In corso alla Galleria Bianconi di Milano la mostra “UGO LA PIETRA, TERRITORI”, seconda mostra personale che la galleria dedica a La Pietra nell’arco di un’anno e mezzo; più di 40 sono le opere esposte, realizzate dall’Artista tra il 1969 e il 2016.
In accordo con il concetto di Sinestesia delle arti, le tecniche che La Pietra utilizza e che sono qui rappresentate spaziano nei più diversi ambiti, dalla pittura su tela, al disegno, ai fotomontaggi e fotocollage, alle sculture in ceramica, talvolta anche combinate tra loro. Come scrive Giacinto di Pietrantonio nel testo critico del catalogo che accompagna la mostra, Ugo la Pietra “è un essere liquido che entra nei vari campi disciplinari con una libertà tale da prendere le forme di ciò che lo contiene, ma destabilizzandone le caratteristiche per proporne delle nuove. […]. Si tratta di un continuo recupero e reinvenzione di tecniche e significati, a volte di riutilizzo e reimpiego alla ricerca di alternative dell’esistente per l’esistenza. In questo egli si serve della tecnica situazionista della dérive psicogeografica del corpo e delle immagini, o della progettazione spontanea che viene dal basso come nel caso degli orti urbani, microrealtà al di fuori dell’urbanizzazione cittadina.”
Tema fondante della mostra sono, come esplicitato dal titolo, i “Territori“ appunto, svolti ed esposti in questo contesto come in un percorso esplorativo che si snoda in differenti momenti ed ambiti: Centro/Periferia (1969/72), Tracce (1969), Pulizia Etnica (1988/89), Casa e giardino: la mia territorialità (2000), Itinerari (1990/2000), La città scorre ai miei piedi (2000), Rapporto Città / Campagna (2015/2016).
Da sempre l’ambiente, o meglio il rapporto fra individuo e luogo abitato, fra società e città, costituisce il fulcro della ricerca aristica di Ugo La Pietra, ciò che emerge evidente da questa mostra, come scrive Di Pietrantonio, “è l’osservazione critica di La Pietra, una critica militante e permanente dell’esistente, soprattutto di quell’abitare che provoca alienazione, distruzione, ingorgo, ignoranza. Come si evince dalle opere in mostra è interessante notare che ciò avviene con opere che vanno verso il centro. Va da se che il centro verso cui si va non è solo il centro cittadino, partendo dalla periferia, ma il centro poetico, il centro della soluzione verso il quale ogni poetica tende. Ciò avviene mediante opere-analisi che ci parlano di come i territori sono stati ridisegnati geograficamente ed esistenzialmente dalle guerre e dalla pulizia etnica, c’è addirittura chi ha scritto che le guerre sono progettualmente interessanti in quanto il loro distruggere, il loro fare tabula rasa permette poi di dover ricostruire, insomma offrono occasioni progettuali (sic!). Naturalmente non Ugo La Pietra le cui opere in proposito sono una critica alla guerra e ai suoi effetti alla sua deterritorializzazione, in quanto le guerre riscrivono i territori attraverso la morte, mentre bisognerebbe farlo con Ugo sempre con e per la vita.”
Completa il percorso espositivo la video-istallazione “Percorsi Urbani”, appositamente realizzata site-specific per il piano inferiore della Galleria da Lucio La Pietra. Ispirata al gioco del Pachinko e alla sua apparente “imprevedibilità”, l’opera riflette sul modo con cui noi abitiamo la città, come dice Lucio La Pietra in merito alla città: “noi pensiamo di poterla usare liberamente ma, in realtà, i nostri interventi su di essa, i nostri movimenti, i nostri itinerari, si limitano a poche e semplici scelte reiterate, delimitate da rigidi schemi. L’unico modo per poter muoversi liberamente e quindi possedere la città, prescindendo dagli schemi imposti, è farlo attraverso percorsi mentali e non fisici”.
La mostra prosegue alla Galleria Bianconi di Milano fino al 28 ottobre 2017.Continue Reading..