Category: arte

04
Set

Jinny Yu – Don’t They Ever Stop Migrating?

Jinny Yu
“Don’t They Ever Stop Migrating?”
Nuova Icona è lieta di annunciare venerdì 4 settembre l’inaugurazione della mostra personale di Jinny Yu “Don’t They Ever Stop Migrating?” presso l’Oratorio di San Ludovico.

L’installazione dell’artista Jinny Yu, allestita esclusivamente per l’Oratorio di San Ludovico a Venezia, include un imponente dipinto tridimensionale e un’opera audio.
Riflettendo sulle recenti crisi migratorie nel Mediterraneo e nel Golfo del Bengala, il suo nuovo lavoro Don’t They Ever Stop Migrating? insiste sull’analisi del complesso ruolo del singolo in questo mondo globalizzato. Usando estratti dal film Uccelli di Hitchcock come metafora, la mostra esamina svariate nostre reazioni e comportamenti come società nei confronti della migrazione di massa.

Nata a Seoul (Corea) e residente tra Ottawa (Canada) e Venezia (Italia), il lavoro di Jinny Yu è stato ampiamente esposto, annoverando mostre in Canada, Germania, Giappone, Italia, Portogallo, Corea del Sud, Inghilterra e Stati Uniti, in diversi musei, gallerie d’arte pubbliche, centri gestiti dagli stessi artisti, festival internazionali d’arte, mostre-mercato d’arte e gallerie d’arte commerciali: McMaster Museum of Art (Hamilton), Richmond Art Gallery (Vancouver) Ottawa Art Gallery, Confederation Centre Art Gallery (Charlottetown), Galerie du Nouvel-Ontario (Sudbury), Carleton University Art Gallery (Ottawa), St. Mary’s University Art Gallery (Halifax), Produzentengalerie plan.d. (Düsseldorf), Kyoto Municipal Museum of Art (Kyoto), Bevilacqua La Masa Foundation (Venice), Kunst Doc Art Gallery (Seoul), Conduit Street Gallery at Sotheby’s (London), Pulse New York and Miami Beach and ISCP Gallery (New York).
È stata fra gli artisti residenti all’ International Studios and Curatorial Program a New York, al Nanji Art Studios in Seoul e al The Banff Centre for the Arts.

Yu, Professoressa Associatoa di Pittura all’Università di Ottawa, è stata conferita del premio Mid- Career Artist Award da parte del Concilio per le arti di Ottawa, del premio Laura Ciruls Painting Award dall’Ontario Arts Foundation in 2012 ed è stata finalista del premio Pulse New York 2011. I suoi lavori sono stati supportati dal Canada Council for the Arts, dall’ Ontario Arts Council e dal Conseil des Arts et des Lettres du Quebec.Continue Reading..

02
Set

Giovanni De Lazzari. Giorni segreti

Giovanni De Lazzari
Giorni segreti

a cura di Sveva D’Antonio
Inaugurazione Venerdì, 18 Settembre 2015, ore 18.00

fino al 25 ottobre 2015

SYSON gallery è lieta di presentare Giorni segreti la prima mostra personale di Giovanni De Lazzari in Inghilterra, negli spazi della galleria SYSON di Nottingham. In mostra un gruppo di lavori recenti realizzati utilizzando il disegno, la pittura e la scultura.

De Lazzari sceglie come linguaggio privilegiato il disegno, dimostrando che la fisicità dell’opera non è attributo esclusivo delle opere tridimensionali. La delicatezza dei suoi disegni, l’ossessione per il dettaglio, riempie e condiziona infatti lo spazio dove sono collocati, mettendo in ‘scena’ una serie di emozioni e suggestioni legate all’immaginario dell’artista, da sempre espressione della sua visione intima della cose.

Nella mostra Giorni segreti i soggetti dei disegni appartengono per lo più al mondo naturale, sia esso vegetale o animale. La natura è utilizzata come simbolo, specchio della vita umana. Le linee complesse di certi fiori e piante ci rimandano al misterioso intreccio di alcuni nostri organi vitali. Ad esempio le rose sono “vittime” di tagli mediani che l’artista compie per studiarne il corpo interno, la fragilità e la loro complessa delicatezza.

I fiori non sono le uniche cavie di cui De Lazzari si serve nel sue opere. Rami spezzati e poi ricuciti, foglie strappate e ricomposte in una nuova e più complessa mappatura compaiono sulla carta dei suoi disegni; sono piccoli elementi di una natura delicata e misteriosa. L’attenzione è per il dettaglio, per il piccolo particolare che genera un’immagine nell’immagine. Una piccola frattura o una ferita nel tronco di un albero, aldilà della loro rappresentazione formale, rimanda a significati più complessi, immediatamente riconducibili a dinamiche di tipo psicologico.

Nella seconda parte della mostra è presente una grande scultura, Imago, che assume la forma di un tavolo e un piccolo collage tridimensionale realizzato con carta e immagini provenienti dall’archivio personale dell’artista.

Imago racconta perfettamente l’immaginario di De Lazzari e il suo modus operandi. Il piano del tavolo è “occupato“ per lo più dal vuoto di uno spazio bianco che diventa elemento significante, mentre i limiti esterni, gli angoli, sono teatro della rappresentazione e luogo ‘marginale’ dove collocare le immagini. In questo caso si tratta di piccoli dipinti legati alla vita degli animali, dall’atmosfera ancestrale, quali larve e mammiferi che allattano, che riportano all’origine della vita. I soggetti degli interventi a margine vivono nel dialogo tra di loro e nell’associazione reciproca diventano una presenza ambigua. Il risultato finale è il cortocircuito e la disarmonia fra il bianco vuoto del piano del tavolo e gli spigoli in cui si concentra la rappresentazione.

La piccola scultura di legno con le sue stratificazioni d’immagini contiene all’interno, quasi come se fosse uno scrigno della sua mente, le fantasie ricorrenti dell’artista.

Guardando la composizione della scultura, l’opera appare divisa in scomparti che s’incastrano; anche in queste piccole dimensioni lo spazio è fondamentale, perché crea ancora una volta una serie di associazioni e un dialogo aperto a diverse possibili interpretazioni.Continue Reading..

01
Set

Omar Galliani. Il disegno nell’acqua

Omar Galliani. Il disegno nell’acqua

ACQUARIO CIVICO, Viale G.B. Gadio 2, Milano
15 settembre – 11 ottobre 2015
inaugurazione lunedì 14 settembre ore 18

CONCA DELL’INCORONATA, Via San Marco, Milano
15 settembre – 25 ottobre 2015
inaugurazione lunedì 14 settembre ore 19.30

conferenza stampa Acquario Civico lunedì 14 settembre, ore 12

Il progetto espositivo “Omar Galliani. Il disegno nell’acqua” si compone di una mostra collocata in due sedi: all’Acquario Civico, dove è esposto un nutrito corpus di opere di Omar Galliani, di cui molte inedite; e alla Conca dell’Incoronata in Via San Marco a Milano con un’installazione site specific.
L’iniziativa è promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Acquario Civico di Milano in collaborazione con l’Archivio Omar Galliani e la Società dei Navigli Lombardi, e gode del patrocinio della Città di Locarno.
Il progetto è a cura di Raffaella Resch e fa parte di Expo in città, il palinsesto di iniziative che accompagnerà la vita culturale di Milano durante il semestre dell’Esposizione Universale.

Omar Galliani tramite i suoi lavori crea un legame tra l’antico e il contemporaneo, tra l’arte e la multidisciplinarietà, traendo ispirazione da Leonardo, dalla storia di Milano e dall’attenta osservazione della natura e dell’uomo. Le due sedi, connesse al tema dell’acqua sono luoghi estremamente idonei per presentare le opere dell’artista, che indaga approfonditamente questo elemento naturale, attingendo dalla conoscenza scientifica per addentrarsi nella decodificazione simbolica del reale. La predilezione per il disegno, l’attenzione ad una rappresentazione naturalistica e simbolica dell’universo circostante riconducono a Leonardo e allo stesso tempo la raffinata tecnica rinascimentale ripresa da Galliani in chiave contemporanea esprime anatomie dell’universo e paesaggi dell’anima carichi di inquietudini, in un’esplosione emozionale di simboli e chiaroscuri.

“Omar Galliani. Il disegno nell’acqua prosegue il percorso artistico avviato dall’Acquario civico di Milano con la mostra Leonardo e l’acqua che si proponeva di indagare il ruolo che l’acqua ha giocato nello sviluppo del talento creativo di Leonardo da Vinci. Omar Galliani parte proprio dagli studi sulla figura di Leonardo da Vinci, analizzando il fortissimo legame che Leonardo ha vissuto con la nostra città attraverso la progettazione delle sue vie d’acqua, per poi riproporre l’acqua come elemento centrale della sua opera”. L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno sottolinea con questo inciso un aspetto fondamentale della mostra, ovvero il saldo legame del linguaggio contemporaneo di Omar Galliani con l’opera Vinciana. Numerosi i rimandi che avvicinano i lavori dell’artista anche ad un passato più recente: al Simbolismo, a l’Art Nouveau, a motivi orientali e arabescanti, sempre arricchiti da novità linguistiche e formali del tutto personali e originali.

Le opere in mostra all’Acquario – uno dei principali monumenti lasciati a Milano dall’Esposizione Internazionale del 1906 – il cui allestimento è curato dall’Architetto Mario Botta, sono collocate in corrispondenza degli ambienti della struttura idrobiologica, in cui sono presenti i diversi ecosistemi acquatici, dalle sorgenti montane al mare. La significativa selezione dei cicli pittorici di Galliani ispirati a Leonardo, datati dal 1979 a oggi, comprende opere realizzate su diversi supporti, quali la carta, il legno di pioppo, la tela gommata, il rame e la pietra, ottenute attraverso l’utilizzo di tecniche personali e originali, in cui l’acqua diventa una componente fondamentale, non solo come suggestione artistica, ma anche come medium.

Nella sezione “Immersioni”, che si snoda nel sotterraneo, al piano terreno e nel giardino esterno, sono collocate opere generate dall’immersione nel liquido, come Aquaticus Liber (1979), che si compone dei sedimenti organici e vegetali, oltre che di resti di un disegno di Ophelia d’après Millais, posto in acqua; o Nelle stanze di Ophelia (2010 – 2015), il grande dipinto di metri 4×4 su tela gommata collocato nelle vasche del giardino esterno. L’azione dell’acqua apporta modifiche e contribuisce alla completa realizzazione dell’opera stessa, aggiungendo un ulteriore valore estetico e simbolico. Un’interpretazione particolare di questo fare artistico viene data dalla curatrice Raffaella Resch nel catalogo della mostra: “l’opera d’arte in Galliani è un organismo indipendente composta da parti che si dissolvono nell’ecosistema, per ricomporsi attraverso il ciclo dell’acqua e per così dire riprodursi, allo stesso modo della natura”.Continue Reading..

01
Set

Slideluck Roma

SLIDELUCK ROMA II – POTLUCK + SLIDESHOW PROJECTION
PUBBLICAZIONE DELLA LISTA FINALE DEGLI ARTISTI

Siamo lieti di annunciare che, dopo sette anni, Slideluck Roma ritorna nella Capitale venerdì 4 settembre 2015
L’evento Slideluck Roma è possibile grazie alla partnership con NETWORK ARENE DI ROMA.

SLIDELUCK è un’organizzazione internazionale non-profit che si dedica alla creazione e al rafforzamento del senso di comunità attraverso il cibo e la fotografia. Dal 2000, Slideluck ha ospitato cene creative combinate con slideshow in più di 100 città in tutto il mondo. E’ una piattaforma per mettere in comunicazione fotografi, curatori, collezionisti e direttori creativi in un ambiente non commerciale.

NETWORK ARENE DI ROMA è una organizzazione artistica senza scopo di lucro con sede a Roma che ogni estate gestisce la proiezione di oltre 1.000 film nei cinema all’aperto, in luoghi storici della città.

ARTISTI SELEZIONATI
I nostri curatori hanno selezionato i seguenti fotografi per la proiezione finale:

Antonio Di Cecco | Barbara Leolini | Boris Eldagsen | Claudia Mozzillo | Collettivo Domino | Emanuele Camerini | Francesco Romoli | Gianluca Abblasio | Graziano Panfili | Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni | Lina Pallotta | Lottie Davies | Luca Marianaccio & Iacopo Pasqui | Luca Nizzoli Toetti | Michal Adamski | Paola Fiorini | Piergiorgio Casotti | Romina Vinci & Ella Kiviniemi | Simone Aprile | Sonia Hamza | Valeria Scrilatti

I curatori dell’evento Slideluck Roma sono Louise Clements (UK, direttore artistico di QUAD & FORMAT International Photography Festival, curatrice e scrittrice); Giammaria De Gasperis (Italia, Photo Consultant, Photo Editor e curatore. Fondatore e direttore editoriale del magazine); Maria Teresa Salvati (Italia/UK, curatrice, direttore di Slideluck Europe; direttore editoriale di Slideluck Editorial).
Il team di Slideluck Roma comprende; Joseph La Mela (Francia, artista e fotografo, direttore di Slideluck Roma); e Valentina Trisolino (Italia, storica della fotografia e curatrice. membro fondatore di Kult – Culture Visive, Press and Media Partners).
L’edizione di Slideluck Roma II sarà ospitata nel centro di Roma a pochi passi dal Colosseo, nella splendida cornice del CHIOSTRO DI SAN PIETRO IN VINCOLI, accanto a una delle più importanti basiliche della città eretta nel 1442, famosa per avere al suo interno la atatua del Mosé di Michelangelo.

SLIDELUCK ROMA – POTLUCK + SLIDESHOW PROJECTION
Slideluck Roma è fotografia, cibo e birra in una splendida location! Per l’evento, tutti i partecipanti sono invitati a portare da casa un piatto da dividere con gli altri. Il potluck (cena a buffet) inizierà alle 19, poi, dopo un paio d’ore per chiacchierare e mangiare, si abbasseranno le luci e inizieranno le proiezioni durante le quali verrà offerta birra da parte del nostro sponsor, The Brooklyn Brewery.

CHIOSTRO DI SAN PIETRO IN VINCOLI
4 SETTEMBRE 2015
Potluck Dinner: inizio ore 19
Slideshow: inizio ore 21

Continue Reading..

31
Ago

Le Onde: Waves of Italian Influence (1914–1971)

“Le Onde: Waves of Italian Influence (1914–1971)” è in mostra al museo Smithsonian’s Hirshhorn Museum and Sculpture Garden. Questa mostra di circa 20 opere della collezione del museo segue il contributo italiano apportato all’astrattismo mondiale, attraverso movimenti e tendense quali il futurismo e lo spazialismo.

Hirshhorn Museum
700 Independence Ave SW
Washington, DC 20560

Informazioni

dal 23 agosto al 3 gennaio 2016

Organizzato da: Hirshhorn, Embassy of Italy, Italian Cultural Inst

Ingresso: Libero

Immagine: Giovanni Anselmo. Invisible, 1971

scroll english version

Continue Reading..

31
Ago

Anselm Kiefer. I Sette Palazzi Celesti, 2004/2015

Dal 25 Settembre 2015 – Installazione permanente

Anselm Kiefer
I Sette Palazzi Celesti, 2004/2015

La mostra
Lo spazio che ospita l’installazione permanente de I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, inaugurata nel 2004 in occasione dell’apertura di HangarBicocca, si arrichisce di cinque nuove opere pittoriche di grandi dimensioni dell’artista. Prodotte tra il 2009 e il 2013 le tele convivono con l’unicità dell’installazione e ne ampliano i significati. Anselm Kiefer (1945, Donaueschingen, Germania) è uno di più importanti artisti tedeschi nel panorama contemporaneo.

Foto Agostino Osio. Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milano

Fondazione HangarBicocca

Via Chiese 2
20126 Milano

T (+39) 02 66 11 15 73
F (+39) 02 64 70 275
info@hangarbicocca.org

31
Ago

FAST / digiuno

FAST / DIGIUNO | PROGETTO ECONOMART DI AMY D ARTE SPAZIO MILANO
Opening 03 settembre h. 18.30

dal 3 al 21 settembre 2015

In mostra opere di: Sasha Meret, Marcin Klocek, Daniele Franzi
Site specific: -Plastica smart 2015-, nanotecnologia e riciclo, a cura dell’I.I.T. (Istituto Italiano di Tecnologia) e della Prof.ssa Athanassia Athanassiou, fisico ricercatrice e responsabile dello Smart Materials Group di Genova

FAST, un progetto per sottrazione nato da un’idea di Anna d’Ambrosio, inaugura il 3 settembre, cronologicamente dopo Memorie di Equilibrio dello scorso marzo, in cui l’elemento acqua si faceva opera di denuncia del famigerato water grabbing.

In mostra per FAST , inedito progetto economART, opere create attorno al tema del digiuno, inteso non solo come provocazione nell’anno di EXPO 2015 (che doveva essere la piattaforma di confronto di idee e soluzioni sull’alimentazione), ma come occasione di riflessione inedita, ricca di possibili interpretazioni rigeneranti.

Quasi tutti i lavori esposti sono stati pensati appositamente per la mostra, mentre altri davano già una lettura personale del digiuno come metafora di altri vuoti e sconfitte.

Scenari totalmente differenti, interpretazioni inedite e inattese del contemporaneo: un punto di vista fuori dal coro sul tema del cibo.

FAST pone il cibo come sottraendo dell’esposizione artistica, in cui i rimandi a tematiche sociali, culturali ed economiche sono tutte declinate alla sconfitta dell’umanità, proprio come su un campo di battaglia nel giorno della riflessione postuma.

La rinascita, quella proposta da FAST, passa dalla scoperta scientifica, proposta rivoluzionaria di nuove scoperte e interpretazioni, a soluzioni nuove per uno spiraglio etico di esistenza.
L’economART di Amy D Arte Spazio lo fa con l’arte responsabile degli artisti in mostra.

Ciò che resta saranno macerie, tumuli, disgregazioni laceranti e strazianti, ma anche una nuova speranza fatta, come dopo un lungo digiuno, di odori forti senza matrici, trasformazioni entropiche dello scarto declinato da rifiuto organico da macero.

Anna d’Ambrosio

Continue Reading..

27
Ago

Klee & Kandinsky

EXHIBITIONS
19/06—27/09/15
Klee & Kandinsky

Never before has such an outstanding selection of works from these two masters ever been united in one exhibition.

Paul Klee and Wassily Kandinsky – they are considered to be the “founding fathers” of “classical modernism” and their artists’ friendship to be one of the most fascinating of the twentieth century. Their relationship was shaped by mutual inspiration and support, but also by rivalry and competition – a combination that spurred both of them on in their artistic work. The exhibition “Klee & Kandinsky” traces the eventful history of this artistic relationship over the long period from 1900 to 1940 for the very first time. It draws attention to parallels and similarities as well as differences and distinctions, with an emphasis on their personal and artistic dialogue at the time of the “Blue Rider” and the Bauhaus. The exhibition was created in cooperation with the Städtische Galerie im Lenbachhaus und Kunstbau Munich, where it will be presented from 21 October 2015 to 24 January 2016.

Around 1900
“I can dimly recollect Kandinsky and Weisgerber, who were fellow students of mine. […]. Kandinsky was quiet and mixed the colours on his palette with the greatest diligence and, so it seemed to me, with a kind of studiousness, peering very closely at what he was doing.”
Paul Klee, Autobiographical text for Wilhelm Hausenstein, 1919

“[…] I served Beauty by drawing her enemies (caricature, satire).”
Paul Klee, Diaries I, 1901

“In your works, I sense primeval, bygone things wedded with mystical vibrations of spiritual possibilities for the future.”
Alfred Kubin to Wassily Kandinsky, 5.5.1910

Wassily Kandinsky moves to Munich in 1896 and studies at Anton Ažbe’s private school of painting from 1897 to 1899, and, starting in 1900, at the Kunstakademie (Academy of Fine Arts) in Munich with Franz von Stuck. Paul Klee arrives in Munich in 1898 and initially attends the drawing school of Heinrich Knirr. Beginning in 1900, he also attends Stuck’s painting class, but without getting to know Kandinsky better.

The Blue Rider
“Kandinsky wants to organize a new society of artists. Personal acquaintance has given me a somewhat deeper confidence in him. He is somebody and has an exceptionally fine, clear mind.”
Paul Klee, Diaries III, 1911

“1906 […] I thought I had come into the clear in art when for the first time I was able to apply an abstract style to nature.”
Paul Klee, Autobiographical text for Wilhelm Hausenstein, 1919

“Kandinsky, Wassily – painter, printmaker and author – the first painter to base painting on purely pictorial means of expression and abandon objects in his pictures.” Wassily Kandinsky, “Self-characterisation”, in: Das Kunstblatt, 1919

Kandinsky is a painter from the beginning. The thirteen- year-younger Klee, in contrast, is a very talented draughtsman and assesses his painting abilities very self-critically. Starting in 1909, Kandinsky devises a revolutionary new pictorial language with his abstract, large-format paintings. In 1911, he establishes the artists’ association Der Blaue Reiter along with Franz Marc; he gets to know Paul Klee in the autumn of the year. In May 1912, Kandinsky publishes the Almanach Der Blaue Reiter, in which Klee is represented with a drawing.Continue Reading..

21
Ago

Mustafa Sabbagh. #000 – TUXEDO RIOT

SI fest24 – [HABITUS] presenta:

#000 – TUXEDO RIOT
personale di MUSTAFA SABBAGH

ex consorzio di bonifica – savignano sul rubicone [FC]
vernice: venerdì 11 settembre 2015, ore 20.00
mostra: 11, 12, 13 settembre 2015 + week-end 19/20.09.2015 e 26/27.09.2015

Incipit
«L’arte non deve più essere resoconto di situazioni passate. Può diventare organizzazione diretta di sensazioni più evolute. Si tratta di produrre noi stessi, non oggetti che ci rendono schiavi».
Guy Débord, Internazionale Situazionista n.1, 1958

In John Cage era il silenzio. In Gilles Deleuze, unghie troppo lunghe. Atti rivoluzionari a partire da un habitus (o da un bad habit, come vorrebbe un Bourdieu 2.0) che deflagrano in rivoluzione, e tradiscono arte. Come il silenzio di Cage, come le unghie di Deleuze, al SI Fest 2015, Mustafa Sabbagh presenta #000 – Tuxedo Riot: la sua rivoluzione in smoking.
Abito nero: eleganza e anarchia, perché – da Platone a Edgar Wind – «Se il massimo desiderio di un uomo è quello di vivere senza fastidi, forse il miglior consiglio che gli si può dare è di tenere l’arte lontana da casa sua ». La natura seppellisce qualunque tragedia pur di formalizzare la propria bellezza, ma il nero di un silenzio, o di unghie che graffiano, è più assordante di un bombardamento, brucia più di una ferita aperta.
In mostra i rivoluzionari in smoking di Mustafa Sabbagh, che presenta al SI Fest anche un ciclo di opere inedite: Madri nere, nere Vesperbilder, Veneri di fumo e soldati di catrame, estasi mistiche pervase da una calma apparente – in natura, nell’uomo, e in uno #000 – che porta in sé il germe della rivoluzione, pronto ad attecchire sui santi = sugli uomini.
Tuxedo come una lezione di semiotica da chi ha fatto propria la lezione di Simmel e di Goffman, perché «Non è il caso di avere paura né di sperare; si tratta piuttosto di cercare nuove armi ». Si respira rivoluzione nei petali sparsi, che tradiscono tempeste recenti; si respira rivoluzione nelle vene pulsanti, che tradiscono rabbie latenti.
«Lo stanco ha esaurito solo la messa in atto, mentre l’esausto esaurisce tutto il possibile. Lo stanco non può più realizzare, ma l’esausto non può più possibilizzare ». Riottosi esausti come dannati beckettiani, svuotati ma mai stanchi, pronti a riempire il nulla di uno #000 in creazione inesauribile, diretti dal cantore di una bellezza riconoscibilissima negli stilemi che lo hanno reso celebre, nel panorama internazionale dell’arte contemporanea: una bellezza elegante, autistica, destabilizzante. In una parola: rivoluzionaria.Continue Reading..

18
Ago

HARRY GRUYAERT

HARRY GRUYAERT
15 September – 31 October 2015

Open: 11:00 – 16:30, Wednesday – Friday

The first solo UK exhibition of work by Magnum Photographer Harry Gruyaert will open at the Magnum Print Room in September. The exhibition will showcase over 30 works by Gruyaert who is known for his revolutionary and experimental use of colour.

The exhibition will span Gruyaert’s work from 1972 to 2004, shot in diverse locations including Bosnia, Belgium, Egypt, France, Ireland, Mali, Russia and the US. Greatly influenced by the American tradition epitomised by Saul Leiter, William Eggleston and Stephen Shore, and by the cinema aesthetics of François Truffaut and Michelangelo Antonioni, Gruyaert created a highly personal palette of saturated tones. His work helped to define a new territory for color photography: an emotive, non-narrative, and boldly graphic way of perceiving and communicating the world.

Also on display will be a small selection of Gruyaert’s photographs from his distorted television images series, shot directly from a broken television screen on which he could manipulate the colours. The four works on show are of the 1972 Munich Olympics and are a parody of the conventions of the current affairs photostory. This body of work was controversial when first exhibited in Paris in 1974, viewed as a disrespectful assault on the culture of television with a radical challenge to the conventions of press photography. Gruyaert himself views these works as the closest thing to journalistic photography he has ever made.
The exhibition coincides with the launch of the first English language monograph of Gruyaert’s work. Harry Gruyaert, published by Thames & Hudson, includes a foreword by François Hébel and 80 colour illustrations, RRP £40.Continue Reading..