Category: arte digitale

12
Gen

Luigi Ballario. Impressioni

Wunderkammer
Luigi Ballario. Impressioni
a cura Federica Boràgina
da un’idea di Paolo Gori
Preview 14 gennaio 2016, h. 18.30

Riccardo Crespi ripropone Wunderkammer che nel suo secondo anno si trasforma in un progetto di cultura partecipativa, offrendo, all’interno della galleria, uno spazio aperto a nuovi mecenati che desiderino presentare e promuovere l’opera di giovani artisti italiani.
I collezionisti selezionano di volta in volta un artista e si impegnano a sostenere il progetto, anche attraverso il coinvolgimento di un curatore, scelto dal medesimo “mecenate”, che diviene garante della credibilità dell’intero processo attraverso l’attivazione di relazioni tra collezionisti e curatori, nella cornice della galleria.

L’intento del progetto è offrire uno spazio ai giovani artisti italiani, producendone un’opera e favorendo la divulgazione e lo scambio tra i collezionisti più conosciuti per la loro cultura artistica e la loro attenzione in ambito contemporaneo.

I collezionisti coinvolti – in questa stagione Giorgio Fasol, Paolo Gori, Jean Claude Mosconi e Alberto Toffoletto – finanziano direttamente la produzione dell’opera o delle opere destinate alla Wunderkammer, che successivamente saranno messe in vendita attraverso un’asta silenziosa.

Il primo appuntamento ha come protagonista l’artista Luigi Ballario (1988), scelto da Paolo Gori e con la curatela di Federica Boràgina. Impressioni mostra l’originale e poetica ricerca di Ballario, condotta attraverso la sperimentazione del mezzo fotografico, rivelando il valore e le potenzialità dell’indagine tecnica e di una strumentazione non professionale. L’artista, infatti, opera con un banco ottico costruito in maniera artigianale che diviene una scatola magica in grado di regalare immagini del mondo inconsuete e sorprendenti, da lui stesso sviluppate in camera oscura. L’affascinante dialogo tecnico fra positivi e negativi è restituito con un’estetica sapientemente calibrata e al contempo estremamente suggestiva. Le opere in mostra raccontano come l’espediente tecnico possa essere matrice semantica: il banco ottico richiede tempi di esposizione lunghi che costringono l’artista, soggetto di molte delle proprie fotografie, a compiere un vero e proprio sforzo fisico, quasi in una dimensione performativa. Le presenze che abitano le opere di Ballario sono il risultato dell’eroico esercizio di guardare il mondo con tutto il corpo e non solo con gli occhi.
Il progetto verrà documentato con un volume edito da Gli Ori, a cura di Federica Boràgina.
Luigi Ballario (Prato 1988), autodidatta, ha iniziato le sue sperimentazioni sul suolo pratese per poi confrontarsi con altri luoghi in Italia, Europa fino a zone estreme come quartiere 798 di Beijing. Ha esposto presso il MUSAE Museo Urbano Sperimentale d’ arte emergente nel 2012 e, l’anno seguente, presso La Corte Arte Contemporanea, Firenze, in occasione della mostra personale Intimacy, a cura di Rosanna Tempestini Frizzi e Carolina Orlandini.

In galleria sarà possibile visitare anche la mostra Painting now, una mostra collettiva che vuole individuare un breve percorso all’interno della pittura contemporanea attraverso le opere di Giulia Andreani, Romain Bernini, Eun Mo Chung, Nathalie du Pasquier, Cristiano Menchini, Roee Rosen, Marta Sforni, Caterina Silva, Veronica Smirnoff, Sinta Tantra e Gal Weinstein.

Immagine: Luigi Ballario, Untitled, 2015, photo paper, 135 x 100 cm

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24
Dic

GESTURES – Women in action

A Merano Arte
dal 6 febbraio al 10 aprile 2016
La mostra
GESTURES – Women in action

Conferenza stampa: venerdì 5 febbraio 2016, ore 11.00
Inaugurazione: venerdì 5 febbraio 2016, ore 19.00

A cura di: Valerio Dehò

La mostra “GESTURES – Women in action”, in programma dal 6 febbraio al 10 Aprile 2016 a Merano Arte, presenta 40 opere – fotografie, video, oggetti e collage – che ripercorrono le espressioni più significative della Body Art femminile dagli anni Sessanta ad oggi. Sono lavori che esplorano il tema del corpo femminile impiegato come mezzo espressivo primario per veicolare un pensiero di protesta e sovvertimento dei valori costituiti, realizzati dalle più importanti esponenti della Body e Performance Art attive già dagli anni Sessanta e Settanta, quali Yoko Ono, Marina Abramovic, Valie Export, Yayoi Kusama, Ana Mendieta, Gina Pane, Carolee Schneemann, Charlotte Moorman, Orlan, alle esperienze più recenti di artiste quali Sophie Calle, Jeanne Dunning, Regina José Galindo, Shirin Neshat, Silvia Camporesi e Odinea Pamici.

Di natura volutamente effimera e legate al qui ed ora dell’accadimento, oltre che svolte in epoche e contesti socio-culturali specifici, molte delle creazioni di queste artiste hanno natura essenzialmente concettuale e sono arrivate a noi attraverso riproduzioni in forma fotografica o filmica oppure attraverso la conservazione di oggetti impiegati in occasione delle azioni. La mostra testimonia un percorso artistico tortuoso, attraverso il quale le donne protagoniste del movimento della Body Art, hanno mutato profondamente il corso dell’arte contemporanea.
L’abolizione dei confini tra teatro, spettacolo, comunicazione e arte, è stata importante per palesare vari aspetti che riguardavano la condizione della donna nel mondo. Con la Body Art le donne si sono affermate come grandi protagoniste di questa rivoluzione culturale e la loro presenza nell’arte è diventata fondamentale, manifestandosi in molti paesi come scelta politica per la parità di genere proprio negli anni cruciali del movimento femminista. Le loro opere hanno sviluppato un approccio che intendeva abolire la distanza tra artista e pubblico, facendo dell’arte un fondamento della comunicazione sociale, uno specchio e un laboratorio dei cambiamenti in atto. Il pubblico non era più considerato uno spettatore passivo, ma parte integrante dell’opera stessa.
L’esposizione si sviluppa in senso cronologico, fatta eccezione per l’androne del museo e la piattaforma dalla quale si ha accesso alle sale, dove è esposto il violoncello dell’artista e musicista americana Charlotte Moorman e il video che mostra la performance in cui l’artista ha impiegato tale strumento. Sulla grande parete che dal piano terra accompagna i tre piani espositivi, campeggia una grande fotografia di Marina Abramovic.Continue Reading..

17
Dic

Luca Andrea De Pasquale – Enrico Fico. Dedicato a Sir J. Herschel

LUCA ANDREA DE PASQUALE
ENRICO FICO

DEDICATO A SIR J. HERSCHEL
(LUCIFERI – KYANOS)

18 DICEMBRE 2015 – 16 GENNAIO 2016

INAUGURAZIONE: VENERDÌ 18 DICEMBRE ORE 19.00
GALLERIA 33
VIA G. GARIBALDI 33 AREZZO

“Dedicato a Sir J. Herschel” è il titolo della mostra presentata da Galleria 33 nello spazio al numero 33 di via Garibaldi ad Arezzo dal 18 dicembre 2015 al 16 gennaio 2016. La bipersonale di Luca Andrea De Pasquale (Aosta, 1983) ed Enrico Fico (Napoli, 1985), alias Luciferi, realizzata con la curatela di Tiziana Tommei, rende conto dell’evoluzione di una ricerca che ab origine si snoda nell’orbita del connubio tra antico e contemporaneo, sfera intima e mondo esterno.

La dedica all’inventore della tecnica della cianotipia rimanda all’incipit del piano espositivo. In mostra sono presentati due progetti, “Anabasi” e “480 Nanometri”, rispettivamente ideati e realizzati da Enrico Fico e Luca Andrea De Pasquale, in arte Luciferi.
In entrambi i casi non si tratta di mera fotografia: la cianotipia – unico tema dato in avvio al duo – ha finito per costituire solo un momento del processo di creazione e soprattutto una tecnica da plasmare al fine di affermare un messaggio personale, fortemente autobiografico ed inequivocabilmente identitario. Ciascun autore presenta 10 opere di piccolo formato, pezzi unici, ottenuti tramite applicazione della tecnica suddetta a partire da negativi ricavati mediante l’uso del banco ottico. La seconda parte del lavoro ha significato per entrambi la messa a confronto e la conseguente integrazione all’antico (dall’analogico alla cianotipia) di un’azione strettamente contemporanea che muove dal superamento della bidimensionalità dell’immagine: l’interpolazione di oggetti e la stuccatura di volti annessi ad una revisione dello still life come del ritratto. In mostra sarà presentato inoltre il video di Luca Andrea De Pasquale “Untitled”, realizzato con la regia di Frederick Shelbourne e Frances Von Fleming.Continue Reading..

16
Dic

Chiara Arturo. 18 miglia

Chiara Arturo
18 miglia

Venerdì 18 dicembre ore 18
Galleria Eloart – Forio d’Ischia (Napoli)

Venerdì 18 Dicembre la Galleria Eloart di Forio d’Ischia è lieta di presentare la prima mostra personale della fotografa Chiara Arturo (Ischia, 1984) dal titolo 18 miglia.

La mostra racconta attraverso 25 fotografie un viaggio liquido, fatto di sensazioni più che di distanze, tra l’isola e la terraferma. Visioni raccolte negli anni di andate e ritorni che diventano il punto di partenza della ricerca personale dell’artista. «Una foto per miglio – spiega l’artista – per raccontare una distanza che è anche un ricordo, una sensazione più che un percorso: il mio viaggio tra l’isola e la terraferma. Paesaggi ripescati in un immaginario consolidato da anni di andate e ritorni, che io sento come atmosfere interiori. Le visioni sono alterate dalla matericità del filtro/finestrino, aggredito dalla salsedine e dall’elemento acqua in tutte le sue forme, ma anche dalla luce, che spesso irrompe con violenza. Onde, promontori, fari, scorci, grandi navi: diventano i personaggi di una sorta di romanzo di formazione fatto al novantapercento d’acqua. In questo lavoro mi sono ri-percorsa. Da sempre per me lo stare in mezzo al mare rappresenta una geografia del pensiero. Inseguivo un’idea di paesaggio, in movimento, mai uguale. Alla fine mi sono ritrovata con un mondo intimo, fatto di sospensioni che duravano cinquantacinque minuti per volta. La mappatura del mio stare precario ed ondeggiante.
Il progetto 18 miglia è nato durante la prima edizione di LAB, il laboratorio irregolare di fotografia di Antonio Biasiucci. LAB risponde all’esigenza di creare un percorso per giovani artisti e di trasmettere un metodo per una costante azione critica sul proprio lavoro. «Il senso del “laboratorio” – spiega Biasiucci – è quello di scoprire un’urgenza, una autenticità attraverso il continuo confronto col soggetto scelto».Continue Reading..

03
Dic

Gravità | Juryoku 重力

Gravità

Juryoku 重力

Opere di AKIKO KURIHARA, AYUMI KUDO e KYOKO DUFAUX

a cura di Matteo Galbiati

dal 4 dicembre 2015 al 30 gennaio 2016

Inaugurazione
Giovedì 3 Dicembre 2015 ore 18.30

La Galleria Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili è lieta di presentare, per la prima volta nella propria sede, il lavoro delle artiste giapponesi – da anni residenti in Europa – Akiko Kurihara, Ayumi Kudo e Kyoko Dufaux nella mostra intitolata Gravità. Juryoku. 重力. Da tempo queste artiste sono impegnate in una ricerca molto personale che spazia dal design all’illustrazione, dalla scultura alla pittura, avvalorata da numerosi e importanti esposizioni in Italia, Europa e Giappone.
La mostra, come suggerisce il titolo, è l’esito di un confronto di tre personalità sull’originale tema della gravità, il quale rimanda immediatamente alla nozione fisica che ci spiega questo concetto come quella peculiare forza di attrazione che attira i corpi verso il centro della Terra e, al contempo, è anche l’invisibile interazione che si manifesta tra due qualsiasi masse qualsiasi. Teorizzata da Newton nel 1666 e approfondita da Einstein all’inizio del ‘900, la “gravità” è applicabile a tutti i corpi e in ogni sistema e quindi fu da subito definita universale.
La radice della parola latina gravitas rimanda, invece, a grave inteso come peso, sia in senso fisico che figurato. La gravitas romana, in epoca arcaica o repubblicana, ad esempio, era un valore costitutivo della società del tempo e si riferiva a un atteggiamento di serietà, presenza e autocontrollo dinnanzi alle avversità. Un buon cittadino romano doveva mostrarsi imperturbabile nelle disgrazie, evitando atteggiamenti leggeri e versatili, restando fermo e saldo nelle emozioni. Tale inclinazione sembra trovare un ideale collegamento con i concetti buddisti di sati e appamāda, dove il primo significa stato di coscienza illuminata e il secondo, simile a gravitas, designa la continuità dello stato di sati, ma perpetrata senza requie. Gravitas e appamāda sembrano avere un punto in comune nei valori di persistenza e resistenza di uno stato di coscienza o di attenzione illimitati nel tempo. Queste diverse accezioni semantiche del concetto di gravità hanno determinato interpretazioni artistiche che ciascuna delle tre protagoniste di Gravità. Juryoku. 重力 ha interpretato in modo individuale.Continue Reading..

26
Nov

Liu Xiaofang. Future Memories

FUTURE MEMORIES è la mostra della fotografa cinese
Liu Xiaofang per il terzo appuntamento di VISIONAREA.
Testimone e curatore della prima personale dell’artista a Roma è Alessandro Demma, critico d’arte e curatore, responsabile progetto per l’IGAV (Istituto Garuzzo per le Arti Visive), docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata.
inaugurazione 1 dicembre 2015 | alle 18.30 | visionarea | roma

FUTURE MEMORIES
VISIONAREA è un progetto che nasce da un’idea dell’artista Matteo Basilé e dall’Associazione Amici dell’Auditorium Conciliazione, e si avvale del sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo: un organismo solido e affascinante, grazie all’unione tra creatività e managerialità, destinato all’arte contemporanea in chiave attuale e trasversale. Attuale perché capace di creare reinventando un luogo come l’Auditorium della Conciliazione, nel rispetto della sua vocazione ma ampliandone le potenzialità espressive. Trasversale perché flessibile e capace di accogliere le differenze come valore da sostenere e promuovere, di eliminare confini espressivi e creativi privilegiando le storie e la ricerca di quella umanità meno visibile. Un luogo straordinario che si sviluppa intorno al Chorus Cafè, per poi estendersi all’interno degli spazi principali dell’Auditorium stesso. Un Temporary Art Museum con la direzione artistica di Matteo Basilé, dove possano convivere arte, musica, cinema, moda, letteratura e food attraverso progetti site-specific e collaborazioni con altri fenomeni artistici e culturali nazionali ed internazionali. Un progetto che, per le sue caratteristiche, bene si sposa con il principio ispiratore dell’attività della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e soprattutto del suo Presidente Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha colto la coerenza di VISIONAREA con la sua attività di coraggioso sostegno alla cultura e a tutto quello che di positivo può generare: non a caso, la Fondazione è da anni impegnata nella costruzione di nuove forme di dialogo interculturale anche grazie all’arte, dimostrando quanto la bellezza sia un codice condivisibile.
Afferma il Prof. Emanuele: “VISIONAREA è un’iniziativa unica a Roma: non solo uno spazio espositivo, non solo un luogo d’incontro fra onnivori della cultura, ma molto altro ancora: un incubatore d’idee, un osservatorio privilegiato sull’arte contemporanea e, in un futuro si spera non lontano, un polo di produzione di progetti per artisti di tutto il Mondo”.Continue Reading..

25
Nov

James Casebere

James Casebere
26 November – 15 January 2016
LISSON GALLERY, via Zenale 3, Milan, 20123

James Casebere’s first solo exhibition in Milan presents recent bodies of work that take the natural world as their subject matter and iconic works of art as their starting points. The American artist’s staged photographs – shot in the studio from models that have been intricately assembled and cinematically lit – present a pastoral that is permeated with culture.
For over forty years Casebere has explored the fictional possibilities of photography, testing his medium’s supposed truth-telling properties to document fabrications of reality. His pictures are both poetic and political, creating simulacra that usurp reality to expose what art historian Hal Foster considers “a psychopathology of everyday life”. Casebere’s works have progressively depicted a wider perspective: the surrealist domestic scenes and claustrophobic vistas of his early pieces gave way to hauntingly evocative architectural interiors and exteriors of building typologies found both in the United States and the Middle East, while his Duchess County series (begun in 2009 and still ongoing) takes an aerial perspective of an entirely made-up, though acutely plausible community. He has also depicted urban areas blighted by mortgage foreclosures, hurricane Sandy and even destroyed by fire, although he is often attracted as much by the architecture, as in a series of wooden beach houses, one of which was originally built as a local life-boat station, again positing a site of potential catastrophe or rescue. In all these un-peopled environments, Casebere produces a deep ambiguity, pulling the viewer in as a participant through distortions that seem psychologically wrought and convey an uncanny sense of foreboding.
For his exhibition in Milan, Casebere once again executes a shift in perspective, this time immersing the viewer in the midst of landscapes that directly reference the art of the past to critically address man’s uneasy relationship with nature today. A major new piece from last year, Sea of Ice, and related works Trees and Bushes in the Snow (all 2014) revisit the work of the German Romantic landscape painter Caspar David Friedrich (1774 – 1840) to comment subtly on climate crisis. In Sea of Ice, Friedrich’s famous scene of frozen desolation currently housed at Kunsthalle Hamburg in Germany, has been exquisitely recreated by Casebere in his studio out of simple materials, suggesting the terrible sublime of nature has been entirely requisitioned by man, its spirituality no longer tenable. Taking inspiration from Friedrich’s painting of the same name, Casebere’s Trees and Bushes in the Snow series, meanwhile, employ found materials — real vegetation from the artist’s garden and kitchen ingredients such as bicarbonate of soda whose pristine whiteness is a chemical stand-in for the unadulterated purity of snow.Continue Reading..

19
Nov

Amy Feldman / Pascual Sisto

Attraverso le incontaminate superfici perlescenti delle sue opere, Feldman evidenzia il gesto sulla tela. L’alloro macchiato è il motivo usato da Sisto per la video installazione che fa dello spazio un ambiente virtuale.

Amy Feldman
Moon Decorum

Gli ultimi lavori di Amy Feldman presentati in Moon Decorum incarnano un sentimento che è al contempo pacato e ricco di pathos. Amy Feldman, attraverso le incontaminate superfici perlescenti delle sue opere, evidenzia il gesto sulla tela.

Moon Decorum, l’opera da cui la mostra prende il titolo, mette in luce entrambi gli aspetti. Da una parte ci sono le forme fluide e ondulate che si dipanano verso l’esterno mettendo in risalto le gocce di colore ai bordi del dipinto, come accade nei dipinti in bianco e nero di Willem de Kooning. Dall’altra parte, il tratto utilizzato dall’artista evidenzia una serialità ridotta che si manifesta quasi fosse una nota a piè di un’espressione o un’affermazione dell’ironia del gesto pittorico, ricordando così i lavori di Jasper Johns. È in quest’ambivalenza che risiede quello che nelle opere dell’artista viene denominato attrito: la luna si dimostra precisa e regolare nella sua rotazione ed al tempo stesso il suo potere trasformativo (basti pensare al mito del lupo mannaro) incarna le nostre paure primordiali. L’oscurità di questi dipinti è analoga all’immensità fredda e vuota dello spazio e alla paura che ci assale nel buio della notte. Come suggerito dalla teoria di Heidegger, sia l’angoscia che la fuga, sono sentimenti astratti e concreti al tempo stesso.

È interessante notare come Amy Feldman abbia intitolato la sua mostra tenendo in considerazione la luna e le sue molteplici connotazioni. Quando pensiamo all’influenza delle fasi lunari in termini scientifici o poetici è dato tutto già per assodato. Siamo altresì abituati a fare una netta distinzione tra l’astronomia e la pittura: la visione scientifica dei pianeti si oppone all’immagine romantica del rückenfigurs, dove le figure sostano dando le spalle all’osservatore mentre osservano una sfera luminosa nel cielo; proprio come avviene nei dipinti di Friedrich. Per i nostri antenati questa divisione non sussisteva. Platone studiò la rivoluzione della luna con precisione matematica ed al tempo stesso capì che essa era anche un mezzo divino per punire gli essere umani. È questa dualità che Amy Feldman rappresenta nei suoi lavori più recenti.

Un dipinto come Swollen Omen allude proprio alle preoccupazioni primarie appena accennate ricordando le forme di un corpo con le sue cavità e le sue sporgenze che simulano le viscere. È il corpo dell’artista? Un’abbreviazione del movimento del pennello sulla tela? È un ginocchio oppure una coscia? Le linee tracciate dall’artista sono allusive, ma non è questo che le interessa. Ciò che merita di essere considerato è come queste forme attivino i ricordi e le associazioni mentali. Le forme di Amy Feldman ci ricordano un corpo scientifico e il poetico, in sospeso tra l’anatomia e la seduzione. L’artista diventa strumento attivo nella creazione delle fini superfici bianche dei suoi dipinti dove si nota la natura selvaggia ed al contempo moderata della sua azione attraverso l’utilizzo dell’acrilico grigio che viene steso sulla tela.Continue Reading..

19
Nov

Sandro del Pistoia. Future

SANDRO DEL PISTOIA
FUTURE
Sculpure/ Installation/ Photography

INAUGURAZIONE
venerdì 20 novembre 2015
dalle ore 19.00 alle ore 21.00

In mostra dal 20 novembre al 12 dicembre 2015
da martedì a sabato: 11.00 – 13.00 | 16.30 – 19.30
o su appuntamento

Galleria 33
via garibaldi 33 – 52100 Arezzo
+39 3398438565
info@galleria33.it

SANDRO DEL PISTOIA
FUTURE

Inaugura venerdì 20 novembre, dalle ore 19.00, presso Galleria 33 in via Garibaldi 33 ad Arezzo la personale di Sandro del Pistoia, Future – sculpure, installation, photography.
La mostra, a cura di Tiziana Tommei, propone una selezione di opere: dal grande formato di “Around the body” scultura – installazione di 3 metri di altezza per 3 metri di diametro, alle sculture di medio e piccolo formato, “Women” e “Untitled”, alle fotografie “Dream” e “Air 02”. Le sculture risalgono al 2013 e 2014 e sono composte da listelli di legno di noce uniti da cerniere in pelle. Le opere fotografiche (2006, 2007) documentano performance in cui l’artista imprigiona l’aria in enormi forme di plastica.

TESTO CRITICO
Entelechia. Secondo Aristotele ogni organismo si sviluppa e si evolve in base ad una finalità interiore. Realizza se stesso in base ad una meta contenuta già in sé, in potenza, e lo fa secondo codici interni. La materia torna spirito, in armonia con le leggi della Natura, con l’ordine del Creato, in quanto parte di quella che i platonici indicavano come “anima del mondo”. Sandro del Pistoia studia i materiali, sperimenta l’ordine della dimensione fenomenica e della scienza, ma la sua ricerca non riguarda la realtà fisica. Usa la materia per disegnare l’invisibile. E ci riesce! Quello che noi vediamo sono forme fatte di assenza di sostanza visibile, comprese dentro e fuori strutture architettoniche dalle unità fondamentali potenzialmente infinite. Lo spazio, compreso dalle molecole a celle esagonali disposte su modello del grafene, assume la conformazione conferita per mezzo del legame in continuum dei moduli geometrici. Il rapporto osmotico che s’instaura tra l’interno e l’esterno della membrana permeabile, ora di legno e pelle ora di metallo ora foderata di seta, trasmette in maniera palpabile un equilibrio profondo, univoco e mai frammentato. L’aria assume una dimensione nuova: prende forma, peso e volume. Quello dell’artista è un dialogo aperto ed incessante con la Natura, esteso a tutte le sue componenti, siano esse antropomorfe, amorfe o anamorfe. Scava nella materia, addirittura negli oggetti, fino a ridurre o a trasporre tutto in sintesi, in schemi in cui ciascun elemento risulta perfettamente stabile in quanto parte di un insieme più complesso. Quattro segmenti non fanno un quadrato: per costruire una figura geometrica e significativa è indispensabile conferirle una direzione, un orientamento e una struttura. Occorre darle una specificità, che in questo caso è arte. Così, la ricerca e la costruzione – intesa come ricreazione – permettono di svuotare la realtà di tutto ciò che è superfluo, di andare in profondità, di giungere all’essenza, di tornare allo spirito.Continue Reading..

16
Nov

Thomas Canto. Still lifes of space time

Thomas Canto. Still lifes of space time
vernissage sabato 21 novembre, ore 19

a cura di Giuseppe Ottavianelli
testo critico di Achille Bonito Oliva
dal 21 novembre 2015 al 9 gennaio 2016

patrocinio istituzionale Municipio Roma 5

Wunderkammern è lieta di presentare la mostra personale “Still lifes of space time” dell’artista francese Thomas Canto, con testo critico di Achille Bonito Oliva.
Thomas Canto (1979), è considerato uno dei più promettenti artisti francesi nel panorama dell’arte contemporanea. Ha esposto in importanti istituzioni come il Palais de Tokyo di Parigi (proiezione di un video, «All senses», 2012) e ha realizzato installazioni per la Nuit Blanche di Parigi (2014), l’Outdoor Urban Art Festival di Roma (2014), la Biennale di Arte Urbana di Volklingen, Germania (2015) e il Mohammed VI Modern and Contemporary Art Museum di Rabat, Marocco (2015). Recentemente ha realizzato un’installazione per la K11 Art Foundation di Hong Kong, che sarà esposta al Wuhan Art Museum, in Cina, nel 2016.
L’artista traspone direttamente nella propria produzione artistica la sua personale visione dell’ambiente, creando una proiezione astratta e molteplice di quell’intreccio disorganizzato relativo alle esperienze della vita. Dentro ai suoi paesaggi visionari, fortemente influenzati dall’architettura circostante, non è più concepibile un punto di vista fisso. Il decentramento dei punti di fuga nelle costruzioni complesse dell’artista è ciò che conferisce loro un dinamismo unico. Questi effetti visivi sono presenti sia nelle sue installazioni ambientali che nelle sue opere d’atelier, che conservano infatti lo stesso dinamismo e caratteristiche volumetriche. Thomas Canto è in grado di far convergere nelle sue opere molteplici influenze artistiche, tra le quali il Costruttivismo, il Suprematismo, l’Op Art e l’Arte Urbana. Continue Reading..