Category: arte

01
Giu

Omar Galliani. Ancora nuovi voli

Si inaugura Sabato 3 Giugno alle ore 18 ” Ancora nuovi Voli”, l’immaginifico viaggio di Omar Galliani all’interno di Villa Lysis, la storica dimora che il Conte Fersen fece costruire a inizi ‘900 sul tetto di Capri.

A cura di Maria Savarese, con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee ed il Patrocinio della Città di Capri, Omar Galliani giunge in volo a Capri, per la prima volta, con una mostra che rifiuta ogni tipo di cornice, se non quelle architettoniche che fanno da sfondo naturale alla Villa. L’esposizione prevede l’allestimento inedito di sei opere finora chiuse nel “cassetto dei disegni” dell’artista: ad accogliere i visitatori, un grande ricamo siamese rosso su fondo nero, adagiato sul pavimento d’ingresso con 4 gocce di cristallo purissimo ai lati. Due lunghe ali a matita e carboncino su carta disposte, a specchio, sulle pareti delle stanze superiori; attorno, tre piccole raffigurazioni di voli sospesi tra Ganimede, Perseo e altri mitici viaggiatori fanno da contraltare. Un ultimo grande ricamo nel “fumoir”, o stanza dell’oppio, conclude il percorso. Consapevole della vastità semantica legata al tema delle ali tra Oriente e Occidente, dai babilonesi ai cristiani, Omar Galliani vuole prepararci ad un volo che leggero sfreccia dall’alto delle mura della Villa.

“Inremeabilis Error “, la possente ala che ha scelto di esporre, datata 1978 e disegnata in punta sottile di grafite  su di un foglio esteso oltre tre metri per due, convive con  due rari e unici ricami  di ampie  dimensioni: una figura femminile ” Siamese ” e una “Chimera”, entrambe realizzate nel 2004. Un voyage à rebours, percorribile anche attraverso il libro che fa da corredo alla mostra, pensato come un taccuino di viaggio, sulle orme di artisti giunti sull’isola in passato. Un allestimento studiato quindi per il luogo che lo ospita, un ambiente di per sé ricco di contrasti, maestosamente sacrale e dal forte richiamo simbolico al mondo orientale. Galliani, maestro del disegno italiano e figura di spicco della scena artistica mondiale, ricostruisce la classicità di questa sua nuova tappa con una specifica sensibilità contemporanea.

La mostra sarà visitabile fino al 2 Luglio, durante l’orario di apertura della Villa-Museo affidata dal Comune di Capri ad Ápeiron, l’associazione incaricata dei servizi turistici di assistenza, promozione e valorizzazione del sito.Continue Reading..

28
Mag

Gehard Demetz. Introjection

Dal 23 giugno al 10 settembre 2017 si svolge al MACRO la mostra Introjection di Gehard Demetz, a cura di Marco Tonelli, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e realizzata in collaborazione con la Galleria Rubin di Milano.

Gehard Demetz (Bolzano, 1972) utilizza come materiale esclusivo della sua scultura  il legno, a cui ha saputo dare nel corso degli anni una devianza contemporanea, uno scarto dalla regola e dalla funzionalità artigianale. Dando l’impressione, oltre che di scolpire, anche di comporre le opere attraverso assemblaggi di blocchetti di legno, Demetz introduce nelle sue sculture effetti di sfasamenti cromatici, distorsioni, allungamenti, anamorfosi, accorciamenti dimensionali, favoriti dall’uso di iconografie religiose, infantili, architettoniche, archetipiche, che conservano senso della memoria e della storia per dargli una nuova veste in chiave profondamente psicologica. La sua mostra “Introjection” si ispira quasi esclusivamente a tematiche legate ad iconografie sacre sia livello liturgico (tabernacoli) che architettonico (chiese) o devozionale (Maria Vergine e Sacro cuore), a cui fanno da contrappunto immagini profane e dissacratorie (Hitler e Mao) e laiche (fienili della Val Gardena), in cui a predominare è la dissonanza, la dissolvenza, la metamorfosi tra condizione infantile e adulta, tra predestinazione e maledizione. Il progetto espositivo che si presenta al MACRO offre molteplici spunti per indagare le possibilità di una tecnica atavica (parte integrante della formazione “tedesca” e comunque nordica di Gehard Demetz) che si mette in ascolto di pressioni e drammi contemporanei (si veda il rilievo assemblativo di tipiche e dozzinali figurine da presepe, raggruppate come fossero un’unica massa indistinta, quella di immigranti stipati su barconi), una tecnica che esalta l’aspetto squisitamente materico della scultura, levigato e reso più morbido dal modo stesso di trattare le superfici di legno, spesso dipinte a creare stacchi inattesi tra materia e immagine, facendo della scultura una immagine oltre che un oggetto. Un progetto quindi di ricerca in bilico tra memoria, devozione, simbologia e tradizione, unitamente ad una immediatezza ed istantaneità comunicativa che è tipica della contemporaneità dei nostri linguaggi più avanzati.Continue Reading..

27
Mag

Francesco Pedrini. Amplitude

Amplitude è un momento del percorso di ricerca di Francesco Pedrini, nato dall’esigenza di comprendere e contenere il cielo.
Dal 2009 l’artista bergamasco cerca di fermare il contemporaneo infinito ridisegnando tutte le stelle della volta celeste. L’incontro con specie di telescopi acustici apre a una ulteriore dimensione di confronto, mediata da poetici strumenti di ascolto del cielo. La cecità gestuale e ottica genera un cortocircuito assoluto. L’illustrazione del buio della contemporaneità del filosofo Giorgio Agamben guida come un faro la ricerca sulle dimensioni dello spazio di Pedrini: “Nell’universo in espansione, le galassie più remote si allontanano da noi a una velocità così forte che la loro luce non riesce a raggiungerci. Quel che percepiamo come il buio del cielo è questa luce che viaggia velocissima verso di noi e tuttavia non può raggiungerci, perché le galassie da cui proviene si allontanano a una velocità superiore a quella della luce. Percepire nel buio del presente questa luce che cerca di raggiungerci e non può farlo, questo significa essere contemporanei”. Lo spostamento verso la chiusura degli occhi, nel tentativo di ascoltare il cielo, è conseguenza dell’incontro fallimentare con un infinito che per essere approssimato dai nostri sensi obbliga alla ricerca di nuove aperture. Ma al contempo è un esercizio dell’ampiezza. In mostra si vedono disegni ottenuti con l’impalpabilità della polvere, che è materia di cui è composto l’universo e gli oggetti che va a disegnare: stelle, nebbie, tornado.
Pedrini crea protesi per un atto di puro ascolto del cielo, ispirandosi alle strumentazioni antiaeree della prima guerra mondiale, tramite le quali soldati e civili erano obbligati a decifrare i suoni che arrivavano dal cielo per proteggersi e sopravvivere. Feriti di guerra ciechi erano utilizzati come ascoltatori del cielo per intercettare aerei nemici, perché avevano acuito i sensi dell’udito. È partendo da queste considerazioni che l’artista ha costruito un proprio sound locator per captare i suoni della nebbia e dell’universo. Non ricercando la bellezza, né lo stile della forma, bensì un utilizzo plausibile di questi apparati. Pedrini ha fabbricato in modo artigianale questi strumenti paradossali per indirizzare l’ascolto verso ciò che si muove al di là del mondo, strumenti che devono evocare anche le forme delle trombe d’aria.

I disegni dei tornado – fatti di polveri, pigmenti e grafite su una base d’acqua – sono materia d’indagine formale di tutte le innumerevoli formazioni che i vortici d’aria possono avere. L’approssimazione di un cammino precede una forma tangibile, mentre continuo è il fallimento di bloccare la mutevolezza di elementi eterei.
L’idea di adottare un metodo di avvicinamento a manifestazioni di infinito è giunta a Pedrini durante un viaggio in Argentina. Nelle prime foto da lui realizzate nel campo di Pietra Pomez capisce che la sua ricerca vuole cogliere i caratteri universali del punto in cui nulla e infinito entrano in contatto. Il lavoro di Pedrini si sta spostando verso soggetti prossimi al nulla.
Che cosa significa sentire il vento e guardare le mutazioni del giorno nella notte? Che cosa si vede guardando dentro al buio del tempo?

FRANCESCO PEDRINI. AMPLITUDE
a cura di Sara Benaglia e Mauro Zanchi

BACO – Base Arte Contemporanea Odierna
Palazzo della Misericordia, via Arena, 9 – Città Alta, Bergamo

In occasione di Art Date 2017
Inaugurazione: domenica 28 maggio, alle ore 11
Dal 28 maggio al 25 giugno 2017

Apertura: sabato e domenica, dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30. Da lunedì a venerdì apertura su appuntamento.

25
Mag

Sara Bonaventura. Come se il colore stesse a guardarti

Martedì 30 maggio alle ore 19:30, Adiacenze inaugura la mostra “COME SE IL COLORE STESSE A GUARDARTI” di Sara Bonaventura, a cura di Ester Grossi.

Per questa occasione Sara Bonaventura, con la supervisione di Ester Grossi che per l’occasione dismette i panni dell’artista per vestire quelli della curatrice, parla di colore, di sensazioni date dall’immersione dello spettatore che diviene parte integrante delle opere presentate. Due sono i soggetti della mostra: il colore e il corpo, in dialogo serrato formato da un do ut des di espressioni non verbali che possono essere alle volte disturbanti e alle volte concilianti, respingenti o inglobanti.

Due sono le opere presentate per i due ambienti espositivi. La mostra si apre con una videoinstallazione: un trittico che è la reinterpretazione site specific del video Traits Féminins realizzato in precedenza da Sara Bonaventura in collaborazione con la danzatrice e coreografa Annamaria Ajmone. Concept principale del video è di ibridare choreia e grafia, danza e grafia attraverso un processo di animazione. Durante la recente residenza a Signal Culture a Owego (NY), la Bonaventura ha lavorato sul video attraverso l’uso di cavi e manopole di modulazione, espandendone i significati possibili e rendendo preponderante la variabile cromatica.

Nel seminterrato, la seconda opera alla quale si accede tramite una vera e propria immersione inside the rainbow. L’invasione dei colori e la loro predominanza dell’installazione precedente in questa installazione ambientale si fa corpo assumendo la terza dimensione. Lo spettatore, invece, già precedentemente reso parte integrante dell’opera ma in maniera passiva, in questo caso ne viene letteralmente catturato e reso partecipe a 360° divenendone soggetto e coprotagonista insieme al colore, al movimento e alla spazialità tridimensionale.

COME SE IL COLORE STESSE A GUARDARTI
SARA BONAVENTURA a cura di ESTER GROSSI
INAUGURAZIONE: martedì 30 maggio 2017 | ore 19.30
ARTISTA: Sara Bonaventura
A CURA DI: Ester Grossi
SEDE: Adiacenze
Vicolo Spirito Santo 1/B_Bologna
PERIODO: 30 maggio – 24 giugno 2017
ORARI: dal martedì al sabato 11.00-13.00 e 16.00-20.00
INFO: tel. 3335463796 – 3473626448
info@adiacenze.it

24
Mag

Alessandro Bernardini. Innesto

Sabato 27 Maggio alle ore 18.00 presso Tenuta la Pineta inaugura Innesto, personale di Alessandro Bernardini. La mostra, curata da Tiziana Tommei, è parte del programma proposto dell’azienda vinicola di Luca Scortecci per l’evento Cantine Aperte 2017 ed è organizzata in collaborazione con Devis Rossi.

Innesto è un progetto espositivo ideato a partire dal luogo che la ospita, le cantine di Tenuta la Pineta, e dal “main event”, Cantine Aperte 2017. Opere pensate e realizzate da Alessandro Bernardini appositamente per lo spazio: dialogano con esso, interagendo con struttura e macchinari. Il nucleo del percorso è il lavoro da cui prende il titolo la mostra: Innesto. L’opera è presentata in due varianti: una costituita da tralci di vite, già immersi nel catrame e innestati in un cubo di cemento con un’anima in legno (una cassa per vino). La seconda mette anch’essa al centro la vite, ancora da intendersi in chiave simbolica, come metafora della vita. In questo caso i rami, sempre trattati utilizzando il catrame, sono parte di un’installazione composta da un tappeto di bottiglie vuote. Tali due versioni costituiscono i punti cardine di un iter che si snoda tra gli elementi che caratterizzano l’area, giocando sulla logica del nascondimento. Si snoda così un esercito di personaggi: cartoon e giocattoli, pietrificati sotto una coltre similare alla catramina. Nera, bianca e rossa, questa sostanza conferisce una veste nuova agli oggetti che ricopre, celandone identità. Essi perdono i connotati, sommersi da un magma materico, lo stesso che riveste e impermeabilizza il legno della vite. Poesia e ironia; idea e materia. In rapporto ai lavori immediatamente precedenti, in queste nuove opere Bernardini immette due materiali inediti: legno e vetro. Restano costanti invece le sperimentazioni con catrame, cemento ed objects trouvée. Su questa linea, uno schieramento di manichini, multipli scuri e “nudi”, adagiati su se stessi, raccolti e sovrapposti, chiudono il percorso. Vengono preceduti da tele di catrame e teste dipinte, maschere tribali e fantocci. Il nascondimento, dunque, non riguarda solo la dispersione di creazioni tra gli oggetti del luogo, ma anche un’altra tematica già citata: l’identità. Infine, il concetto di “percorso”, trova corrispondenza e particolare rappresentazione nella serie di pali in ferro, allineati con cadenza forzata, sistemati all’esterno. Un cammino ad ostacoli, militaresco, che costringe ad attivarsi, non tanto o solo con il corpo, ma, come ogni opera di Bernardini, in primis mentalmente.

Alessandro Bernardini. Classe 1970. Avvia la sua ricerca in ambito artistico nel 2011. Un’instancabile creatività ed una forte vena sperimentale portano alla sintesi in forme semplici e solo in apparenza leggere, di emozioni, pensieri e accadimenti. Minimalismo e concetto sono i due cardini entro cui egli assembla e cela le sue “costruzioni”: talvolta parte dall’object trouvé per assemblare una storia entro lo spazio ridotto della tela o invadendo un luogo fisico; in altri casi è la materia che nasconde e chiude, cementificando, qualcosa di già definito, ultimato e scritto. Il rapporto con chi guarda, lo spettatore, è il nucleo di tutti i suoi lavori. Egli parte sempre dall’uomo, che resta il primo e ultimo punto reale d’interesse della sua ricerca.

Ha esposto in esposizioni personali, collettive e in occasione di eventi speciali con formula di solo e group show. Tra le mostre si citano: “Catrame”, personale a cura di Tiziana Tommei presso Galleria 33, “Tela bevi” e “TELAindossi” presso Vineria al 10, “Fausti” presso la Secret Gallery di Luciferi Fine Art Lab ad Arezzo, “Light night”, tripersonale presso Galleria 33, la collettiva in veste di special guest alla Torre del Castello a Subbiano. Vive e lavora tra Arezzo e Firenze.

Informazioni tecniche. La mostra inaugura sabato 27 maggio alle ore 18.00 presso Tenuta la Pineta in Via Setteponti, n. 65 a Castiglion Fibocchi, Arezzo (GPS: Laterina, Via Maestà di Scopeto). Domenica 28 maggio sarà aperta con orario 10.00 – 19.00 e, a seguire, resterà visitabile su appuntamento fino al 30 luglio 2017.

Press Office: Tiziana Tommei
info@galleria33.it / +39 339 8438565

Alessandro Bernardini. Innesto
A cura di Tiziana Tommei
Inaugurazione sabato 27 maggio 2017, ore 18.00

Tenuta la Pineta
Via Setteponti, n. 65 – Castiglion Fibocchi, Arezzo

In mostra da domenica 28 maggio a domenica 30 luglio 2017

domenica 28 maggio con orario 10.00 – 19.00
dal 29 maggio al 30 luglio solo su appuntamento
Tel. +39 0575 477716
info@tenutalapineta.it

22
Mag

Davide Allieri. Balance

Sabato 10 giugno, alle ore 18.30, inaugura la mostra personale di Davide Allieri (1982) nello spazio Sanpaolo Invest a Treviglio.

Attraverso l’installazione di tre lavori (Billdor, dalla serie Empty Support; 0,600, dalla serie Cubic Meters Of Nothing; Plain Corner, dalla serie Cast Away) l’artista assume e distanzia i rapporti equivalenti, i legami comparati tra la conoscenza che deriva dalla visione oggettiva del mondo e il nostro sentimento soggettivo, interiorizzando porzioni di spazio.

In Balance tutto può essere espresso con la linea e il colore in un rapporto equivalente all’interno di una composizione nella quale i piani rettangolari, formati dalla pluralità delle linee rette, in opposizione ortogonale fra loro e necessari per determinare l’assenza di ogni spettro di colore, si dissolvono in virtù del loro carattere uniforme. Davide Allieri ha il potere di sospendere le immagini che hanno aderito al mondo e che sostano nei suoi lavori – dalla struttura di un billboard, all’incompletezza di una teca, al calco stratificato di un edificio. In antitesi con la vischiosità ricorsiva della generazione e della devitalizzazione delle immagini, l’artista crea dispositivi che le rendono immediatamente non più eliminabili. Per lui è possibile esprimere l’immutabile in opposizione al carattere variabile delle trasformazioni proiettive della forma, dei mutamenti luministici e cromatici dei colori del mondo, attraversato dai rapporti di dimensione. Qui vedere non è dimenticare, qui il flusso incessante di sintesi della rappresentazione cessa di indebolire informazioni e immagini mediandole, ricomponendole e sovrapponendole a informazioni prime, che ci rallentano e ci attirano verso di loro.
testo di Ginevra Bria

Davide Allieri
BALANCE
testo di Ginevra Bria
Spazio Sanpaolo Invest
Opening 10 giugno 2017  h 18.30/21.00

10 giugno 2017 | 15 luglio 2017
INGRESSO LIBERO
La mostra è visitabile da lunedì a venerdì
dalle 10.00 alle 12.00; dalle 15.00 alle 17.30
sabato e domenica su appuntamento

Sanpaolo Invest
Via Felice Cavallotti 31B
Treviglio
info 0363 48160

20
Mag

OTHER PLACES. Matteo Basilé / Corrado Sassi

Da INTRAGALLERY è in corso la doppia personale fotografica degli artisti Matteo Basilé e Corrado Sassi, “Other Places”.

Il titolo scelto per la mostra, “Other Places”, invita lo spettatore verso luoghi altri, evocando visioni di realtà immaginate.

Entrambi gli artisti si esprimono attraverso la fotografia; Basilé progetta accuratamente la sua visione, prevedendo con esattezza gli elementi che restituiranno il suo racconto, mentre Sassi ha un approccio più istintivo: fotogrammi da lui raccolti in velocità, vengono poi sovrapposti, per creare una suo ideale luogo altro.

Matteo Basilé (1974) vive e lavora a Roma. Inizia la sua carriera a metà degli anni ’90 ed è tra i primi artisti in Europa a fondere arte e tecnologia. Basilé possiede la straordinaria capacità di conciliare idee opposte come il bello e il grottesco, reale e surreale, naturale e artificiale. Tommaso Cascella, il padre, scrive sul suo lavoro “C’è una lucidità feroce e impietosa che l’artigiano lavoro di pennello poteva solo evocare. I personaggi delle sue visioni sono abitanti di altri luoghi o non luoghi…..”. Formalmente, Basilé cancella l’antagonismo tra l’immaginario e il reale, innescando un complesso sistema di porte scorrevoli emozionali. La poetica di Matteo Basilé è un universo iconografico, è il frutto della combinazione tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico. I viaggi onirici dell’artista alla fine ci guidano verso diversi piani di comprensione, sia sensoriali che intellettuali, dove ci rendiamo improvvisamente conto di questi aspetti della realtà, che di solito sono nascosti all’interno del nostro io interiore; pertanto, la sua profonda indagine del Sé, l’Altro e l’Altrove finalmente corrisponde alla sua personale esperienza di vita al di fuori del suo ambiente originario, affrontando allo stesso tempo il senso dell’esistenza e nel contesto delle confuse dinamiche inerenti al processo di globalizzazione.

In mostra saranno presentati tre suoi lavori della serie “PIETRA SANTA” (2016).

Anche Corrado Sassi (1965) vive e lavora a Roma. Studia fotografia a New York ed ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’estero. Negli ultimi anni la sua ricerca personale si è focalizzata su fotografia, installazioni, performances e video.

In mostra, sarà presentata una selezione di nuovi lavori che l’artista chiama voiles. “Sono immagini prese talmente al volo da essere immediatamente percepite. Immagini che non raccontano storie particolari ma generano in noi altre immagini. I voiles non appartengono né al sogno né alla veglia, non intendono essere reali ma neanche trasognanti. La sospensione è la loro condizione ideale, appena atterrano inevitabilmente evaporano. In loro non c’è mistero ma non può esistere un voiles che non presenti un enigma, anche di poco conto.

Un voiles si fonda su due elementi: lo scorcio attraverso il quale l’immagine è catturata e la tecnica con cui questo scorcio è reso.

Tra i due elementi, fluttuante, la capacità di saper cogliere e rappresentare l’attimo in cui l’immagine percepita ancora non è arrivata all’intelletto. Monet chiamava questo attimo “impressione” e ha cercato questo momento per tutta la vita per poi perdersi nelle sue infinite ninfee. La tecnica, l’immagine velata, inscatolata, un po’ divisionista è asservita ad uno scopo: quello di darci un’impressione generale, un’atmosfera, o meglio una tonalità. Se potessero i voiles userebbero a tal fine oltre la vista anche l’olfatto e l’udito. Probabilmente, poiché ciò non gli è concesso, per pudore allora velano la propria superficie.” (cit. Valerio Paolo Mosco)

Per Corrado Sassi è la seconda esperienza espositiva alla Intragallery. Schiller afferma che solo dove si gioca c’è arte, ed anche che il senso dell’immagine è l’immagine stessa, che l’incommensurabile è nell’apparenza, non nel significato. Nulla di nuovo: per i greci infatti éidos vuol dire sia immagine che idea. Ma afferma anche che l’immagine non può essere che frammento, perché noi tutti altro non siamo che frammenti, perché questa è la nostra condizione esistenziale.

OTHER PLACES
Matteo Basilé / Corrado Sassi
18 maggio / 30 giugno 2017

OPENING
Giovedì 18 maggio 2017
dalle 19.00 alle 21.00
Orario galleria: dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 19.30, sabato dalle 10.30 alle 13.30

INTRAGALLERY
Via Cavallerizza a Chiaia 57, Napoli
+39 335 628 3679

19
Mag

Marco Maria Zanin. Dio è nei frammenti

Inaugura sabato 20 maggio dalle ore 18.00 alle 24.00, in occasione della Notte europea dei Musei, nelle sale superiori di Palazzo Santa Margherita, la personale di Marco Maria Zanin dal titolo Dio è nei frammenti.

La mostra, attraverso le fotografie e le sculture del giovane artista, esplora il tema della memoria e delle radici nella società contemporanea mediante un’opera di reinterpretazione di scarti prodotti dal tempo: detriti e oggetti che per Zanin, sulla scorta del filosofo francese Georges Didi-Huberman, sono “sintomi” della sopravvivenza lungo le epoche di valori umani archetipici. L’indagine si muove tra la civiltà rurale del Veneto, sua regione di origine, e la megalopoli di San Paolo, dove vive alcuni mesi all’anno: due luoghi profondamente diversi nel modo di vivere il passato e il presente, ma fortemente legati dai fenomeni migratori dall’Italia al Brasile tra XIX e XX secolo.

Attrezzi del mondo contadino vengono tagliati e fotografati, assumendo forme inedite dal carattere totemico, mentre da frammenti di edifici moderni demoliti sono tratte sculture in porcellana, oppure nature morte che riecheggiano Giorgio Morandi, maestro con cui l’artista istituirà in mostra un intenso dialogo. Gli interventi di trasformazione degli oggetti di Zanin costituiscono “un invito a lavorare con la materia psichica della memoria assieme all’immaginazione”.

Marco Maria Zanin è stato selezionato dalla Galleria Civica di Modena nell’ambito del progetto Level 0, promosso da ArtVerona in collaborazione con 14 musei e istituzioni d’arte contemporanea italiani, per offrire supporto e visibilità agli artisti emergenti esposti in occasione dell’ultima edizione della fiera, dove l’artista era proposto dalla Galleria Spazio Nuovo di Roma.

La mostra è patrocinata dall’Ambasciata del Brasile.Continue Reading..

17
Mag

Abolish Article 153. Annual art exhibition in Kuwait

Abolish Article 153: Expressive Exhibition at “The Hub” Gallery
Twelve years have passed since Kuwaiti women got the right to participate in the political battle in Kuwait; this date, the 16th of May, coincides with the launching of one of the most important creative exhibitions that show a collection of Artistic work and Photographs representing “Women” in order to encourage them to obtain their full rights as well as a support and solidarity with the abolition of Article 153 of the Kuwaiti Penal Code, which allows men to get away with killing their  mothers, daughters, sisters and wives if they suspect them of sexual impropriety with a light punishment of a prison sentence     for a period not exceeding three years or a fine of 15 KD  or one of these penalties, and this is contrary to the principles of Islamic law.

Dr. Al-Anoud Al-Sharikh, Sheikha Al-Nafisi, Lulu Al-Sabah, Amira Behbehani and Sundus Hussain are the organizers of this exhibition and they are the ones who initiated this idea to demand the cancellation of this article and its negative consequences on human rights in general and women’s rights in particular.

The exhibition will last for a week in the hall of “The Hub” Gallery located on the Arabian Gulf Street – Sharq. It will include paintings, jewelry and sculptures created by a group of young Kuwaiti and Arab artists to promote this awareness campaign in all segments of Kuwaiti society in the hope of achieving justice and equality between men and women and the exclusion of violence in any way. Read more about campaign

Abolish Article 153 will host its 4th Art Exhibition at the HUB Gallery in Kuwait. The exhibition will include more then 50 artworks in various media by Kuwaiti and Middle Eastern artists.

Artists: Abdulla Al Awadhi, Abdulla Al Saab, Alina Amer, Amani Althuwaini, Amira Behbehani, Afsoon, Alexandra Zambom*, Azza Al Sherif, Eilidh Middleton, Emma Harake, Fadel Al Abbar, Farah Salem, Fatma Abodoma, Ghada Khunji, Hamad Al Saab, Ibrahim Ismail, Jad El Khoury, Jamal AlYousef, Maher Kuraitem, Manal Al Majed, Maryam Hosseinnia, Mohammed Al Kouh, Neda Dana-Haeri, Norma I. Figueroa, Ricardas Blazukas, Sara AbuMrad, Sara Marwa, Shereen Audi, Shurooq Amin, Sumaya Abdul Ghani, Tagreed Al Baghshi, Thuraya Al Baqsami, Wafaa Al Husaini, Waleed Shalaan, Warda Al Kandari, Zahra Al Mahdi, Zeinab Qabazard, Ziyad Al Arfaj and AUK Graphic Design Students.

All artworks shown at the exhibition were created for the purpose of this exhibition.
Fifty percent of the proceeds from the sale will benefit the campaign.Continue Reading..

17
Mag

Calixto Ramirez. Cuatro pasos | Milano

MAAB Gallery è lieta di presentare Cuatro pasos | milano, prima personale milanese di Calixto Ramirez (Reynosa, 1980).
L’esposizione, realizzata appositamente per gli spazi di MAAB Gallery, costituisce la terza tappa del progetto Cuatro pasos, intrapreso nel 2016 con una mostra presso il Museo del Novecento di Castel Sant’Elmo a Napoli.
Il titolo della mostra allude a uno dei rituali fondamentali del lavoro di Ramirez, ossia le lunghe passeggiate volte all’esplorazione delle vie della città, alla scoperta di suoni, profumi ma anche di persone, architetture e storia locale. Per l’artista il legame tra l’opera d’arte e lo spazio che la accoglie è infatti imprescindibile.
Essendo giunto a Milano verso la fine del periodo di carnevale, Ramirez ha trovato la città ricoperta da coriandoli, che da lì a poco sono divenuti oggetto della sua indagine artistica.
Nelle serie Tra il dialogo e la resistenza, presentata presso la MAAB Gallery, il legame con la città si scorge nella rivisitazione della monumentalità meneghina, affrontata partendo da uno sguardo orientato verso il basso, la strada appunto, alla ricerca di nuove forma di bellezza. Nelle tredici fotografie in mostra, i coriandoli si mischiano agli eleganti mosaici delle architetture storiche oppure compaiono sulle grate e i chiusini delle vie cittadine, generando una nuova e discreta lettura del tessuto urbano. A chiudere la mostra il video Una giornata nuvolosa in cui i coriandoli, posati su una ragnatela quasi invisibile, resistendo alla forza del vento, si mantengono in vibrazione costante.

La mostra è accompagnata da un catalogo (italiano e inglese) con testo critico di Giuseppe Virelli.

Biografia
Calixto Ramírez Correa è nato il 24 marzo 1980 nella città di confine di Reynosa (Tamaulipas, Messico). Dal 2004 ha studiato arti visive alla Scuola Nazionale di Pittura, Scultura e Incisione Le Esmeralda, dove si è laureato nel 2008, ottenendo uno scambio con la Facolta di Arti dell’Università Nazionale della Colombia nel 2007. Nel 2009 ha studiato con il M° Jannis Kounellis. Ha tenuto mostre personali in Messico, Italia, Stati Uniti, Austria, Croazia e Francia. Ha partecipato a collettive in Messico – tra cui una mostra tenutati presso il Palacio de Bellas Artes –, in Argentina, Austria, Belgio, Canada, Colombia, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Italia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti e Uruguay.

Calixto Ramirez. Cuatro pasos | Milano
INAUGURAZIONE: GIOVEDÌ 25 MAGGIO 2017 ORE 18
dal 26 maggio al 21 luglio 2017
dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18 – sabato su appuntamento

MAAB Gallery
via Nerino 3
20123 Milano