Le rare cromie sono selezionate con la logica di risultare distinguibili le une dalle altre, ogni elemento cromatico estraneo al rigore concettuale e’ bandito dalla composizione.
La galleria Effearte è lieta di presentare la mostra personale di Franco Cervi dal titolo Logos.
Nell’oceano sterminato della letteratura mistico-filosofica occidentale non è raro constatare la moltitudine di significati che autori diversi, nel corso dei secoli, hanno attribuito al termine antico Logos: scegliere, raccontare, enumerare, relazione, legame, proporzione, misura, ragion d’essere, causa, ragionamento, ragione e addirittura disegno. Sembrerebbe però emergere un significato predominante: l’azione di definire qualcosa per mezzo di un discorso rigoroso e coerente. La ricerca di Franco Cervi nasce da una sintesi risolutiva tra concetto e forma e si rivolge ai fondamenti del pensiero esistenziale: Dio, Uomo, Vita, Morte. Che cosa esprimono esattamente queste parole?
Il suo lavoro è volontà di decodifica, un tentativo di “mappatura genetica” dell’infinito.
A livello formale la scelta del minimalismo radicale si basa sul rigore e sulla perfezione della geometria pitagorica e platonica secondo le quali il numero e la geometria forniscono la chiave di accesso alla struttura intima dell’universo e quindi alla comprensione del suo creatore. Nascono così invisibili ma intuibili costruzioni geometriche, talvolta di particolare complessità. La ricerca della proporzione perfetta e dell’armonia assoluta deriva dall’analisi del rapporto tra pieni e vuoti. Le interazioni tra soggetto e spazio sono matematicamente esatte, quindi il soggetto non può situarsi in posizioni diverse da quelle date così come non può assumere diverse dimensioni o proporzioni interne senza alterare l’intera architettura costruttiva.
Le rare cromie sono selezionate con la logica di risultare distinguibili le une dalle altre, ogni elemento cromatico estraneo al rigore concettuale è bandito dalla composizione. Tendenzialmente ci sono un numero massimo di tre colori compresenti, sempre su superficie neutra, che si riferiscono rispettivamente alla triade costitutiva dell’essere umano nella visione comune alle religioni monoteiste: il nero o il bianco rappresentano il corpo, il rosso l’anima e l’azzurro lo spirito. Sovente l’opera nasce da un elemento scritto, una parola chiave che ne riassume il senso e ne diventa la didascalia. L’elemento tipografico è centrale nel suo lavoro: Helvetica, classico carattere della tipografia internazionale, e Base, sua progettazione, ricorrono in quasi tutti i lavori in mostra. Quest’ultimo nasce dalla stessa matrice geometrica utilizzata per strutturare l’intera opera. La ricerca di Franco Cervi si è sempre collocata al confine disciplinare tra graphic design e arte pura. Una figura di grande ispirazione è stata quella del graphic designer Wim Crouwel, di cui l’artista ha sempre amato le forme tipografiche astratte (“New Alphabet”) per poi aderire alle sperimentazioni sulle matrici geometriche e sui rapporti matematici (ricerca che oggi è, per lui, più che mai vitale nonché densa di contenuti filosofici).
I suoi riferimenti nascono da quel graphic design considerato nella sua accezione più intellettuale, radicale e sperimentale (Malevic, El Lissitzky, Gabo, Bauhaus, per cominciare) passando per le avanguardie artistiche dell’arte cinetica, della Op-art (Albers, Riley, Vasarely), dei movimenti dell’arte minimalista e Neo-Geo (Flavin, Serra, Judd, Palermo, Turrell, Irwin, Mihich, Halley). Durante la Milano Design Week 2015, Effearte parteciperà al progetto Le 5 Vie Art+Design presentando la mostra Abitare i Materiali dello studio Baldessari e Baldessari.
Per quest’occasione la galleria sarà aperta anche le giornate di sabato 18 e domenica 19 aprile.
Inaugurazione 19 marzo ore 18.30
Effearte
via Ausonio, 1 A (via E. De Amicis, 47) Milano
lunedì a venerdì ore 10-13 e 14-19
ingresso libero
Franco Cervi
dal 19/3/2015 al 15/5/2015
lun-ven 10-13 e 14-19