Category: arte

19
Set

David Seidner

3 settembre 2016 – 1 novembre 2016

In occasione dei 25 anni di 10 Corso Como, la Galleria Carla Sozzani presenta per la prima volta in Italia una mostra inedita di David Seidner, uno dei massimi esponenti della fotografia di moda degli anni ‘80 e ‘90. La mostra prevede un corpus di cinquanta fotografie provenienti dall’International Center of Photography di New York, che ripercorrono la sua ricerca fotografica in oscillazione continua tra la moda, il ritratto e la storia dell’arte. Nato a Los Angeles nel 1957, a diciassette anni si trasferisce a Parigi per lavorare come fotografo e in breve tempo le sue foto sono pubblicate dalle più importanti riviste. Le sue collaborazioni con il mondo della moda iniziano a diventare sempre più fertili e le sue immagini presto documentano couturiers come Azzedine Alaïa, Chanel, Mme Grès, Jean Patou, Ungaro e Valentino. Nel 1980 lavora su esclusiva per Yves Saint Laurent per due anni. David Seidner è scomparso prematuramente nel 1999 a soli quarantadue anni, lasciando una serie di opere che testimoniano la sua personale ricerca sulla fotografia e la storia dell’arte, dove cercava di apportare quella che considerava la propria “prospettiva filosofica”. “Ciò che più mi interessa è evocare lo spirito della pittura attraverso la piega di un tessuto, la posizione di una mano, la qualità della luce sulla pelle”.

Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – 20154 Milano, Italia
tel. +39 02 653531 fax +39 02 29004080
press@galleriacarlasozzani.org

Immagine: Lips, 1988 © International Center of Photography, David Seidner Archive

19
Set

Fiona Tan. Geography of Time

MMK 1
16 September 2016 — 15 January 2017
The artist Fiona Tan (b. 1966) is among the outstanding artists of her generation. The survey “Geography of Time” at the MMK 1 will focus on major works from her film œuvre – for example the double projection “Rise and Fall” produced by the artist in 2009 for the Dutch Pavilion at the Venice Biennale – as well as on the latest developments in her work, which increasingly takes the form of installation environments.

Fiona Tan employs film, photography, installation, audio and text to pose fundamental questions on the identity of man in the twenty-first century: how do we see ourselves, and how can we understand the mechanism that determines our perspective on others? Her moving and intensely human works explore history and time and our place within them. In filmically striking images and installations, Tan addresses how our own memories influence our perceptions of the present. In her imagery, the boundaries between personal and collective memory, interior and exterior, fiction and reality dissolve.

Memory and identity have been recurring themes in Fiona Tan’s œuvre since the beginning of her artistic career. Inspired by her own cultural background – she was born in Indonesia the child of Chinese-Australian parents, grew up in Australia and later moved to the Netherlands – the issue of the global cultural imprint plays a particularly decisive role in her work. Presented in a fascinating exhibition architecture designed by Fiona Tan herself, the show at the MMK will pursue these leitmotifs in works like “Diptych” (2006–11), consisting of filmic portraits of twins, highly elaborated video installations such as “Nellie” (2013), or the artist’s recent mixed-media works and object installations, for example “Ghost Dwellings” or 1 to 87.

Opening: Friday, 16 September 2016, 8 pm at the MMK 1Continue Reading..

18
Set

Quentin Carnaille. ATTRACTION

ATTRACTION by Quentin Carnaille

CAP Contemporary Art Platform in Kuwait

extended until the 28th of October 2016

Two systems separated by a void: one dives from on high, the other emerges from the earth, going towards one another, without ever meeting. Controlled by an invincible mutual attraction, each one is looking for the other, but cannot find it, in a common effort to bridge a distance that keeps them apart.

This work evokes the difficulty of meeting through the experience of a painful separation, an unceasing effort to meet, but in vain. An impossible object of desire still ardently coveted, the unhappy but visible union implicitly reveals an unseen connection, one of the strongest, through which the subjects develop the hope of an encounter.

“Without contraries there is no progression. Attraction and Repulsion, Reason and Energy, Love and Hate, are necessary to Human existence.” William BlakeContinue Reading..

18
Set

NICOLA CARRINO

A arte Invernizzi

NICOLA CARRINO
DE/RI/COSTRUTTIVITÁ. PROGETTO A ARTE INVERNIZZI. DISEGNI. RILIEVI. SCULTURE.
2 AMBIENTI. 1959.2016.

Inaugurazione LUNEDI 26 SETTEMBRE 2016 ore 18.30

La galleria A arte Invernizzi inaugura lunedì 26 settembre 2016 alle ore 18.30 De/Ri/Costruttività. Progetto A arte Invernizzi. Disegni. Rilievi. Sculture. 2 Ambienti. 1959.2016., una mostra personale di Nicola Carrino a carattere antologico. Processo unitario determinato in due ambienti conseguenti in rapporto con lo spazio della galleria.

“Ricostruttività. Reconstructing City. Ricostruttivo 1/69 E.2016. Tutte le arti concorrono alla Città. Fa urbanistica lo scultore, fa urbanistica il pittore, fa urbanistica persino colui che compone una pagina tipografica. La scultura è la forma del luogo, anzi il luogo stesso. Sono i principi che unitariamente richiamano e governano la mia visione del fare, produrre, pensare, comunicare l’arte. La scultura non è produzione di oggetti, ma comunicazione di pensiero. In questo l’oggetto è indispensabile. Tra l’architettura e la scultura, lo scarto è solo nella dimensione oggettuale. Intorno all’oggetto realizzato si mostra e si realizza nel pensiero, l’idea, la virtualità e la realtà dell’essere. Dell’esistente. Del suo affermarsi e procedere. L’arte è processo dinamico evolutivo del reale. I ‘Costruttivi Trasformabili’ sono organismi plastici modulari che svolgono azione processuale nel tempo e nello spazio della realtà contingente. L’artista comunica negli spazi dell’estetico nella possibilità propria della ricerca, e quindi nel luogo pubblico dell’estensivo urbano comunicativo. Con la presenza e il pluriaccostarsi delle unità generanti modulari. Nei blocchi possibili aggregativi. Nella dispersione della virtualità propalatrice. Ridefinendosi di volta in volta Ricostruttivamente. Nel Costruirsi, Decostruirsi, Ricostruirsi urbano ed urbanistico. Quale contenitore aggregativo di forme e dell’esistente civile, sociale e politico”, così scrive Nicola Carrino nel testo introduttivo alla mostra.

In tal senso, il primo Ambiente al piano superiore della galleria ripercorre l’iter creativo dell’artista, partendo da Progetto Spazio aperto (Realtà n.2) del 1959 e dai primi “Costruttivi” del 1963, passando alle “Strutturazioni plastiche” e “Strutture modulari” del 1964 e 1965 e quindi all’insieme costruttivo “Trasformazione dello spazio/Ellissi”, “Ellissi”, “Costruttivi/Ellissi”, con opere in parte già esposte nella sala personale alla Biennale di Venezia del 1986.

Conseguentemente il secondo Ambiente al piano inferiore, determina lo spazio con 13 differenti “Situazioni Reconstructing City” dell’attuale Costruttivo 1.69 E. 2016, organismo plastico trasformabile, composto da 57 moduli scalari in acciaio inox, appositamente realizzato per la mostra.Continue Reading..

18
Set

Roberto Almagno. Tracce

MAAB Gallery è lieta di presentare, nei rinnovati spazi di via Nerino 3 a Milano, la mostra personale di Roberto Almagno, Tracce, a cura di Marco Meneguzzo.

La mostra verrà inaugurata giovedì 29 settembre e sarà aperta al pubblico fino al 18 novembre 2016.

Una significativa selezione di sculture, tra cui Memoria (1997-2000), introdurrà il visitatore nell’incantato universo creativo di Almagno. A partire degli anni ’80, dopo un breve periodo di sperimentazioni e indagini sulla materia, Roberto Almagno (Aquino 1954) abbandona l’uso dell’argilla, del ferro e della roccia, eleggendo il legno quale unico materiale delle sue sculture. Rami, caduti e dispersi nei boschi che sorgono attorno a Roma, raccolti e lavorati lentamente; il legno dapprima dirozzato con delle raspe, viene lavorato con acqua e fuoco e gradualmente plasmato e modellato fino a raggiungere la curvatura e la perfezione formale desiderata. Gli elementi lignei, sottili e flessi, coperti da una velatura scura che assorbe la luce in maniera omogenea, sono infine assemblati tra loro in equilibri precari, apparentemente impossibili, che sfidano le leggi di gravità. Creazioni atemporali e pure, che richiamano la semplicità classica, e che appaiono, come afferma l’artista stesso, come “anime vaganti sulle quali non pesa alcuna ombra”.
L’esposizione è arricchita da una serie di lavori su carta appartenenti alla serie intitolata Ombre (2000-2005). Seppur liberato dal ruolo complementare di bozzetto, il disegno appare in stretta connessione con l’indagine plastica condotta da Almagno; la superficie della carta accoglie tracce di materia, quali la cenere e la fuliggine, confricata manualmente dall’artista e, in questo modo, parzialmente assorbita dal supporto.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue italiano e inglese con testo critico di Marco Meneguzzo.Continue Reading..

14
Set

Mario Cresci. Ri-creazioni

Immagini d’energia tra memoria e futuro

15 settembre – 16 ottobre 2016

Ri-creazioni è il progetto che rilegge, ricrea e reinventa i materiali dell’Archivio Fotografico Eni attraverso lo sguardo e la sensibilità di Mario Cresci, per dare vita a un ampio percorso di approfondimento all’interno del complesso universo creativo del fotografo, tra le sue tecniche, le sue intuizioni e le sue invenzioni.
L’Archivio Fotografico Eni custodisce centinaia di migliaia di materiali, tra stampe in bianco e nero e a colori, diapositive e negativi. Si tratta di un patrimonio di alto valore storico e artistico, capace di offrire uno spaccato di tutto il XX secolo nel racconto dell’evoluzione storica, industriale e culturale Italiana.
Le fotografie dell’Archivio Eni, scattate con intento scientifico e documentaristico, diventano opere d’arte grazie all’intervento del fotografo ligure, creando un rigenerante cortocircuito creativo tra le intenzioni degli autori originali e il lavoro di Cresci.
Attraverso lo sguardo di Cresci il visitatore esplora i diversi materiali, sala dopo sala, seguendo le logiche della ri-creazione: il fotografo invita a una riflessione sugli elementi della natura portatori di vita ed energia, sulla fisica, la geometria e le percezioni che noi ne abbiamo.
La mostra si propone come l’occasione per presentare al grande pubblico non solo le risorse culturali custodite dall’Archivio, ma anche la storia dell’azienda e della sua attività con uno speciale focus sul tema dell’innovazione tecnologica che Eni promuove, offrendo allo stesso tempo la possibilità di approfondire le tecniche di lavoro sperimentale di Mario Cresci.
Le storie raccontate dalle immagini conservate prendono in questo modo nuove forme inedite e Cresci regala al visitatore un nuovo sguardo sulle cose. La mostra è promossa nell’ottica di una ricerca continua, un’indagine scientifica e artistica. È un racconto sull’infinito potenziale della materia dal punto di vista tecnico-scientifico e artistico.Continue Reading..

05
Set

Frida Parmeggiani. Figurazioni tessili

Dal 16 settembre 2016 all’8 gennaio 2017
Merano celebra Frida Parmeggiani
in occasione del suo 70°compleanno

Gli spazi di Merano Arte accolgono una serie di nuove creazioni realizzate da una delle più importanti e celebrate costumiste teatrali. E al Palais Mamming Museum, i progetti How to become Frida, Approcci a Frida e gli scatti di Elisabeth Hölzl, ripercorrono le fasi di realizzazione dei costumi e la lunga collaborazione con il grande regista americano Robert Wilson.

Dal 16 settembre 2016 all’8 gennaio 2017, Merano celebra Frida Parmeggiani, una delle più importanti e famose costumiste teatrali, di origini meranesi, in occasione del suo 70° compleanno.

La mostra, dal titolo Figurazioni tessili,seconda tappa di un percorso che tocca il Mozarteum di Salisburgo dal 21 luglio al 3 settembre, si divide in quattro sezioni ospitate rispettivamente da Merano Arte e dal Palais Mamming Museum.

Disegnatrice di costumi tra le più apprezzate a livello mondiale, nel corso della sua quarantennale carriera, Frida Parmeggiani ha collaborato con registi del calibro di Rainer Werner Fassbinder, Samuel Beckett e Andrè Heller, allestendo già nel 1978 la rappresentazione della Lohengrin di Wagner per proseguire, nel 1987 con tutte le quattro parti del ciclo operistico wagneriano presso i Bayreuther Festspiele. Per i Salzburger Festspiele ha creato dei costumi fantastici e indimenticabili, come quelli per le rappresentazioni di Herzog Blaubarts Burg, Pelléas et Mélisande, Mitridate e La morte di Danton. Frida Parmeggiani ha inoltre lavorato con artisti quali Lou Reed, David Byrne e Tom Waits.
Dal 1987 Parmeggiani ha realizzato i propri costumi, quasi esclusivamente per gli allestimenti teatrali del maestro americano Robert Wilson. La collaborazione tra i due ha condotto a una serie di rappresentazioni memorabili ad Amburgo, Zurigo, Salisburgo, Parigi, Madrid e New York, apportando nuovi parametri all’interno del mondo internazionale dell’Opera e del Teatro, sia in ambito costumistico che nell’uso delle luci.
Il percorso espositivo allestito a Merano Arte presenterà alcune nuove creazioni, composte da 13 figure singole, delle vere e proprie sculture tessili, attraverso le quali si analizzerà il rapporto di tensione tra natura, spazio, volume e tessuti.
Per la prima volta, Frida Parmeggiani ha potuto lavorare senza rapportarsi con attori o confrontarsi con sceneggiature, trovandosi libera di esprimere, in modo statico e scultoreo, il proprio linguaggio formale minimalista. Tessuti pregiati – feltro di lana lievemente melangiato, panno di lana pesante, lino sottile, doppia organza di seta o seta con fibra di ananas – in combinazione con elementi in metallo si sviluppano come installazioni di elevato livello estetico.
Cromaticamente giocate sul bianco e nero, le opere tessili indicano una moltitudine di variazioni in modo da divenire, al tempo stesso, tessuto e scultura. Accanto a questi elementi formali, i suoi lavori racchiudono al loro interno anche un aspetto autobiografico, esprimendo le esperienze e i sogni della propria creatrice.
L’allestimento è stato sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Scenografia e Costumistica, Cinema e Allestimento architettonico dell’Università Mozarteum di Salisburgo sotto la supervisione del professor Henrik Ahr insieme agli studenti Anna Brandstätter, Rubi Brockhausen, Miriam Hölzl, Charlina Lucas, Lisa Nickstat e Amelie Ottmann.

Approcci a Fridaè il titolo di una delle 3 sezioni ospitate al Palais Mamming Museum di Merano. Qui, attraverso cinque brevi documentari, realizzati dagli studenti dell’Università Mozarteum di Salisburgo sotto la guida del professore Alexander du Prel, si racconta la genesi delle nuove creazioni, l’ambiente dietro le quinte e la lunga, simbiotica collaborazione con Robert Wilson. Il progetto How to Become Frida consiste in una serie di installazioni realizzate da 6 studenti dell’Università Mozarteum di Salisburgo, che approfondiscono le straordinarie capacità artistiche di Frida Parmeggiani. L’ultima sezione intitolata Working with Frida è dedicata alle sequenze fotografiche realizzate dall’artista Elisabeth Hölzl che, nel corso di due anni, su incarico di Merano Arte, ha documentato la nascita e realizzazione dei costumi.Continue Reading..

05
Set

Matteo Pugliese. Spiriti ostinati

DAL 4 GIUGNO AL 15 SETTEMBRE 2016
LE SCULTURE DI MATTEO PUGLIESE
IN MOSTRA ALLA VERSILIANA DI MARINA DI PIETRASANTA (LU)

L’esposizione, dal titolo Spiriti ostinati, ripercorre la stagione creativa più recente dell’artista milanese, attraverso 35 opere appartenenti alle serie Extra Moenia, Custodi e Scarabei.
Per la prima volta, saranno presentati alcuni lavori inediti in marmo e vetro soffiato e all’ingresso del parco della Versiliana, sarà installata la grande scultura – oltre 6 metri d’altezza – Die Mauer.

La Versilia, terra d’arte e d’artisti, si appresta ad accogliere dal 4 giugno al 15 settembre 2016, a Marina di Pietrasanta (LU), la mostra Spiriti ostinati dello scultore Matteo Pugliese (Milano, 1969). La rassegna, ospitata all’interno dell’Area Festival del Parco della Versiliana, presenta trentacinque opere di Matteo Pugliese in grado di raccontare la sua produzione plastica più recente.
L’esposizione, allestita nella Villa La Versiliana e nel suo parco, che agl’inizi del ‘900 fu dimora di Gabriele D’Annunzio, è presentata da Philippe Daverio e curata dalla Imago Art Gallery di Lugano con il coordinamento artistico della Fondazione Versiliana, inserita nel più ampio progetto S.T.ART (Save Tourism & Art) promosso dal Comune di Pietrasanta.
All’ingresso del parco, la monumentale scultura Die Mauer – oltre 6 metri di altezza -, realizzata nel 2009 per il ventennale della caduta del muro di Berlino, aprirà il percorso espositivo che si declina attraverso le tre serie più conosciute e apprezzate dell’artista milanese. Da un lato, quella degli Extra Moenia, gli uomini che tentano una dolorosa rinascita attraverso una lotta con una materia-muro che li imprigiona, che impedisce loro di vivere, di crescere, di esprimersi.
Sono opere in bronzo in cui è chiara la matrice classica e il tributo alla plastica rinascimentale ma che si distinguono per essere, al tempo stesso, straordinariamente attuali e contemporanee nella frammentazione del soggetto in più parti e nell’interazione con la parete che diventa parte integrante dell’opera.Continue Reading..

05
Set

Alain Ledezma. Un triángulo tiene sus…

A cura di Barbara Fragogna

10 settembre – 1 ottobre 2016

La via più chiara verso l’Universo è attraverso una foresta selvaggia. John Muir

La Fusion Art Gallery presenta UN TRIÁNGULO TIENE SUS TRES ÁNGULOS IGUALES A DOS RECTOS SIN EL PRINCIPIO DE LA INMORTALIDAD DEL ALMA, mostra personale dell’artista messicano Alain Ledezma che in questa esposizione concentra il focus della sua ricerca sulla trasformazione della materia in tutti i suoi stati: biologico, storico, geografico, politico, umano e cosmico attraverso una selezione di video, disegni e manufatti grafici.

La carta è la pelle

Brevi note su Alain Ledezma

 di Barbara Fragogna

La carta/schermo è la pelle, la pelle è un filtro, una membrana traspirante che seleziona e trasuda impulsi intimi (personali) trasponendoli verso l’esterno (pubblico) e che assorbe le percezioni esotiche (di vita) r-accogliendole per assimilarle e poi rielaborarle rinnovandole in un continuo ciclo (il mito). Tessuto connettivo tra “dentro | fuori “, ” sotto | sopra “, ” passato | futuro”. La pelle è il momento presente, l’inter-medium e l’intermediario, il gateway, la transizione e la trans-migrazione alla ricerca di un dialogo con l’entità indefinita che compone il Tutto.
Ogni fase di transizione, ogni movimento permea gli strati (i livelli) fluidificando e solidificando il suo continuo movimento lasciando come risultato un’impronta sulla carta, un’ombra, una traccia. Il disegno. Il disegno che impressiona la carta-pelle come se fosse una pellicola fotografica ipersensibile è la costellazione grafica che emerge e tatua la pelle dell’artista. La stessa costellazione grafica che si incarna negli occhi di chi osserva (in semioscurità) lasciandoci sopraffatti dal senso di déjà vu. Perché noi (gli spettatori) non abbiamo mai visto questi simboli così peculiarmente intrecciati, specchiati, dis-ordinati. Non ne possediamo ancora la chiave interpretativa, ma li conosciamo comunque bene: i segni, il rito, la magia sciamanica di una scrittura fatta di immagini ricorrenti, un geroglifico totemico, piramidale, la composizione cosmologica pre-colombiana.Continue Reading..

30
Ago

SHOZO MICHIKAWA. AROUND THE NATURE

Il Giappone a Faenza

AROUND THE NATURE, SHOZO MICHIKAWA AT MUSEO ZAULI – mostra personale

Museo Carlo Zauli I via Della Croce, 6 I Faenza I Inaugurazione 1 settembre, 19.30

2 Settembre – 2 Ottobre 2016

In occasione di Argillà Italia, Officine Saffi presenta dal 2 Settembre al 2 Ottobre 2016 la personale Around the Nature, Shozo Michikawa at Museo Zauli realizzata in collaborazione con il Museo Carlo Zauli di Faenza.

Inaugura giovedì 1 settembre alle ore 19.30 la mostra Around the Nature, Shozo Michikawa at Museo Zauli. Un gemellaggio culturale, quello tra Zauli ed il Giappone che ha radici molto lontane – è stato molto intenso lo scambio tra l’artista ed il paese nipponico, con diversi cicli espositivi ospitati dalle istituzioni nipponiche tra il 1974 e il 1981 – e che grazie alle Officine Saffi si rinnova presentando una selezione di opere di Shozo Michikawa della collezione Officine Saffi e alcuni lavori inediti realizzati appositamente per la mostra in un’installazione suggestiva nella stanza dei vecchi forni e nella cantina delle argille, ovvero in quello che era lo studio d’artista di Carlo Zauli e che oggi è diventato sede del Museo e centro culturale.

“Luoghi nei quali il secolare lavoro della ceramica ha lasciato un’impronta profonda nei colori e nell’atmosfera stessa dello spazio e nei quali la misteriosa e naturale armonia tra muri, pareti, oggetti, opere di Zauli e del Maestro giapponese pare perfettamente compiuta, rendendo quasi tangibile uno spirito che dall’argilla passa alla forma.” L’artista giapponese proveniente da Seto, uno dei Nihon Rokkoyo, ovvero i sei più antichi centri ceramici del Giappone, è oggi uno dei più importanti esponenti della grande tradizione artistica giapponese. Le sue sono opere d’arte essenziali e dense che traggono ispirazione dalla natura. “L’energia della natura è davvero immensa” afferma Shozo …”Non importa quanto la nostra scienza o la nostra civilizzazione possano evolvere, il potere dell’essere umano è insignificante a confronto con i minacciosi eventi della natura come i tifoni, i terremoti, gli tsunami o i vulcani in eruzione.… Le mie attività creative personali sono state ispirate da vari fenomeni del mondo naturale, anche quelli a cui si può assistere nella vita di tutti giorni.”*

Un impulso originario che accomuna Carlo Zauli e Shozo Michikawa pur lavorando in tempi lontani e con pratiche diverse e di cui scrive Matteo Zauli, direttore del Museo:

“E’ il modo di sentire e di rivivere la Natura nelle forme a costituire il terreno culturale comune all’universo zauliano e alla scultura ceramica giapponese contemporanea e, in particolare, all’opera di Shozo Michikawa. Riferimento costante dell’opera del Maestro giapponese che per sua stessa ammissione non si discosta mai dal riferimento oggettuale, la forma vaso è altresì origine di tutta la ricerca ceramica di Carlo Zauli, diventandone dal 1976 anche cardine scultoreo attraverso la stagione degli sconvolti”.

Lavori che partono quindi dalla forma utilitaria dei vasi o delle ciotole e che vengono elevati ad opere d’arte plastiche. Masse di terra plasmate dalla sacralità del gesto dell’artista, che presentano molteplici tagli e sfaccettature realizzate senza che Shozo tocchi mai con le mani l’opera fino al momento della cottura.

“Armonie ed equilibri tra materia e archetipo antropologico che nel lavoro dei due artisti trovano un perfetto punto di equilibrio, quasi a rappresentare nella forma un rapporto ideale tra uomo e natura”.

Durante Argillà e in occasione della mostra, Shozo Michikawa terrà un workshop presso il Museo Zauli dove dimostrerà i procedimenti unici di creazione delle sue opere.

*Shozo Michikawa, saggio dal catalogo della mostra Fo
rbidden City.Continue Reading..