grande videoinstallazione. “Plessi. Liquid Light”, alla Tesa 94 all’Arsenale, una tenue luce azzurrina fuoriesce dalle chiglie di 14 barche rovesciate.

a cura di Marco Tonelli

Venezia, città d’acqua, si appresta a ospitare PLESSI IN VENICE, un grande progetto, interamente dedicato a questo elemento naturale, interpretato da Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940), uno tra i maestri italiani più riconosciuti e apprezzati a livello internazionale. Proprio l’acqua è una delle cifre più caratteristiche del lavoro dell’artista. Elemento che, fin dal 1968, guida molte delle sue creazioni, siano esse installazioni, film, videotape e performance. Come ha avuto modo di ricordare lo stesso Plessi, “l’acqua è sempre stata il motivo dominante della mia vita e del mio itinerario artistico e culturale”.

PLESSI IN VENICE si compone di due momenti distinti, entrambi a cura di Marco Tonelli.
Il primo è l’esposizione PLESSI. LIQUID LIFE. Il flusso della memoria. 1000 progetti, organizzata dal Polo Museale del Veneto in collaborazione con la Fondazione Alberto Peruzzo, con il patrocino di EXPO 2015 e del Padiglione Italia EXPO 2015, in programma dal 6 maggio al 22 novembre 2015 alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, palazzo di grande suggestione e ricco di storia, che si affaccia sul Canal Grande di Venezia.

Alla Ca’ d’Oro Plessi ha pensato a una videoinstallazione in cui schermi, inseriti all’interno di tavoli, rimanderanno le immagini di un “flusso elettronico” di acqua, a rappresentare idealmente il flusso dei pensieri e dell’intera sua vita creativa.
Le opere saranno in grado di innescare visioni pittoriche di grande suggestione. “Penso che il video – afferma l’artista – formi con l’acqua un binomio perfetto: l’acqua è un elemento cangiante, antico, ancestrale primordiale, il video è un elemento della contemporaneità: entrambi sono fluidi, instabili. Entrambi emanano un bagliore azzurro”. Lo stesso bagliore che Plessi ha potuto incontrare nelle invenzioni di Tintoretto e di Tiziano, e che ebbe modo di studiare e di apprezzare proprio vivendo in una città d’acqua come Venezia. Tavoli come scultura ma anche contenitori di mille disegni che rappresentano il nucleo ideativo e progettuale dei suoi lavori.Continue Reading..

05
Mag

Alec Soth. Songbook

Known for his haunting portraits of solitary Americans in ‘Sleeping by the Mississippi’ and ‘Broken Manual’, Alec Soth has recently turned his lens toward community life in the United States.
“Songbook”, an exhibition of the new black and white photographs by internationally celebrated photographer Alec Soth.

Known for his haunting portraits of solitary Americans in “Sleeping by the Mississippi” and “Broken Manual”, Alec Soth has recently turned his lens toward community life in the United States. Over the course of three years, Soth, accompanied by writer Brad Zellar, set out from Minneapolis, Minnesota as a pretend small-town reporter for the self-published newspaper “LBM Dispatch”. In the spirit of W. Eugene Smith and other Life Magazine photojournalists from the 1940 s and 1950 s, he traveled to specific areas across the United States for weeks at a time, photographing the people, topography, and local history. With Songbook, Soth has stripped these pictures of their news context in order to highlight the longing for connection at their root. Fragmentary, funny, and sad, Songbook is a lyrical depiction of the tension between American individualism and the ongoing desire to be united.

Ale c S ot h ( b. 1 9 6 9 ) i s a p h oto g ra p h e r b o r n a n d b a s e d i n M i n n e a p o l i s, M i n n e s ot a . H i s photographs have been featured in many solo and group exhibitions, including the 2004 Whitney and Sao Paulo Biennials. In 2008, a large survey of Soth’s work was exhibited at Jeu de Paume in Paris and Fotomuseum Winterthur in Switzerland. In 2010, the Walker Art Center produced a comprehensive exhibition of Soth’s work entitled From Here to There. His first monograph, “Sleeping by the Mississippi”, and his numerous subsequent publications have received critical acclaim and book awards. Soth has been the recipient of multiple fellowships a n d awa rd s, i n c l u d i n g t h e G u g ge n h e i m Fe l lows h i p ( 2 0 1 3 ). H i s wo r k i s i n c l u d e d i n t h e permanent collections of distinguished museums, including the Museum of Modern Art, New York; Brooklyn Museum of Art; Los Angeles County Museum of Art; Museum of Contemporary Art, Chicago; Minneapolis Institute of Arts; Museum of Fine Arts, Houston; San Francisco Museum of Modern Art; and the Whitney Museum of American Art, New York

Image: Alec Soth, Brian. Williston, North Dakota, 2013, archival pigment print, 112cm x 137cm, Copyright Alec Soth / MagnumPhotos / Agentur Focus, Courtesy Loock Galerie

Opening: Thursday, April 30, 7pm-9pm

Loock Galerie
Potsdamer Strasse 63
Tue – Sat 11am to 6pm

ALEC SOTH
dal 30 aprile al 6 giugno 2015

05
Mag

Jimmie Durham. Venice: Objects, Work and Tourism

Pezzi di vetro e antichi mattoni accanto a elementi tratti dall’industria turistica. Un’opera che vuol cogliere la complessa mescolanza di immaginario sociale di Venezia, turismo, lavoro e oggetto artigianale.

a cura di Chiara Bertola

Sembra che al mondo non ci sia città senza un teatro “Rialto” e altrettanto frequenti sono i locali notturni o i cabaret denominati “Lido”. È come se Venezia simboleggiasse qualcosa di importante che ha a che fare con la bella vita. Da trecento anni questo porto italiano è un indiscusso polo di attrazione nel circuito turistico europeo, l’apice del cosiddetto Grand Tour. Oggi questo si traduce in un flusso quotidiano di migliaia di croceristi, a cui si aggiungono i tantissimi che arrivano in aereo – turisti che magari arrivano per mezza giornata – per i quali Venezia è solo un pit-stop nella loro versione moderna del Grand Tour.

Per far spazio a navi sempre più enormi si scavano canali sempre più grandi e profondi e da trentacinque anni si sente ripetere lo stesso discorso: l’aumento costante del flusso dei turisti sta distruggendo Venezia. Passano gli anni, ma questa lamentela non perde il suo accento di verità malgrado i turisti siano anche uno dei principali motori per l’economia cittadina.

L’esperienza del turista stereotipato resta un bersaglio facile per la satira. I turisti sono considerati un fenomeno strano e il modo in cui vengono sminuiti e presi in giro non riconosce il vero oggetto del loro desiderio: cogliere una parte intrinseca del sapere e dell’esperienza culturale. Allo stesso tempo, anche il mondo culturale e intellettuale europeo converge sempre più sulla travagliata Venezia. Secondo Jimmie Durham “curatori, architetti, registi e artisti vanno in pellegrinaggio a vedere le Biennali. Questo significa che il pensiero intellettuale europeo non può essere separato dal turismo europeo, né dall’oggetto creato dall’uomo.”Continue Reading..

05
Mag

Jenny Holzer. War Paintings

Le opere esposte sono selezionate tra i dipinti di guerra realizzati dall’artista nel corso di dieci anni, con un significativo mutamento di approccio rispetto ai LED luminosi per i quali Jenny Holzer è più conosciuta.

a cura di Thomas Kellein

In collaborazione con la Written Art Foundation di Francoforte, la Fondazione Musei Civici di Venezia promuove una mostra di dipinti dell’artista concettuale americana Jenny Holzer, evento collaterale della 56. Biennale di Venezia. Le opere esposte al Museo Correr sono selezionate tra i dipinti di guerra realizzati dall’artista nel corso di dieci anni, con un significativo mutamento di approccio rispetto ai LED luminosi per i quali Jenny Holzer è più conosciuta. La mostra, curata da Thomas Kellein, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, è accompagnata da un catalogo prodotto in collaborazione con l’artista.

Come punto di partenza l’esposizione si basa su documenti desecretati e altro materiale riservato del governo degli Stati Uniti riguardante la guerra globale al terrorismo seguita all’11 settembre 2001, come pure le operazioni militari USA in Afghanistan e in Iraq. I lavori della Holzer sono ricavati da appunti, mappe, comunicati, registrazioni di interrogatori, referti di autopsie e scritti autografi dei detenuti, pesantemente censurati prima di essere resi pubblici.

La trasformazione dei documenti in disarmanti quadri serigrafati e dipinti a olio su lino (in dimensioni moltiplicate rispetto agli originali) invita il visitatore sia a leggere che a guardare. Alcuni critici hanno paragonato i dipinti di Jenny Holzer alle prime opere di Andy Warhol della serie Death and Disaster (1960), come pure a quelle del suprematista russo Kazimir Malevich, all’espressionismo astratto, alla “scrittura di polvere” della calligrafia araba, e anche ai manifesti stradali anonimi con i quali ha iniziato la sua carriera, nella speranza che possano provocare una discussione attenta e un vivace dibattito pubblico.

Holzer ha spiegato così la sua decisione di iniziare a dipingere queste opere dieci anni fa, in un’intervista rilasciata a Stuart Jeffries del “Guardian”: “Ho voluto metterci tempo e cura. Volevo che questo lavoro fosse un indicatore di sincerità e attenzione. Volevo che fosse umano”. Aggiungendo che, anche se lei sente che “il materiale parla da sé… avere una situazione nella quale la tortura appare una cosa normale non è, credo, una cosa positiva”.Continue Reading..

05
Mag

WALLY NEUZIL. Her Life with Egon Schiele

WALLY NEUZIL
Her Life with Egon Schiele

27th February 2015 to 7th September 2015

extendet to 7th September 2015

The painting “Portrait of Wally Neuzil”, housed by the Vienna Leopold Museum, is among the most well-known works by Egon Schiele. The upcoming exhibition at the Leopold Museum curated by Diethard Leopold, Stephan Pumberger, and Birgit Summerauer seeks to uncover the person behind the portrait, Walburga “Wally” Neuzil (1894-1917), approaching her through artworks, autographs, photographs and documents. Featured in the presentation will be eminent paintings by Schiele, such as “Death and the Maiden”, an important loan from the Belvedere, as well as drawings and watercolors by Schiele for which Wally acted as a model. The exhibition comprises works from the Leopold Museum, the Leopold Private Collection as well as loans from Austrian and international collections.

The exhibition examines the stages of Wally’s life, her professions, from model to nurse, and tells the tale of a woman’s fate in fin-de-siècle Vienna, between self-sacrifice and self-fulfillment, between a life without taboos and profound humanity.

Walburga/Wally Neuzil was not only Egon Schiele’s model from early 1911 but also his girlfriend and faithful companion until the spring of 1915. Having started out as one of many models, she soon played a key role in Schiele’s life and works. Schiele created himself, his vision of an artist, through his works, while Wally revealed to him a world that was indispensable for this development – an open sexuality that had progressed from the constraints and dangers encountered by adolescents towards an emotionality enjoyed on an equal footing, an ability to have relationships and with it a more stable, reliable self.Continue Reading..

05
Mag

Partorire con l’Arte ovvero L’Arte di Partorire

11 maggio – 22 giugno 2015
PARTORIRE CON L’ARTE
ovvero
L’ARTE DI PARTORIRE

La maternità attraverso lo sguardo congiunto dell’arte e della scienza medica

Partorire con l’Arte
ovvero L’Arte di Partorire
La maternità attraverso lo sguardo congiunto dell’arte e della scienza medica
11 maggio – 22 giugno 2015,
dalle ore 18.00 alle ore 19.30,
Sala delle Colonne

Dopo il successo al Museo MAXXI di Roma e alle Gallerie d’Italia di Milano, PARTORIRE CON L’ARTE ovvero L’ARTE DI PARTORIRE approda al museo MADRE di Napoli.
Ideato dal ginecologo Antonio Martino (medico specialista in Ostetricia e Ginecologia presso l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma), e dalla psicologa dell’arte Miriam Mirolla (docente di Psicologia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, storica dell’arte, autrice radiotelevisiva e giornalista), PARTORIRE CON L’ARTE ovvero L’ARTE DI PARTORIRE è un corso di preludio al parto innovativo, interdisciplinare e gratuito che si articola in sei incontri settimanali presso il museo MADRE, ed è rivolto alle future mamme, ai partners e a chiunque voglia approfondire il tema della bellezza della nascita.
Il museo MADRE si propone dunque di prendersi cura del benessere delle “future madri” e dei nascituri, in linea con gli studi scientifici più recenti che dimostrano come la bellezza e la cultura facciano bene alla salute: invitare le donne incinte in un museo d’arte contemporanea anziché in ospedale è un atto semplice quanto rivoluzionario, perché presuppone l’idea che la maternità sia uno dei più straordinari eventi creativi, e l’opportunità per l’intero gruppo sociale di fare un salto evolutivo verso il futuro. Passando dall’ospedale al museo, ogni donna può rimanere al centro di relazioni vive e stimolanti fondate sul piacere dell’arte e sulla maggiore conoscenza di sé, può ricevere le informazioni mediche più all’avanguardia e scoprire le novità della cultura contemporanea direttamente dalla viva voce dei suoi protagonisti.
Per questa terza edizione, PARTORIRE CON L’ARTE ovvero L’ARTE DI PARTORIRE offre un nuovo parterre di studiosi, artisti, medici e scienziati (ginecologi, ostetriche, neonatologi, biologi, neurologi, nutrizionisti) di fama internazionale in grado di fare luce su una potentissima radice femminile nella scienza, nell’arte e nella storia sociale di Napoli, da valorizzare sempre di più, anche in relazione alla tradizione e alla storia della sua importante Scuola di Ostetricia. Figure fondamentali per approfondire i temi dell’origine, dell’autopercezione corporea e della maternità attraverso lo sguardo evolutivo e congiunto dell’arte e della scienza medica.Continue Reading..