A cura di Davide Sarchioni
Opening: giovedì 31 marzo 2016 ore 18
Dal 1° aprile al 13 maggio 2016
Dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18
Sabato su appuntamento
MAAB Gallery. Michael Biasi, via Nerino 3, 20123 Milano
MAAB Gallery di Milano è lieta di presentare “Bridging the gap” la mostra dedicata a Jorge Eduardo Eielson (Lima 1924 – Milano 2006), quale omaggio a uno dei più grandi artisti peruviani contemporanei, visionario e poliedrico, che è riuscito ad abbracciare i linguaggi e gli strumenti delle arti visive e della letteratura, spaziando dalla performance all’assemblage, dall’installazione alla fotografia, al cinema, per esprimere la molteplicità del mondo.
Il progetto espositivo è incentrato sull’immagine e il significato dei celebri “nodi” che egli introduce progressivamente nei suoi lavori a partire dal 1963, attraverso i quali approda a una vera e propria sintesi culturale, plastica, magica e simbolica. I nodi di Eielson, derivati da una personalissima elaborazione dell’antico linguaggio incaico dei “quipus”, costituiscono il punto di congiunzione fra la contemporaneità e il passato storico-artistico e antropologico precolombiano, diventando l’imprescindibile fondamento costitutivo del proprio sistema espressivo, quale nucleo estetico e semantico di un codice linguistico nuovo ed estremamente attuale. Essi sono il risultato di una torsione, del piegarsi della tela su se stessa, di una tensione fisica che è prodotta da un gesto esistenziale, dando luogo ad un complesso insieme di significati e di simbologie. In ogni lavoro il “nodo” è formulato attraverso molteplici e sorprendenti variazioni che esercitano altrettante tensioni per descrivere possibili traiettorie e creare spazi dinamici ed estroflessioni, ora acquietati nella calma del monoscromo, ora più complicati e perturbati da una successione di annodamenti, con fasci di tessuti attorcigliati, che producono interessanti e vivaci giochi plastici e cromatici. Il “nodo”, l’antico segno quechua, diventa così epicentro di energie e qualità differenti, struttura archetipica capace di suscitare forme spaziali in cui elementi diversi sono legati in un processo in continua evoluzione per congiungere gli opposti e colmare le distanze tra ambiti apparentemente inconciliabili, tra ricerca materiale e quella metafisica, ovvero tra la componente oggettuale e concreta del suo lavoro, che occupa lo spazio della superficie della tela, e quella mentale, metaforica e filosofica. In mostra una scelta di lavori diversi per tipologia, forme e dimensioni, fra i quali “Camicia” del 1963, alcuni “Quipus” monocromi e colorati degli anni ’60 / ’70, gli annodamenti della serie “Amazzonia” del 1978-79, fino al grande “Disco Terrestre” del 1989.
Sarà disponibile una pubblicazione con testo Italiano / Inglese di Davide Sarchioni.
Jorge Eduardo Eielson è nato il 13 aprile 1924 a Lima, da madre peruviana e padre nordamericano di origine norvegese. Fin da piccolo dimostra di possedere doti eccezionali per la scrittura, la pittura e la musica. Ha solo 21 anni quando vince il premio nazionale di poesia con Reinos, la sua prima raccolta poetica pubblicata. L’anno seguente dà a conoscere i suoi disegni su riviste e quotidiani di Lima, e con i suoi amici Javier Sologuren e Sebastián Salazar Bondy pubblica un’antologia di poesia peruviana con illustrazioni di Fernando de Szyszlo.
Nel 1948 fa la sua prima mostra personale di opere grafiche, dipinti e sculture. Benché inserito molto bene nell’ambiente culturale della sua città, desidera e sente il bisogno di conoscere l’Europa, e un anno dopo, nel 1949, ottiene una borsa di studio che gli permette di andare a Parigi e di stabilirvisi. Conosce il gruppo di artisti geometrici MADI e alcuni dei suoi principali protagonisti e aderisce al movimento, realizzando con loro, nel Salon des Realités Nouvelles, la sua prima esposizione europea formata da opere astratte e geometriche e di mobiles. Nel 1950 gli viene assegnata una seconda borsa di studio, questa volta dell’UNESCO, e si trasferisce a Ginevra, dove comincia a elaborare una poesia diversa, di sperimentazione grafica e visiva. Nel 1951 arriva a Roma, e decide di rimanerci, lavorando come corrispondente di arte e letteratura per vari quotidiani e riviste latinoamericane. Allo stesso tempo entra a far parte del gruppo dell’Obelisco, fa amicizia con Dorazio e Mimmo Rotella e realizza varie esposizioni. Ma tra il 1954 e il 1958 si concentra quasi esclusivamente sull’attività letteraria.
Tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70 vive tra Parigi e varie città italiane. Viene invitato alla biennale di Venezia nel 1964, nel 1966 e nel 1972, alla Mostra di Arte Latinoamericana del Festival dei Due Mondi di Spoleto, alla biennale di Parigi, dove vengono organizzate varie esposizioni. Nel 1967 viaggia a New York e lì frequenta l’ambiente dell’Hotel Chelsea; poco dopo va a Lima dove realizza una grande mostra nella Galleria Moncloa. In questo periodo è molto attivo sia nel campo artistico sia in quello letterario.
Negli anni ‘80 Eielson pubblica nuovi libri di poesia e di narrativa.
A partire dal 2000 il nome di Eielson si diffonde sempre di più e la sua opera si propone in numerose antologie, cataloghi e volumi critici.
Dopo la morte del compagno, Michele Mulas, nel dicembre del 2002, la malattia che già stava consumando l’organismo di Eielson diviene sempre più evidente e dolorosa, riducendo notevolmente la sua autonomia. Nonostante questo, egli continua a produrre e a scrivere, mantenendo numerosi rapporti di lavoro e i contatti con gli amici. Muore l’8 marzo 2006
MAAB Gallery. Michael Biasi
via Nerino 3, 20123 Milano
Tel. +39 02 89281179
gloria@artemaab.com
Immagine: Jorge Eielson, Quipus 16 G-1, 1966, acrilico su tela e legno, cm 100 x 81 x 18